Capitolo 5: la "tranquilla" sagra
Pov’s Sherille
Sto rigettando anche l'anima a causa delle scene dello scuoiamento dell'uomo che si duplicano assiduamente nella mia mente. Prendo due secchi, approssimandoli al canapè, sapendo che siamo solo ai primi cinque minuti. "Cristo Redentore" medito, accomodandomi nuovamente.
"Sherille, vuoi davvero continuare?" mi domanda, apprensivo, Riccardo ghermendo il secchio rosso, vagheggiando in una mia replica negativa. Io, acconsento decisa: "Devo denunciare tutto ciò". Clicco per proseguire a contemplare il filmato degli orrori. Tre minuti dopo sto già rigurgitando mentre Riccardo mi vezzeggia la schiena, cercando di farmi forza. "Questa cosa dura due ore, porca puttana, sto vomitando anche quello che ha mangiato il vicino" dico nettandomi la bocca.
Continuo il video, la visione dell'uccisione della ragazza non mi tange più di tanto ma quando parte la scena dell'orecchio, sia io sia Riccardo ci voltiamo dalla parte opposta, rigettando tutto quello che il nostro stomaco poteva contenere..
"Dormi con me stasera?" gli chiedo "Io ho paura" motivo. Lui annuisce velocemente, probabilmente terrorizzato quanto me. Terminato il video compongo, nell’immediato un articolo, dove denuncio le brutali azioni compiute dai mafiosi e allegando alcune scene che mi avevano più colpito. . Appena terminato il rapporto lo firmo e lo spedisco celermente a quel gran bastardo dell'editore.
"Sherille, stasera c'è la Sagra delle Bacche." mi avvisa Riccardo.
"Non vengo ho lo stomaco sottosopra". Replico mentre pervengo in cucina per abbeverarmi. Dopo poco picchiano all’uscio Emma e Abigail che hanno optato, accortamente, di non vedere il filmato degli orrori.
"Forza, dobbiamo prepararci" afferma elettrizzata Emma che è sempre stata la più festaiola del gruppo..
"Emma no, tu non puoi capire cosa c'era dentro a quel coso" gli spiego nel tentativo di farla demordere dal suo obiettivo.
"Sai che la Signora Daphneis ti prenderà per un orecchio, pur di farti trovare un buon partito" Ribatte lei ammicando: alle volte non so se sia peggiore lei o le signore del quartiere.
"Non siamo più nel '700" ribatto abbastanza infastidita dalla situazione.
"C'è lo zucchero filato" cerca di convincermi Abigail: sono a conoscenza dei miei punti deboli e lo zucchero filato è uno di quelli,nonostante i miei diciannove anni ma d’altronde chi non lo ama. Perciò decreto il mio mutismo.
"Chi tace acconsente,, tu, Riccardo vai a prepararti, ma casa tua" precisa Emma. Non posso fare a meno di sorridere anche se capita che siano un po' invadenti li adoro. Sono coloro che mi hanno redento da un'esistenza tormentata; essere me non è facile, e quello che ho passato io non lo auspicherei neanche al peggiore dei gretti.
Riccardo erra via e io non so bene come la frangente si conclude con me che sto per fare la terza doccia del giorno.
"Allora abbiamo: top nero a fascia e pantaloni neri con fantasia di draghi cinesi bianchi" Spiega Abigail e devo ammettere che questo accostamento non mi dispiace affatto.
"Tacchi bianchi per riprendere la fantasia" conclude Emma con un grido dall’altra stanza. Prontamente le rispondo: "No! i tacchi no Emma".
"Oh sì, amica mia, saremo tre bombe" ribatte, eccitata, Abigail con la testa introdotta nel mio armadio mentre rovista tra i miei vestiti il suo abbigliamento per la serata. Alla fine conclude la sua indagine sbandierando quello che desidera: un vestito che arriva sopra al ginocchio con una fantasia a fiorellini e delle converse dotate di una platform. Emma, invece, decide di essere più accattivante e audace, come il suo carattere d’altronde. Si abbiglia con un vestito nero, senza bretelle e provvisto di uno scollo a cuore. Questo genere di abito a lei sta benissimo mentre se lo provassi ad indossare io somiglierei ad una suora visto le mie poche forme. Per completare il suo vestire, abbina dei tacchi a spillo argentati, portati da lei, insieme a una borsetta argentata.
