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Capitolo 3

Dicono che il primo giorno di college non si scorda mai... beh, vedremo. Il momento tanto atteso è finalmente arrivato! Devo ammette che lasciare casa degli zii non è poi così facile come avevo immaginato, mi stavo abituando a queste quattro mura e agli schiamazzi di due bambine di 6 anni in giro per casa. Sta tutto in una valigia extra large e uno zainetto dell'Eastpak. Tutta la nostalgia passa subito alla vista spettacolare del campus. Una serie di zone verdi costeggiano gli appartamenti, con panchine ad ogni portone per sedersi a pranzare velocemente o leggere un libro all'aria fresca.

La mia compagna di stanza non è ancora arrivata quindi cerco di sistemare le mie cose lasciando abbastanza spazio anche per lei. Con un po' di organizzazione e mezza giornata passata così riesco a finire tutto. La sveglia sul comodino segna le sei del pomeriggio e mi tocca accendere la luce dai toni aranciati ormai che sole non è più all'orizzonte. Inizio ad avere anche fame, non mi sono neanche resa conto di aver praticamente saltato il pranzo. Non ho praticamente nulla in camera con me, ma l'abbonamento alla mensa mi salverà la vita. "Fa che non sia polpettone" spero tra me e me.

Contro ogni previsione trovo pollo, patate e insalata. Non mi lamento, non è la pizza di Domino's ma posso dire che è piuttosto buono. Benvenuta in un nuovo capitolo della tua vita June! Mi manca Sandy seduta accanto a me nel nostro solito tavolo, lei che è volata a New York per studiare alla Juliard. Per stasera mi tocca mangiare da sola visto che non conosco ancora nessuno. Non sono mai stata popolare però avevo il mio piccolo gruppo di amici con cui condividere un caffè il sabato pomeriggio. Poche feste, mai nessuna in realtà. Ho sempre odiato questo genere di cose e lo ammetto, non hai mai assaggiato qualcosa oltre la birra.

Alla fine quel piatto abbondante mi ha anche saziata per cui decido che è ora di andarmi a riposare in vista dell'inizio delle lezioni. Il resto degli alluni sta iniziando a raggiungere il campus e i corridoi sono molto più popolati di quando li ho lasciati un'ora fa. Si sentono schiamazzi e musica provenire dalle varie stanze. La mia è la 333, un numero particolare e intrigante che spero mi porti fortuna. "I can buy myself flowers..." si sente provenire dalla stanza mentre sto ancora aprendo la serratura. All'interno la mia nuova compagna di stanza sta ballando mentre sistema i libri sulla scrivania, è girata di spalle e non si è neanche accorta della mia presenza. Ha indosso solo una canottiera nera e un perizoma con le ciliegie che si abbinano ai capelli ramati che porta a caschetto, perfettamente allineati sopra le spalle. Quando si gira gli occhi verdi le si spalancano per la sorpresa.

Mi sento improvvisamente in imbarazzo. «Scu scusami, sono June la tua compagna di stanza» balbetto.

Le si arriccia il naso, incorniciato da un sacco di lentiggini. «Io sono Mara, piacere!»

«Scusami se ti ho disturbata» le dico.

«Ma figurati, sto solo cercando di mettere le cose in ordine... non è il mio forte e mi dispiace se lo capirai», risponde.

«A me piace tenere in ordine, non è un problema», cerco di essere cordiale ma ho qualche dubbio che questa convivenza possa sempre filare liscia come l'olio.

«I can take myself dancing, I can hold my own hand» continua a cantare, con una naturalezza unica «conosci questa canzone? Miley ha praticamente asfalto il suo ex».

«Non l'avevo ancora sentita» dico, per non ammettere che in realtà non m'interessano questo tipo di gossip e con il mio unico ex siamo ancora migliori amici.

Restiamo a parlare un altro poco del più e del meno mentre ripone le ultime cose sugli scaffali. A luce spenta sento ufficialmente il peso di questa giornata e la solitudine di un posto nuovo.

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