Libreria
Italiano
CapitolI
Impostazioni

02

NIKOLAI

"Partiamo boss?" mi chiede Ivan.

Annuisco e ci mettiamo in marcia.

Sarà un viaggio lungo fino a Mosca.

Ivan, Alexei e Dimitri. Loro sono stati i miei tre pilastri in questi anni.

Ivan era figlio del vice di mio padre ed è stato regalato a uno dei nostri ex nemici.

Ci siamo incontrati molte volte e siamo fuggiti assieme. È diventato il mio vice, è forte, coraggioso, furbo, ma soprattutto un amico leale.

Alexei si è unito a noi, era il figlio di una cameriera, era diventato uno degli uomini di fiducia di Segheiv Hurav, lo stronzo che ha ucciso mio padre assieme a Racovic e quindi uno di quelli che hanno segnato il mio destino.

Alexei non ha mai apprezzato molto i metodi di Sergheiv e quindi appena ha avuto una via d'uscita l'ha imboccata.

Ci ha aiutato a pianificare la fuga e ci ha anche aiutato ad uccidere quello stronzo.

D'allora siamo stati inseparabili.

Dimitri era il fratello di Zeira.

È con me da quando la sorella è stata uccisa.

Gli ho promesso vendetta. Ora che l'hai ottenuta non so se vorrà rimanere con noi o sceglierà una strada diversa.

"Sei sicuro della decisione di tenere in vita quei due?" chiede Ivan.

Alzo le spalle.

"Per te dovevo ucciderli?"

Lui sospira.

"Sarebbe stato più facile se lo avessi fatto.

Dimitri potrebbe non essere d'accordo sulla tua scelta.

Racovic ha ucciso la sorella..."

"Che era anche mia moglie" preciso.

"Sì, ma tu avevi molti nemici Nik. Lui solo questa famiglia, perché risparmiare quella ragazza?"

"La vendetta non mi ha dato la pace che cercavo. La morte è troppo poco per quegli stronzi. Voglio la paghino. Dovevo fare a loro quello che hanno fatto a me. Questa sarebbe stata una giusta vendetta. Ma ci ho pensato troppo tardi.

Sono morti.

Ma non lei. Lei è ancora viva.

Lei passerà quello che ho passato io. Soffrirà come ho sofferto io."

Ivan scuote la testa.

"Per una ragazza è più difficile.

Sai cosa le faranno se la vendi agli altri boss.

È così giovane... Lo merita davvero?' mi chiede Ivan

"Ero più giovane di lei quando lo stronzo di suo padre mi ha portato via tutto.

Avevo 16 anni.

Lei ne ha 18.

Ero figlio di un boss potente.

Mi sono ritrovato suo giocattolo.

Suo e degli altri stronzi dei suoi amici.

Non mi importa cosa le accadrà.

Se si sottometterà verrà certamente trattata bene.

È carina, qualcuno la comprerà, ma non permetterò accada subito, prima deve soffrire."

Annuisce ma non sembra convinto della mia risposta.

"Yuan Racovic ha chiamato, vuole sapere se ora che ti ha dato le informazioni che cercavi e suo fratello è morto, tu sei soddisfatto e smetterai di minacciare la sua famiglia."

"Invitalo a cena fra una settimana.

Se non si opporrà alle mie pretese sulla sua nipotina allora sì, non li tormenterò più, ma voglio dirglielo di persona, quindi non anticipare nulla."

Ivan sbuffa.

"Molto bene boss."

Ivan rimane in silenzio e io mi concentro sul computer che ho in mano.

Da lì posso vedere la ragazza perché c'è una telecamera nel furgone dove è rinchiusa.

La vedo lavorare molto per sistemare la ferita dell'uomo.

Poi si siede a terra con le braccia strette attorno alle gambe, in attesa.

Non si muove e non parla.

Con chi dovrebbe parlare infondo?

Gennaro è ancora fuori gioco.

Per molto tempo io continuo ad osservarla.

I suoi capelli sono lunghi e dorati.

Le arrivano alla vita.

Non vedo i suoi occhi in questo momento, ma so che sono di un leggero verde acqua.

È molto bella e delicata.

Non è truccata come molte ragazze della sua età, ma d'altronde non credo che nemmeno le sue coetanee si trucchino per dormire.

Penso alla mia prossima mossa.

Devo farle capire chi comanda, che mi appartiene e lo farò molto presto.

Intanto decido di lasciarla riposare per qualche ora.

Dopo un po' decido di lavorare.

Riesco a farlo per circa un paio d'ore, ma poi un movimento sulla telecamera mi distrae.

La ragazza è in piedi, sembra angosciata e sta battendo i pugni sul vetro che la divide con il guidatore e il passeggero che nel suo caso sono Dimitri e Alexei.

Chiamo quest'ultimo.

"Cosa succede?" gli chiedo.

"La ragazza dice che il suo paziente ha la febbre. Le serve un farmaco" mi dice.

"Lo abbiamo?"

"Sì, certo capo, devo darglielo?"

"Sì va bene. Più avanti c'è un autogrill.

Ci fermiamo.

Noi facciamo colazione,

Lei gli darà la medicina" dico.

"Bene boss" dice Alexei poi chiude la chiamata.

Deve aver informato subito Ariel perché la ragazza torna subito a sedersi nel suo angolo.

ARIEL

Non so da quanto sono in questo furgone.

Non ho orologi né qualcosa che mi possa aiutare a capirlo.

Gennaro è ancora svenuto e ha la febbre.

Fortunatamente i nostri rapitori cedono alle mie richieste e ci fermiamo.

Credo loro scendano ma io non mi muovo. Attendo che qualcuno mi porti la medicina di cui ho bisogno per aiutare Gennaro.

Me la porta Alexei.

