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Capitolo 5 - Le elezioni Parte Seconda

Giorgio

Ad un certo punto, oltre la musica, sentii ridere e, come se qualcuno mi stesse chiamando a sé, come accade con i magneti di una calamita, le mie lunghe, snelle e muscolose gambe si mossero da sole e mi portarono alla porta del seggio 13, nessuno dei presenti si rese conto che io fossi arrivato lì, erano troppo impegnati a ridere come pazzi e a ballare mentre lavoravano. Che seggio particolare, almeno non mi annoierò pensai! Quando vidi Sammy ridere, inconsapevolmente, sorrisi anch’io, quella sua risata contagiosa ed il suo buon umore che stava trasmettendo a tutti quanti era come una ventata d’aria fresca e frizzantina, era così luminosa e la sua mimica facciale era così carina ed amorevole! Carina?! Amorevole?! Non uso MAI quegli aggettivi per descrivere nessuna, non l’avevo MAI fatto, quindi perché in quel momento, quando l’ho guardata, mi sono venuti in mente? Cosa mi sta accadendo? Chi è questa ragazza? Che strani poteri ha e sta usando su di me? Se non sbaglio si chiama Sammy Stellina, come mai ricordo il suo cognome, ma soprattutto il suo nome se l’ho solo ascoltato fuori dal cancello quando si è presentata agli altri ed i nostri sguardi si sono agganciati per la frazione di un attimo e già in quell’occasione ho sentito uno strano brivido in tutto il corpo? Perché vorrei che quella sua luminosità entrasse e contagiasse anche me? Non va bene, io che non ho MAI paura, questa cosa inizia a spaventarmi, meglio che mi allontani prima che si accorgano della mia presenza e poi ho bisogno di riflettere e di analizzare questa situazione pericolosa! E, nonostante, mi costasse fatica smuovermi da lì, perché le mie gambe non reagivano all’impulso di comando che il mio cervello aveva mandato loro, alla fine ritornai dai miei colleghi che stavano chiacchierando e stavano decidendo i turni di guardia oltre a quale seggio controllare. Io optai per il primo turno insieme ad un mio collega e, ovviamente, all’essere il supervisore del seggio numero 13, dal quale, ora stavano provenendo le voci di tutti loro che stavano cantando e, probabilmente, ballando sulle note della canzone di “Céline Dion - That's The Way It Is/È così che va”

“I can read your mind and I know your story

I see what you're going through yeah

It's an uphill climb, and I'm feeling sorry

But I know it will come to you yeah

Don't surrender 'cause you can win

In this thing called love

When you want it the most there's no easy way out

When you're ready to go and your heart's left in doubt

Don't give up on your faith

Love comes to those who believe it

And that's the way it is

When you question me for a simple answer

I don't know what to say, no

But it's plain to see, if you stick together

You're gonna find a way, yeah

So don't surrender 'cause you can win

In this thing called love

When you want it the most there's no easy way out

When you're ready to go and your heart's left in doubt

Don't give up on your faith

Love comes to those who believe it

And that's the way it is

(That's the way it is)

When life is empty with no tomorrow

And loneliness starts to call

Baby, don't worry, forget your sorrow

'Cause love's gonna conquer it all, all

When you want it the most there's no easy way out

When you're ready to go and your heart's left in doubt

Don't give up on your faith

Love comes to those who believe it

Ohhhhh

Don't give up on your faith

Love comes to those who believe it

And that's the way it is

That's the way it is

That's the way it is, yeah

Don't give up on your faith

Love comes to those who believe it

And that's the way it is.

Posso leggere la tua mente e conosco la tua storia

Vedo cosa stai passando sì

È una strada in salita e mi dispiace

Ma so che verrà da te sì

Non arrenderti perché puoi vincere

In questa cosa chiamata amore

Quando lo vuoi di più non c'è una via d'uscita facile

Quando sei pronto per partire e il tuo cuore è rimasto nel dubbio

Non rinunciare alla tua fede

L'amore arriva a chi ci crede

Ed è così

Quando mi interroghi per una risposta semplice

Non so cosa dire, no

Ma è facile da vedere, se rimani insieme

Troverai un modo, sì

Quindi non arrenderti perché puoi vincere

In questa cosa chiamata amore

Quando lo vuoi di più non c'è una via d'uscita facile

Quando sei pronto per partire e il tuo cuore è rimasto nel dubbio

Non rinunciare alla tua fede

L'amore arriva a chi ci crede

Ed è così

(È così che va)

Quando la vita è vuota senza domani

E la solitudine inizia a chiamare

Piccolo, non preoccuparti, dimentica il tuo dolore

Perché l'amore conquisterà tutto, tutto

Quando lo vuoi di più non c'è una via d'uscita facile

Quando sei pronto per partire e il tuo cuore è rimasto nel dubbio

Non rinunciare alla tua fede

L'amore arriva a chi ci crede

Ohhhh

Non rinunciare alla tua fede

L'amore arriva a chi ci crede

Ed è così

È così che va

È così che è, sì,

Non rinunciare alla tua fede

L'amore arriva a chi ci crede

Ed è così che è.“

*****

Sammy

Ridendo, ballando, cantando e scherzando si erano fatte quasi le otto di sera! Però avevamo fatto tutto quanto, eravamo stati bravissimi! Una volta espletato tutto quanto, aver dato le mie generalità ai carabinieri che, tutti noi salutammo ed a cui io augurai una buona notte, sogni d’oro oltre a ringraziarli per il lavoro ed il supporto che ci davano, dissi, alla mia allegra brigata di pirati, che il giorno dopo ci saremmo visti, fuori la scuola, alle sei e mezza del mattino e ci salutammo. Mentre sottobraccio a Luca, ci dirigevamo verso casa mia, dove ci avrebbe atteso un’ottima cenetta, continuavo, stranamente, a ripensare allo sguardo mistico e caliente che quel bel pezzo di manzo di carabiniere mi aveva rivolto, una scossa elettrica mi aveva attraversato prima e mi attraversò, ora, per tutto il corpo, forse era stata solo la mia immaginazione, chissà…

Fu Luca a riportarmi alla realtà.

