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Resto nella stessa posizione per un’ora intera, finché non sento quello che speravo di evitare. Raymond mi chiama per incontrare i suoi ospiti, e sento il colore sparire dal moi viso. L’ultima volta che ho incontrato alcuni dei suoi ospiti, mi hanno picchiata per il loro divertimento. Erano uomini crudeli con menti marce, e potevano superare i metodi di tortura di Raymond se lo volevano. Tuttavia, moi caro fratello li fermava appena prima che perdessi i sensi, così da poter finire il lavoro lui stesso.
Guardo il moi viso in un piccolo specchio posato sul pavimento e vedo gli occhi di papà. Il pensiero di lui mi rilassa un po’, quindi raccolgo il coraggio ed esco dalla mia stanza.
— Stella ! Muoviti.
— Sono qui,
Annuncio mentre scendo l’ultimo gradino della scala. Quando Raymond mi vede, il suo sorriso si allarga, e io mi irrigidisco capendo cosa significa. Guardo dietro di lui e vedo gli stessi cinque uomini che ho incontrato prima. Sono gli ospiti che mi hanno picchiata. Voglio urlare, ma so che peggiorerei solo le cose. Quindi resto in silenzio.
Li fisso e noto i loro occhi pieni di desiderio che scorrono su tutto il moi corpo. Sono coperta, eppure mi sento troppo esposta ai loro pensieri. Devo andarmene. Tutti gli abusi mentali e fisici mi crollano addosso come un secchio d’acqua ghiacciata, e quasi vomito. Sono terrorizzata.
Devo andarmene.
— Stella, grazie al tuo corpo e al tuo viso, sono riuscito a fare una fortuna. Il palco è vostro, ragazzi. Sentitevi liberi di toccarla dove volete.
La mia testa scatta verso di lui, e per poco non mi avvento su di lui. C’è un limite a tutto. Non rinuncerò mai alla mia innocenza per questi animali. Finché respiro, non consegnerò l’unica cosa pura che mi resta. La sto custodendo per qualcuno che lo merita, non per feccia come loro. Ma è chiaro che il peggiore di tutti è moi fratello. Sono disgustata oltre ogni limite.
— No !
Riesco a dire, dopo che la battaglia dentro di me si calma.
— Mai.
Raymond è scioccato dalla mia improvvisa ribellione, dato che non ho mai alzato la voce o contraddetto le sue parole. Si riprende subito e mi afferra per i capelli. Uno dei punti deboli di una ragazza sono proprio i capelli, perché tirare fa un male tremendo.
— Che cazzo hai detto ?
Strilla. Gli sputo in faccia e lo fisso con rabbia.
— Ho detto fottutamente no !
Ripeto più forte ciò che ho appena detto, e lui mi colpisce con un pugno sulla guancia. Sto per cadere, ma non mi lascia andare i capelli. Invece, mi colpisce di nuovo allo stomaco. Resto senza fiato, e sento le lacrime che minacciano di uscire. Mi rifiuto di obbedire ancora. Mi rifiuto di essere sottomessa.
— Ma guarda un po’, che sorellina coraggiosa,
Mi deride. Mi si contrae il viso a sentirgli pronunciare la parola *sorella* con quella bocca sporca. È chiaro che è ubriaco e fatto, ma questo non mi impedisce di difendere il moi onore.
Inarco le sopracciglia.
— Non sono tua sorella. Hai perso il diritto di chiamarmi così quando avevi diciott’anni e io solo dieci. Una fottuta bambina, ti ricordi ? Hai perso il tuo ruolo di fratello quando hai iniziato a riempirmi di botte ! Ho finito con queste stronzate.
Urlo. Lui stringe ancora di più la presa sui miei capelli e io sobbalzo per il dolore. Non dovrei più subire i suoi metodi. Devo combattere per uscirne.
— Mi obbedirai. Ora, spogliati e dai a questi signori lo spettacolo che si meritano.
Esclama con tono irritato.
Sbuffo e faccio una risata amara.
— Signori ? Devi essere fatto ! Ah no, lo sei davvero. Non ti ascolterò più. Non ho paura.
Sono terrorizzata.
La mia ultima frase lo fa impazzire del tutto. Mi afferra la maglietta e la strappa, lasciandomi solo con il reggiseno sportivo. Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma è più forte di me.
— Dicevi ?
Chiede mentre cerco di divincolarmi. Mi sfila i pantaloni mentre urlo, e riceve un calcio fortunato da parte mia al ginocchio.
— Puttana !
Grida e mi schiaffeggia. Guardo gli uomini, sperando in un miracolo, ma si stanno godendo lo spettacolo. Aspettano con pazienza che io sia completamente nuda, cosa che non accadrà mai. L’unica cosa a moi favore quella sera è il fatto che ho deciso di indossare dei pantaloncini sotto i pantaloni, oltre alla biancheria intima. Ho avuto una brutta sensazione, e io mi fido sempre del moi istinto.
— Vediamo quel corpo sexy. Non vedo l’ora di assaggiarlo !
Dice uno di quegli uomini orrendi, e io vorrei ucciderlo. Se solo riuscissi a liberarmi dalla presa mortale di Raymond. Potrei farcela, se colpisco al momento giusto.
Guardo la porta d’ingresso e noto che è leggermente socchiusa, e vedo un barlume di speranza mentre un piano si forma immediatamente nella mia testa. Guardo di nuovo Raymond e sospiro.
— Mamma e papà sarebbero così delusi da te. Sarebbero inorriditi all’idea di chiamarti figlio. Sei una disgrazia. Ti disprezzo.
Grido a pieni polmoni e vedo i suoi occhi tremare. So di aver toccato un nervo scoperto, perché non ha mai sopportato parlare di loro.
La sua mano si allenta per un attimo mentre con l’altra si prepara a colpirmi con un vaso lì vicino. Prendo quell’attimo come la mia occasione e sollevo il ginocchio con forza colpendo la sua parte più sensibile. Si piega per il dolore e mi lascia andare. Non ci penso due volte. Corro fuori casa e scappo a perdifiato, come se la mia vita dipendesse da questo. Perché è così.
Sento dei passi dietro di me, e so che i suoi amici mi stanno inseguendo. Non mi lasceranno scappare, hanno scommesso su di me. Non mi volto. Non mi fermo. Continuo a correre.
