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02

Capitolo 2**

Seguo la strada che porta alla casa di mia nonna e torno sulla strada principale prima di camminare con il cavallo per qualche minuto, finché non vedo un sentiero che inizia.

Cambio rapidamente la direzione del cavallo per seguire il sentiero, che spero mi porti a qualche tipo di servizio. Dopo circa 15 minuti senza successo, comincio a perdere la determinazione, prima che il cavallo si fermi davanti a un piccolo lago.

Mi faccio una smorfia, forse se continuo ancora per un po’, mi fermerò e tornerò a casa prima che si faccia buio.

Do al cavallo una piccola spinta per incoraggiarlo a attraversare il lago. Lui obbedisce e sento l’acqua urtare contro le caviglie mentre il cavallo schizza rumorosamente attraverso il lago poco profondo per arrivare dall’altra parte.

Quando finalmente attraversiamo il lago, il moi telefono si illumina e con mia grande gioia vedo qualche barra di segnale comparire nell’angolo. Chi l’avrebbe detto che attraversare un lago avrebbe fatto tanta differenza ?

Sorrido, tolgo il casco, forse dovrei trovare un posto dove sedermi e dare una pausa al cavallo prima di sfruttare la connessione.

Muovo rapidamente il cavallo, sapendo che posso passare almeno un’altra mezz’ora sul moi telefono prima di dover tornare indietro.

Stavo per sistemarmi quando sento un ramo spezzarsi un po’ più avanti. Il cavallo su cui sono si fa un passo indietro, come se fosse spaventato.

Sospiro, accarezzando il cavallo per cercare di calmarlo, sarà stato probabilmente solo il vento.

La mia testa si gira quando sento di nuovo il rumore di un ramo che si spezza, ma questa volta è molto più forte e molto più vicino.

Forse non dovevo venire qui da sola.

Sento un altro rumore, seguito da un ringhio basso e profondo che fa iniziare a rumoreggiare il cavallo.

I miei occhi si spalancano per la paura, prima di vedere qualcosa di nero correre tra gli alberi. Poi sento il cavallo fare un salto improvviso senza preavviso, facendomi volare via dalla sella e cadere pesantemente a terra, con la testa che batte contro una grossa roccia, prima che tutto diventi nero.

Un forte odore dolce riempie il moi naso, un profumo maschile e di legno.

« Compagna » una voce ringhia, appena udibile, facendomi battere il cuore a mille. C’è qualcosa che mi attrae in questa voce, voglio sentire ancora di più, è rassicurante, mi piace.

« Dovrebbe riprendersi presto, Alpha, forse in un giorno o due » una voce metallica risponde, facendo aumentare il battito della mia testa.

« Non dovrebbe essere sveglia già ? » Una voce profonda sbotta, e questa volta la voce diventa più forte, è la stessa voce profonda di prima, è tornata.

« Ha preso un colpo forte alla testa, Alpha, è umana, lascia che guarisca » risponde un’altra voce, appena udibile.

Cosa voleva dire con « umana » e « dare tempo a guarire » ? Guarire da cosa ?

Sento le palpebre tremare e lentamente le apro, trovandomi sotto un soffitto bianco, poi sposto lo sguardo e vedo i miei dintorni. I miei occhi sono pesanti, ma riesco a riconoscere alcuni oggetti nella stanza.

Mi accorgo che sono sdraiata su un grande letto d’ospedale, con un ago che spunta dal moi polso. Questo conferma la mia ipotesi : sono in ospedale, ma non ricordo come ci sono arrivata.

Cerco di sollevare la testa, ma vengo subito colpita da un dolore lancinante che mi fa gemere, dove mi trovo ? Dove sono mia madre, moi padre, mia nonna e Kyle ?

Se sono in ospedale, dovrebbero essere qui, no ? Comincio a sentirmi agitata mentre realizzo che sono completamente sola e non ho idea di dove mi trovi.

Guardo il moi polso dove c’è l’ago IV, sussulto, poi afferro l’ago e, chiudendo gli occhi, lo tiro fuori dalla pelle, facendomi scappare un urlo.

In un istante, la porta della stanza dell’ospedale si spalanca, e due donne e un uomo entrano correndo, con gli occhi spalancati dallo shock mentre mi guardano.

Ma non mi fissano a lungo, si mettono subito in movimento, afferrando l’ago IV che avevo appena rimosso e cercando di afferrare il moi polso per rimetterlo a posto.

Urlo forte in protesta mentre cerco di liberare il moi polso dalla loro presa, ma è inutile, sento che tutta la mia energia è stata risucchiata, mentre mi trattengono, come se i miei urli e calci non li toccassero minimamente.

« Dobbiamo trovare qualcosa per calmarla, ho già parlato con l’Alpha, ma non arriverà prima di un’ora » dice preoccupato l’uomo mentre continua a tenermi i polsi, riuscendo finalmente a rimettere l’ago IV.

« Non abbiamo nulla che possa andare bene per lei, tutto è troppo forte » si preoccupa una delle infermiere mentre cerca tra i ripiani.

Mi dibatto per liberare i polsi dalla presa dei medici, e quando il dottore guarda l’altra infermiera che mi tiene ferma, annuisce.

In un movimento rapido, mi legano i polsi con una stoffa, attaccandoli ai pali del letto, bloccandomi.

Urlo ancora prima di arrendermi, lasciandomi cadere sul letto, respirando a fatica.

« Luna, va tutto bene, l’Alpha arriverà presto » sorride gentilmente una delle infermiere, prima che l’altra infermiera, che ora capisco chiamarsi Gene, la sgridi mentre si allontana.

« Non confonderla ancora di più, poverina, sarà terrorizzata » rimprovera l’altra infermiera, facendo un sospiro mentre mi guarda.

L’infermiera più giovane, che ora so essere Gene, annuisce e si gira a guardarmi una volta di più, prima di lasciare la stanza.

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