LU: Ehi, fantasma formaggino, sei dei nostri?

SA : Ah? Certo, perché?

LU: Sarà! Per un momento eri con la testa altrove, a cosa stavi pensando?

SA : Alle elezioni di domani e a quanta affluenza avremo!

Luca mi guardò intensamente negli occhi, li socchiuse e poi disse

LU : Uhm, uhm… sarà! Tu non me la conti giusta! Per QUESTA volta sorvolerò sulla tua bugia… Non sono cieco né scemo ho visto come hai squadrato quel carabiniere, è vero non è brutto, è passabile, ma puoi aspirare ad altro, a ME per esempio! Per non parlare come lui ha guardato te! Gli spacco la faccia!

Io alzai gli occhi al cielo e poi gli dissi

SA : Beccata! Ancora? Non ti arrendi proprio mai?! Dopo le elezioni forse ci penserò seriamente, promesso! Così va bene? Non spacchi la faccia a nessuno, non mi ha guardata in nessun modo, come al solito, ti immagini cose che non ci sono! Sei tremendo!

Luca mi schioccò un bacio sulla guancia, mi abbracciò e mi disse sussurrandomi all’orecchio, come solo lui sapeva fare accendendo in me determinate reazioni che lui aveva imparato bene visto che eravamo stati insieme,

LU : Non quando la persona in questione SEI TU! Senza il forse sarebbe perfetto, ma è già qualcosa! Brava la MIA Sammy! Sai che non mi sbaglio mai!

SA : Non sono TUA! Non ne sarei così sicura…

LU : Per il momento… è solo questione di ore fra noi due! Conosco il mio sesso e i cani randagi!

Durante la cena e, dopo il dopocena, mentre Luca mi dava una mano lavando ed asciugando i piatti e le pentole, parlammo un po’ di tutto e, soprattutto del fatto che, secondo Luca, lo scrutatore del seggio 12, tale Paolo, mi stava facendo apertamente la corte, ma che, visto che lui non avrebbe MAI rinunciato ad avere una seconda possibilità per noi due, non gli avrebbe concesso neanche un millimetro di spazio e l’avrebbe rimesso al suo posto ed io risposi che non ce ne sarebbe stato bisogno visto che io non avevo la minima intenzione, di dargli una chance con la sottoscritta anche perché, a pelle, Paolo non mi stava granché simpatico, mi sembrava più un provolone e un viscido. E poi lo misi in guardia dicendogli che il mondo non girava SOLO intorno a lui, magari avrei incontrato qualcuno di interessante proprio lì alle elezioni, mai avrei pensato che la mia stregoneria bianca funzionasse così bene io scherzavo ed invece… Alla fine ci demmo la buona notte e dissi a Luca che avrei portato il solito kit di sopravvivenza per tutti. Il mio kit di sopravvivenza, solitamente, comprende: il thermos del caffè fumante, bicchierini usa e getta, succhi di frutti rossi e qualcosa da sgranocchiare. Luca avrebbe portato tovaglioli ed altro sgranocchiamento oltre all’acqua. La domenica mattina alle 6:15, puntuale come un orologio svizzero, Luca mi venne a prendere e, stavolta andammo al seggio in macchina. Alle sei e mezza, tutti puntuali, dopo che i carabinieri ebbero aperto i cancelli e ci fecero entrare, aprimmo il seggio 13 e, alle sette, iniziarono ad arrivare anche i primi votanti. Durante la mattinata, faceva un caldo tremendo quella domenica nonostante fosse novembre e, tecnicamente, avrebbe dovuto far freddo, dopotutto era inverno, invece sembrava di essere al 15 d’agosto, c’erano più di 25 gradi accidentaccio, il sole, nonostante le tende spesse di velluto blu tirate entrava prepotente nella stanza, il fatto che stessimo con entrambe le finestre aperte per dar modo ad un inesistente vento di entrare, non migliorava la situazione d’afa, umidità e caldo che si era creata. Fortuna che verso le undici e mezza, complice anche le nuvole, il sole diede un pochino di tregua ed arrivò anche un bel vento ristoratore. L’affluenza non era eccessiva, tranne le volte che, attirata come una calamita, arrivava quando parlavamo o dei turni per il pranzo, oppure ogni volta che versavo il caffè nei bicchierini per tutti quanti, sembrava che le persone lo facessero apposta =_=! Di tanto in tanto, quando capitava una scheda intonsa e, quindi, vergine, sverginarla nel modo più indolore, ma efficace possibile, era sempre fonte di ilarità, almeno per Luca e me, perché, almeno la prima volta, rivolta al proprietario o alla proprietaria, dicevo,

SA : Uhhhhhh, una scheda vergine, bene! Non si preoccupi, ora la svergineremo nel modo più veloce ed indolore possibile, vedrà non uscirà neanche il sangue! Prego può andare a votare nell’urna che più le aggrada tanto sono tutte vuote! Luca a parte, tutti, all’inizio, mi guardarono allibiti, compresi i proprietari delle schede elettorali, poi ci fecero il callo ed anzi, di volta in volta che capitava mi chiamavano dicendomi

SI : Présidé, una scheda vergine, che dici la sverginiamo? disse guardandomi con interesse e col sorriso sotto i finti baffi che noi donne non abbiamo.

SA : Ovvio che sì! poi tra un votante e l’altro dicevo - Prego siori e siore venghino, venghino ce n’è per tutti quanti!- fra le risate di tutti quanti.