Appena finiamo di vestirci e prontamente si precipitano in bagno per contendersi le mie due piastre: Emma per fare i capelli lisci e Abigail invece per le onde. Io essendo riccia di natura, non hanno bisogno di ulteriori modifiche. Così decreto il passaggio direttamente al trucco: eyeliner grafico, ciglia finte, mascara e infine il gloss.
Appena Emma conclude con il suo trucco, mi osserva e commenta: "Il rossetto così semplice?" Acconsento con il capo a quella asserzione "No" dice sbuffando.
"Ma ci sto benissimo" ribatto, stupita dal suo atteggiamento.
"Ma no, hai delle belle labbra carnose e osa accidenti a te: hai diciannove anni non dodici" afferma sicura della sua tesi, che nessuno si è prodigato a chiedere, e dopo a gesto dimostrativo artiglia dal cassetto il rossetto rosso opaco e lo passa più volte sulle sue labbra. Infine si guarda allo specchio e si manda un bacio; a volte vorrei la sua autostima. Abigail invece fa scorrere sulle sue labbra quello porpora.
Concluso trucco e parrucco, terminiamo con il profumo. Amo molto i profumi infatti ne possiedo di varie marche. "Allora, quale scegliamo?" ci interroga Emma dinanzi alla sfilza di fragranze presenti sulla mensola.
"Allora per Abigail, sono certa che sia perfetto lavanda e muschio bianco, in quanto riprende lo stile dell’abito; invece per la nostra gattina qui, sarebbe ideale una fragranza che sia dolce ma al contempo una nota d'amaro" illustro porgendo alle mie amiche due boccette di profumo, mentre io opto per il mio solito profumo alla vaniglia e rose, accostamento strampalato ma perfetto. Dopo la preparazione, che pare essere quella per un matrimonio, usciamo. Giungiamo in piazza dove, da più di mezz'ora, ci sta aspettando Riccardo.
Pov’s Aleksey
La signora Daphneis mi ha cordialmente vincolato a telefonare i miei fratelli che si incappavano già in questo paesino per deliberare alcune questioni. Ed ecco come, tutti e tre, ci siamo ritrovati seduti intorno al tavolo della dittatrice nascosta nel corpo di una vecchia ottantenne.
"Se la facciamo incontrare con nostra madre, immagino che troveranno altri modi per concimare il terreno con i cadaveri, lo sapete vero?" sussurra Maksim, facendosi udire solo da noi tre.
"Allora, chi è sposato qui?" Domanda decisa la nonnina. Maksim scatta, alzando la mano.
"Hai un bambino? " Chiede nuovamente. Maksim, intimidito dalla figura della donna con gli enormi occhiali, annuisce. Ciò fa sogghignare me e Ioann dato il lato ironico della situazione: noi assassini senza scrupoli intimoriti da delle vecchiette, compresa in ciò nostra madre.
"Perfetto, così Sherille capirà che i bambini sono dei piccoli pargoli e non fanno del male a nessuno" esorta entusiasta la vecchietta, illuminandosi.
"Perché ha paura dei bambini, una donna?!" domanda Ioann; la sua voce di è sarcastica.
"Non lo sappiamo. Ciò che è certo è che ha paura anche degli aghi, dei piccioni e dei gatti." Risponde la nonnina elencando i timori della mia Sherille sulle dita della mano.
A quel punto, Maksim seguito da Ioann, scoppiano in una fragorosa risata, esclamando: "Certo che te la sei trovata strana!" Mi limito a scagliargli un’occhiata ostile mentre mormoro “Nadeyus', chto Maksim vydokhnet tebya etim samakhom” (=Spero che in quella risata ti ci sfiati, Maksim).
" Bene, su su, siete anche già vestiti eleganti, andiamo. Ci saranno sicuramente anche loro" esclama la nonnina e con un'abilità e agilità che un'ottantenne con un principio di infarto non può possedere.
