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CAPITOLO 7

Autoerotismo con sorpresa

I palazzi della casa del sesso a Torino sono molto più ampi e molto più belli di quelli a Milano, mi piacciono, abiterei in quei palazzi da subito, certo ma non per lavorarci.

Valerio mi sta dicendo che hanno messo una clausola tra loro due, tra lui e Seth, nessuno può abitare in quegli appartamenti se non chi lavorerà per loro, così eviteranno in futuro tutto quello che è successo a me.

Seth ha veramente preso a cuore la mia situazione e vuole che non capiti a nessun’altra, ma deve capire che il problema non è chi lavora lì dentro, ma il padre.

Comunque apprezzo quello che ha fatto per me.

Mentre Valerio è occupato nella riunione, io uso una forcina per aprire la porta di un appartamento ed entro. Trovo il telefono e compongo il numero.

Delia: “pronto?”

Io: “Ciao Delia, mi chiamo Rebecca”

Delia: “chi sei?”

Io: “sono un’amica di Valerio, ti sto chiamando per lui”

Delia: “allora sei tu l’altra”

Io: “no Delia, io non sono l’altra, io sono la causa è vero, ma non perché me la faccio con il tuo ragazzo. Lui ha dovuto lasciarti, non l’ha fatto perché voleva farlo. Lui non può dirti il perché, è complicato, ma lo sta facendo per salvare la mia vita. Devi avere pazienza e provare a resistere, si risolverà tutto, io mi toglierò dalla vostra vita. Ma credigli, aspettalo”

Delia: “la mia vita non continuerà ad aspettare lui, io voglio vivere senza problemi, e se lui ha tutti questi problemi e sotterfugi allora non può essere l’uomo della mia vita. Mi dispiace, e sinceramente non so perché tu ti sia messa in mezzo, eviterò di dirlo a qualcuno. Ma non chiamarmi più, non voglio sentire mai più né te e né lui”

Riaggancio e esco dall’appartamento. Non credevo che potesse rispondermi così. Credevo lo amasse e ci tenesse a lui, ma a questo punto penso sia meglio che l’abbia lasciata. Comunque decido di dirlo a Valerio, che non la prende molto bene. Infatti non appena arriviamo a casa, si chiude nello studio e ci rimane fino al giorno dopo. Mi pento di non essere riuscita a fare qualcosa per lui, ma se ne farà una ragione, nel peggio sono riuscita comunque ad ottenere qualcosa.

Gli lascio il tempo di stare solo e riflettere sulle mie parole, ma penso che oggi devo supportarlo e farlo stare meglio. Ha bisogno di mangiare.

Quindi entro nello studio senza bussare e lo trovo sulla poltrona con in mano una bottiglia di scotch, che dorme. Lo sveglio e lui puzza di alcool, lo porto in bagno e gli ordino di farsi una doccia, ma non si muove e parla a stento. Così lo spoglio e lo metto sotto l’acqua fredda, in modo che si riprenda un attimo.

Apre gli occhi e non capisce cosa sto facendo, poi lo asciugo e lo metto sul letto. Mi blocca la mano e mi sussurra in modo assai poco comprensibile di rimanere per quella notte accanto a lui. Non voglio ma penso che è ubriaco e che non può farmi nulla di male. Così mi stendo accanto a lui e dormo.

La mattina dopo qualcuno bussa alla porta, né io né Valerio ci alziamo per andare ad aprire, sto bene sotto le coperte. Ma poi sento un tonfo e inizio a preoccuparmi, qualcuno ha buttato giù la porta di casa ed è entrato. Provo a svegliare Valerio ma niente, nessuna risposta, fino a che l’uomo che ha fatto irruzione a casa entra in camera.

È Seth. Tiro un sospiro di sollievo anche se la sua faccia sembra molto arrabbiata.

Seth: “alzatevi dal letto. Tutti e due!”

Valerio di scatto si tira su e scende dal letto, si guarda con indosso un pigiama e mi guarda stordito. La voce di Seth lo aveva portato subito in piedi, la mia no.

Io: “ ma ti sei impazzito per caso?”

Seth: “sono le due di pomeriggio! Nessuno dei due ha il telefono acceso ed oggi avevamo una riunione qui a Torino, dove mi sono dovuto presentare da solo. Poi vengo qui e vi trovo a letto insieme?”

Io: “non è come pensi!”

Valerio: “mi dispiace non so che dire Seth”

Io: “non abbiamo fatto nulla”

Seth: “qualcuno sa dirmi cosa è successo oppure devo farmelo dire dai fantasmi?”

Io: “ieri ho chiamato Delia dall’appartamento di uno dei dipendenti della casa del sesso, le ho detto che Valerio l’amava, e che l’aveva lasciata per altri motivi che non poteva dirle. Che lei avrebbe dovuto aspettarlo. Ma lei non ne ha voluto sapere, pensava che io fossi l’altra. Così dopo ho dovuto dirlo a Valerio, lui si è ubriacato, e io gli ho solo fatto una doccia fredda e l’ho messo a letto. Mi ha chiesto di rimanere e sono rimasta accanto a lui. Ma non è successo niente”

Seth: “Valerio ti avevo chiesto di….”

