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03

03**

Guido verso l’indirizzo dove quel tipo alloggiava mentre chiamo Dahlia. Mi ci sono voluti tre dannati giorni per trovarlo.

La segreteria telefonica.

« Rispondimi, piccola impertinente. Sono già passate 5 ore. Ultimo avviso prima che ti prenda e leghi la sua gola mentre guardi, seduta tra le mie gambe come la puttana obbediente che ti farò diventare. Te lo giuro. » Riattacco.

Chiamo Luke.

« Sì, signore ? » Mi chiede.

« Dahlia sta lavorando ? » Chiedo mentre arrivo davanti alla casa.

« Sì. » Mi dice.

« Perché non ha il telefono con sé ? » Chiedo.

« Le ho detto che suonava troppo e le ho chiesto di metterlo via. » Risponde.

« Quel suono è moi, idiota, non dirle mai più una cosa simile. » Lo rimprovero.

« Lo sistemerò subito, le dirò di chiamarti appena possibile. » Riattacca e io mi strofino gli occhi.

« Siamo ossessionati, eh ? » Mi chiede Chase.

« Stai zitto. È l’unica persona che ho lasciato andare. È riuscita a farmi entrare nel suo mondo. Ora non la lascio più uscire dalla mia vista. Ossessione non è la parola giusta. Lei è mia. Ora entra e metti un cuscino sulla sua testa ubriaca e spara. Senza rumore, facile. » Sento il moi telefono vibrare.

Esce e rispondo mettendo il telefono in vivavoce mentre lo guardo entrare.

« M-mi scuso, mi è stato detto- »

« Non ti preoccupare, bella. Non ti diranno più di spegnere il telefono. Ho finalmente trovato il tipo. » Le dico.

« Ahhh e come è andata ? » Mi chiede.

« Al momento è morto. » Sorrido mentre vedo Chase uscire.

« Oh moi dio- »

« Questo è tra noi due, piccola. Non fare la faccia che stai facendo, smetti di respirare così. » Le dico.

« Stai bene ? » Chiedo.

« S-sì. » Mormora.

« È solo per la tua sicurezza, piccola. Sto cercando di rendere il tuo mondo meno sporco. » Le dico.

« Sei dentro. Non credo che succederà. » Scuote la testa.

« Io sono un’eccezione. Non sono negoziabile. O sono nella tua vita o la tua vita non esiste. Ne abbiamo parlato. » Spiego.

« Lo so. » Mormora.

« Passo domani alle 2. Conosco il tuo programma e non ti vedo da quattro giorni. » Spiego mentre faccio manovra per invertire.

« Perché io ? » Mi chiede.

« Non lo so. » Riattacco e sospiro.

Dahlia : quel messaggio non è stato carino.

Io : Non sono carino. Non scrivermi con abbreviazioni, piccola.

Dahlia : riavrò mai la mia vita normale ?

Io : Cosa intendi ?

Dahlia : non te, vero ?

Io : Mai.

Metto via il telefono mentre ascolto la riunione che mi annoia da morire.

« Oh, per l’amor di Dio, puoi stare zitto ? In sostanza stai chiedendo di dare un aumento ai dipendenti mentre ristrutturiamo. Capisco che sembri bello, ma già abbiamo buoni clienti e buoni guadagni, quindi scegli. O aumenti la paga ai dipendenti o ristrutturi l’interno, anche se non vedo nulla di sbagliato nel design. Ho già intenzione di sostituire i pali da ballo perché li voglio sicuri per la sicurezza delle ballerine, ma non posso fare entrambe le cose, ragazzo. » Gli dico.

« I-io mi scuso, signor Aldine. Uhm, allora aumento di stipendio. » Mi dice.

« Bene, ora dimmi perché. » Annuisco.

Lo ascolto rantolare su quanto siano veloci ed efficienti i dipendenti, controllo l’orologio.

« Va bene, basta. Andate tutti a casa con chi volete e Felix, sistemati questa presentazione orribile che hai preparato in un’ora ieri sera invece di pianificarla. Non è mica il tuo lavoro, idiota. » Rotolo gli occhi e vado via.

Mi metto in macchina e respiro profondamente, finalmente da solo.

Poi il telefono suona.

« Che cazzo vuoi ? » Chiedo.

« Woah, capo, calmati. Ti stavo chiamando per chiederti se vengo con te a vedere Dahlia. » Mi dice Chase.

« No. Si lamenta della sua igiene e questo la fa stare male. Io sono l’unico che le può dire certe cose, quindi aggiusta la tua routine o stai a più di 3 metri da lei. Vado da solo. » Riattacco e respiro profondamente.

Guido verso casa, stanco e incazzato come un dannato.

