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06

L’ho ferita ? Perché ha reagito in quel modo ? Sono stato troppo brusco nel metterla giù ?

— Sei la mia regina — sussurro, analizzando la sua figura più a fondo ora che siamo soli e lontani dagli altri.

Aggrotto le sopracciglia man mano che noto quanto siano larghi i suoi vestiti su di lei, pieni di buchi e macchie. I miei occhi risalgono di nuovo verso il suo viso e mi acciglio. Le ossa sono estremamente pronunciate, più di quanto abbia mai visto, e un senso di disagio mi stringe lo stomaco. Non so cosa sia normale per gli umani e cosa no, quindi non riesco a capire se devo preoccuparmi o meno. Ma mi preoccupo lo stesso.

— Torno più tardi, va bene ? — Non aspetto una risposta, so già che non ne avrò una perché sta dormendo.

Mi alzo e lascio la stanza, dirigendomi verso la porta d’ingresso, già desideroso di tornare dalla mia preziosa umana.

"Blaine, sei incaricato di proteggere la tua Luna mentre io finisco di leggere e firmare i trattati. Se si sveglia, avvisami," gli comunico attraverso il legame mentale, uscendo di casa e superandolo sulla strada verso il mio ufficio. Si inchina e corre dentro, e un piccolo sorriso mi sfiora le labbra per la sua solerzia.

— Amoooorerò amare la compagna ! — ulula il mio lupo, girando in cerchio mentre insegue la sua coda, e scuoto la testa divertito.

— Anch’io, Dax. —

POV di Angelica Winter

Il mio corpo è sprofondato in una strana imbottitura e la stanchezza è intensa. La confusione mi travolge all’improvviso quando ricordo che mi sono lanciata verso la morte. Apro gli occhi nel panico, vedendo che mi trovo in una stanza sconosciuta, su un letto di qualcun altro, l’unica luce arriva dalla luna che brilla attraverso la finestra e lo stomaco mi si stringe per la nausea.

Ho dormito tutto il giorno ? Di sicuro Jade non mi avrebbe concesso un simile lusso… a meno che la punizione prevista non sia davvero terribile.

Scivolo giù dal letto e faccio un passo verso la porta, congelandomi quando sento dei passi avvicinarsi. Mentre si fanno sempre più vicini, cado a terra sulle mani e sulle ginocchia con la testa bassa, piangendo incontrollabilmente al pensiero della morte per mano sua. Non avrei mai dovuto scappare ! Tanto prima o poi mi avrebbe ripresa ! Fuggire rende tutto peggiore !

La porta si spalanca proprio mentre il mio corpo cade sul tappeto, mani mi toccano nemmeno un secondo dopo e sobbalzo via. Mi aggrappo forte al bordo del letto, affondando il viso bagnato di lacrime nel materasso, rigida.

— Non devi avere paura di me — dice una voce maschile sconosciuta.

Rifiuto di lasciare il letto, con piccoli singhiozzi.

— Il mio migliore amico ti ha trovata priva di sensi e ti ha portata qui, ti ha aiutata.

Le sue parole sono pronunciate con lentezza, quasi temesse di spaventarmi, e istintivamente passo le dita sul viso, cercando nuove ferite, poi apro appena gli occhi per vedere che non c’è sangue. Una sensazione calda si sostituisce alla nausea e porto la mano al collo, ritirandola di scatto quando sento un oggetto sconosciuto sopra la ferita, ma ancora niente sangue la ricopre.

Jade non ha mai coperto le mie ferite, nemmeno le più gravi.

— È garza. Il mio amico ti ha medicata qualche ora fa, ha detto che avevi iniziato a sanguinare e stavi sviluppando un’infezione — aggiunge, e io ruoto cautamente la testa abbassata, tenendo lo sguardo basso.

Lui si avvicina e io stringo forte le lenzuola, il mio occhio fisso sul suo corpo e la pelle coperta di brividi.

— Cosa ti è successo ? — chiede piano, la voce è gentile e io non so se rispondergli o meno. Che sta facendo ? Qual è il suo piano ? Perché ci mette così tanto a colpirmi ?

Piano, scuoto la testa e lascio andare le lenzuola. Il mio corpo trema di nuovo quando la sua mano si tende verso di me con estrema lentezza. Osservo con diffidenza la sua mano apparentemente innocua e sobbalzo quando la poggia sul mio ginocchio.

La confusione mi travolge quando il suo tocco non fa male, anzi, è caldo e rassicurante. Il mio labbro trema e continuo a tremare, fissando la sua mano in attesa che provochi un dolore atroce che però non arriva.

— Non voglio farti del male — dice, avvicinandosi ancora di più e il mio cuore sembra esplodere dal petto.

Balzo via dalla sua figura in movimento e mi raggomitolo, usando il cappuccio della felpa per coprirmi il viso.

— Ti andrebbe un bagno per rilassarti un po’ ? Magari per scaldarti ? — chiede, e il mio cuore rallenta all’offerta, sento che mi sto calmando.

Fare il bagno è la mia cosa preferita, anche quando lei mi grattava la pelle con una spugna ruvida, il calore dell’acqua alleviava sempre i dolori.

Eppure, la confusione mi assale di nuovo. Non faccio il bagno finché non mi finisce il ciclo. L’ho avuto meno di una settimana fa. Non mi lavo più di una volta al mese.

Ma chi sono io per rifiutare ? Potrebbe arrabbiarsi…

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