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Capitolo 2 - Giorgio

Metà Novembre 2020

Ed anche questa è fatta! Un’altra missione conclusa con successo! Sebbene sia soltanto la punta dell’iceberg, è dal 2017 che siamo sulle tracce di questo burattinaio, una volta l’ho anche sfiorato, peccato che, all’epoca, ero soltanto una pedina di un’enorme scacchiera ed il mio compito era quello di sgominare l’altra faccia del male… Anche questa volta la Giustizia ha trionfato e le forze oscure, le forze del male hanno ceduto il passo! Sono il Generale di brigata più giovane dei Carabinieri del Reparto Operativo Speciale in breve siamo conosciuti come i R.O.S.; ho 35 anni ed ho fatto carriera molto in fretta rispetto a tutti i miei colleghi che, se dapprima mi guardano con sospetto, perché credono che per arrivare dove sia, qualcuno mi abbia dato una spintarella, una volta che mi conoscono, quel tanto che basta e, soprattutto, vedono come opero e lavoro, si ricredono e sanno che l’alta qualifica che ho raggiunto, l’ho raggiunta soltanto con il duro lavoro, con le mie forze e le mie capacità e, alla fin fine, mi rispettano. Certo, rispetto a tutti i miei coetanei ho tutto ciò che potrei desiderare, un lavoro che, seppur pericoloso, è stimolante e, ad ogni nuova missione, mi riempie il corpo di quel pizzico di adrenalina ed incoscienza che fa ribollire il sangue nelle mie vene. Ogni mese ho un ottimo stipendio che, col tempo, mi ha permesso di acquistare una splendida macchina, una Jeep Renegade 4x4 nera super accessoriata con finestrini oscurati, fari al led, specchietti laterali che si chiudono in automatico, interni in pelle, cambio anziché automatico manuale, ma quello fu un mio capriccio quando all’epoca, tre anni fa, l’acquistai, adoro sentir ruggire ed ululare la mia piccola sotto le mie mani e vedere sulle strade, qualsiasi esse siano, come prende vita. La mia auto è la mia migliore amica, la mia amante, la mia ragazza, nessuna vera donna mi dà le sensazioni che mi dà la mia cucciola. Sono single per scelta, certo di tanto in tanto, qualche passatempo, giusto per togliersi lo sfizio ed il bisogno, almeno fisiologico e fisico, ce l’ho anch’io, dopotutto sono pur sempre un uomo, anche se io amo definirmi un lupo bianco alpha, ma niente di più. Certo il fatto che il mio aspetto fisico sia spiccicato, colore degli occhi a parte il destro nero e il sinistro di un blu intenso, a quello di Enrique Iglesias, mi dà una mano in più rispetto al resto del genere maschile, ma, per il resto, anche il mio infallibile modo di “braccare l’ignara preda” ops volevo dire le mie infallibili tecniche di seduzione sono, nella conta totale, un mix esplosivo e poi, ogni volta, vedere come il genere femminile mi mangia con gli occhi o semplicemente mi guarda con ammirazione, mi fa pensare che io sia un gran bel ragazzo che, una volta che avrò deciso chi sarà la fortunata, almeno per una serata, con cui intrattenermi, avrà l’onore di sollazzarmi e placare, con l’atto sessuale, con l’atto più animale che ci sia, il sottoscritto, seppur per la breve frazione di qualche ora, può sembrare brusco questo mio comportamento, ma ormai fa parte del mio carattere che, nel corso degli anni, ho modellato e plasmato come con la creta od il ferro si modellano le sculture e le armature. Ecco attorno a me ci sono entrambe, una più solida dell’altra, niente e nessuno è in grado di scalfirle. Dopo essermi ampliamente appagato ed aver appagato anche la lei di turno di cui, ovviamente, non ricordo mai il nome, ritorno negli appartamenti messi a disposizione dal Comando dei Carabinieri affinché anche le mie membra stanche possano trovare ristoro seppur per la breve frazione di qualche ora. Mai nessuna è entrata nel mio appartamento, nel mio personale tempio, nella mia foresta mistica e MAI nessuna lo farà così come MAI nessuna guiderà la mia cucciola. Perché ho un atteggiamento del genere e non permetto a NESSUNA di avvicinarsi a me e di scoprire chi io sia veramente e cosa si nasconda sotto quest’incrollabile armatura che ho addosso? La risposta è semplice, almeno per me! So per certo che niente dura, quindi perché tentare di legarsi a qualcuno che tanto prima o poi se ne andrà? Perché aprire il proprio cuore, dare tutto sé stessi, amare qualcuno, cercare di essere amato se poi alla fine tutto si riduce in sofferenza ed abbandono? Non serve! A ME NON SERVE! Se solo mi sentissero i miei genitori, specialmente quell’inguaribile romantica di mia madre, insieme al mio rabbino, perché sì sono ebreo e ne vado orgoglioso seppur non sia praticante, le radici sono importanti sono quelle che non ti fanno mai dimenticare da dove vieni e chi sei veramente. Comunque, se mi sentissero i miei fare certi discorsi, darebbero di matto, purtroppo non possono farlo dato che furono uccisi per mano dei mafiosi che denunciarono per aver chiesto loro di pagare il pizzo e dire che erano miracolosamente scampati alla deportazione ai campi di concentramento di Auschwitz, ironia della sorte alla fine morirono comunque giovani. Quando accadde, ero poco più di un ragazzino, avevo circa otto anni e giurai a me stesso che avrei fatto giustizia ed avrei guardato da dietro le sbarre vedere quegli spietati malviventi vivere e morire e fu così, peccato che quella “giustizia relativa” oltre a non ridarmi indietro i miei cari, giorno, dopo giorno, rendevano arido il mio cuore e la mia anima. Fu solo per un fortunato caso e, per le cure del mio rabbino che mi accolse nella sua famiglia e mi insegnò i giusti valori che non scelsi la strada sbagliata, non ero un ragazzino prima ed un adolescente poi modello, ero e sono sempre irrequieto, ma decisi di vivere per la giustizia e, finite le superiori, anzi al secondo anno di università, decisi di entrare nelle forze armate, feci il concorso per entrare nei Carabinieri, lo vinsi a pieni voti e poi, col tempo entrai nel reparto speciale dei R.O.S. dove sono ancora. Il mio animale preferito? Il Lupo bianco. Perché proprio il lupo bianco? Perché “I lupi bianchi sono fieri guerrieri della Foresta Antica. Da generazioni questi lupi si tramandano la tenacia del guerriero lupo. Secondo le leggende, il primo lupo bianco aveva spinto il suo branco a combattere contro dei demoni per salvare il Grande Albero, senza il quale, la Foresta Antica morirebbe. Riuscirono a combattere le forze del male e, da allora, sono i guardiani di quella grande terra.” Quella leggenda mi affascinò parecchio ed è per questo che amo i lupi. Me la raccontò mio padre poco prima che morisse e, al funerale dei miei genitori, feci un giuramento segreto, ovvero quello di diventare anch’io un lupo ed un guerriero che avrebbe sconfitto tutte le forze del male, le avrei estirpate dalla faccia della terra con queste mie stesse mani affinché più nessuno, su questa terra, avrebbe più sofferto così come avevo sofferto io, ne ho addirittura tatuato uno sul fianco sinistro e le sue fauci terminano proprio lì…sull’altra belva che, ora, sta dormendo e riposando nell’attesa della sua prossima vittima ops della prossima donzella che avrà il coraggio di avventurarsi e che tenterà di domarla, mentre le zampe col corpo girano sui miei glutei e la coda termina sull’altro fianco. Quel tatuaggio lo feci a 25 anni come monito per me stesso se avessi vacillato o se, all’inizio, le forze oscure mi avessero sconfitto, il tatuaggio mi serve, ogni volta, per ricordarmi chi io sia e rialzarmi volta dopo volta più forte di prima. Quando poi ho tempo, mi piace allenare il fisico in palestra sebbene lo faccia in orari assurdi e poco affollati, così come i lupi, mi piace starmene per i fatti miei e, sebbene qualcuna tenta un approccio con me quando sono lì, la palestra, almeno per me non è il posto in cui si va per fare conversazione, odio chi lo fa, volete parlare? Fatelo, ma non in palestra! In palestra si va per scaricarsi, allenarsi, mettere a dura prova, fino al limite tutti i muscoli anche quelli più nascosti e/o che non si pensava ci fossero, non per fare salotto! Per quello esistono parchi, bar, pub, ristoranti, discoteche, la passeggiata della nostra città.