Giungiamo nella piazza al seguito dell’anziana signora e subito noto l’ingente presenza di fiori. "Voi prendete questi, siete tutti maschietti" dice porgendo a me, Maksim e Ioann un braccialetto fatto di fiori: il mio è un fiore bianco, credo che sia una margherita; a Maksim una rosa e Ioann un girasole.
"Bene, ora dovete scorgere la vostra compagna. Buona fortuna!" e rapidamente si dilegua, rivolgendomi un occhiolino sinistro. Dopo poco, dal pendio scosceso che porta alla piazza, la scalano, con estrema genuinità, gli unici giovani del paesino, e subito i miei occhi incontrano la figura di Sherille incedere a rallentatore. Sarà lei... Forse... Spero... Ha un top a fascia... È perfetta... bellissima...C'è... No... Forse... Non sto capendo un cazzo...
Noto subito la signora Finn, che sicuramente si è organizzata con la vedova, affiancarla e posare sul suo capo di ricci una coroncina di margherite intrecciate, mentre sul capo delle altre due, delle ghirlande di rose rosse. Si approssimano alla nostre sagome, il cuore accelera pompando a tutta velocità il sangue.
"Allora, allora sarà il destino" proferisce Sherille voltandosi e scrutando le due ragazze e volgendomi le spalle. “Continua a camminare a gambero se cadi, cara mia, mi sbellicherò tanto che fino a mosca udiranno la mia risata.” speculo mentre catturo ogni suo singolo movimento. Emma e Abigail si scrutano e sorridono, posso scorgere dell'amore tra le due.
A rompere il fascino della scena e Sherille che esclama "Tutto molto bello, ma comunque io sono giunta qui per un solo motivo: lo zucchero filato" Subito ruota il capo alla ricerca della bancarella e nell’immediato i nostre pozze si incatenano le une alle altre; dopo un momento che pare durare un’eternità distoglie, bruscamente, il piglio adocchiando la bancarella dello zucchero filato, come una bambina.
"Anche bambina" asserisce Ioann analizzando lo spettacolo e scoppiando a ridere.
"Ride bene chi ride ultimo" ribatto ma la mia voce risulta molto più seria di quanto pensassi.
"Oh ma non è quello il bello fratellino: la cosa divertente è che ti ha ignorato: un essere umano dotato di un apparato riproduttore femminile ha rifiutato Aleksey Ivan'kov"
“zatknis', Ioann!” (=Taci Ioann!) bercio, dandogli una poderosa botta sulla schiena. Appena la riccia termina dalla bancarella, si incammina verso un bar. "Posso dire che sei una bambina?" domanda ironico Riccardo.
"Se lo fai giocherò con la tua testa a tennis, solo con essa perché non hai nient'altro utilizzabile al suo posto" ribatte arcuando un sopracciglio e sorridendo sorniona.
"Sherille!" esclama il ragazzo, leggermente imbarazzato.
"Ops… potrei aver toccato l'orgoglio maschile. Dai su non te la prendere; cose che capitano."Esclama adoperando la voce di un insopportabile saputella, e battendo la sua mano sul petto del ragazzo.
"Ecco perché non devi mangiare lo zucchero diventi una bambina con la lingua troppo lunga" ribatte Riccardo facendo finta di minacciarla.
"Almeno io ho qualcosa di lungo a differenza tua" ribatte lei, ignorando bellamente l’amico.
"Ha carattere, ci mette tutti in riga questa ragazzina" asserisce sbellicandosi dal riso Maksim. "Già" ammetto, senza staccare gli occhi dalla sua figura.
Dopo un po' percepiamo un movimento di ressa in un bar,decretiamo il nostro inseguimento. Sul grande schermo del bar, il telegiornale arringa di quella spia bastarda che sta dando filo da torcere a parecchi mafiosi:"Anonymous ha colpito ancora, lasciando un articolo particolarmente articolato. Questa volta denuncia una macabra punizione della Bratva, la mafia russa, soffermandosi soprattutto sulle disumane torture, che solo uomini senza scrupoli potrebbero compiere.. Tutti sono alla ricerca di Anonymous: si ipotizza che si tratti di un uomo sulla trentina, dato il modo di apostrofare senza filtri; Uno studio infatti ha esposto che il genere femminile tende a utilizzare gerghi meno orribili e ciò avviene attraverso dei filtri inconsci; A differenza di ciò, il genere maschile, non li adopera e minuziosamente arriva a descrivere la cruda verità . " La voglia di conficcare un coltello, esattamente sul pomo d'Adamo, a questo traditore solo per vederlo annegare nel proprio sangue, è esponenzialmente alta. Prima però gli farò passare le pene dell'inferno e del purgatorio cristiano.