Nei tempi morti capita anche che io canti e balli cambiando le parole della canzone che mi passa in quel momento per la testa ed adattandola all’occasione delle elezioni, facendo, di nuovo, ridere tutti quanti. Oppure capita anche che dopo aver dettato loro il numero della scheda elettorale me ne esca, come le uova sciacque, ovvero senza che c’azzecchi niente, - Tombola, cinquina, quaterna, bingo! - cose del genere. Dite che sono pazza? Beh, sì tutto può essere, l’importante è che sia una sana pazzia e mai il contrario. Può sembrare folle ciò che faccio, ma serve uno per sdrammatizzare e due per alleggerire la tensione che si accumula ed anche per passare il tempo che altrimenti non scorrerebbe mai.

Ogni tanto un carabiniere veniva a controllare la situation, il carabiniere in questione era proprio il gran bel manzo, per la gioia di noi donzelle e gli sguardi sospettosi non tanto di Claudio felicemente sposato, ma di Luca a cui sembrava non stesse particolarmente simpatico, chissà perché poi…

Io, essendo un Presidente educato ed alla mano, offrii a lui e, ai suoi colleghi, un bicchierino di caffè che accettarono con animo grato e riconoscente. Quando tutti quanti ritornammo dalle nostre pause pranzo che, solitamente, non superano mai, per ogni gruppo, i sessanta minuti, beh quando fummo tutti insieme, fra un elettore e l’altro, facemmo anche conversazione per conoscerci meglio. Così scoprimmo che Claudio lavorava come responsabile della sicurezza per delle aziende con sede a Roma e Viterbo, Silvia stava studiando psicologia all’Università era al secondo anno e, infine, Alessandra, lavorava come insegnante elementare, era sposata ed aveva due splendidi bambini che ci fece vedere tramite le tantissime fotografie che aveva sul cellulare.

Nel pomeriggio, visto che dalla nostra classe il sole era definitivamente andato via, chiesi ai membri del mio seggio

SA : Ragà, che ne pensate se aprissi le tende per far passare un po’ d’aria? Si muore di caldo accidentaccio! Eppure, dovrebbe essere inverno non estate!

TUTTI : Sì, Présidé, procedi hai il nostro assenso!

Beh… fu allora che, mettendo troppa forza ercolina, accadde il fattaccio! Io non mi ero proprio resa conto che ero arrivata alla fine della tenda, pensavo si fosse incastrata nell’anta della finestra aperta, così tirando e tirando e tirando, alla fine, la tenda, con tutto il bastone di metallo venne giù! Io sentii solo un urlo ed un BOOM!

TUTTI : ODDIOOOOOOO!

SA : Chi ha spento la luce?! Chi è che ha spento la luce?! Allora chi è che ha spento la luce?! Ahhhh…ho capito ho la tenda addosso! avevo la spessa tenda blu che mi ricopriva dalla testa ai piedi, quando me la tolsi di dosso e vidi le facce preoccupate di tutti quanti, per alleggerire l’atmosfera, l’unica cosa che dissi loro fu

SA : Mi sa che ho fatto l’ennesimo danno! Altro che fantasma formaggino! tutti scoppiammo a ridere.

ALE : Ti sei fatta male? chiese preoccupata.

SA : A parte la tenda piombata sopra di me, no, tranquilli, nemmeno un graffio! Nada de nada! Sono stata fortunata! oltre ad essere tutti sollevati, dissi loro - Ora però, devo avvisare anche i carabinieri che la tenda è accidentalmente caduta, mi raccomando reggetemi il gioco altrimenti domani i titoli dei giornali locali potrebbero essere: “Presidente di Seggio arrestato perché ha fatto crollare una tenda in una scuola superiore, nessun ferito o morto soltanto tante risate!” sai carino?! -

LU : Sì certo, carino assai! Giamburrasca! Stavolta hai esagerato! Tu vuoi vedermi morto io lo so! disse con un tono di voce così preoccupato.

SA : È colpa della palestra! Non ho dosato bene la forza! gli accarezzai una guancia e feci una linguaccia poi dissi - Vabbeh io vado a confessare l’increscioso incidente di percorso, mi raccomando, voi mia ciurma fate i bravi e non fate altri danni, grazie! - e mi avviai verso la postazione dove si trovavano i carabinieri.

Poi dicono che i carabinieri sono ligi al dovere, guarda quello come sta guardando i messaggi su WhatsApp! Poveri Cristi in qualche modo dovranno pur tenersi occupati, non essere così puntigliosa Sammy! Mi ammonii mentalmente da sola.

Quando raggiunsi il carabiniere dissi

SA : Uhm...uhm! Mi scusi, sono il Presidente del Seggio numero 13.

CARABINIERE : Sì? Dica. disse senza distogliere lo sguardo dal suo cellulare.

E sì stava proprio messaggiando tramite WhatsApp ci avevo visto giusto.

SA : È caduta anzi è venuta giù tutta la tenda! lui smise di guardare il cellulare e, finalmente, con un sopracciglio alzato ed uno sguardo incredulo mi disse

CARABINIERE : Come sarebbe a dire è caduta la tenda?! E come ha fatto a cadere?

SA : Boh… non saprei! Forse il vento…è venuta giù e ha fatto un gran bel botto! risposi facendo la vaga e spallucce, in quel momento arrivò il bel manzo che stava riportando dentro un secchio della raccolta differenziata e, guardandolo meglio, scoprii che assomigliava moltissimo ad Enrique Iglesias, sembrava il suo sosia se non fosse per il colore degli occhi il destro nero e il sinistro di un blu intenso, ah però…hai capito il bel carabiniere, l’è più che passabile, potessi posare le mie zampette su quei bicipiti e tricipiti per testarne la consistenza, ohi Sammy torna in te, non sbavare apertamente non è da te, pensa al perché sei lì, mascalzona, la tenda, la tenda, la tenda, non il succulente manzo! Mi ammonii mentalmente.

G : Che succede? chiesi al mio collega non distogliendo mai lo sguardo da quegli occhi verdi che sembravano due foreste vergini tutte da esplorare.