Lo blocca.

Valerio: “Non ho potuto non dirle nulla, anche se le avevo detto di non fare niente per me e Delia. Mi dispiace, mi sono fatto prendere dalla situazione”

Seth: “vi aspetto giù, sappi che dopo dobbiamo lavorare, quindi prenditi un antidolorifico se ti fa male la testa, ma dovrai recuperare. E per quanto riguarda te Rebecca, gradirei che non ci disturbassi”.

Ok, è arrabbiato, ma io non ho fatto nulla di male. Ho solo fatto quello che mi sentivo di fare per una persona gentile e buona come Valerio.

Ma va bene, non li disturberò, andrò a fare una passeggiata per il quartiere e magari andrò a comprare un pacchetto di sigarette, che ho voglia proprio di fumare ma ho finito quelle che avevo. Esco e prendo per sicurezza un ombrello, il tempo non è dei migliori oggi. Nel quartiere c’è un tabaccaio, quindi vado diretta lì. E fumando mi faccio un giretto tra i palazzi e mi ritrovo nella casa del sesso che non avevo visto l’altro giorno. Se non fosse stato per James, sarei stata bene a Milano. Anche se ho fatto sesso con una donna e ancora oggi non me ne capacito, mi sono sentita viva e solo da loro non mi sono sentita giudicata. Io giudicavo Ashley e chiunque lavorasse lì, ma loro non avrebbero mai giudicato me. Come avrebbero potuto? E questa cosa mi piace, perché nella stranezza delle cose, quelle persone sarebbero potute essere le persone che cerco, quelle persone che non ho mai conosciuto nel mio paese. Ma adesso sono a casa di Valerio, e sarà difficile poter fare amicizia con qualcuno. Non so neanche se Seth è d’accordo, ma dell’opinione di Seth non mi importa. È diventato più gentile e affabile con me, dopo tutto me lo deve, e mi piace quando mi tratta da persona normale, non mi piace quando vede in me una piccola bambina che sbaglia sempre e che vuole solo giocare. Io non sono così. Comunque decido di entrare nel palazzo, il sesso mi attrae molto, più di quanto avessi mai potuto pensare prima del mio arrivo a Milano.

Ad ogni piano si sentono grida e lamenti, lamenti di piacere si intende, ed io mi stringo, cercando di non pensare al sesso, di non pensare che purtroppo tutto questo mi piace.

Mi siedo sulle scale e sento qualcuno uscire da un appartamento. Bello e soddisfatto che se ne torna a casa, che non si fa problemi se è andato da una puttana, anche se quello che fa è legale, rimane sempre una puttana giusto? E penso invece alle cose negative di tutto ciò, e se quell’uomo avesse una famiglia? Dei figli? Non si vergogna di andare con un’altra donna?

Alla fine quelli non sono affari miei, dato che ognuno è libero di fare ciò che vuole. In questo momento ho la voglia di andare da Seth e chiedergli un lavoro. Il sesso come lavoro, che posso chiedere di meglio? E poi le scelgo io le persone, sono io che dico sì o che dico no. Ma poi ripenso a quello che ho passato per colpa della casa del sesso e la voglia si dissolve.

Rimango seduta per un po’ lì e poi torno a casa. Non ho pranzato, e neanche loro. Ma non ho fame.

Quando rientro nessuno dei due è in casa. Voglio farmi un bagno.

Così vado in camera e chiudo a chiave la porta e chiudo le finestre aperte. Vado in bagno e mi spoglio, ripenso alla casa del sesso e ai miei pensieri… mi guardo allo specchio, e mi guardo il seno, i fianchi morbidi, e ripenso ad Ashley, alle emozioni che avevo provato quando mi aveva toccata.

Nel bagno c’è anche una vasca e la riempio. Con del bagnoschiuma alla vaniglia. Entro dentro e l’acqua è calda, delicatamente calda.

Mi allungo e prendo la spugna, verso un po’ di olio profumato da una delle boccette e la sfrego tra le mani per insaponarla. Comincio a sfregarmi le braccia e farla passare delicatamente sul collo e il petto, immergendomi per togliere la schiuma. La faccio scivolare sui capezzoli inturgiditi e gemo. L’eccitazione è incontenibile. Sento la consistenza ruvida che mi gratta leggermente indurendomeli ancora di più, con l’altra mano li pizzico piano, una scarica elettrica si diffonde dal centro del mio corpo fino al cervello, immediata. Spingo la spugna più giù verso il pube.

La schiaccio sul clitoride e comincio a massaggiarlo con piccoli movimenti circolari, leggeri quasi impercettibili. Il piacere si diffonde lentamente, monta un po’ per volta, mentre contraggo tutti i miei muscoli per concentrare l’attenzione sul mio piccolo bottoncino. Apro le gambe quanto me lo consentono le pareti della vasca. La mia mano affonda sul monte di Venere, e inarco la schiena quasi a voler spingere verso l’esterno tutto il mio desiderio. Percepisco la consistenza della spugna che mi tortura il clitoride, le grandi labbra, e le accarezza morbidamente prima di concentrarsi di nuovo al centro.

