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04

ARIEL

Credo di essermi addormentata perché non c'è molta luce nel furgone segno che è quasi sera.

Gennaro dorme ancora accanto a me.

Noto che non ci stiamo muovendo.

Devono aver trovato un luogo in cui dormire.

Le parole di ordine prima di Nikolai mi tornano in mente.

Cosa vorrà in cambio della vita di Gennaro?

Vorrà davvero fare sesso con me o si accontenterà di qualcos’altro?

Sento aprire la porta.

- Immagino che fra poco lo scoprirò -

Appena la porta si apre Gennaro si sveglia, ma prima che possa alzarsi in piedi quattro uomini lo tengono fermo e Alexei gli inietta qualcosa sul braccio.

Gennaro crolla subito e lo mettono a terra.

"Cosa gli hai dato?" chiedo preoccupata.

"Solo qualcosa per farlo dormire qualche ora.

Sarai con il capo e non vuole che lui dia di matto fino a che non tornerai qui."

Annuisco preoccupata.

"Tranquilla, sta' e starà bene. Fai quello che Nikolai ti chiede e non avrà motivo di fare del male a lui" dice Ivan.

"Devo venire con voi?"

"Sì. Tranquilla abbiamo gli ordini di portarti direttamente nella stanza del boss."

Dice Ivan.

"E Gennaro?"

"Esin e Yuri lo terranno d’occhio" dice Ivan indicando due uomini muscolosi biondi e dagli occhi molto chiari.

"Nessuno entrerà, tranquilla Ariel' dice Ivan e seguo i due uomini.

Noto che siamo in un parcheggio molto grande.

"E’ un hotel?"

"Sì" risponde Ivan.

Inizio a sentirmi molto nervosa.

La stanza di Nikolai è all’ultimo piano.

È una camera molto amplia e arredata con gusto.

C'è un letto enorme, una TV un divano e anche un tavolo.

Noto che sul tavolo c'è del cibo.

Non molto solo della zuppa, del pane e un po' di frutta.

"Entra e mangia" mi dice Nikolai.

Obbedisco e mi siedo dove c'è ìl piatto di zuppa.

Ivan e Alexei escono.

"Tu non mangi?" chiedo a Nikolai.

"Quello che faccio o meno non è affare tuo."

Annuisco e prendo il cucchiaio. Inizio a mangiare lentamente ma a metà zuppa mi fermo.

"Non mangi molto" constata l'uomo che mi sta osservando.

"Non ho fame."

Annuisce.

"Bene allora procediamo.

Vai in bagno e lavati.

Non serve che ti vesti quando esci dal bagno."

NIKOLAI

Ariel trema alle mie parole.

Sembra davvero spaventata.

"Vuoi obbligarmi a fare sesso con te?" chiede titubante.

Mi avvicino a lei e la tiro in piedi.

"Non voglio fare sesso con te.

Semplicemente ti scoperò, ti userò per avere piacere con il tuo corpo. Il sesso dà piacere ad entrambi.

Io non penserò al tuo piacere.

Ma solo al mio."

Una lacrima scende dai suoi occhi verde/azzurro

"Non farlo. Mio padre ti ha fatto del male, non io. Perché devi fare del male a me?"

"È giusto che tu provi quello che ho provato io. Che tu soffra come ho sofferto io."

"Ma... "

Le prendo il mento.

"Niente ma. Stanotte userò il tuo corpo.

Ma se non vuoi posso accontentarti. Non vuoi che ti scopo io...

I miei uomini saranno felici di farti provare i loro cazzi..."

Apre la bocca ma non dice una parola.

Sembra davvero spaventata ora.

"Vai in bagno. Hai cinque minuti. Se superi il tempo ti consegno a loro."

Lei entra in bagno e sento che apre l'acqua.

Attendo ma dopo i cinque minuti non esce.

Chiamo Dimitri e Ivan.

"Cosa c'è capo?" chiede Ivan.

"Non è uscita nel tempo richiesto. Credo preferisca divertirsi con voi piuttosto che con me" dico.

Dimitri apre la porta e tira fuori la ragazza dal bagno.

Ha i capelli umidi e si sta coprendo con un asciugamano.

"Vedrai, ti divertirai con i miei uomini.

Non vedono una donna da un po'..."

Respira affannosamente. Sembra che sia sul punto di svenire.

"Ti prego, non farlo" sussurra.

Mi avvicino nuovamente a lei.

Dimitri le sta stringendo molto il polso.

"Quando do un ordine voglio che venga fatto nei tempi che decido.

Tu hai deciso di metterci più tempo. Quindi immagino non volessi venire con me."

Non risponde.

Mi rivolgo ai miei uomini.

"Fatele quello che volete. Limitatevi a cinque per questa volta. La voglio viva per il momento."

"Per favore no!!" urla mentre i miei uomini la trascinano via.

Riesce non so come a liberarsi dalla loro presa e torna davanti a me.

"Ti prego perdonami. Non ti disubbiderò mai più. Non consegnarmi ai tuoi uomini."

Dice crollando ai miei piedi.

Ivan mi guarda mentre Dimitri la tira su.

Lei oppone resistenza.

ARIEL

"Hai detto che appartengo a te... No?

Perché dunque lasceresti divertire altri con ciò che è tuo?"

È un tentativo disperato ma ho appena concluso che se devo essere scopata preferisco da una persona anziché da cinque.

Cerco di resistere quando Dimitri mi solleva nuovamente.

"Ok. Grazie Dimitri, Ivan. Potete andare per il momento."

L’uomo mi lascia cadere a terra ed esce dalla stanza seguito da Ivan.

Nikolai mi guarda con sufficienza.