Dopo poco, il trillo di un telefono interrompe il mutismo generale. Adocchio Sherille uscire fuori la seguo sembra preoccupata.
Pov’s Sherille
"Pronto?" dico rispondendo alla chiamata anonima.
"Allora Anonymous come stai?" una voce che purtroppo riconosco mi fa tremare.
"C-Chi s-ei?" chiedo preoccupata e impaurita, non può essere lui... Il mio passato... non di nuovo…
"Non mi riconosci neanche più, Sherille?" “Purtroppo lo conosco troppo bene questo incubo” considero.... "Giovanni" ribatto. Anche solo pronunciare il suo nome mi fa venire il mal di stomaco.
"Non mi chiami più papà? Ma certo, la bambina che ha ucciso sua madre è cresciuta...Assassina! quanto bello sarà venderti" Bercia iroso, il produttore dei miei molteplici traumi.
"L’hai ammazzata senza scrupoli, Tu!” “non è colpa mia... Non è colpa mia” continuo intanto a ripetermi: non voglio e non devo ricadere nel mio oblio per colpa sua.
"Oh invece sì e lo sai anche tu... Sai oggi mi sento molto più caritatevole, trattiamo la tua testa: ogni volta che ti chiamerò dovrai versare un ingente somma sul mio conto o dal miglior offerente verrai sgozzata" La sua voce impartisce ordini ma l’unica cosa che desidero sentire ora è il rumore del telefono che si infrange al suolo.
"Tu non sai nulla" ribadisco, il panico sale e pian piano la mia psiche viene scagliata in quell’orrido oblio : le mani iniziano a tremare, la mia mente mi riporta in quel giorno, la mia vita a frantumi, le mie mani fredde iniziano a sudare, i miei occhi offuscarsi.
"Il 31 Maggio ti ricorda qualcosa, assassina? Fai quello che ti ho ordinato, puttana" proferito ciò aggancia. Intanto il calice che sorreggevo tra le mani, ruzzola frantumandosi al tocco con i sampietrini di roccia; non so come faccio a mantenere stretto il telefono, posso udire tutti i miei castelli, crollare a terra come colpiti da un bombardamento di cui ora non restano che macerie..
Noto la me bambina, quanto vorrei dirgli di scappare, ma vedo soltanto le botte che ha riservato a me e mia madre, quell'incubo che mai ho dimenticato torna vivo sulla mia pelle, le cicatrici che mi ha causato lui mi ardono viva. Sto decadendo gradualmente: la mia mente mi costringe a rivivere quei momenti, mi vincola ad assistere ancora una volta la morte di mia madre. Una morte causata da lui.
Pov’s Aleksey
Noto il suo corpo, leggiadro, capitombolare con occhi vitrei bloccati nel vuoto totale. Quella telefonata credo che l'abbia parecchio destabilizzata. Corro verso di lei per aiutarla ma mi precede quel bastardo del migliore amico. Sherille non l'ha ancora realizzato che ci prova ogni singolo secondo con lei.
"Ei piccola che succede?" le domanda lui mentre gli occhi imperlati dalle sue lacrime scrutano il vuoto totale, il suo viso muta in una smorfia fin troppo amorfa per definirla ancora viva.
"Lui... Lui mi vuole morta, lui è tornato, lui... Sa’, lui, io non l'ho uccisa...io è colpa mia solo mia" Sta delirando: proferisce frasi sconnesse e senza senso.
"Andiamo a casa" assera prendendola fra le sue braccia mingherline, e qui ho compreso che anche se lei cerca di fare la forte, basta una parola in più che il mondo le crolla addosso.
