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Capitolo 5: La palestra

Varcò la soglia della palestra e chiese alla reception dove si trovasse il suo coach. Le indicarono di andare verso le spalliere. Liam, questo era il nome del suo personal trainer, era vicino ad un gruppo di ragazzi. Erano tutti alti con corpi possenti. Si avvicinò con cautela.

- Cerco Liam. -

I ragazzi si fecero da parte per cederle il passo. Il ragazzo di fronte a lei le dava la schiena.

- Ciao Liam, io sono Kiara... -

Il ragazzo si voltò. Indossava una tenuta sportiva color cobalto: canottiera e pantaloncino corto sopra il ginocchio, scarpe da ginnastica azzurre, polsini neri. I capelli lunghi mori erano raccolti in un codino sulla nuca e stretti in una fascia, gli occhi castani la analizzarono.

- Non ci siamo. - secco e deciso.

- Come scusi? -

- Troppo grasso. -

Kiara lo guardò male e incrociò le braccia al petto.

- Se comincia così, me ne vado subito. -

Il ragazzo la guardò dritta negli occhi.

- Prima di poterti allenare dobbiamo togliere il grasso, altrimenti sarà tutto inutile. E comunque dammi del tu, ho solo venticinque anni. -

Kiara lo fissò senza dire nulla.

- Per fare un lavoro fatto bene, prima bisogna asciugare il corpo e poi si può cominciare a lavorare sul muscolo. Che cosa vorresti? Mettere su massa muscolare o semplicemente tonificare e rassodare la roba molle? -

Zero tatto, ci mancava solo questo. Kiara aggrottò la fronte.

- Vorrei solo diventare più magra. -

- Quanto pesi dolcezza? -

Kiara lo fulminò, dolcezza? Ma come si permetteva questo?

- Poco meno di cento.... -

- Puah! - una smorfia di disgusto comparve sulla sua faccia.

Kiara si voltò in direzione dell’uscita. Il ragazzo le afferrò il braccio e la fermò.

- Scusami, sono stato indelicato, ma in queste cose bisogna essere diretti. Io vado dritto al dunque, non mi interessano le chiacchiere frivole che piacciono a voi adolescenti. -

Kiara sgranò gli occhi. Se quelle erano delle scuse, erano davvero pessime. Okay, muoversi, doveva tagliare la corda. Fece per andarsene, ma Liam non accennava a mollare la presa.

- Dove stai andando? - chiese con fare interrogativo.

- A casa? - rispose esasperata Kiara.

- Non ti ho detto di andartene. -

Questo è fuori.

- E io sì! Voglio andarmene. Se permetti. - Kiara strattonò il braccio.

Nulla da fare. La mano del ragazzo era d’acciaio e non c’era modo di divincolarsi.

- Mi hai offesa in ogni modo possibile, ora posso andare? - gli occhi cominciarono a bruciarle.

- E dove? A piangere perché ho detto la verità? -

Kiara lo guardò con odio.

- E anche se fosse, è un problema mio. -

- Ragazzina, la vita è fatta di sacrifici, se scappi appena qualcuno dice qualcosa che ti ferisce, non crescerai mai. Rimarrai la bambina che dimostri di essere se uscirai da quella porta. -

Quelle parole la colpirono come uno schiaffo. Liam allentò la morsa sul suo braccio e lasciò che fosse lei a decidere. Kiara alzò il mento in segno di sfida.

- E mi dica allora, sua grazia, come dovrei procedere? -

Liam sogghignò e le fece cenno di seguirlo. Si diressero verso un banco e il ragazzo andò dietro a prendere dei fogli.

- Questa è la scheda con le istruzioni per i cibi che potrai mangiare per il prossimo mese. -

- Eh? - Kiara pensò di aver capito male.

Guardò i fogli e lesse con noncuranza.

- Immagino che alla vostra età si mangi molto cibo spazzatura. Ecco, quello lo devi completamente eliminare. Fumi? Bevi? -

- Non ho mai fumato... -

- Ma dai! Io alla tua età ero una ciminiera, poi ho smesso e guarda qua che bel pezzo di manzo che sono. -

Kiara scosse la testa, ma abbozzò un timido sorriso.