CARABINIERE : Al loro seggio è caduta la tenda, il Presidente era venuta ad avvisare.

G : Si è fatto male qualcuno? chiesi un po’ troppo preoccupato sperando che il mio strano tono di voce non l’avesse notato nessuno.

SA : No, nessuno si è fatto male, grazie. Fortuna vuole che ci sia calma piatta… Volevo sapere ora cosa dobbiamo fare.

G : Ihhhhhhhhhh allora va tutto bene, ora vengo a vedere come avete sistemato la tenda caduta insieme al bastone e poi avviseremo chi di competenza, l’importante è che NESSUNO si sia fatto male! Aspettami qui per cortesia, poso questo, mi lavo le mani e poi andiamo insieme. dissi più sollevato che mai.

Mentre aspettavo che il bel carabiniere facesse ciò che mi aveva detto, pensai tranquillo bel cucciolone e chi si muove? Io no davvero! Fossi scema! E poi, tesoro mio, (tesoro mio?!? Siamo seri Sammy?) l’enfasi con cui hai detto quel “NESSUNO” guardandomi intensamente con quei tuoi occhi come se, in quel corridoio, fossimo solo noi due e nessun altro, mi ha fatto rimescolare il sangue nelle vene e battere più veloce il cuore, perché era evidente che il senso nascosto fra le righe di quella conversazione fosse che l’importante era che IO non mi fossi fatta male, oltre agli altri, vero?! Certo che sì! Chi sei bel sosia? Come ti chiami? Giuro che se ti chiami Enrique o Enrico prima ti scoppio a ridere in faccia, poi ti chiedo scusa e poi farò i complimenti ai tuoi genitori per l’originalità del nome! Eppure, mi piacerebbe sapere di più su di te, conoscerti meglio! Cosa nascondi dentro te? I miei pensieri furono interrotti dal carabiniere in questione che mi disse

G : Scusami se ti ho fatto aspettare…

SA : Sammy, piacere e tu come ti chiami?

G : Sei un tipetto diretto è Sammy?! Mi piace! Giorgio, mi chiamo Giorgio ed il piacere, credimi, è tutto il mio! Andiamo a vedere il corpo del reato!

Dopo che ebbe visto come avevamo sistemato il corpo del reato e se ne fu andato e, fummo certi che non sarebbe rivenuto, scoppiammo tutti quanti a ridere. Vista la poca affluenza, decidemmo anche per la cena di fare i turni e, in quell’occasione, mandai via Luca, Silvia e Alessandra e rimanemmo soltanto Claudio ed io.

SA : Allora, Clà, quale esperto della sicurezza, come descriveresti l’accaduto di oggi pomeriggio?

CL : Miracoloso visto che non ti sei fatta niente! E poi la dice lunga sugli interventi che vengono fatti nelle scuole, basta un po’ di forza ercolina e crolla tutto quanto! L’altra tenda, però, Présidé, evita di toccarla, per favore!

SA : Ahahahahahaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Messaggio recepito, ok positivo ?.

Quando verso le nove e quaranta ritornammo tutti operativi, una volta che arrivarono le undici chiudemmo il seggio, ci demmo appuntamento per il giorno dopo sempre alla stessa ora di quella domenica mattina, salutammo e demmo la buona notte ai carabinieri, oltre a tutti gli altri ragazzi e ragazze degli altri seggi elettorali ed andammo a goderci il meritato riposo. Una volta che Luca ed io entrammo in macchina, mi disse che quel pomeriggio gli avevo fatto perdere vent’anni di vita e che pensava che mi fossi fatta male sul serio, per lo spavento, oltre ad esserglisi gelato il sangue nelle vene, aveva smesso di respirare e che, mai più, mi sarei dovuta avvicinare ad una tenda ero troppo pericolosa e che diamine! Io risi e feci soltanto di sì con la testa e poi dissi che si era preoccupato per niente e che era andato tutto bene, polvere a parte, non mi ero fatta male erano, Claudio e lui esagerati, ma apprezzavo che si fossero preoccupati tutti quanti per me e li ringraziavo per il dolce pensiero. Prima di entrare nel portone, dato che, anche se non sembra, Luca è un vero e galante “Cavaliere”, ricordo che gli accarezzai, per la seconda volta in quella giornata, la guancia e gli diedi un dolce bacio, sempre sulla guancia, per ringraziarlo per tutto quanto. Il giorno dopo, alle sei e mezza, prima che arrivassero Alessandra, Silvia e Claudio, parlammo con i vari Presidenti di seggio per capire la situazione votanti da loro come fosse e ci risposero che era bassa. Quando tutti gli altri arrivarono, aspettammo, tra una chiacchiera, una battutina sarcastica, una risata e l’altra che, i carabinieri, ci aprissero il cancello della scuola, venne ad aprirci proprio Giorgio che, quando mi vide, diede un buongiorno molto brioso accompagnato da un sorriso che, veramente, stese tutte le donne che erano lì oltre me, tant’è vero che quando ci venne incontro io gli dissi

SA : Caspiterina, Santa Lola ballerina, ma come siamo raggianti e pimpanti di prima mattina! Gesù, se questo è l’effetto che vi fa dormire fra commilitoni in una scuola, ditelo che, alle prossime elezioni, chiedo anch’io di dormire insieme a voi! tuttavia dopo quella mia battuta totalmente infelice mi ritrovai, il fianco sinistro, colpito dal gomito di Luca che mi guardava in cagnesco. Per fortuna che anche Alessandra e le altre donne degli altri seggi elettorali vennero in mio soccorso dicendo che anche loro avrebbero fatto la stessa richiesta se questi erano i risultati più che apprezzati… Giorgio fu così imbarazzato che arrossì fino alla radice dei capelli ed abbassò gli occhi per tentare una qualche via di fuga per aver mostrato quel suo lato così vulnerabile, beh…quella sua reazione, innescò in me, la voglia di vederlo arrossire di nuovo in quel modo così dolce e, allo stesso tempo, uomo e bambino, dovevo stuzzicarlo ancora ed ancora e l’avrei fatto in quella lunghissima giornata. A metà mattinata, preparai il necessario per il caffè e poco prima di uscire dalla mia aula, sé mia per modo dire, le note positive dell’essere Presidente del seggio elettorale sono che te la puoi cantare e suonare come più ci aggrada, quindi in sostanza fai come ti pare, interessante non è vero? Beh, insomma prima di uscire Luca mi disse con tono indagatore

LU : Dove stai andando?

