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03

CAPITOLO 03**

**FINNICK GREEN**

Non mi sono proprio fatta la pipì addosso, penso che morirei subito se succedesse, ma la mia faccia era diventata rossa come un pomodoro e i miei organi si erano sciolti in una pozza. Non riuscivo nemmeno a muovermi da dove ero, visto che i miei muscoli avevano deciso di andarsene. Il cuore mi batteva così forte che mi faceva male la testa, inghiottivo lentamente.

Killian stava in piedi, il tipo che stava picchiando penzolava dalla sua collana che Killian teneva ben salda nel suo grosso pugno. Io ero stesa sulla schiena ai piedi di Killian, gli occhiali storti per l’impatto di quello che era successo. Il cuore mi saltò in gola quando lui lasciò il tizio dalla sua presa e questo cadde, ma si rialzò rapidamente e corse via. La folla guardava con tale intensità, curiosità e occhi a palla che cominciava a farmi sentire a disagio e l’ansia mi saliva in gola, pronta a trasformarsi in un attacco di panico.

Iniziai a respirare affannosamente da sola mentre cercavo di mettere il cuore e i nervi sulla stessa lunghezza d’onda. Non posso avere un attacco di panico davanti a tutta questa gente. Non posso vergognarmi così e diventare conosciuta come una matta. Non posso, non posso…

I miei occhi scorrevano intorno, incontrando quelli di tutti quelli che guardavano la scena, e il moi petto si stringeva ancora di più. I miei occhi si posarono su Killian e mi fermai quando vidi i suoi occhi neri diventare queste orbite azzurre chiare che non avevo mai visto prima nella mia vita. Il moi cuore si calmò da solo e il respiro divenne gradualmente normale.

Strizzando gli occhi, riuscivo a vedere un breve lampo di indecisione nei suoi occhi, ma sparì appena lo notai e lui si girò, iniziando a camminare via. La folla si spostava velocemente, cercando di farsi strada, e molti si urtavano e cadevano solo per evitare di sfiorarlo. Mi abbassai un po’ e iniziai a sentirmi dispiaciuta per lui. Il moi cuore si strinse, conoscevo bene quella sensazione.

Qualcuno mi scosse le spalle e mi voltai a vedere Kai. Mi sollevò e mi spazzolò la borsa.

« Cavolo, non ho mai visto niente del genere prima d’ora, » disse con un sorriso giocoso.

« Cosa ? » gli chiesi, completamente confusa.

Mi mise un braccio attorno e iniziammo a camminare insieme.

« Quello che intendo è che o la fortuna è dalla tua parte o lui era stanco, » mi bloccò con un’improvvisa presa e io tossii, sentendomi soffocare, cercando di liberarmi dalle sue braccia intorno al collo.

Mi lasciò improvvisamente andare e iniziò a camminare a ritroso davanti a me. Mi stropicciai il collo dolorante e cercai di lanciargli uno sguardo minaccioso, ma sembrava assolutamente innocuo e lui lo capì dal sorriso che aveva sul viso.

« Cavolo, Bolt, deve essere magia da nuovo arrivato, » rise tra sé, « qualsiasi tizio che riesce anche solo per un momento a fermarlo dallo sbranare la sua preda diventerebbe anche lui preda. »

Non sapevo cosa rispondere, potevo solo soffiare i miei riccioli dagli occhi e inciampare nel processo, facendomi arrossire lievemente e corrugare la fronte. Kai rise forte, con quasi le lacrime agli occhi. Era sempre così sorridente, lo guardai e ammirai quanto sembrava spensierato.

« Mi trovi carino ? » disse improvvisamente e i miei occhi si spalancarono, le guance che si colorarono.

« C-cosa ? » balbettai, cercando di ignorare la sua affermazione.

« Voglio dire, so che sono attraente, ma non c’è bisogno di fissarmi così tanto, Bolt, » sorrise furbo e io gli allungai la mano per colpirlo sulla spalla.

« Stai zitto, » mormorai.

Rise ancora una volta e si girò iniziando a camminare con me. Il moi sguardo si sollevò per guardarlo mentre ricordavo che dovevamo andare a lezione.

« A che ora è ora ? » gli chiesi in fretta.

Prese il telefono e controllò l’orario. Alzò le spalle.

« Terza ora, » disse indifferente.

Tirai velocemente fuori il moi programma dalla tasca e controllai in quale classe avrei dovuto essere. Dovrei essere in Fisica adesso e, guardando il suo telefono, eravamo già in ritardo di quindici minuti. Andai nel panico naturalmente e lo guardai.

« Sai dove si trova l’aula 313 per Fisica ? » gli chiesi e i suoi occhi si illuminarono.

« È la mia classe, » mi disse, prendendo il moi programma senza permesso e sbirciandolo velocemente.

Avrei brontolato per le sue abitudini maleducate, ma ero più preoccupata di fare una cattiva impressione sui professori che mi avrebbero insegnato quest’anno per il fatto di essere in ritardo. Lui sorrise.

« Sembra che ci vedremo spesso, Bolt, » il suo sorriso si trasformò in un ghigno, « e anche Killian. »

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