Capitolo 7: Vecchi ricordi
Il cielo al tramonto tingeva lo studio di una luce dorata, eppure Bonny non riusciva a concentrarsi sulla musica. Ogni volta che le sue dita si posavano sui tasti del piano, il suono si mescolava con le immagini che affioravano nella sua mente, ogni nota un ricordo, ogni melodia una visione che la riportava a tempi lontani. Tempi in cui Damon non era una rock star, ma il ragazzo di cui si era innamorata, con la sua risata spensierata e il suo sorriso che riusciva a farla sentire invincibile.
Damon, seduto al centro della stanza, la osservava in silenzio, come se stesse cercando di leggere il suo cuore attraverso la musica. Le sue mani si intrecciavano tra i capelli, un gesto che Bonny ricordava perfettamente, un tic nervoso che aveva sempre avuto. Era il Damon che conosceva, ma anche un altro, diverso, irraggiungibile.
«Ricordi il nostro primo concerto?» chiese lui, la voce tranquilla, ma c'era un bagliore nei suoi occhi che non riusciva a nascondere. Bonny smise di suonare, il suo cuore fece un balzo. La domanda era innocente, ma portava con sé una valanga di emozioni, di ricordi che aveva cercato di seppellire per anni.
«Come potrei dimenticarlo?» rispose Bonny, il tono leggermente più alto di quanto avesse voluto. Si ricordava quel giorno come fosse ieri. Il caldo della giornata estiva, la sensazione di eccitazione e paura mentre si preparavano dietro il palco, le luci che illuminavano la folla e la voce di Damon che chiamava il suo nome, il suo sguardo carico di un'emozione che lei non riusciva a definire.
Si erano promessi di non lasciarsi mai, ma il destino aveva deciso diversamente. Quella promessa, fatta tra le luci del palco e il suono della musica che li avvolgeva, sembrava ormai così lontana, così sfumata. Il pensiero di quel giorno le provocava una fitta al cuore, un dolore che non si era mai davvero dissolto.
Damon si alzò dal suo posto e si avvicinò al piano, mettendo una mano sullo schienale della sedia. Il suo sguardo si fece più intenso, come se stesse cercando di decifrare ogni emozione che stava attraversando Bonny.
«Sai,» continuò lui, la voce più bassa, quasi un sussurro, «quando eravamo insieme, non pensavo mai che sarebbe finita. Ogni volta che ti guardavo, mi sembrava che il mondo fosse nostro. Non riuscivo a immaginare una vita senza di te.»
Le parole di Damon scivolarono come una carezza sulla sua pelle, ma furono anche come un coltello che si infilava nel cuore di Bonny. Lei non aveva mai smesso di amarlo, ma sapeva che non poteva più credere a quelle parole. Troppo tempo era passato, troppi pezzi erano andati persi lungo il cammino.
«Lo pensavo anche io,» ammise Bonny, guardando il piano come se cercasse rifugio nelle sue note. «Ma poi… poi sei andato via. E io sono rimasta. Ho dovuto imparare a vivere senza di te, a sopravvivere al dolore.»
Un silenzio pesante si abbatté tra di loro. Il ricordo del giorno in cui Damon se ne era andato era ancora vivido nella sua mente, come una ferita che non si rimarginava mai completamente. Avevano 14 anni, l'innocenza che li legava era pura, incontaminata. Ma quando lui partì, lasciò un vuoto che Bonny non riuscì mai a colmare.
Era il giorno prima che lui se ne andasse. Si erano trovati nella piccola sala prove che avevano trasformato nel loro rifugio segreto. Quella sera, la promessa era stata fatta, con le mani strette forte, con i cuori che battevano all’unisono.
"Non importa dove sarò," aveva detto Damon, i suoi occhi brillanti come se stesse giurando una cosa importante. "Ti amerò sempre, Bonny. Non ti lascerò mai."
Ma poi era partito senza avvisare. Senza più una parola, senza più un segno. E Bonny aveva visto il suo mondo crollare.
La sua mente tornò al presente, dove Damon la fissava, il volto serio, come se volesse farle capire che non era mai stato facile nemmeno per lui. Ma per Bonny, quella ferita era troppo profonda per essere rimarginata così facilmente.
«Perché non mi hai mai scritto? Perché non hai mai cercato di tornare?» le chiese, cercando di mantenere la calma. Il suo cuore stava accelerando, ma non si sarebbe lasciata sopraffare. Non più.
Damon sembrò fare una smorfia, come se quella domanda lo avesse scosso. Si passò una mano tra i capelli e fece un passo indietro, come se avesse bisogno di allontanarsi per riflettere.
«Non volevo ferirti,» rispose lentamente, con una sincerità che colpì Bonny più di quanto si fosse aspettata. «Pensavo che sarebbe stato più facile per entrambi se ti avessi lasciato andare. Se avessi permesso che la nostra vita seguisse il suo corso senza... senza il peso del mio amore. Non immaginavo che sarebbe stato così difficile.»
Bonny non sapeva cosa dire. Ogni parola sembrava svanire prima che riuscisse a trovarla. Sapeva che il passato non poteva essere cambiato, ma ogni ricordo che riaffiorava la faceva sentire come se il tempo non fosse mai passato. L'odio per lui che aveva provato per anni, per la sua fuga, sembrava dissolversi davanti alla sincerità che si leggeva nei suoi occhi.
«Perché non te ne sei andato con la tua musica, Damon?» chiese, più debole di quanto volesse. «Perché tornare ora?»
Damon la guardò intensamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. «Perché sei tu, Bonny. La mia vita è stata una corsa senza fine, ma mi sono reso conto che nessun successo, nessuna folla, nessuna canzone è stata mai più importante di te.»
Un brivido percorse la schiena di Bonny. Le parole di Damon la colpirono, ma non bastavano. Aveva bisogno di più. Aveva bisogno che lui le dimostrasse che, nonostante tutto, la sua assenza fosse stata un errore. Ma come si faceva a credere a qualcuno che ti aveva lasciato senza nemmeno un addio?
La tensione tra di loro era come una corda tesa, pronta a rompersi da un momento all'altro. Bonny non riusciva a capire se il ritorno di Damon fosse una benedizione o una maledizione.
I ricordi erano tornati, potenti come un fiume in piena, ma anche le ferite che avevano causato erano reali. E in quel momento, Bonny si chiese se fosse davvero pronta ad affrontarle di nuovo.