SA : Ad offrire, così come ho fatto ieri, il caffè ai carabinieri, perché?

LU : Che intenzioni hai?

SA : In che senso che intenzioni ho? Ancora? Eppure, parlo bene l’italiano, te l’ho detto, vado a fare una buona azione!

LU : Uhm, uhm, tuttavia quello sguardo da monella, non me la racconta giusta! Ti avverto non stuzzicare il cane randagio che dorme, potrebbe morderti e poi, dovrei intervenire io e prenderlo a bastonate per difenderti! A buon intenditor poche parole!

SA : Tranquillo, paparino, non stuzzico nessuno io. E poi più che un cane randagio, a me sembra un bell’esemplare cucciolo di lupo, tutto da coccolare e spupazzare come un bel pelouche! Non ci sarà bisogno dei bastoni! No alla violenza!

LU : Sta attenta Cappuccetto Rosso, perché il lupo potrebbe divorarti ed io dovrei imbracciare il fucile come fece il cacciatore nella favola che, per salvare la nonna, che ancora devo capire come cavolo ha fatto a non morire dopo che il lupo l’aveva sbranata, vabbeh lasciamo stare, che, a suon di fucilate, non gli fece fare una bella fine! Non stare via tantissimo! Servi al comando della nave dei pirati, capitano!

SA : Ok, ok, ok. Dieci minuti e torno tanto non c’è nessuno che viene a votare, calma piatta!

Come al solito Luca mi aveva letto dentro, d’altronde mi conosceva come nessun’altro essere umano vivente, vivente nel senso che era vivo e vegeto, perché oltre Luca soltanto LUI riusciva a VEDERMI VERMANTE E LO STESSO FACEVO IO… e, se da una parte l’avvertimento che mi aveva dato il mio buon amico era giusto, dall’altro il lato curioso di me voleva proprio approfittarne per cercare di vedere di nuovo quella reazione in Giorgio. Ovviamente, quando mi vide col thermos del caffè in una mano ed i bicchierini nell’altra, mi venne incontro con lo stesso identico sorriso che aveva sfoggiato alle sei e cinquanta del mattino e non nego che il cuore fece una leggera e potente capriola nel mio sterno, tuttavia allontanai quella sensazione, per dare il via all’operazione “mettiamo in imbarazzo Giorgio parte prima! Ciack! Si gira! Azione!”. Mentre l’ignara vittima sacrificale si avvicinava alla sottoscritta, io gli dissi

SA : Sfoggi sempre quel sorriso così seducente ad ogni ragazza che incrocia i tuoi occhi così diversi, ma che ti stregano ed ammaliano così tanto? Dì la verità lo fai di proposito, perché sai che ognuna cadrà, di volta in volta, ai tuoi piedi e sarà alla tua mercé. Poi la tua somiglianza sfacciata con il cantante Enrique Iglesias deve aiutarti parecchio eh? Chissà se sei anche bravo come lui nel canto uhm…e bravo Giorgio! colpito, forse anche nell’orgoglio, si fermò quasi del tutto, si mise una mano dietro il collo, lo massaggiò, distolse lo sguardo da me, ma alla fine, quando arrivammo l’uno di fronte all’altra, si abbassò al mio orecchio e mi sussurrò, col fiato così caldo che stuzzicò il mio orecchio e, non solo quello,

G : E chi lo sa? O forse l’ho solo fatto per attirare, finalmente, la tua attenzione?! È da sabato che mi sei risultata simpatica e non soltanto quello… si staccò un attimo e mi guardò anzi mi squadrò e divorò col suo sguardo magnetico e famelico poi continuò - Ti dirò m’intrighi ed anche parecchio e vorrei che il mio strambo e raro colore di occhi ti avesse davvero stregato e ti avesse fatto un incantesimo che, da oggi in poi, anzi da quest’istante in poi, ti facesse focalizzare e pensare SOLO a me e, a come, col solo mio sguardo su di te, potrei farti impazzire e farti bagnare, anzi bagnare è riduttivo, diciamo più allagare là dove tu sai…così come tu, pur inconsapevolmente, risvegli la parte più cavernicola, passionale, lussuriosa e sconsiderata che è in me! Non mi era mai accaduto con nessuna, complimenti sei la prima te ne devo dare merito! Il mio aspetto fisico e la mia somiglianza con Iglesias?!? A dir la verità, è un po’ la mia croce e la mia arma che, però, non userò per conquistarti e farti mia in ogni senso! Lo scoprirai frequentandomi se sono bravo anch’io o meno nell’arte del canto e non soltanto in quella! - ed appoggiò le sue umide e calde labbra sul lobo del mio orecchio e gli diede un leggero morso e lo succhiò.

