Capitolo 7 – L'Appello del Destino
Kael
Sorrido.
— Ecco cosa pensavo.
E prima che lei possa protestare, prendo possesso della sua bocca.
Un bacio affamato, ardente, un misto di rabbia e desiderio insoddisfatto.
Lei resiste, un attimo. Poi cede.
Le sue dita si aggrappano al mio mantello, le sue labbra si aprono sotto le mie. Sento il suo corpo premere contro il mio, e una soddisfazione selvaggia mi invade.
Lei mi vuole.
Non importa Azar. Non importano i suoi dubbi.
È mia.
La Ragione e il Caos
Si ritrae bruscamente, ansimante, gli occhi sbarrati.
— Io… no…
Passa una mano tremante sulle sue labbra, come se potesse cancellare ciò che è appena accaduto.
— È stato un errore.
Rido.
— Un errore? Allora perché sei ancora qui?
Stringe i pugni.
— Perché sei un veleno, Kael.
Mi avvicino ancora, le mie dita sfiorano il suo mento.
— Forse. Ma stai già cedendo.
Mi fulmina con lo sguardo prima di
Myriam
Corro senza fiato.
Il bacio di Kael brucia ancora sulle mie labbra, un'impronta indelebile che mi perseguita. Le mie dita tremano mentre le porto alla bocca, come se potessi cancellare questa sensazione, questa presa che ha su di me.
Azar.
Devo trovarlo. È la mia ancora, l'unica cosa che mi permette di non affondare.
Quando arrivo davanti al negozio dove si rifugia spesso, il mio cuore batte all'impazzata. Spingo la porta senza pensare, il mio sguardo agitato cerca il suo.
È lì.
In piedi, di fronte a un vecchio grimorio, i suoi tratti tesi, come se già sapesse.
Il suo sguardo si posa su di me, e immediatamente si oscura.
— Myriam…
Mi butto tra le sue braccia prima che possa porre una domanda. Il suo abbraccio è caldo, rassicurante. Mi avvolge con una dolcezza infinita, come se potesse proteggermi da tutto.
Ma so che non è vero.
Non può proteggermi da Kael.
Non può proteggermi da me stessa.
— Cosa ti ha fatto? chiede dolcemente.
Chiudo gli occhi, incapace di rispondere.
Perché la verità mi terrorizza.
Il Peso della Tentazione
Azar mi tiene contro di lui, ma sento che si irrigidisce. Sa.
— Ti ha toccata, vero?
Mi allontano leggermente, evitando il suo sguardo.
— Non è quello che pensi…
— Oh sì, Myriam. Lo sento.
La sua voce è tremante, un misto di rabbia e dolore.
Alzo gli occhi verso di lui, cercando di spiegargli, ma le parole mi mancano.
— Sta solo giocando con me, mormoro infine.
Azar stringe la mascella.
— E tu? Stai giocando anche tu con lui?
La sua domanda mi colpisce in pieno.
— No! Io…
Mi fermo, incapace di completare la mia frase.
Perché non ne sono sicura.
Azar fa un passo indietro, il suo sguardo brillando di un dolore contenuto.
— Non posso combattere contro qualcosa che desideri anche tu.
— Non è vero…
Lascia sfuggire una risata amara.
— Tremi ancora per l'effetto del suo bacio, Myriam.
Mi mordo il labbro, vergognosa.
Ha ragione.
Ma non cambia nulla.
— Non è lui che voglio, dico con forza.
Azar mi osserva a lungo, cercando la verità nel mio sguardo.
Poi, con un gesto brusco, mi attira a sé e cattura le mie labbra.
Un bacio furioso, possessivo.
Un bacio che reclama.
Le sue mani si stringono attorno alla mia vita, il suo corpo si preme contro il mio, e mi perdo nella tempesta del suo desiderio.
Vuole dimostrarmi che gli appartengo.
Che Kael è solo un'ombra passeggera.
Ma mentre mi perdo in questo scambio ardente, una voce gelida ci interrompe.
— Commovente.
Mi congelo.
Kael è lì.
Il suo sguardo nero fisso su di noi, una luce pericolosa nelle sue pupille.
L'Risveglio delle Ombre
Azar si erge immediatamente, ponendo il suo corpo tra Kael e me.
— Non hai nulla da fare qui.
Kael ride, appoggiandosi nonchalance alla porta.
— Oh, ma credo di sì.
Il suo sguardo scivola su di me, ardente, penetrante, poi torna su Azar.
— Pensi davvero di poterla tenere lontana da me?
— Farò di tutto per.
Kael sorride lentamente, un sorriso carnivoro.
— Peccato che non sia una sua scelta.
Trattengo il respiro mentre Azar si irrigidisce ancora di più.
— Ha già scelto, ringhia.
Kael avanza lentamente, fermandosi a pochi centimetri da Azar.
— Davvero?
Mi guarda con i suoi occhi scuri, e un brivido mi attraversa.
— Dillo, Myriam.
Sento il mio cuore battere forte nel petto.
— Dimmi che non provi nulla quando sono qui.
Voglio rispondere.
Voglio urlare che è Azar che scelgo, che Kael non rappresenta nulla.
Ma le parole rimangono bloccate in gola.
E questo silenzio dice molto più di quanto vorrei.
Kael sorride, trionfante.
Azar chiude gli occhi per un attimo, poi, con una voce rotta, mormora:
— È quindi vero…
Fa un passo indietro, il suo sguardo velato da un dolore che non posso sopportare.
— Azar…
— Non dire nulla.
La sua voce trema, ma mi fissa per un attimo, prima di distogliere lo sguardo.
Kael, invece, si gode lo spettacolo.
— Vedi, fratello. Non si può combattere contro ciò che è inevitabile.
Azar stringe i pugni, ma non risponde.
Si volta e lascia la stanza, lasciandomi sola di fronte a Kael.
