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05

ALEXEI

Sento passi affrettati fuori dalla mia porta.

La apro e incontro Ivan che sta correndo verso le scale probabilmente per raggiungere la stanza di Nikolai.

"Cosa succede?"

"Sei qui? Non ti abbiamo più trovato.

La ragazza e il suo uomo sono fuggiti."

"Impossibile" dico

Ovviamente lui non può saperlo ma Ariel non può essere fuggita.

Il mio bagno non ha finestre e di certo non lo ha fatto dalla porta sarebbe dovuta passarmi davanti quindi l’avrei vista.

'Le guardie stanno controllando ora. Non c'è movimento nel furgone e Gennaro non è nella posizione in cui lo abbiamo lasciato.' dice Ivan

In quel momento sentiamo delle grida e vediamo Gennaro davanti a noi con due pistole.

Ne punta una su di me, l'altra su Ivan.

"Ditemi subito dov’è la ragazza o vi uccido entrambi!"

Ivan sembra scioccato.

"Era con te" Dice.

Gennaro scuote la testa.

"No. Mi sono svegliato e lei non c’era.

Ditemi dov’è o giuro che vi faccio fuori tutti."

Ivan mi guarda.

"Alexei tu ne sai qualcosa? Dovevi portarla tu al furgone.

Lo hai fatto... Vero?" chiede Ivan.

La voce di Nikolai mi impedisce di rispondere.

"Cosa succede qui? Hai proprio voglia di morire Valenti?"

"Affatto, ma voglio Ariel. Voglio sapere cosa cazzo le avete fatto.

Voglio vederla."

Nikolai mi guarda così intensamente da farmi quasi rabbrividire.

"Non hai obbedito al mio ordine, vero Alexei?"

Ora mi stanno guardando tutti e non solo Ivan, Nikolai e Gennaro ma anche un’altra quindicina di uomini che ci hanno raggiunti, fra di questi c'è anche Dimitri.

"No, boss" dico.

"L’hai fatta fuggire?"

"No, boss."

"Dov’è allora?"

Lei sceglie proprio quel momento per uscire dal bagno.

ARIEL

Sento delle urla in lontananza.

Non capisco cosa dicano quelle voci ma ho la sensazione che abbia qualcosa a che fare con il fatto che sono qui e non sul furgone.

Indosso velocemente il vestito che mi ha dato Alexei.

È stato gentile con me e non voglio venga punito a causa mia.

Il vestito è un bel vestito azzurro e bianco semplice e per fortuna lungo.

Mi arriva quasi alle caviglie.

Esco e molte teste si girano nella mia direzione.

Gennaro attraversa la stanza e si posiziona al mio fianco.

Ha delle pistole e non credo di voler sapere come le ha avute.

"Stai bene?" chiede.

"Sì..." gli rispondo cercando di sembrare convinta delle mie stesse parole.

"Ivan, Dimitri, Alexei rimanete.

Gli altri possono uscire."

La voce di Nikolai è sicura e non ammette repliche.

Gli uomini obbediscono.

Ivan e Dimitri hanno le loro pistole puntate su Gennaro.

Gennaro invece le ha entrambe puntate su Nikolai ora.

So cosa sta per succedere.

Certamente verrà fuori quanto successo e non credo sia saggio che quando accadrà Gennaro abbia delle pistole in mano.

"Gennaro per favore consegna le pistole" dico.

"No Ariel, non lo farò. Se ti ha fatto del male lo ucciderò!"

Nikolai non si muove.

Io invece mi metto davanti a lui.

"Per favore Gennaro non voglio ti facciano del male."

"Cos’è successo Ariel? Cosa ti hanno fatto?"

Alexei gli si avvicina e gli mette una mano sulla spalla.

"In questo momento a quella ragazza non serve questo.

Le serve un amico, non un’altra morte.

Se non metti giù quelle pistole Nikolai darà ordine di ucciderti.

La lasceresti sola con noi.

Ormai quello che è fatto è fatto. Non potevi proteggerla, non lo avremmo permesso ma puoi aiutarla a superarlo.

Credimi le serve più questo e la scenata che stai facendo non aiuta."

GENNARO

Guardo Ariel e capisco che qualsiasi cosa le abbiano fatto la ha ferita profondamente.

Da quanto ho capito questo Alexei ha disobbedito agli ordini del suo boss per lei quindi non è totalmente ostile e potrebbe anche avere ragione.

Sbuffando getto a terra le armi.