Li pedino tacitamente. Sherille cerca di mantenere il controllo, ma fallisce e cade; cerca di rialzarsi ma qualcosa, o meglio qualcuno, glielo impedisce.
Quando arrivano davanti all’uscio della dimora della mia bambina, una sensazione mi pervade il petto: non so come spiegarlo, ma capisco solo che voglio essere io a ricucire pezzo dopo pezzo il suo cuore. E’ una sensazione di cui non riesco a capacitarmi...
il mio cervello torna a concentrarsi dinanzi al prossimo spettacolo, visto che capto un movimento meschino da parte del ragazzo, e noto lui avvicinarsi, maliziosamente, a lei. Sherille però ha lo sguardo spaesato quando il bastardo le prende le guance e la bacia. Sento la rabbia ribollire nelle vene; sono talmente accecato che appena Sherille entra in casa, al sicuro, pedino con secondi fini il bastardo.
Si è approfittato di una ragazza che stava avendo un attacco di panico, neanche io mi sono mai permesso di fare una cosa del genere. Appena volta l'angolo, lo artiglio per il colletto della camicia bianca, scagliandolo contro un muro.
"Ma che vuoi amico" esclama sbigottito: la sua voce è così disgustosa, sono abbagliato dall'odio e talmente irato che gli sferro subito, un pugno alla sua mascella.
Capitombola a terra mentre proferisce, sputando il sangue dalla bocca: "Figlio di puttana"
"L'hai toccata" pronuncio, insensibile.
Tutto accade celermente, e senza sapere bene come, ci ritroviamo a picchiarci il più violentemente possibile, o meglio io lo sto massacrando, mentre lui, ormai sfinito, cerca disperatamente di respirare e proteggere la sua faccia oramai tumefatta.
"Aleksey, kakogo khrena ty delayesh'? ty yego ubivayesh'!" (=Aleksey che cazzo fai? Lo stai ammazzando.) Maksim con Ioann cercano di rimuovermi da sopra quel verme.
Maksim mi prende il viso dandomi uno schiaffo alla base della nuca mentre bercia "Vernite prichinu, mudaka" (=riprendi la ragione, coglione) Isso lo sguardo sul il viso di mio fratello, ormai nero.
Pov’s Riccardo
Il bastardo del mafioso mi sta annegando nel mio stesso sangue.
Lui non la merita. Sapevo che era lui fin dal primo sguardo. L'ha puntata, cazzo, e non sono riuscito a farla mia. Devo difenderla, devo difendere Sherille dal suo destino.
"Lei ti odia a prescindere" esclamo ridendo, posso sentire il gusto ferroso del sangue invadere la lingua.
A quell'asserzione i due fratelli che tentavano di calmare lo psicopatico, lo liberano e tutti e tre si voltano verso di me, riverso a terra.
"Lei ti odia, non potrà mai amarti" lui prova ad assalirmi nuovamente ma viene frenato dai fratelli. Anche dalla mia posizione posso evincere le sue vene del viso ergersi per l’ira.
"Sei uno psicopatico, e quando saprà che hai picchiato il suo migliore amico sarà anche peggio: maturerà un odio così profondo verso di te, che la butterà direttamente tra le mie braccia." Rido alla mia attestazione continuando a sputare sangue.
"Non la meriti" replica semplicemente. Intanto il dolore delle costole rotte inizia a farsi sentire come quello della faccia distrutta. Noto subito il movimento quando, dalle fondine ascellari della pregiata giacca sporca dagli schizzi del mio sangue, tira fuori una pistola e la punta contro di me. "E in ogni caso non vivrai abbastanza per raccontarle nulla."
"Lei lo scoprirà lo stesso: è molto astuta" ma riesco a malapena a terminare la frase che nel vicolo oscuro, echeggia il suono di uno sparo e poi l'oscurità eterna mi circonda e percepisco la mia anima dissolversi nel nulla.
Pov’s Aleksey
"Ioann, chiama qualcuno e fai togliere questo dannato cadavere da qui. Sherille non dovrà mai scoprirlo." bercio.
Il mio ordine risuona nella notte dopo un ringhio.
" Voglio quella maledetta ragazzina." ingiungo.
