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Capitolo 6: Enzo è stato rapito!

Un gelo, più tagliente di qualsiasi insulto, pervase Beatrice. Non era la rabbia di Massimo a paralizzarla, ma l'atroce, familiare prevedibilità di quella scena.

Massimo Visconti si era precipitato immediatamente accanto a Sofia Silvi. Le prese la mano e, osservando la pelle arrossata, la preoccupazione nei suoi occhi era palese.

"Come ti sei fatta male di nuovo?"

Beatrice era rimasta ferma al suo posto. Anche se aveva ormai scelto di chiudere quella relazione, il suo cuore non poteva fare a meno di soffrire.

Guardò Massimo mostrare così tanta sollecitudine per Sofia, senza nemmeno degnarla di uno sguardo, come se lei fosse solo una presenza insignificante.

Sofia si appoggiò al petto di Massimo, le lacrime le scorrevano lungo le pallide guance, la voce era flebile.

"Ero solo troppo in ansia..."

Un sorriso sarcastico comparve sulle labbra di Beatrice.

Ancora una volta la solita recita della poveretta, eppure Massimo ci cascava sempre, credendole ciecamente.

Ai suoi occhi, Sofia era fragile, bisognosa di protezione, mentre lei, Beatrice, poteva essere ignorata.

In realtà, se solo Massimo si fosse degnato di abbassare lo sguardo, avrebbe visto che anche sulla sua caviglia c'era una vasta area di pelle ustionata e arrossata.

La gola di Beatrice era un groviglio di amarezza.

Si ricordò dell'anno in cui si erano sposati, quando, per preparargli una torta di compleanno, si era bruciata il palmo della mano con il forno. In quell'occasione lui non le aveva rivolto nemmeno una parola di conforto, anzi, l'aveva rimproverata: "D'ora in poi non fare più cose così inutili."

E ora, Sofia era stata solo schizzata da poche gocce di zuppa calda, e lui si comportava come se fosse crollato il cielo.

Sofia, appoggiata al petto di Massimo, fragile e pietosa, disse: "Non prendertela con la signorina Beatrice, volevo solo scusarmi con lei, se non accetta non fa nulla."

"Scusarti con lei?" Lo sguardo di Massimo si abbatté su Beatrice come una frustata. "Ma sei tu la sola colpevole qui! La tua gelosia patologica ti sta accecando!"

Beatrice abbassò lo sguardo sui frammenti di porcellana sparsi sul pavimento, che sembravano riflettere il loro matrimonio in frantumi.

"Visto che non sono benvenuta, tanto meglio, non ho alcuna voglia di stare qui a guardarvi fare i teneri."

Alzò la testa, affrontando direttamente lo sguardo di Massimo, i suoi occhi erano ghiacciati. "Restituiscimi la collana, me ne vado subito."

"La collana?" Massimo rise, come se avesse sentito la barzelletta più divertente del mondo. La rabbia affiorò sul suo volto mentre sibilava: "Hai ferito Sofia e in un momento come questo pensi ancora alla collana? Beatrice, hai forse un cuore?"

Beatrice scoppiò in una risata carica di sarcasmo. Alzò una mano e indicò il proprio petto. "Massimo, chiedi a me se ho un cuore? Quello senza cuore sei chiaramente tu."

Il dolore accumulato la stava soffocando.

Il naso di Beatrice si inturgidì per la commozione, fece un respiro profondo per trattenere le lacrime. "Ho impiegato tutti questi anni, e non sono ancora riuscita a vedere chiaramente nel tuo cuore."

Massimo fissò Beatrice, il volto scolpito dalla rabbia.

Beatrice sorrise sarcastica. "Massimo, come mai non hai ancora chiamato l'ambulanza? Se aspetti ancora un po', le ferite della tua adorata Sofia saranno guarite."

Massimo aggrottò ancora più le sopracciglia. Prese Sofia in braccio e si diresse verso il soggiorno, gridando: "Presto, portatemi del ghiaccio! E chiamate subito il dottore, che venga immediatamente!"

