03
ARIEL
Gennaro sta dormendo, è ancora debole e deve recuperare energia.
Io mi guardo un po' intorno.
Il furgone è spoglio.
Non c'è nulla a parte quelle due enormi casse.
Le sto studiando quando le porte del furgone si aprono.
Ero così concentrata che nemmeno mi ero accorta che ci eravamo ferrmati.
Dimitri mi guarda con uno sguardo crudele.
"Sei curiosa di sapere cosa c'è dentro?"
"No... io..."
"Oh tranquilla, puoi vedere ma non ti piacerà."
Prima che io possa aggiungere qualcosa apre una cassa, poi l'altra.
"Guarda che fine fanno i nostri nemici" dice ridendo.
Io connetto l'errore di guardare davvero.
Dalla mia bocca esce un urlo che non riesco a fermare.
Gennaro si sveglia soprassalto e mi raggiunge.
Dentro una cassa ci sono i cadaveri dei miei genitori, nell'altra quello di mio fratello Caspian e quello di Vladimir, il vice di mio padre.
Gennaro mi sposta con la forza dalla cassa e mi trascina nella parte opposta.
Non riesco a trattenere le lacrime e i singhiozzi.
Dimitri ride e sento anche altre risate ma non alzo gli occhi per vedere da chi vengano.
Gennaro mi appoggia a terra e poi si scaglia contro Dimitri.
"Che problemi hai?! Perché le hai fatto vedere i loro corpi? Siete davvero degli stronzi malati!" Sta urlando.
Lo sta facendo a causa mia a causa della mia reazione.
Dimitri estrae la pistola e mi rendo conto che se lo ucciderà sarà solo colpa mia.
Mi sforzo di tornare in me.
"Gennaro per favore, basta!" dico ad alta voce.
Tutti si voltano a guardarmi.
Noto che ora ci sono anche Nikolai, Ivan e Alexei.
Mi avvicino a Gennaro e prendo la sua mano nella mia.
"Ti prego basta. Non voglio che rischi la tua vita per questo.
Scusami è colpa mia. Lui ha ragione queste casse mi incuriosivano.
Non le avrei aperte ma ero curiosa di sapere cosa ci fosse dentro.
Non mi aspettavo ci fossero loro..."
Dico poi faccio un respiro profondo e continuo
"Ho reagito male, non dovevo crollare così. Scusami Gennaro."
Lui mi guarda in volto.
"Non sei tu a doverti scusare.
Nessuno rimarrebbe impassibile ad una vista così" mi dice dolcemente asciugandomi una lacrima.
Annuisco.
"Possiamo tornare là?" gli chiedo indicando l'angolo dove era sdraiato fino a pochi istanti prima.
"Prima ho una domanda Gortov" dice Gennaro guardando il boss nemico.
"Dimmi Valenti" dice Nikolai.
"Perché sono con noi?"
Nikolai sorride in modo beffardo.
"E’ a questo che servono i furgoni, a trasportare le cose..." risponde.
"Cosa ne farai con i corpi?" chiede ancora Gennaro.
Rimango immobile e noto che Nikolai mi guarda.
"Tutti i boss nemici che ho ucciso li ho lasciati esposti per scoraggiare altri boss a fare ciò che hanno fatto loro" risponde.
Gennaro annuisce.
"Isabella non ti ha fatto nulla e nemmeno Caspian.
Esponi solo Cian e Vladimir" dice Gennaro.
Sento i presenti ridere.
Il volto di Nikolai diventa però subito serio.
È molto duro. Mi fa paura, infatti deglutisco.
"Osi darmi degli ordini Valenti?"
Gennaro indietreggia un po' ma poi continua.
"Sai che è la cosa giusta.
Caspian era appena maggiorenne.
Lui e Ariel erano gemelli.
E Isabella non ha avuto scelta su chi sposare. È stata venduta a lui per un’alleanza e non sempre è stata felice con lui.
Capisco la tua vendetta contro Cian Racovic.
Capisco che tu abbia ucciso Caspian perché sarebbe stato il suo erede.
Posso anche capire quello che vuoi fare ad Ariel anche se non lo approvo.