Ivan le raccoglie e mi guarda scioccato poi guarda il suo boss.

"Sono scariche.

Il pazzo ci stava minacciando con delle armi inutili" dice.

Alexei ride.

"Allora non è così stupido" dice.

Mi innervosisco e Ariel si avvicina nuovamente a me.

Ma il boss nemico le afferra la mano e lei si immobilizza come se fosse diventata tutto d’un tratto di pietra.

Il suo respiro diventa più pesante e vedo i suoi occhi diventare acquosi a causa delle lacrime che però evidentemente non vuole versare.

"Per favore lascia che vada vicino a Gennaro. Mi sento più tranquilla con lui e credo che anche per lui sia così" dice.

Al contrario di ogni mia aspettativa Nikolai Gortov acconsente alla richiesta di Ariel lasciando andare la sua mano.

Nikolai guarda Alexei.

"Perché l’hai portata qui? Sai che quando do' un ordine voglio venga rispettato."

Il tono di Gortov è duro.

"Lo so boss. Solo che quando ho visto l'asciugamano non ho potuto obbedire all'ordine.

Ho una figlia Nikolai. Se le venisse fatto quello che immagino tu abbia fatto a lei vorrei che qualcuno le usasse almeno il rispetto che io ho avuto con lei.

Non consiste poi in tanto le ho concesso dieci minuti per una doccia e un vestito da indossare..."

"Lei non merita rispetto" dice Dimitri.

Ma io sono concentrato su altro.

"Cosa significa asciugamano? Cosa c'era che ti ha convinto a non obbedire al tuo boss?"

So già la risposta ma voglio mi venga confermata.

"Sangue. C'era del sangue ed indossava solo quello. Non ho potuto condurla fuori in quelle condizioni. Ho una coscienza e non me lo ha permesso."

-Cazzo l’hanno violentata e io non l’ho difesa.-

Nikolai guarda Ariel.

"Glielo hai chiesto tu?"

Lei sostiene lo sguardo dell'uomo e alla fine scuote la testa.

"No, non glielo ho chiesto ma gliene sono davvero grata. Non mi ero resa conto di avere davvero bisogno di quello che lui mi ha concesso.

Ma ora sto' realmente meglio" dice con voce dolce.

"Capisco" dice Nikolai continuando ad osservare la ragazza.

Lei sembra calma ma io non lo sono affatto.

Mi hanno drogato e le ha fatto quello che temevo.

"Sei un fottuto bastardo.

L’hai violentata e l’hai fatta uscire nuda dopo averle tolto la verginità! Sei un bastardo, un mostro..."

Faccio per saltargli addosso ma Nikolai Gortov estrae la pistola e me la punta addosso.

Sento Ariel che singhiozza al mio fianco e mi blocco.

Alexei ha ragione. Non posso farmi uccidere. Devo proteggerla anche se finora non ho fatto un grande lavoro.

"Lei mi appartiene Valenti. Posso farle quello che voglio. È mio diritto."

Stringo i pugni con forza.

Non devo colpirlo.

Non posso farlo, ma cazzo se lo vorrei tanto.

Ma so che appena muoverò un passo verso di lui mi sparerà.

"No. Non è un tuo diritto.

Avevi diritto a vendicarti su suo padre, sul suo vice, sugli uomini che hai ucciso, forse anche su suo fratello in quanto futuro erede di suo padre, ma non su di lei. Lei non ti ha fatto nulla.

È solo una ragazzina indifesa e non merita quello che le stai facendo passare!"

Lo stronzo ride.

"Questo non è nulla rispetto a quello che affronterà in futuro Valenti.

È solo l'inizio.

E non tollererò ancora a lungo queste stronzate.

Lei non ha diritti qui e nemmeno tu.

Se farai di nuovo una cazzata come questa qui verrai ucciso.

Fra qualche giorno arriveremo a Mosca.

Prima di allora voglio che mi giurì fedeltà."

Rido.

"Scordatelo!" rispondo.

Lui toglie la sicura all'arma.

"Allora non mi servi vivo."

Ariel si mette davanti a me prima che io la possa fermare.

"Ti prego non farlo. Farà quello che vuoi. Non ucciderlo."

"Voglio solo uomini fedeli nel mio gruppo' dice Nikolai guardandomi.

"Gennaro non ti è ostile" dice lei.

Gortov mi guarda con curiosità, poi guarda Ariel.

"Mi ha puntato un’arma addosso'"

"Scarica" gli risponde lei.