"Ti serve aiuto per iniettargliela?" mi chiede.

"No, ti ringrazio, posso farlo da sola."

Dico accettando la siringa che mi porge.

Lui rimane ad osservarmi.

Quando ho finito gli consegno i vuoti.

Lui annuisce e si allontana.

Rimaniamo fermi per un po'. La mia porta si apre nuovamente poco prima di partire.

Due uomini alti dai capelli e barbetta scura caricano due casse pesanti.

Mi guardano con fare compiaciuto e mi chiedo cosa ci sia dentro quelle casse.

Dietro di loro intravedo Dimitri con uno sguardo che non mi piace molto.

Ovviamente faccio finta di nulla e continuo a rimanere con Gennaro.

Ripartiamo.

Più tardi sento dei lamenti provenire dall'uomo di mio padre e lui lentamente si riprende.

"La mia testa... Sembra stia per esplodere..." dice a fatica.

"Tieni, bevi un po' d'acqua, dovrebbe aiutare" gli dico aiutandolo a bere.

"Dove siamo?"

Alzo le spalle.

"Non lo so Gennaro... Siamo in viaggio da ore. Nikolai ha detto che ci porterà a casa sua" dico.

Gennaro sbuffa.

"Quindi siamo diretti a Mosca. Dobbiamo trovare il modo di scappare Ariel."

Scuoto la testa.

"Non c'è modo di farlo. Sono troppi e lui mi ha impresso il suo marchio."

Gennaro sembra molto sorpreso ma quando vede le lettere impresse sulla mia spalla impreca,

"Stronzo maledetto..!"

"Va tutto bene Gennaro. Affronteremo queste situazione, fuggire non servirebbe. Mi riporterebbero subito da lui."

"Ariel, tu non puoi stare qui. Ti farà del male..."

"Cosa altro posso fare?"

"Troveremo qualcosa, un piano..."

"Perché è così arrabbiato con noi? Alcuni uomini sembra mi odino ma io non ho fatto nulla a loro."

"Tu no, ma tuo padre sì.

Ariel, quello che dice quell'uomo non è una bugia. Davvero tuo padre ha ucciso sua moglie e anni prima aveva partecipato allo sterminio della sua famiglia. So che devono avergli fatto anche molto male.

E' stato maltrattato e torturato per anni'

Mi sento male per questa confessione.

"Quindi per te lui ha ragione di vendicarsi?"

"Sì Ariel, credo abbia avuto ragione ad uccidere tuo padre, ma non per il resto.

Una persona ti ha fatto del male? Ok, eliminala ma non uccidere la sua famiglia o altre persone innocenti.

E certamente non è giusto quello che vuole fare con te!"

Alzo le spalle.

"Non so cosa vuole fare, non l'ha detto.

Ha solo detto che sarò sua serva mi sembra.

Se vuole che pulisca la sua casa o altro lo farò..."

Gennaro ha un'aria seria. Troppo seria.

"Temo che non sarà solo questo Ariel.

Ci sono cose che accadono.

Cose da cui tuo padre avrebbe voluto proteggerti."

"Che genere di cose?" chiedo preoccupata.

"Potrebbe costringerti ad andare a letto con lui, i suoi uomini e anche con i suoi alleati.."

Lo guardo scioccata.

"Perché dovrebbe farlo?!"

Gennaro alza le spalle.

"Per vendetta o anche semplicemente perché può farlo. Devi fuggire Ariel. Non puoi rimanere qui!" Mi dice nuovamente.

"E dove mai potrei nascondermi Gennaro? Ho il suo marchio... "

"Andremo da un tatuatore, lo nasconderemo."

"Sì e poi se veniste presi? Non credo vi piacerebbe quello che accadrà."

Mi giro di scatto e vedo che il finestrino che ci separa dai nostri carcerieri è abbassato.

La risposta è arrivata da Alexei

"Io..."

"Non serve che ti inventi scuse, so cosa ho sentito ed è normale che ci pensiate.

Sappiate solo che se lo farete la vostra situazione peggiorerà.

Lei potrebbe venire portata subito dagli altri boss russi e credetemi quando dico che molti vedono di buon occhio la morte di Cian Racovic quindi non credo sarebbero molto delicati con la figlia, ne con uno dei suoi preziosi uomini."

"È solo una ragazzina. Ha appena compiuto 18 anni la settimana scorsa.

Tu pensi davvero che meriti quello che le sta per accadere?!" dice Gennaro.

Per un momento mi sembra di vedere un po' di tristezza negli occhi dell'uomo.

Ma nasconde subito quell'emozione.

"Non sta a me approvare o no tutto questo.

Ma sappi che se farete questo che hai detto quando verrete trovati vi pentirete di averlo fatto."

"Lo dirai al tuo boss?" gli chiedo.

Lui sospira e mi fa vedere un cellulare e una piccola telecamera che non avevo notato.

"È stato lui a dirmi di farvi smettere di parlare.

In caso contrario verrete divisi."

Annuisco senza aggiungere altro.

"Il capo ha detto inoltre che l'unica lingua ammessa d'ora in poi sarà il russo.

Non potrete parlare in italiano neanche fra di voi" dice Alexei.

"Gennaro lo conosce molto bene il russo" dico.

"Beh allora immagino dovrà stare zitto" dice Alexei chiudendo lo sportello.

Gennaro mi abbraccia.

"Andrà tutto bene" gli dico.

"Ti proteggerò malen'kiy (piccolina), anche a costo della mia vita."

Annuisco sperando che non dovremo arrivare a tanto.

"Era molto che non mi chiamavi così" gli dico sorridendo.

"Sarai sempre la mia piccolina anche se non ti chiamo così spesso così."

Scarica subito l'app per ricevere il premio
Scansiona il codice QR per scaricare l'app Hinovel.