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Capitolo 1

Sei mesi prima…..

Il sole che entra dalla finestra mi costringe ad aprire gli occhi. Per un attimo sono disorientata e non capisco nemmeno dove mi trovo, ma basta un secondo e ricordo tutti gli eventi degli ultimi giorni.

Sono a Roma, nel nuovo appartamento che divido con la mia amica Desirè. È domenica e significa che domani iniziano i corsi all'università.

Mi volto per osservare l'espressione beata della mia coinquilina che dorme ancora. Deve essere sfinita! Ieri sera abbiamo deciso di festeggiare il mio arrivo in città girando per locali tutta la notte e siamo ritornate a casa alle prime luci dell'alba.

Osservo l'ambiente che mi circonda: la stanza è piccola, ma accogliente. Ci sono due letti vicini separati da un comodino, un armadio abbastanza grande per entrambe, un divano letto, la televisione e la scrivania su cui giacciono abbandonati i nostri libri di scuola e i computer. In questo momento la stanza è un casino con i nostri vestiti sparsi ovunque.

Ovviamente questo appartamento non è nemmeno lontanamente paragonabile alla villa di famiglia dove abitavo a Londra oppure alla casa di Desirè: ma ci basta.

Non potrei essere più felice di essere qui con lei. Siamo amiche da quando eravamo molto piccole e passavamo insieme tutte le estati. I miei genitori venivano in Italia per lavoro ed è cosi che ho conosciuto questa splendida ragazza. Non mi ha mai deluso e ora come ora è l'unica persona di cui mi fido.

Perciò quando mi ha proposto di fare l'università insieme e di condividere un appartamento non ci ho pensato due volte.

Del resto io volevo solo una scusa per scappare da Londra e mettere una certa distanza tra me e la mia famiglia. Loro non hanno mai appoggiato le mie scelte e quando gli ho detto che volevo studiare legge e non medicina, si sono mostrati molto delusi dal mio atteggiamento e hanno iniziato a impormi un sacco di limiti.

Gli voglio bene, tanto bene, darei la vita per i miei genitori e so che loro farebbero lo stesso, ma ho deciso di essere libera e voglio imparare a contare solo su me stessa.

Prendo il telefono appoggiato nella borsa sul comodino e guardo l'ora: le undici e mezza.

"È ora di alzarsi" dico a Desirè "ci aspetta una giornata impegnativa".

Lei apre i suoi intensi occhi color cioccolato, mi guarda e mi sorride. Quindi salta giù dal letto e inizia a mettere in ordine la stanza.

La guardo e la invidio perché ha sempre così tanta energia, ma poi la imito e iniziamo a discutere su come affrontare il resto della giornata.

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