- Dicevamo, bevi? -

- Poco e niente. -

- Mmm non male. L’alcol non va d’accordo con lo sport. Trattiene i liquidi. Invece c’è bisogno di ritenzione liquida. Non ti allenerò tutti i giorni, decideremo insieme in base ai tuoi impegni. Studi? -

- Sì e lavoro. -

- Ah sì? E dove, se posso chiedere. -

- Al bar del gatto nero. -

- Bello! Ci sono stato tempo fa, ma non ti ho vista. -

- Lavoro lì solo da qualche mese... -

- Vorrà dire che ti verrò a trovare e a controllare, così mi assicurerò che tu non faccia la furbetta. -

Questo ragazzo aveva il brutto vizio di interromperla mentre parlava. Gli avrebbe volentieri staccato la testa a morsi, ma si trattenne dal farlo.

- Per oggi è tutto. -

Kiara lo seguì con lo sguardo, attonita.

- Come è tutto? Non mi alleni? - disse alzando la voce per farsi sentire sopra tutto il brusio.

Liam si voltò e le sorrise.

- Decisamente no. Ci vediamo qui tra una settimana e mi dirai come sei andata con la dieta. -

Kiara era basita. Non si aspettava nulla di tutto ciò. La chiacchierata appena conclusa le lasciò addosso molte emozioni. Era arrabbiata, nervosa e soprattutto disorientata. Sbuffò sonoramente. Si mise la borsa in spalla e si avviò verso l’uscita. Aveva comprato una tuta nuova e non le era nemmeno servita. La rincuorò il pensiero che sarebbe tornata utile più avanti. Una volta tornata a casa lesse con più attenzione i fogli. Non era proprio una dieta come si era aspettata. Era più un elenco di cibi e le proprietà che avevano. Non erano indicate le dosi e nemmeno l’elenco dei pasti. Poteva mangiare tutto di tutto e quante volte avrebbe voluto? C’è qualcosa di strano. Per quella settimana si limitò a mangiare carne e pesce, senza esagerare. Si informò da sola sulle quantità, rinunciò alla pasta e ai carboidrati. Pensò di mangiare le verdure sia cotte che crude a seconda dei benefici che avrebbero potuto apportare. Integrò il restante con frutta di stagione e frutta secca.

***

- Mi spieghi perché non ci sono le quantità su questa scheda? -

Liam era impegnato col bilanciere e per poco non gli cadde su un piede, lasciandolo monco. Kiara era apparsa dal nulla ed era dietro le sue spalle. Non l’aveva vista, né sentita arrivare. Poggiò il bilanciere per terra, tolse le auricolari, raccolse l’asciugamano e se lo mise intorno al collo. Prese la borraccia e bevve un lungo sorso. Kiara attese con pazienza la sua risposta e nel mentre lo scrutò con interesse. Questa volta il ragazzo indossava una maglia arancione a maniche corte, pantaloni neri della tuta felpati, scarpe da ginnastica abbinate nere e arancioni, e gli immancabili polsini neri.

- Perché così nessuno muore di fame. -

Kiara non capì.

- Sulla scheda sono indicati solo i cibi che hanno sia delle funzioni nutritive che integrative, come vitamine, proteine, lipidi, grassi, carboidrati, sali minerali, acqua. Sei tu a scegliere quelle che ritieni più salutari e la quantità. - spiegò Liam.

Kiara annuì, ma era ancora confusa.

- Non facciamo schede o diete che impongano di non mangiare certi cibi, è controproducente e si rischia solo che uno abbia ancora più fame e sia tentato dal mangiare qualsiasi cosa, soprattutto zuccheri o grassi. -

Liam la guardò in attesa che Kiara rispondesse, ma pareva ancora perplessa.

- Se preferisci ti faccio una scheda in cui ci sono sia i cibi, che le dosi, che le quantità giornaliere. -

- Sarebbe gradita. -

- Che cos’hai mangiato questa settimana? -

- Beh, ho cercato di non mangiare la pasta. Ho provato col pesce e con la carne. Le verdure erano sia cotte che crude e per finire la frutta. -

- Sono colpito. – Liam emise un fischio di ammirazione.

- Beh, pensavo che ti saresti abbuffata su tutto ciò che avresti trovato, invece mi hai stupito. -

Kiara sorrise vittoriosa, ma Liam la frenò subito.

- Non basta. -

- Come non basta? Ho cercato di seguire i cibi indicati, mi sono anche documentata su internet.... -

- E hai fatto bene! Ora quello che ci vuole, oltre alla curiosità, alla perseveranza, è l’allenamento! -

Kiara tirò un sospiro di sollievo. Si riferiva a quello.