Ma loro sono innocenti.
Isabella e Caspian non lo meritano. Non ti basta averli uccisi? Devi davvero per forza umiliarli così?"
"Devi davvero lasciarli esposti davanti alla tua proprietà nudi? Non puoi lasciare che li sepelliamo?"
"No" dice semplicemente Nikolai Gortov.
Gennaro fa per replicare ma lo fermo prendendo la sua mano.
"Per favore basta..." dico.
Nikolai mi guarda intensamente.
"Tu non hai nulla da dire?" mi chiede.
"Vorrei solo implorarti di lasciarmi vestire mia madre e mettere dei boxer a mio fratello.
So che probabilmente non vorrai concederci nulla ed avrai i tuoi motivi per questo.
Io ti chiederei solo questa cortesia."
Gli dico.
Tutti sembrano ammutoliti, nessuno parla.
"Non avete torto, non mi cambia nulla non esporre loro due, non ho vestiti per loro ma se riesci ad inventarti qualcosa ragazza fallo non ti sarà impedito.
Hai il tempo che impiegheremo a prendere il pranzo.
Poi farò chiudere quelle casse e verranno aperte solo quando saremo arrivati a Mosca."
Annuisco.
"Spasibo, moy gospodin." ("Grazie, mio signore.")
Chiudono la porta e sento dei passi allontanarsi.
"Mio signore? Davvero Ariel?"
"Non potevo chiamarlo diversamente, lo sai Gennaro."
Annuisce.
"Cosa vuoi fare? Non puoi dare a tua madre i tuoi vestiti" dice l' uomo di mio padre.
"No, vero" Mi guardo intorno e noto una coperta.
Trattengo un conato di vomito davanti ai cadaveri e riesco a mettere la coperta attorno al corpo di mio madre legandola in modo che sembri un vestito.
Gennaro sta per darmi i suoi pantaloni per mio fratello quando dal piccolo finestrino cadono dei pantaloncini corti e una canottiera.
Rimango sorpresa e raccolgo velocemente gli indumenti.
"Grazie" dico ma non ricevo risposta.
"Forse non sono del tutto insensibili" dice Gennaro ed annuisco.
Gennaro veste mio fratello, poi ci sediamo nuovamente nel nostro angolo.
Dopo un po' Nikolai entra seguito da Ivan e Alexei.
Guarda le casse e poi noi.
"Come avete avuto i vestiti?" chiede.
"Qualcuno ce li ha fatti avere.
Li hanno gettati dal finestrino.
Non abbiamo visto chi" dice Gennaro.
Nikolai non dice nulla e nemmeno gli altri.
Poi fa un cenno e due uomini muscolosi entrano e chiudono le casse.
Poi scendono senza dire nulla.
Nikolai e gli altri sono ancora lì.
Io e Gennaro rimaniamo immobili mentre ci fissano.
"Sei stata brava. Sembra guarito" dice Nikolai.
"Non lo è del tutto. Deve riposare."
"Beh il viaggio verso casa è ancora lungo quindi ha ancora tempo per riposare" dice Nikolai.
Annuisco.
"Tu sai che la tua richiesta ha conseguenze, vero?"
Rimango immobile e lui parla di nuovo.
"Hai detto che avresti fatto qualsiasi cosa per salvarlo."
Annuisco.
"Mi hai inflitto il tuo marchio" gli dico cercando di mantenere la voce con un tono neutro.
"Già, ma te lo avrei fatto ugualmente.
Quello ricorda che tu devi soddisfare ogni mio desiderio..."
"Cosa intendi dire?" chiede Gennaro.
"Stanotte riscuoterò il tuo debito principessa."
Il tono in cui lo dice mi fa venire un brivido lungo la schiena.
"Non la toccherai. Non finché io sarò vivo!" dice Gennaro mettendosi fra di noi.
Lui muove appena una mano e i suoi due uomini prendono Gennaro e lo sbattono a terra.
Nikolai non sta guardando.
Lui ha gli occhi puntati su di me.
"Per favore fermali.
Gli si potrebbe riaprire la ferita.