Sento il telefono vibrare e lo prendo.

« Pronto ? » Chiedo.

« Oh cazzo. S-scusa Gabriel, non volevo svegliarti. » La sento borbottare.

« Non è nulla, bella, c’è qualcosa che ti serve ? » Le chiedo.

« B-beh, ho guardato il primo assegno che ho ricevuto ed è un importo molto alto. Ero confusa. » Mi spiega.

« Ahhh. Sei una ragazza speciale, Dal. Hai dei vantaggi, cara. » Mi alzo e mi passo una mano tra i capelli.

« Ma non lo voglio, non è giusto per gli altri. » Mi dice.

« Bla bla bla, cosa possono farmi ? Anche loro hanno avuto un aumento. Il tuo è solo più alto. Sii grata, piccola. Ci vediamo tra un’ora. » Riattacco e mi dirigo verso il bagno dove mi faccio una doccia veloce, mi vesto con un completo disordinato, senza giacca, senza preoccuparmi dei bottoni.

Mi sistemo i capelli e mi sbarbo il viso.

Mango una gomma da masticare prima di uscire.

« Dahlia. » Chiamo il suo nome.

« Vengo, devo prendere prima la loro bevanda. » La guardo mentre si muove velocemente.

Indossa una maglia nera infilata in jeans chiari, i suoi capelli ricci scendono lungo la schiena.

Il suo culo sembra fottutamente fantastico.

Aspetto finché non ottengo la sua attenzione e quando la vedo mi sorride leggermente.

« È naturale ? » Chiedo.

« Sì. » Annuisce.

Non è gonfio, è come se li avesse arricciati ma li avesse pettinati con le dita per renderli più morbidi.

« Sai cosa voglio, fiore. Un whiskey con ghiaccio. » Sorrido e lei annuisce.

Mi siedo, guardandola mentre prepara la mia bevanda insieme a un’altra.

« Hai gli occhi su di lei, capo ? » Mi chiede Candice.

« Lo sa. » Annuisco senza guardarla.

Ride.

« Sembra che stia per cagarsi sotto quando sei qui. » Mi dice.

« Bene. » Annuisco, sorridendo leggermente mentre si allontana per parlare con altri clienti.

Mi passa la bevanda e resta in attesa mentre mi siedo.

Prendo la gomma dalla bocca.

« Questo deve succedere ogni volta ? » Fa una smorfia.

« Sembri buffa quando lo faccio. Fai una faccia strana. » Le metto la gomma in bocca e lei gemma.

« Posso buttarla ? » Mi chiede.

« No. » Sorso dalla mia bevanda.

I suoi occhi azzurri trasmettono ostilità e io sorrido.

« Perché io ? » Si chiede.

« Ti prometto che ti piacerà la mia compagnia, alla fine. Potrei trattarti così bene. Ti proteggerei da tutti. Sì, sì, sono consapevole delle cose che ho fatto, piccola, ma ho un cuore. Non lo darei a nessun altro tranne che a te. » Giro un ciuffo dei suoi capelli intorno al moi dito mentre lei mastica la mia gomma con calma, fissandomi.

« Non credo che possa essere in una relazione. » Sussurra.

« Qualcuno ti ha fatto del male ? » Le chiedo.

« Qualcosa del genere. » Sorride leggermente.

« Ti ricordo qualcosa ? » Le chiedo.

« No. » Mi dice.

« Instillo la stessa paura ? » Chiedo.

« No. » Sussurra.

« Non sto spingendo. Ho tutto il tempo del mondo. Ma mi sto mettendo in gioco. Potresti abusare dei miei sentimenti per te e lo saprei, ma non significa che ti fermerò. » Mi siedo, lei continua a stare con le braccia appoggiate sul bancone.

« Mi faresti mai del male intenzionalmente ? » Mi chiede.

« È una domanda vasta, Dal. Che tipo di male ? » Incrocio le braccia.

« Abuso, emotivo, mentale, fisico. Se succedesse qualcosa, una di queste cose accadrebbe ? » Mi chiede e prendo le sue mani prima che possa ritirarle.

« Posso prometterti che la tua opinione sul moi lavoro non cambierà ciò che faccio per vivere. Devi accettarlo prima, ma no. Non ti porterei addosso, non ti picchierei per rabbia, non ti farei perdere la sanità mentale. Non tradisco. Non sono mai stato un tipo da relazione, ma tu mi incuriosisci. » Le dico e le bacio le nocche.

Sento gli occhi puntati su di noi.

« Mai ? » Mi chiede.

« Mai. » Prometto.

« Forse. » Si alza e fa scoppiare una bolla con la gomma.

Sorrido.

« La prendo. » Alzo le mani.

« Va bene. » Annuisce.

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