La servitù si mise in moto, confusa. Solo Beatrice rimase ferma al suo posto, nessuno si curava di lei.

Sembra che oggi non riavrò indietro la collana.

Sospirò, e si voltò per andarsene, determinata.

Beatrice camminava sola per la strada. Una folata di vento freddo le investì il viso, e gocce di pioggia grandi come chicchi di grandine cominciarono a cadere senza preavviso, inzuppandole all'istante i capelli e i vestiti.

I passanti intorno a lei si affrettavano a cercare riparo, solo lei barcollava, sola, sul marciapiede.

La pioggia si scatenò, trasformandosi in lame d'acqua gelida che le martellavano la schiena, come se il cielo stesso volesse piegarla, spezzarla, cancellarla. Lei non oppose resistenza. Che importanza aveva ormai? Lei ormai non sentiva più il dolore, la disperazione nel suo cuore la stava sommergendo come un'onda.

CRACK!

Il fragore di un tuono risuonò. Lei si fermò, le dita le tremarono.

I tuoni erano la sua più grande paura.

Terrorizzata, Beatrice si accucciò a terra, non riuscendo più a distinguere se sul suo viso ci fossero lacrime o pioggia.

"Perché è successo tutto questo... cos'ho fatto di male..."

Si era data anima e corpo per quella famiglia, e alla fine, non le rimaneva nulla, era ridotta a una pagliaccia.

...

Intanto, dopo che le ferite di Sofia furono medicate, Massimo si accorse che nella villa non c'era più traccia di Beatrice.

"Dov'è andata?"

I frammenti sul pavimento erano già stati ripuliti, ma nella mente di Massimo riaffiorò la scena di poco prima.

Beatrice, in piedi, da sola, che lo guardava con occhi pieni di tristezza. Un'immagine gli balenò nella mente: Beatrice, anni prima, rannicchiata in un angolo durante un temporale, il volto pallido per la paura. Per un istante, la preoccupazione per Sofia fu soppiantata da un'inquietudine sorda e fastidiosa. Poi, la scacciò.

All'improvviso, un tuono rimbombò fuori. Massimo aggrottò le sopracciglia.

"È uscita con questo temporale? Ma non è forse quella che ha più paura dei tuoni?"

Prese il telefono e aprì la chat con Beatrice.

L'ultimo messaggio risaliva addirittura a un mese prima, quando lei gli chiedeva che tipo di fiori preferisse per la cerimonia nuziale.

Le dita di Massimo si bloccarono.

...

Beatrice aprì la porta del suo appartamento. Era vuoto e desolato, senza la minima traccia di vita.

Proprio in quel momento, il telefono vibrò.

Lo prese e vide che il messaggio era di Massimo.

[Dove sei]

Un sorriso sarcastico le incurvò le labbra. Lo ignorò semplicemente, fece una doccia rapida e si addormentò, stremata. Quando si svegliò il mattino dopo, scoprì che Massimo le aveva inviato diverse altri messaggi nella notte.

[Dove sei, esattamente]

[Rispondimi appena vedi il messaggio]

[Beatrice, smettila di fare la capricciosa, fuori piove, torna a casa]

Beatrice guardò quei messaggi, e nel cuore sentì solo sarcasmo.

"Non stava accompagnando Sofia? Perché vuole che torni, per aiutarlo a prendersi cura della sua amata?"

Stava per posare il telefono, quando arrivò un messaggio da un numero sconosciuto.

Perplessa, Beatrice aprì il messaggio. Conteneva solo una foto.

Nella foto, Enzo Visconti era seduto in una stanza buia, con gli occhi bendati e le mani legate dietro la schiena.

Il mondo perse ogni colore, ogni suono. Il telefono le scivolò di mano, rimbalzando sul pavimento con un tonfo ovattato. Il suo corpo tremava in modo incontrollabile.

Il suo Enzo, il suo unico figlio, era stato rapito!

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