"Spogliati e sdraiati sul letto."

Con le mani che tremano apro l'asciugamano che sto indossando e lo lascio cadere a terra.

Poi mi sdraio sul letto a pancia in su.

Rimango immobile ad osservare il soffitto.

Lui si avvicina, sento i suoi passi.

Con la coda dell'occhio vedo che si spoglia rimanendo in boxer.

Continuo ad osservare il soffitto.

Lui toglie anche quelli.

"Girati" mi ordina e mi metto a pancia in giù rapidamente.

Lui mi solleva il bacino e mi fa mettere a quattro zampe.

Tento di calmare il mio cuore, ma sono davvero spaventata ora.

Sento il suo pene al mio ingresso.

Devo sforzarmi per non piangere e per non tentare di fuggire.

So che non me lo permetterà.

Rimango ferma, in attesa anche se questa attesa mi sta uccidendo dentro.

Senza una parola il suo grosso pene invade la mia entrata inviolata provocando una fitta di dolore.

Stringo forte le lenzuola chiare mentre lui continua ad entrare ed uscire dal mio corpo.

Le lacrime rigano le mie guancie senza che io possa fermarle.

Ma mi sforzo di non urlare. Stringo forte la mascella e riesco a non farlo.

Lui continua a violare il mio corpo spingendosi con forza dentro di me.

NIKOLAI

Cazzo era una vita che non scopavo una vergine.

La sua figa è così stretta e anche se non dovrei perché è la figlia di quel bastardo mi sto' godendo ad averla.

Sono felice di aver ascoltato le sue suppliche e di essere ritornato sulla mia decisione.

Non che i miei uomini non meritino una bella scopata.

Ma sono contento che la sua figa sia mia.

Non urla e nemmeno mi chiede di fermarmi, né di rallentare.

Probabilmente sa che non servirebbe o forse teme che se lo facesse possa richiamare i miei uomini.

Si limita a piangere e a stringere forte le lenzuola.

Continuo a scoparla con forza e arrivando sempre fino in fondo.

Quando sento il mio cazzo pronto a esplodere le afferro i luoghi capelli biondi e li tiro mentre aumento il ritmo.

Lei continua a piangere.

Le sue lacrime bagnano la mia mano ma la ignoro.

Mi svuoto in lei con un ringhio e poi la lascio andare.

Lei crolla sul letto sporco di sangue.

Prova della sua purezza.

Non le lascio il tempo di riprendersi.

"Vattene" le dico duramente.

Lei sobbalza e si alza lentamente.

Afferra l'asciugamano che aveva prima ed esce dalla stanza.

Alexei si affaccia alla mia porta.

"Cosa devo fare con lei?" chiede.

"Riportarla nel furgone" ordino.

ALEXEI

L’ordine del boss non mi piace molto.

Dovrei portarla in giro così? Praticamente nuda?

Ivan non dice nulla e io dico a Ariel di seguirmi.

La ragazza annuisce e cammina con me.

Quando però noto il sangue sull'asciugamano, capisco che non posso obbedire all'ordine.

Non la porto al furgone ma alla mia stanza.

Lei inizia a tremare e a piangere quando capisce dove siamo.

"Per favore no..." dice debolmente.

Le prendo le spalle delicatamente.

"Ariel calmati. Non ti farò nulla. Te lo giuro. Ho una moglie non la tradirò" le dico.

"Perché allora sono qui?" chiede sempre preoccupata.

Sospiro

"C'è del sangue nell'asciugamano Ariel. Immagino cosa sia successo con il boss e credo tu abbia bisogno di una doccia e di un momento per te.

Se Gennaro ti vede tornare così ci toccherà ucciderlo perché vorrà fare a pezzi Nikolai."

Vedo che deglutisce.

"Ok, grazie."

Entra nella stanza e la conduco al bagno.

"Non posso darti molto tempo. La tua guardia starà per svegliarsi. Hai una decina di minuti."

Prendo un vestito da una borsa.

"Tieni poi metti questo."

"Perché hai vestiti da donna in borsa?"

"Mi ero fermato a prendere qualche regalo. Quello era per mia moglie."

"Non posso..."

"Non dire sciocchezze Ariel, puoi accettare e lo accetterai. Mia moglie capirà. Al momento a te serve di più."

"Grazie Alexei" mi dice poi entra in bagno.

ARIEL

Non so perché Alexei sia gentile con me.

Ma gliene sono davvero grata.

Quello che ha detto è vero: ho bisogno di poter piangere e sfogarmi e non posso farlo con Gennaro. Qui da sola posso lasciare cadere tutte le lacrime di cui ho bisogno.

Posso urlare, sfogarmi senza trattenermi.

Ripenso a quei momenti di poco prima e mi ritrovo raggomitolata su me stessa con la schiena contro la parete fredda della doccia.

Nikolai si è preso con forza e prepotenza la mia innocenza.

Non mi sono mai illusa che mi sarei concessa ad un uomo per amore.

Mio padre aveva messo in chiaro che mi sarei sposata con chi avesse scelto lui e probabilmente per formare qualche alleanza.

Solo che almeno speravo che quando sarebbe successo per quella persona la mia verginità sarebbe significata qualcosa, o che almeno avrebbe cercato di rendere quel momento bello.

Di certo non immaginavo che sarei stata cacciata dalla stanza in asciugamano e senza nulla da indossare.

Almeno però mi ha presa solo lui.

I suoi uomini mi avrebbero fatto di peggio.

Dei rumori che provengono da fuori la porta mi fanno scuotere.

Mi asciugo le lacrime e mi lavo velocemente.

I dieci minuti che mi ha dato Alexei probabilmente stanno per scadere.

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