Capitolo 9
Leon
Il modo in cui Duda cercava di scaricarmi era comico. Non mi conosceva abbastanza per sapere che io, Leon Vitorino, non rinuncio mai a ciò che voglio, e a come voglio questa ragazza!
Quando arriviamo alla clinica di cui parla Vanessa, metto la mia regina sulla sua sedia e do un'ultima occhiata a lei, che mi fissa. Avrei voluto prenderla di nuovo tra le braccia e baciarla fino a quando non avremmo finito l'aria.
Pago l'appuntamento, mentre Vanessa va a prendere la borsa di Duda con la sua documentazione. Vengo portata con la mia regina nello studio medico e in breve tempo Duda viene visitata dal dottore.
Due cose hanno attirato la mia attenzione: Duda non voleva farsi visitare dal medico, anzi impallidiva, come se avesse la fobia del medico.
L'altra cosa è che il medico la guardava in modo poco professionale e questo non mi è piaciuto per niente. Quando la tocca, non riesco a sopportarlo e dico: "C'è qualche problema, dottore?
- C'è qualche problema, dottore? - Vedo che le sue mani si avvicinano al seno.
- Niente, sto solo esaminando!
- Allora usi lo stetoscopio invece delle mani, per favore! - Chiedo, volendo afferrare questo medico per il colletto.
- Oh, sì, certo! - si scusa, imbarazzato.
Il medico le mette il dispositivo di pressione sul braccio e io lo osservo come se fossi un falco che protegge ciò che è suo. Ho capito che questo medico si era interessato alla mia regina, e non lo permetterò.
- Allora, dottore, come sto? - chiede la mia regina.
- Molto bene!
Sono sollevata.
- Bene!
- Non te l'avevo detto? - dice con rabbia, e io faccio spallucce.
- E io ti ho detto che mi prendo cura di ciò che è mio! - dico, chiarendo che la mia regina è mia. Il dottore mi guarda e capisce che questo è per lui.
- Beh, stai bene! È stato un semplice calo di pressione.
- Grazie, dottore! - lei lo ringrazia. Mi alzo e la aiuto a rimettersi in piedi. Usciamo dalla stanza dello stronzo e, appena raggiunta la porta d'ingresso, scorgiamo Vanessa, che ci guarda e dice:
- C'è qualche problema?
- Leon pensa di possedermi", commenta, continuando a guardarmi accigliata.
- E tu pensi che io non lo sia? - La prendo in giro, amando vedere il fuoco nei suoi occhi.
- Per l'amor di Dio, hai intenzione di litigare qui?
- Non sto facendo nulla! - Mi difendo.
- Vane, dovevi vedere Leon che parlava con il dottore, piuttosto stupido.
- Stupido! Stavo cercando di toccargli il seno - mi difendo di nuovo. È mia moglie e nessuno tocca ciò che è mio.
- Mio Dio, sei serio! - dice lei, arrabbiata, e se ne va davanti a me tutta furiosa, e io muoio dalla voglia di inseguirla. Ma Vanessa mi trattiene:
- Non è possibile!
- Cosa? Non ho fatto nulla di male.
- Leon, cerca di controllare il tuo possesso!
- Non posso!
- Devi farlo tu!
- Vanessa, cosa mi stai nascondendo?
- Non è una cosa di cui posso parlare con te!
- Vanessa, Duda è in buona salute, vero? - Mi preoccupo.
- Sì, sta bene!
- Sai che tua sorella mi piace!
- Lo so! E lo sa anche lei, ma non lo dà a vedere.
- Cosa devo fare, allora? - chiedo, quando riusciamo a raggiungere la mia regina in gelateria.
- Sii paziente", dice lei, come se fosse facile.
- Ci proverò!
- Grazie!
Appena arrivati, la mia regina stava mangiando un gelato e la sua espressione di piacere fece entrare il mio cazzo in modalità attiva.
- Dannazione..." Gemo, guardandola mentre si passa la lingua tra le labbra, facendomelo diventare durissimo.
- C'è qualche problema, signor Vitorino? - chiede Duda, provocatoriamente. Oh, vorrei dire di sì, sei tu il mio problema, donna! Non hai idea di quello che mi stai facendo.
- Nessun problema", grugnisco dentro di me, geloso della tua lingua.
- Che bello! Non vuoi niente?
- Capisco", risponde Vanessa. Il suo cellulare squilla e lei si scusa per rispondere, lasciando noi due da soli.
- Allora, è bello?
- Cosa è buono?
- Questo gelato!
- Sì, molto buono, dovresti ordinarlo!
- Oh, allora ne prendo un po'!
- Vai alla cassa e paga.
- Non capisci, vero?
- Dipende da cosa sta cercando di farmi capire... Mi piacciono le sue risposte rapide.
- Voglio provare le tue! - Le faccio l'occhiolino e lei diventa rossa? Mi piace vederla arrossire.
- No!
- Perché no?
- Perché nessuno tocca il mio gelato, è tutto mio! - ripete la mia frase, con qualche modifica.
- È buffo che tu dica questo!
- Cosa c'è da ridere?
- Quello che è tuo è mio! E, come ho già detto, tu sei mia! - Vedo il gelato che le cola dalla bocca e ci passo sopra un dito, sentendo il tocco morbido delle sue labbra, lo avvicino al mio e commento: - Gelato e Duda, una miscela deliziosa.
Lei mi guarda come se fosse scioccata da quello che ho detto, e presto il suo viso diventa più rosso perché capisce.
- Sei un cretino, sei un maleducato", si trattiene la lingua.
- Sei bellissimo! - Rispondo al suo "complimento", mi faccio coraggio e chiedo: "La tua bocca è saporita come il suo proprietario? - la mia voce esce roca.
- Mio Dio, amico! - esclama lei, non divertita e ancora rossa.
- Cosa
