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È un sollievo sentire il moi cuore spezzato che si ricuce con la rabbia, anche se in fondo so che non funzionerà a lungo. Per ora, l’idea di un glow-up per vendetta mi sembra davvero allettante. Penso perfino di iscrivermi in palestra.

Ci penso… e poi cambio subito idea, dicendomi che Charles è già abbastanza solo. Continuo a intravedere un futuro da gattara pazza se non smetto di usare Charles come scusa per tutto.

Appena arrivo al centro commerciale, vado dritta verso tutti quei capi che amo ma che di solito evito per paura del disappunto di Jay. Quei vestitini neri attillati che mi ricordano i tempi del liceo, quando ascoltavo in loop i Bring Me the Horizon e i My Chemical Romance. Magliette con le spalline, gonne strette, jeans scuri e super aderenti. Forse alla mia età dovrei iniziare a comprare blazer e camicette, ma c’è un certo potere nel riprendermi uno stile che mi ha sempre fatta sentire forte, misteriosa e un po’ inquietante.

L’ultima tappa è Victoria’s Secret. Mentre Sarah si allontana verso la sezione Pink, io infilo di nascosto qualche corsetto e completino di lingerie nel moi cesto, pur sapendo che costano troppo. Per chi dovrei indossarli, poi ? Per me stessa ?

Eppure, mentre mi guardo nel gigantesco specchio del camerino, illuminato alla perfezione, mi piaccio. Il moi sedere assomiglia più a un pancake che a una torta di compleanno, ma dai, chi non ama i pancake ? Mi sento davvero… bella.

Scatto qualche foto con il telefono prima di rimettermi i vestiti normali, decisa a cedere per una volta e a tirare fuori la carta di credito. Quei completini saranno solo per me. E per Charles.

Il numero di Kahlan è come un prurito che non riesco a grattare. Ho il suo biglietto in mano tre volte per buttarlo, e ogni volta lo rimetto sul bancone. Alla fine, esasperata, mi siedo sul divano con il suo numero in una mano e il telefono nell’altra.

So che non dovrei. Non è appropriato. Ma se non fossi capitata proprio nel suo corso ? Avrei potuto avere qualsiasi altra lezione, e a quest’ora l’avrei già scritto.

Un profumo improvviso mi fa rabbrividire. Il divano odora ancora del suo profumo, un’essenza scura e muschiata che mi fa pensare a vecchie biblioteche e pelle.

Dannazione.

Inserisco il suo numero nel telefono e scrivo un messaggio veloce.

So che dovremmo far finta che l’altra sera non sia mai successa, ma mi sembrava maleducato non ringraziarti per una serata così divertente ;)

Allego una delle foto che ho scattato nel camerino, quella dove il moi sedere sembra meno piatto. Prima di cambiare idea, premo “invio” e lancio il telefono dall’altra parte del divano.

Cosa c’è che non va in me, Charles ? — dico, mentre lui mi fissa con quegli occhi gialli spalancati.

Il telefono vibra. Oh Dio, oh Dio, oh Dio. Respiro a fondo, lo prendo e sblocco lo schermo.

Dato che ieri sera non è mai successo, chi sei e come hai avuto questo numero ?

E poi, foto del genere sono molto birichine. Foto del genere fanno finire sederini come il tuo sculacciati.

Emetto quasi un gridolino, ridacchiando da sola. Davvero birichina. Mi ha davvero minacciata di sculacciarmi. In realtà mi è sempre piaciuta l’idea, ma non mi sono mai sentita a moi agio a chiederlo a Jay. A quanto pare… dovrò continuare a fare la ragazzaccia.

Il telefono vibra di nuovo.

Cazzo.

Per favore, dimentica che ti ho scritto questo.

Non dovremmo sentirci in questo modo.

Troppo tardi per questo, Professor Kahlan Travis.

Il giorno dopo arrivo al campus con Marilyn Manson a tutto volume nelle cuffie. La sua musica è così nostalgica… mi riporta ancora una volta a quando avevo quattordici anni e mi sentivo una strana. Che tipo di crisi di quasi-venticinquenne sto vivendo con tutto questo ?

A mia discolpa, la musica serve anche a distrarmi dagli sguardi che mi stanno lanciando tutti. Forse ho un po’ esagerato con l’abbigliamento da “vendetta”. Il vestitino nero con il colletto che indosso sembra uscito da un film su Mercoledì Addams, e ora che ci penso, le autoreggenti velate sono davvero troppo.

Nascondo il moi imbarazzo dietro enormi occhiali da sole neri.

Mi sento un po’ meglio quando mi accorgo di arrivare davanti all’aula proprio qualche passo prima di Jay. Lancio i capelli all’indietro, indosso la mia miglior resting bitch face ed entro nell’auditorium davanti a lui con passo deciso.

L’espressione scioccata sul suo volto è impagabile.

Non cadere, non cadere, non cadere, penso mentre scendo le scale con attenzione.

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