Mi sveglio di soprassalto durante la notte sono tutto sudato e sto tremando io che non tremo nemmeno di fronte alla morte e, credetemi, quando sono in missione e sotto copertura, Sorella Morte io la vedo spesso e volentieri, eppure, le parole velenose che due occhi neri carichi di odio mi fagocitarono tre anni or sono, ora, mi rimbombano nel cervello, perché a distanza di tre anni dovrebbero spaventarmi? Non ho niente e nessuno da perdere quindi le sue minacce sono come delle pietre lanciate sul pelo dell’acqua, lasciano scie, ma non mi scalfiranno mai e poi mai! Cerco di tranquillizzarmi ascoltando la mia musica preferita e di svuotare il mio cervello, d’altronde è ancora presto sono soltanto le tre del mattino! Tuttavia, alle cinque ancora fatico a tranquillizzarmi, così vado a correre fino al lungomare della mia città e constatare che non sono l’unico folle mi fa fare un microscopico sorriso.

Tecnicamente, ora che sono in licenza, dovrei riposarmi per un periodo abbastanza lungo, prima di gettarmi a capofitto nella prossima avventura e missione, missione che è legata, come lo sono le catene fra loro, a quella di tre anni fa anche se in apparenza non sembra, tuttavia non avevo fatto i conti con i problemi di salute del mio collega che è anche mio vicino di casa, siamo dirimpettai anche se non è che abbiamo chissà quali rapporti di amicizia e con le elezioni che si sarebbero svolte la settimana successiva...

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