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Continuo a correre.
Sento l’adrenalina scorrere nelle vene mentre il moi corpo si scalda, ma non mi sento stanca. Voglio solo andare il più lontano possibile dal mondo noioso e tossico di Raymond. Corro da tanto tempo, e i suoi amici bastardi alla fine si arrendono. Rimaniamo solo io e Raymond nella foresta oscura e inquietante.
— Stella, se non ti fermi subito… — comincia a minacciare con il fiato corto.
Lo interrompo prima che possa finire la sua minaccia. Continuo a correre senza voltarmi, perché non voglio inciampare e finire di nuovo tra le sue grinfie violente.
— Che farai, Raymond ? Cosa puoi farmi di più ? Schiaffeggiarmi ? Già fatto. Prendermi a calci ? Ogni singolo giorno. Colpirmi fino a farmi svenire ? Puoi depennarlo. Farmi sanguinare ? Affamarmi ? Roba vecchia. Cos’altro puoi fare, Raymond ? Avevi intenzione di usare il moi corpo per i tuoi comodi ! Non puoi scendere più in basso di così ! — urlo con tutta la voce che ho, mentre le lacrime mi scorrono sul viso.
Smetto di parlare e continuo ad andare avanti. Non ricevo risposta da lui, sento solo che accelera il passo. È determinato a prendermi, ma io lo sono ancora di più a scappare.
Corro più veloce e finalmente vedo una grande casa nel mezzo del bosco. È bellissima, ma ciò che mi attira sono le luci accese. La speranza rinasce. Credo che la mia salvezza sia lì dentro.
Non perdo un secondo e mi dirigo verso la casa.
Do un’occhiata rapida dietro di me e vedo Raymond inciampare su una roccia. Fa pena, ma non sono in grado di ridere. Entro di corsa nella casa, ansimando forte. Mi ci vuole un attimo per realizzare che ci sono più di una dozzina di uomini, forse venti, che mi guardano con cautela. Tutta la ragione vola via dalla mia mente, non mi importa nulla, chiudo la porta dietro di me e mi siedo per terra.
— Vi prego, aiutatemi — sussurro.
Il moi destino è nelle loro mani, non ho più la forza di correre. Si alzano e si avvicinano. Sui loro volti si leggono emozioni contrastanti, e capisco la loro confusione : anch’io mi spaventerei se una ragazza a caso entrasse in casa mia senza preavviso.
— Che succede ? — chiede uno di loro inginocchiandosi davanti a me. — Chi sei ? — ripete con preoccupazione evidente nei suoi occhi castani scuri.
Sto per rispondere alle sue domande, ma la porta si spalanca all’improvviso : Raymond entra furioso.
Mi alzo subito in piedi e mi avvicino agli uomini. Sono sconosciuti, ma sicuramente non si uniranno agli abusi di moi fratello, perché quello che mi ha parlato sembra sinceramente preoccupato per me. Per qualche motivo, mi sento al sicuro. Protetta. O forse… sono trafficanti di esseri umani che fingono di essere gentili.
Raymond tiene in mano un grosso sasso e lo solleva appena vede il moi corpo tremante.
— Stella, puttana maledetta ! — si avvicina a me con l’odio negli occhi.
Chiudo subito gli occhi, preparandomi al colpo tremendo. Ma non succede nulla.
Li riapro con forza e vedo un uomo alto e muscoloso davanti a me, che mi protegge con un vassoio di bronzo, deviando il sasso lontano dal moi corpo. La scena è quasi comica, ma non reagisco.
— Cosa credi di fare ? — chiede il moi protettore a Raymond, con rabbia.
È la prima volta che qualcuno prova rabbia per me, non contro di me.
Raymond lo guarda per un attimo, poi guarda me. Io indurisco lo sguardo.
— È mia sorella, voglio portarla a casa — risponde.
Mi viene da vomitare per quelle parole false e disgustose. Per me è morto.
Scoppio a ridere, ma non è una risata divertita.
— Sorella ? Questo è chiaro da tempo. Casa ? Quale casa ? Non mi hai mai considerata tua sorella, stavi per vendermi, per l’amor di Dio ! Non chiamerò mai quel posto “casa”. Lasciami in pace ! — grido, sentendo la rabbia montare dentro.
Una volta urlavo solo nella mia testa, quando non ne potevo più dei pestaggi, ma mai ad alta voce. Raymond, in minoranza, mi dà forza.
— L’hai sentita. Fuori da casa mia ! — sputa il moi protettore e spinge Raymond verso l’uscita.
Da idiota qual è, Raymond cerca di colpirlo con un pugno. Ma l’uomo lo ferma a mezz’aria e lo scaraventa a terra con forza. Lo fa con una facilità impressionante. Raymond è grosso, ma tutti gli uomini presenti qui lo sono ancora di più. Il moi salvatore gli tira un pugno in faccia, e non provo e non proverò mai pena per moi fratello.
Se lo merita, dopo anni passati a essere la bestia senza cuore che è stato. Rimango lì a guardarli, senza curarmi del fatto che stia sanguinando o forse stia per morire.
Qualche istante dopo, mi ricordo che non siamo soli. Mi giro e vedo che gli altri uomini sono agitati e, stranamente, imbarazzati. Sono tutti arrossiti, e alzo un sopracciglio confusa. Poi la realizzazione mi colpisce come un pugno.
Sono praticamente mezza nuda, con dei vecchi pantaloncini e un reggiseno sportivo. Non è nemmeno di quelli costosi, quindi se uno ci guarda bene, può vedere attraverso.
— Beh… che imbarazzo — sussurro.
Tutti si girano di colpo verso la parete. Sono sicura di aver parlato a bassa voce, quindi è strano come si comportino come se mi avessero sentita.
Scuoto la testa e guardo fuori per vedere cos’è successo tra i due che stavano lottando, ma due braccia mi circondano la vita, e mi blocco.
La sensazione di calore e brividi è il modo migliore per descrivere cosa si prova tra le sue braccia.
Mi volto e incontro gli occhi del moi protettore. Sono di un colore miele brillante, come i raggi del sole al tramonto. I suoi capelli castano scuro, quasi biondi, sono tagliati alla perfezione, e la sua pelle abbronzata lo rende incredibilmente bello. Lo sto palesemente ammirando, ma qualcosa dentro di me mi impedisce di distogliere lo sguardo.
Sorride, e le sue adorabili fossette appaiono in tutta la loro bellezza. Le fossette sono il moi punto debole.
È vero che ho vissuto tutta la mia vita da vittima di abusi. Ma resto pur sempre un’adolescente, e ogni tanto mi piace guardare i ragazzi. Anche se non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi a qualcuno.