- Adesso sei disposto ad allenarmi? -

- Certo, vai a cambiarti che si comincia. -

Kiara andò nello spogliatoio e, mentre indossava la tuta, si chiese perché Liam non le avesse spiegato tutto dall’inizio. Forse voleva che fosse lei la prima ad informarsi, a crederci davvero e, soprattutto, che fosse la prima a mettersi in gioco. Aveva funzionato. Dandole poche informazioni era stata costretta a muoversi in autonomia, mettendosi alla prova. Scosse la testa e ridacchiò. Forse questo allenatore non era così male rispetto a come si era presentato la prima volta. Cominciarono con le basi. Dieci minuti di cardio, poi spalliera, elastici, fit ball per concentrarsi e stare in equilibrio, crunch e plank. Era passata un’ora e Kiara e madida di sudore.

- La prossima volta porta un asciugamano e magari una borraccia. Se vuoi ti posso consigliare qualche sale minerale da sciogliere nell’acqua per reintegrarli. -

Kiara non aveva più forze e si limitò ad annuire.

- Abbiamo finito. Ora va’ a lavarti che puzzi come una capra. - rise Liam.

Kiara arrossì. Era seduta a gambe aperte e lui chinato di fianco a lei sulle punte. Lo guardò meglio. Il naso era dritto con una leggera gobba, sopracciglia fini e lunghe, labbra sottili, mandibola tonda. Non era un viso molto armonioso, ma l’insieme lo rendeva decisamente carino. Liam fece per dire qualcosa, ma si trattenne. Sospirò e Kiara si voltò dall’altra parte. Un pizzico di delusione mista a malinconia fece capolino sul viso del giovane. La ragazza cercò di ricordarsi il motivo della sua scelta e pensò intensamente a Jacob.

- Come mai hai deciso di allenarti? -

Kiara ci pensò un attimo e ponderò le parole. Non voleva risultare banale o scontata.

- E-ecco, io avevo già provato tempo fa a venire in palestra. Non mi piace il mio fisico e pensavo che, diventando più magra, avrei accettato il mio corpo. Purtroppo non ha funzionato. -

- In che senso? -

- Nel senso che ho mollato subito. Non ho trovato la giusta motivazione. -

- E ora l’hai trovata? -

- C-credo di sì. -

Liam attese che aggiungesse qualcosa. Kiara ridacchiò e lui la guardò senza capire, ma si unì alla sua risata.

- Un ragazzo mi ha detto che sono carina. -

Liam ammutolì immediatamente.

- È questa la tua motivazione? Un ragazzo che ti dice che sei carina? - sembrava arrabbiato.

- Cos’ho detto di male? - Kiara lo fissò con rammarico.

- Lo sapevo. Per voi è tutto così facile, così immediato. -

- Stai scherzando vero? - Liam la guardò in cagnesco.

- Sai quanto ci ho messo per avere questo fisico? Ci vuole tanto impegno, tanta costanza e soprattutto tanta determinazione e non serve il commento di qualcuno per influenzare le nostre scelte. Certo, può aiutare, ma non può essere la sola motivazione a spingerci avanti. -

- I-io non volevo... -

- Ragazzina, non voglio che tu lo faccia per qualcun altro, ma solo per te stessa. E se questo ipotetico ragazzo l’avesse detto tanto per dire? -

Ecco, di nuovo quel dubbio che si faceva strada nella mente di Kiara.

- Cosa succederebbe nel caso in cui tu non piacessi a questo ragazzo? Sarebbe tutta fatica sprecata! E anche se dimagrissi in tempi record, sei davvero sicura che lui ti aspetterebbe a braccia aperte e fiero dei progressi che hai fatto? -

Gli occhi di Kiara si velarono di lacrime. Liam se ne accorse e si alzò.

- Quello che voglio dirti è che tu sei già meravigliosa di tuo, l’ho capito la prima volta che ci siamo visti e il fatto che tu sia tornata oggi, dimostra la tua forza di volontà, sebbene io ti abbia offesa e accusata. Per tutta la lezione non hai mai obiettato e nemmeno ti sei lamentata. Ovviamente, se hai intenzione di proseguire su questo cammino, ci sarà parecchio da fare, ma sappi che io ti supporterò. -

La lasciò lì seduta e se ne andò. Kiara raggiunse gli spogliatoi e si infilò sotto la doccia, pensando alle parole di Liam. Non aveva proprio peli sulla lingua e di certo non le mandava a dire. Apprezzò la sua sincerità e decise di farne tesoro. I momenti difficili sarebbero sicuramente arrivati e ricordare quelle parole l’avrebbe spronata a dare il suo meglio.

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