"Dove vuoi arrivare?" le chiede in tono duro.

"Lo hai detto anche a te poco fa e lo aveva detto anche a me.

Ritiene che sia stato giusto tu ti sia vendicato. Ti prego dagli tempo. Ti servirà meglio di molti tuoi uomini."

NIKOLAI

Questa ragazza mi continua a sorprendere.

Dovrebbe essere furiosa con me.

Dovrebbe essere lì a scagliarmi il suo uomo contro di me, invece lei sta cercando di calmare le acque.

Mi sento in colpa per come l’ho fatta uscire dalla stanza, ma non lo ammetterò mai.

Avrei dovuto almeno lasciarle indossare ì vestiti che aveva. Ma sono rimasto sconvolto dal fatto che mi sia piaciuto averla.

Non posso provare piacere.

Lei deve soffrire e io non posso provare piacere.

Eppure così è stato e appena l’ho realizzato l’ho cacciata fuori senza pensare ad altro.

Ho sbagliato ma sono un boss. Non posso tornare sulle mie decisioni, almeno non davanti a dei nemici.

Eppure non li voglio uccidere, né lei, né Valenti. Ma non posso lasciarlo vivere non se continua con questa sua scenetta.

"Hai fino a domani pomeriggio.

Se non mi giura fedeltà lo uccido" dico abbassando la pistola.

"Non posso farlo Gortov.

Non mi piacciono i metodi che stai usando.

Non con lei."

"A cosa sei utile ora come ora? Sei solo un prigioniero. Non puoi proteggerla. Se fossi con noi ovviamente non puoi fermare il boss, ma puoi aiutarla con gli altri.

Come credi starà in una casa piena di nemici? Un volto amico la aiuterebbe" dice Alexei.

Non capisco perché ha preso così a cuore questi due.

Ha addirittura disobbedito ai miei ordini e ha dato a lei il vestito che aveva scelto per sua moglie.

Ci avrà messo un’ora per scegliere quel vestito.

Lo ha pagato una fortuna e ora l’ha regalato ad una ragazzina qualsiasi ad una nemica per di più.

"Togliti questo vestito. Ti farò riavere la tua tuta" dico guardando la ragazza.

Lei sembra preoccupata.

"Posso farlo in bagno?"

-Posso davvero negarle questo dopo quello che le ho fatto?-

"Ti cambierai nel furgone."

Lei annuisce tristemente ma sembra un po' sollevata, almeno non dovrà farlo davanti a tutti.

"Boss va bene così. Per mia moglie troverò altro."

"Dovrei lasciarglielo sì, come punizione per come ti sei comportato.

Ma non ti ho aspettato un’ora mentre sceglievi il vestito perfetto per Anika per ora vederlo indosso a lei."

"Lo hai anche pagato una fortuna" dice Ivan.

Alexei alza le spalle.

"Ne prenderò un altro..."

"Per favore Alexei mi sentirei più a mio agio se tu lo accettassi indietro.

È troppo bello per la mia condizione attuale, sarebbe un peccato si rovinasse" dice la ragazza con voce dolce.

"Va bene, ma è un peccato, ti sta davvero bene" le dice Alexei.

"A tua moglie starà anche meglio" gli dice lei e lui annuisce.

"Molto bene allora. Quando avrai finito bussa alla porta.

Io lo ritirerò" dice Alexei.

Lei gli sorride.

"Grazie della tua gentilezza."

Poi guarda verso di me.

"Per favore, non punirlo a causa mia."

La guardo negli occhi.

Perché dovrebbe importarle? Eppure qualcosa mi dice che non sta recitando, che vuole davvero che lui non si faccia male.

"Ha sbagliato e verrà punito. Non tollerò la disobbedienza."

Lei deglutisce ma non aggiunge altro.

"Andate al furgone. Alexei vai con loro a prendere il vestito.

Dimitri vai con loro per essere sicuro che stavolta arrivino a destinazione."

"Non ho la tuta con me" dice la ragazza.

"Mando un messaggio a Yuri e quando bussa consegno la tuta alla ragazza.

È sporca probabilmente dovrei darle qualcosa altro da indossare, ma per il momento si accontenterà di quello.

La lavanderia dell'hotel non ha ancora chiuso Alexei. Se fai velocemente il vestito sarà come nuovo."

"Certo boss" dice il mio uomo.

"Quando hai finito vieni nella mia stanza" dico ed esco seguito da Ivan.

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