Io non riuscii più a dire niente rimasi totalmente spiazzata dalle sue parole e dal suo gesto alquanto avventato visto che era anche in servizio per non parlare del fatto che chiunque potesse vederci, credo che sia rimasta anche a bocca aperta, almeno credo… non ricordo se quando mi succhiò il lobo dell’orecchio mi passai la lingua sulle labbra, soffocai un gemito di piacere o non feci niente di tutto ciò, io non lo so davvero so soltanto che, oltre alle guance in fiamme non so neanche come arciderbolina feci a non farmi cadere il thermos con i bicchierini dalle mani. Erano così tanti anni che nessuno aveva un effetto così totalizzante, così calamitante, così devastante e allo stesso tempo eccitante ed anche folle su di me ed era trascorso così tanto tempo da quando qualcuno mi aveva lasciato senza parole…

Che cazzo è appena accaduto? Orca loca Peppina ladra! Ho la sabbia nelle labbra e la temperatura del Sahara fuori e dentro di me! Fa caldo, fa caldo, fa caldissimo e non grazie alle temperature di oggi! E dire che Luca mi aveva avvisata, però non potevo non stuzzicarlo, chissà se poi lo rivedrò di nuovo dopo le elezioni.

Quando Giorgio fu soddisfatto dell’effetto che le sue parole ed il suo gesto ebbero su di me, aggiunse e, stavolta lo fece guardandomi negli occhi,

G : Ma come, non ero forse io che dovevo imbarazzarmi e diventare rosso ed invece i ruoli si sono invertiti? Mi fa immensamente piacere! Come vedi non sei l’unica che riesce a vedere oltre le corazze! e si passò la lingua sulle labbra, beh quel gesto diceva ogni cosa ed io, colta sul vivo e, dopo la sua ultima affermazione, risvegliandomi dal mio stato di trance e mutismo in cui ero entrata, potei solo dire

SA : Touché! e ridemmo come due scolaretti. Il suono della sua risata era così calda ed avvolgente sembrava volesse proteggermi dalle brutte cose che avrei dovuto affrontare da lì in avanti, mi aveva scaldata anche il cuore che ora batteva ad una mostruosa velocità ed iniziai a sentire uno strano groviglio nello stomaco. Non era una cosa buona per la me che avevo con tanti sforzi fatto emergere.

Dopo che lui con i suoi colleghi bevvero il caffè, come per magia, rimanemmo solo noi due e, cogliendo la palla al balzo, gli chiesi se ciò che mi aveva sussurrato così suadentemente all’orecchio fosse soltanto una presa in giro per rendermi pan per focaccia oppure una delle sue tante tattiche di seduzione che usava per braccare la preda di turno, tutto ciò che fece Giorgio fu, alzare un sopracciglio, guardarmi con una tale intensità, serietà ed anche sfida che non ci fu bisogno di dire nulla, la risposta era evidente, decisamente no!

Porca di quell’allegra vacca Lola che pascola nei prati la mattina! pensai. Beh, alla fine, tra una chiacchiera e l’altra, ma anche tra una provocazione e l’altra, decidemmo di uscire insieme quel sabato per andarci a mangiare una pizza insieme. Mentre stavamo parlando e ridendo, arrivò il mastino napoletano di Luca a richiamare la mia presenza al seggio dicendo che li avevo abbandonati ed avevo disertato la nave dei pirati! Giorgio mi disse,

G : Uh! Uh! Eccolo che arriva! Strano che non sia arrivato prima! Lupo randagio ore dodici, dietro di te, viene a reclamarti a quanto pare, poveretto non sa che hai già perso la testa per me! ed io risposi

SA : Ah! Ah! Ah! Carina questa del lupo randagio! Originale! Ne sei sicuro? Non sarà che stai parlando di te stesso? Forse sei tu che hai perso la testa per me e non il contrario! Sei troppo sicuro di te stesso, mio bel carabiniere! ci guardammo intensamente a mo’ di sfida e poi scoppiammo a ridere come due ragazzini che non hanno la benché minima voglia di perdere la sfida che, fra le righe, avevamo gettato fra noi!

Quando ritornai nella classe del mio seggio, Alessandra, forse intuendo che fosse accaduto qualcosa di piccante là fuori, mi chiese cosa ne pensassi di Giorgio e se, soprattutto, secondo me fosse al momento single od occupato. Io le risposi che era decisamente una persona interessante ed intrigante, forse un po’ troppo sicura di sé, ma tutto sommato, il tipo di persona che, conoscendolo, poteva ingabbiarti e che, della sua vita amorosa, non sapevo nulla, certo il fatto che non indossasse fedi, fedine o anelli di nessun genere non significava nulla, ma avrei avuto modo di scoprirlo se a lei interessava. Ale mi rispose a chi non sarebbe interessato quel gran figo, perché era innegabile che fosse un figo, visto che i suoi colleghi, al confronto sparivano ed i maschietti lì presenti, non gradendo quel suo commento, dissero che anche loro non erano poi da buttare via e che noi due avremmo dovuto guardare anche loro… vanitosi e permalosi! Ricordo che quando andai in pausa pranzo e lasciai Clà e Luca lì, mentre Ale, Silvia ed io approfittammo del primo turno, ricevetti un messaggio da un numero che non avevo in rubrica… Non mi fu difficile capire di chi fosse, dato che, il sabato sera, prima di andare via, i Presidenti dei seggi lì presenti, avevano dovuto dare, oltre alle loro generalità, anche il loro numero di telefono ai carabinieri…

MESSAGGIO : TI AUGURO UN BUON E SUCCULENTO PRANZO SAMMY CARA E, VISTO CHE TI PIACCIONO TANTO GLI ANIMALI SELVAGGI, SAPPI CHE QUI TROVERAI AD ASPETTARTI, PIÙ TREPIDANTE CHE MAI, UN FAMELICO LUPO, SARAI ABBASTANZA PRONTA E CORAGGIOSA PER SFAMARLO CON LE TUE SUCCOSE LABBRA? NON FARLO ASPETTARE TROPPO…E TIENI A FRENO IL FIUME FRA LE TUE SPONDE, PERCHÉ, COL TEMPO, CI PENSERANNO LE MIE LABBRA A FARLO DILAGARE E FARLO ESONDARE… G.