Sento dei piccoli spasmi interni, un’agonia lenta che mi implora di arrivare all’orgasmo, di darmi sollievo. Inarco ancora di più la schiena mentre il movimento della mia mani diventa ormai frenetico, accecante.

L’orgasmo esplode e dall’entroterra sento come se ci fosse una presenza maschile lì, dentro il bagno, che mi guarda. Crollo come svenuta nella vasca, il fiato corto. E apro gli occhi.

Lì davanti a me, non c’era una presenza maschile, ce n’erano ben due.

Quando realizzo, mi copro subito con le mani quello che posso. Seth sembra sconvolto, Valerio esce immediatamente dal bagno. Seth mi passa l’asciugamano e va via anche lui.

Non so se scendere giù o fare 5 anni di vergogna in camera mia. Poi scelgo di affrontare la cosa subito e mi metto una tuta, giusto per divagare un po’.

Sono seduti sul divano e non c’è neanche il bisogno che sia io a prendere il discorso.

Valerio: “Rebecca, non pensavo che tu….”

Io: “io cosa?”

Valerio: “che tu facessi autoerotismo”

Io: “di cosa vi scandalizzate? Sono una ragazza in piena ormonale, che non ha uno sfogo al momento, e che ha sentito il bisogno di godere”

Seth: “ma smettila, ragazza in preda agli ormoni che si tocca da sola nella vasca da bagno. Lo vedrei bene come titolo della prima pagina di un quotidiano. Non è scandoloso, sei libera di fare quello che vuoi, è che gestiamo delle case del sesso, basta chiedere e non è un problema farti avere un maschio nella tua camera da letto”

Io: “ e voi invece, che siete entrati a fare nella mia stanza?”

Seth: “ ti stavamo cercando, dato che non rispondevi al telefono ed eri uscita pensavamo ti fosse successo qualcosa, poi abbiamo trovato la tua stanza chiusa e siamo entrati con la chiave di riserva, e poi il resto lo sai”

Io: “ vi ringrazio se vi siete preoccupati per me, dopo tutto quello che mi è successo è comprensibile, ma cazzo Seth, appunto dopo quello che è successo dovresti sapere che nella mia stanza un altro maschio non entrerà fino a che il ricordo della violenza di tuo padre non andrà via, ma questo non vuol dire che non voglia sentire delle sensazioni. E poi che mi giudichi? Sei stato quello che per primo mi ha detto che non dovevo giudicare le tue puttane.”

Seth: “non ti sto giudicando, ma va bene, io devo ripartire, adesso dato che stai più che bene posso tornarmene a casa. Valerio entro domani voglio quel file sulla mia mail. Ci rivediamo.”

Seth va via in batter d’occhio. Io e Valerio rimaniamo a fissarci per un po’.

Valerio: “sai mi sono preoccupato sul serio. Comunque ti capisco, capisco perché vuoi fare autoerotismo e perché non vuoi fare del sesso con un uomo. Mi dispiace, mi sento anche in imbarazzo”

Io: “non devi, grazie sul serio. Vado a preparare la cena”

Valerio: “ho ordinato qualcosa dal cinese, ti piace?”

Annuisco sorridendo. Dopo una ventina di minuti arriva il nostro cibo e mangiamo per terra, su una coperta mentre vediamo un film.

È vecchio, non mi ricordo bene il nome, ma credo si chiami i passi dell’amore. Perfetto per tutta la mia storia, dal sesso con Ashley all’autoerotismo.

Perché non posso avere un po’ di intimità, cazzo deve essere sempre presente Seth, in tutto. Non so, è da quando lo conosco che sa sempre tutto e da oggi posso dire che ha anche visto.

Valerio si è addormentato, lo sveglio per ricordargli del lavoro che Seth aveva richiesto. Si alza malvolentieri e va nello studio.

Io mangio delle patatine e ripenso a quello che è successo, mi viene il voltastomaco e vado in bagno a vomitare. Ho le nausee e le fitte alla pancia. Mi gira la testa.

Quando mi sveglio, dopo essere svenuta in bagno, sono in ospedale. Apro gli occhi e vedo ancora quelle due figure maschili, stavolta il loro volto è preoccupato, quello di Seth non so decifrare bene se oscilla di più sulla preoccupazione, o sul disprezzo.

Entrano due infermieri che controllano varie cose e poi mi guardano, le loro facce sono assai felici e sorridenti. Poi dicono qualcosa e devono ripeterlo più volte affinché io elabori la cosa e comprenda sul serio le loro parole.

Non voglio crederci però, voglio solo che tutto questo sia un brutto sogno. Pensavo che avrei potuto dimenticare ogni cosa e invece no, è lì dentro me, che me lo ricorderà per tutta la mia vita se dovessi prendere la decisione di tenerlo.

“lei è incinta signorina Vans, auguri!”

Incinta? E di chi? Di James, posso esserlo solo di James. Voglio urlare e scappare da quell’ospedale. Ma appena i due infermieri escono dalla stanza, riesco solo a piangere.

Seth esce, Valerio mi prende la mano e resta con me.

Fino a che non mi addormento di nuovo.

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