Farò quello che vuoi.
Lascialo stare.
Per favore."
Schiocca la dita e Alexei e Ivan si allontanano da Gennaro.
"Non mi impedirai di fare nulla.
Se lo farai ti metteremo fuori gioco." La voce di Nikolai è dura.
Sembra davvero pericoloso.
Non rispondiamo e lui parla di nuovo.
"Vi abbiamo portato del cibo.
Mangiate e non tentare di scappare.
Ve ne pentireste" dice Nikolai prima di allontanarsi.
Vedo che Alexei lascia due panini e due bottigliette d’acqua.
"Mangiate. Vi servirà energia, Soprattutto a te Ariel."
"Cosa accadrà stasera?"
Alexei sembra triste.
"Non posso dirtelo, ma lo scoprirai presto" dice poi si allontana anche lui e anche Ivan.
Aiuto Gennaro a tirarsi su e gli passo panino ed acqua.
Lui mangia immediatamente e gli passo anche il mio panino.
"Ariel..." inizia lui ma io lo fermo.
"Ho lo stomaco in subbuglio, l'immagine dei miei nella mente.
Se mangio vomito."
Gennaro finisce anche il mio panino.
Dopo poco entra Ivan.
"Avete mangiato?"
"Ti interessa?" gli chiedo.
Lui alza le spalle.
"Non è affare mio se non lo avete fatto, ma mi spiacerebbe."
"Lei non ha mangiato, io sì" risponde Gennaro.
"Perché? Non ti conviene fare i capricci Ariel" il suo tono è duro.
"Come puoi pretendere che mangi dopo aver visto i cadaveri?!" chiede Gennaro.
"Non è solo per questo" dico e Ivan mi guarda.
"Perché allora?"
"Ho un’allergia forte per alcuni cibi e non ho l'inalatore ne' la penna con l'adrenalina con me" dico.
"Capisco. Ne parlo con il boss" dice Ivan.
NIKOLAI
Ivan mi raggiunge il suo viso è serio.
"Cosa c'è?"
"Dovevi lasciare morire Valenti, ci costerà parecchio ha mangiato entrambi i panini."
"Perché la ragazza non ha mangiato?" chiedo.
Lui alza le spalle.
"Secondo Gennaro perché ha appena visto i cadaveri dei genitori."
"Lei cosa ha detto?"
"Che non si fida di mangiare perché non ha il suo inalatore o l'auto iniettore, quello con l 'adrenalina'
"E’ allergica a qualche cibo?"
"Sì' risponde Ivan.
"Ha detto a cosa?"
"No boss."
"Capisco. Non avrà altro cibo ma lì c'è una farmacia quindi vai a prendere l'inalatore e la penna'
Poi partiamo."
"Come tu ordini boss."
Chiamo Alexei che è già nel furgone sul posto passeggeri.
"Dimmi boss"
"Chiedi alla ragazza a cosa è allergica."
"Subito boss."
Vedo dalla telecamera che lei si gira verso Alexei.
"A cosa sei allergica?"
"Perché vuoi saperlo? Per avvelenarmi?"
"Non viene da me questa domanda ragazza, ma dal boss. Rispondi e basta!" le risponde Alexei.
"Noci, nocciole, mandorle, anacardi, arachidi... in generale alla frutta secca comunque."
-Strana coincidenza. Anche mia figlia è allergica alle nocciole.-
"Capisco. Bene ti prendiamo l'inalatore e il resto, ma non avrai altro cibo ora. Potevi dirlo prima" dico e Alexei ripete il mio messaggio.
Lei si limita a dire "Grazie" prima di tornare a sedersi.
"Soddisfatto boss?"
"Sì Alexei, grazie.
Ivan ti porterà il tutto.
Non merita la pace che dà la morte, non ancora."
Dico e torno ad osservare la ragazza che ora è nuovamente seduta accanto all'uomo di suo padre.
Si alza quando Ivan le va a consegnare la busta della farmacia.
Lo guarda e ringrazia il mio vice.
Ivan torna con me e ripartiamo.
Il viaggio è ancora lungo. Ci fermeremo all'ora di cena.