MESSAGGIO : OH MIO BEL ED IRRIVERENTE CARABINIERE, TRANQUILLO MANGERÒ QUANTO BASTA E POI, SAPRÒ AMMANSIRE, ADDOMESTICARE E SFAMARE A MODO MIO IL LUPO FAMELICO FRA LE TUE GAMBE ORA CADUTO IN UN FORZATO LETARGO…TI PIACEREBBE POTERTI DISSETARE DELLA DOLCE, CRISTALLINA E FRESCA ACQUA DEL MIO FIUME EH? STAI ATTENTO PERCHÉ I FIUMI IN PIENA SONO PERICOLOSI…A FRAPPÈ E BUON PRANZO ANCHE A TE… S.

I messaggi successivi che ci scambiammo, dall’ora di pranzo e, fino alle 23 quando chiudemmo i seggi elettorali, furono messaggi sì normali, ma che di normale non avevano poi così tanto, diciamo che erano messaggi per mettere alla prova i nostri caratteri erano più un botta e risposta alle nostre varie provocazioni, sì tutto lì, niente di trascendentale!

Durante il nostro lavoro al seggio, più volte dovetti soffocare delle risate e, ogni volta, Luca mi guardava con sospetto, quando provò a chiedermi con chi stessi messaggiando, io fui pronta a dire che lo stavo facendo con Marika, alla quale, dopo pranzo e poco prima di rientrare al seggio, mandai un messaggio dicendole che se Luca avesse eventualmente provato a chiederle l’indomani in palestra se io e lei ci stessimo messaggiando, di reggermi il gioco e che poi le avrei spiegato con calma, lei mi mandò un messaggio vocale un po’ titubante e soprattutto curiosa come non mai anche perché io a Luca non dicevo MAI bugie, ma mi disse che l’avrebbe fatto e che dal suo interrogatorio non sarei sfuggita domani pomeriggio, io la ringraziai, le dissi che le volevo bene e che ci saremmo viste domani in palestra e di salutarmi Nathan. Di tanto in tanto, vedendo che io non rispondevo ai suoi provocatori messaggi, Giorgio, veniva da noi, vedendo la fila degli elettori sostava lì, ci scambiavamo degli sguardi complici e diceva

G : Tutto a posto?

LU : Sì, grazie, come mai ogni tanto vieni? E poi perché sempre e solo tu?

G : Mi sembra ovvio, per controllare la situazione! È il mio lavoro dopotutto! Problemi per caso? I miei colleghi sono impegnati ognuno in un seggio! A me è toccato questo, chiamalo destino! Perché? Ripeto, problemi in merito?

LU : Sarà! Tu che dici? Sé vabbeh come no! Puoi fregare chiunque non me! Non sono lo scemo del villaggio cerca di tenerlo BENE a mente! Secondo te? rispose guardando verso di me.

Quando Giorgio se ne andò, Luca mi disse abbastanza stizzito

LU : Quel tipo non mi piace per niente! Soprattutto come ti guarda! Ogni volta sembra che voglia divorarti, proprio come una belva feroce! Il destino! Sé come no! Ti conosco mascherina, so tuttissimo di te… Sai perché non gli mollo un cazzotto o non lo insulto come vorrei? Per non sporcarmi la fedina penale e le mani con un tipo simile, non ne vale la pena! DEVE STARTI LONTANO!

SI : Gelosetto eh? Non sapevo che voi stavate insieme! Beh, basta che glielo dici e, se è intelligente soltanto la metà di quant’è bello, perché è evidente che è bello, lascerà stare il Presidente!

SA : Difatti noi NON stiamo insieme! ORA siamo SOLO buoni amici! E tu, Luca, dovresti calmarti e non andare in escandescenza! Belva feroce?! Sguardi divoratori?! Ti stai immaginando tutto quanto! La tua sfrenata fantasia non ha limiti! Relax, boy, relax, don’t worry, be calm!

CL : Présidé, non per dar ragione a Luca, ma quel Giorgio effettivamente guarda e, soltanto te, come solo noi maschietti, in cerca di ottima compagnia, guardiamo il gentil sesso, più esplicito di così!

SA/ALE : Anche tu ti ci metti ora? Eh su no! esordimmo insieme Alessandra ed io.

ALE : Sammy cerca di sedare gli animi e l’atmosfera elettrica che si respira e tu che fai?!? Getti benzina sul fuoco? Starti zitto invece di sproloquiare no? Razza di pirata indisciplinato! A pulire con la radazza in mano la poppa e la prua!

E ridemmo tutti quanti. Fortunatamente il resto della serata trascorse relativamente tranquilla e senza ulteriori battutine tra Luca e me. Vista la poca affluenza, all’una e mezza finimmo tutte le pratiche relativa allo spoglio, l’imbustamento di tutto il materiale, la compilazione dei duplici verbali, etc…, ci demmo appuntamento fuori gli uffici comunali per riconsegnare il tutto e, mentre io andai a riconsegnare le chiavi della mia classe che, per questi due giorni e mezzo aveva ospitato il seggio numero 13, Luca mi disse che andava a mettere tutto il materiale in macchina e che mi avrebbe aspettato lì, io risposi che non ci avrei messo moltissimo un paio di minuti al massimo e gli dissi di aspettarmi dentro la macchina e non fuori. Fu una fortuna che Luca se ne andò prima che riconsegnassi le chiavi, perché se fosse rimasto lì con me, credo che un cazzottone a Giorgio l’avrebbe dato eccome… beh quando misi nella mano di Giorgio la chiave, lo salutai e feci per andarmene, lui mi prese per il polso, mi nascose, spiaccicandomi al suo possente e granitico corpo dietro una colonna, mi strinse a sé così forte che a stento riuscivo a respirare, d’altro canto anch’io lo stavo stringendo stretto a me senza sapere il perché, forse avevo reagito istintivamente, poi mi baciò appassionatamente sul collo e mi sussurrò, con voce roca e colma di una passione che in vita mia era la seconda volta che l’ascoltavo

G : Ci vediamo prestissimo, mia lupa alpha, mia Polaris, quando sarai nel letto fra poco, sognami fai sogni indecenti con noi due come protagonisti e dì, a quel lupo randagio, di starti lontana, altrimenti l’azzannerò e lo rimetterò al suo posto, non si tocca ciò che è MIO!

