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Capitolo 4: Era stata incastrata

"Elena Donati abita a Villa Belvedere."

Aurora prese la grande busta che le veniva porta.

La aprì: dentro c'era una pila di fotografie.

Tutte ritraevano la stessa coppia, e ogni immagine le straziava il cuore.

Villa Belvedere era una proprietà di Adriano, la più vicina alla sua azienda.

"La signorina Donati conduce una vita molto semplice, esce raramente e frequenta poche persone. A parte il personale medico, vede solo il signor Ferretti. Per quanto riguarda la sua vita all'estero, ogni traccia è stata cancellata. Mi servirà del tempo per indagare."

Aurora strinse la busta tra le mani. "Continui a cercare. Le pagherò il triplo."

Dopo che l'investigatore privato se ne fu andato, si fece portare direttamente a Villa Belvedere.

In macchina, provò a chiamare Adriano. Ancora una volta, non riuscì a raggiungerlo.

Aveva aspettato giorni a casa, ma lui non era mai tornato. Al solo pensiero che fosse là fuori con quella donna, il cuore le si lacerava e non riusciva a dormire.

Non ce la faceva più a restare con le mani in mano.

Era sposata con i Ferretti da quasi tre anni. Se Elena fosse tornata prima, forse avrebbe davvero rinunciato. Ma ora era incinta, e non poteva permettere che suo figlio nascesse senza un padre.

Inspirò profondamente e si convinse di ciò che doveva fare.

L'auto si fermò davanti a Villa Belvedere.

"Signora, la accompagno?" Carlo aveva sentito alcune voci, e vederla arrivare lì da sola lo preoccupava.

"Non c'è bisogno, torno subito. Aspettami qui." Voleva solo scambiare qualche parola con Elena.

Quando Adriano non tornava a casa Ferretti, dormiva o in ufficio o in quella villa.

Era già venuta altre volte, ma ogni volta le era stato impedito di entrare.

La cosa ridicola era che ora lui aveva fatto trasferire Elena proprio lì. Ecco cosa significava nascondere una bella amante in una gabbia dorata!

Suonò il campanello.

Dopo un po', qualcuno venne ad aprire.

Elena, con il suo pancione prominente, apparve sulla soglia. Indossava un grembiule a quadretti verde chiaro, un delicato profumo floreale le aleggiava intorno e sulle maniche aveva ancora qualche petalo: doveva stare curando le piante.

La gravidanza di Elena era di una o due settimane più recente della sua, eppure il suo ventre era più pronunciato, il colorito roseo, l'aspetto radioso.

Al confronto, lei appariva spenta, come una gestante malnutrita.

"Sei venuta." Vedendo Aurora, Elena non sembrò affatto sorpresa, anzi le rivolse un sorriso come se ritrovasse una vecchia amica. "Entra pure."

Aurora si sentì a disagio. Quella donna era ancora più tranquilla di quanto si aspettasse, al punto che per un istante dubitò di essersi immaginata tutto.

Elena si sostenne la schiena e si avviò verso l'interno.

Aurora, stringendo i denti, la seguì.

"Sei venuta per Adriano? È al piano di sopra." Elena non si voltò nemmeno, dirigendosi verso le scale.

Aurora lo sospettava già, ma il cuore le esplose comunque.

Ogni fibra del suo essere avvertì un dolore lancinante.

"Signorina Valenti, dovresti sapere che tipo di rapporto c'è tra me e Adriano. Ora che porto in grembo suo figlio, se vuoi conservare un briciolo di dignità, divorzia da lui."

Aurora non si aspettava che fosse lei a tirare fuori l'argomento per prima. Quasi le scappò da ridere per l'incredulità. "Elena Donati, non hai proprio vergogna? Io sono la moglie di Adriano Ferretti, tu sei solo l'altra!"

"Signorina Valenti, io e Adriano ci amiamo da anni. Se tu e il vecchio Ferretti non aveste tramato alle nostre spalle, non ci saremmo mai separati!" Elena salì qualche gradino e guardò dall'alto la donna ai piedi delle scale. "Quella senza vergogna sei tu! Adriano ti disprezza, eppure continui ad aggrapparti a lui. Provo imbarazzo al posto tuo."

"Se Adriano ti amasse davvero così tanto, non vi sareste mai separati e lui non avrebbe sposato me!" Aurora represse la rabbia. Non poteva perdere il controllo. "Io sono sua moglie, il bambino che porto in grembo sarà l'erede dei Ferretti. Il tuo, invece, sarà solo un figlio illegittimo che non potrà mai alzare la testa!"

"Hai forse dimenticato chi è Adriano? Anche tu ti sei innamorata di quello che disprezzi tanto: un figlio illegittimo!"

"Tu...!"

"So che Adriano mi ha sposata contro la sua volontà. Non gliene faccio una colpa. Anche se gli darai un figlio, lui non amerà mai né te né quel bambino. Tuo figlio sarà considerato meno di un bastardo..."

"Elena Donati, non ti permetto di parlare così di mio figlio!"

Il bambino era ormai il suo punto debole.

Vedendo Aurora salire le scale furiosa, Elena si limitò a fare qualche passo indietro con calma. Quando l'altra le fu addosso, non si scansò: la afferrò e si lasciò cadere insieme a lei giù per le scale.

Entrambe incinte, Aurora non avrebbe mai immaginato una mossa simile. Quando se ne rese conto, stavano già rotolando insieme giù per i gradini.

In quel turbinio, Aurora sentì solo il grido di Elena e il tonfo sordo del proprio ventre contro i gradini. Un dolore lancinante le invase tutto il corpo...

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