SA : Oooookkeyyyyyy! San Cristoforo e Santo Sampei e quella canna che pescava l’impescabile e l’immancabile cappello di paglia giallo! Questa davvero non me l’aspettavo! Azzarola…. Io…io…io…veramente sarei MIA…va bene, va bene, va benissimo! Cercherò di riferire! E sui sogni non garantisco, MIO agguerrito capobranco! e lo baciai anch’io appassionatamente sul collo, anch’io volevo assaggiare la sua pelle, la sua fragranza come Giorgio aveva fatto con me.

Se quel nostro primo contatto aveva sconvolto e mandato in tilt oltre al cervello, tutto il resto del mio corpo anche Giorgio o solo la metà delle sue parti, iniziavamo davvero bene, chissà cosa sarebbe accaduto sabato 28 novembre che saremmo usciti per mangiare una pizza insieme? Oh Santa Puffetta Vergine! Che poi con tutti quei Puffi, Puffetta veramente non sarà mai stata tentata di esplorare quei sentieri oscuri, pericolosi, ma che portano all’apice del piacere? Io con Puffo Forzuto un’esplorazione l’avrei fatta più che volentieri! Ed ora più che mai avrei voluto esplorarli insieme al mio bel focoso lupo alpha! Decisamente non appartiene a quel club viva! Con questi pensieri vorticanti raggiunsi Luca in macchina che, vedendomi con il viso in fiamme mi disse

LU : Tutto bene lì dentro? È successo qualcosa che dovrei sapere? Devo imbracciare il fucile a canna mozza?

SA : Eh? Sì tutto bene, decisamente tutto bene, anche troppo! Non senti il caldo che fa? Si soffoca! Mi starà per arrivare il Conte Carletto ecco perché sento tutto questo caldo atroce ed ho il viso in fiamme! No, no, non è successo assolutamente niente, tranquillo! Andiamo và metti in moto, così prima consegniamo e prima potremo andare a riposarci! No alla violenza che fine ha fatto?!

LU : Uhm…va bene anche se non mi convinci per niente! Fortuna che le elezioni sono finite e non lo incontreremo MAI più. La prossima volta gli spacco la faccia! A volte la sana violenza è necessaria! così dicendo raggiungemmo gli altri che già ci stavano aspettando fuori gli uffici del Comune e, una volta riconsegnato tutto quanto, ci salutammo, ci dicemmo che saremmo rimasti in contatto e che ci saremmo rivisti presto.

Luca mi riaccompagnò a casa, in macchina cercò di indagare cosa fosse avvenuto mentre io glissavo come meglio potevo, ci salutammo, ci demmo la buona notte ed appuntamento a domani pomeriggio in palestra.

Quella mattinata sarei dovuta crollare per la stanchezza ed invece, fino alle tre di mattina ero euforica, mi giravo e rigiravo nel letto ripensando a ciò che era avvenuto dietro quella colonna ed altro che farfalle nello stomaco, io avevo uno tsunami! Alle 2:30 il mio cellulare che avevo messo in modalità silenziosa, vibrò, qualcuno mi stava chiamando e, quando vidi chi fosse fui pronta a rispondere

SA : Che c’è capobranco, non riesci a dormire? Già ti manco?

G : Ahahahahaaaaaaaaaaaaa! Visto come prontamente anche tu hai risposto, ne deduco che anche tu non riuscissi a chiudere occhio, mi sbaglio? E sì, strano a dirsi, ma già mi manchi!

SA : Touché! Lo dici a tutte quante?

G : Mai detto a nessuna tu SEI l’unica!

SA : Oh! Wow! Ne sono onorata!

G : Devi sentirti onorata! Attenta, però, l’onore comporta delle responsabilità! Hai parlato con il lupo randagio?

SA : Oh, oh, oh! Io sono una persona responsabile sai? Dovresti mettermi alla prova, non ti deluderei! Uhm…ni! Non ho riferito il tuo autoritario messaggio, anche perché Luca ed io, ora, siamo solo amici.

G : Luca non ti considera tale però, SOLO tu lo consideri un amico! Hai il cuore troppo tenero, tesoro, ci penserò io a forgiarlo per benino! Apprezzo tantissimo la tua sincerità è una dote rara.

SA : Ne sei sicuro che abbia il cuore troppo tenero, dolcezza, non sarà il contrario? Nemmeno mi conosci, prima di parlare dovresti conoscermi meglio! Grazie, anche tu sarai altrettanto sincero?

G : Ohhhhhhhhhhhhh è ciò che ho intenzione di fare e ti farò conoscere tutto di me, te l’ho già detto stamattina! Ovvio che sì! Ti lascio riposare e vado a riposare anch’io, abbiamo lavorato per quasi tre giorni dando tutti noi stessi dopotutto… Ah… mi raccomando...

SA : SOGNAMI INTENSAMENTE, SPUDORATAMENTE, SCONCIAMENTE, SOGNAMI, SOGNAMI, SOGNAMI, TESORO, CUCCIOLOTTO E BLA, BLA, BLA, BLA, BLA, BLA, BLA! Era questo ciò che stavi per dire? dissi anticipandolo e forse spiazzandolo.

G : Ahahahahaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Più o meno! Buona Notte dolce Sammy! Ci vediamo sabato per il nostro primo appuntamento, il primo di una lunga serie.

SA : Sogni d’Oro mio irruente e tenero Giorgio! Non vedo l’ora.

Così finì la telefonata e veramente ci addormentammo entrambi appagati, felici, col sorriso sulle labbra e ci incontrammo nei nostri sogni mattutini. Sogni molto, molto, ma moltooooooooo a luci rosse.

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