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Bryley

Dopo il dessert, Candace e io ci offriamo di pulire la cucina. È una tradizione che abbiamo fin da quando eravamo ragazzini. Lei lava i piatti e io asciugo. È un momento che ci permette di stare un po' da soli, lontano dagli occhi attenti dei nostri genitori.

Mentre passo il panno sui piatti ancora caldi, mi perdo nei miei pensieri. Non riesco a togliermi dalla testa l'idea del motel. Prima o poi, dovrò affrontare quello che sento per Candace.

Con la cucina finalmente vuota, decido di cogliere l'occasione.

«Un giorno faremo un giro in una di quelle stanze».

Dico, cercando di sembrare casuale.

Candace sussulta, e noto immediatamente il rossore che le colora le guance. Mi fa sorridere vedere quanto facilmente riesco a farla arrossire.

«Stai scherzando, vero?»

Chiede, la voce un po' tremante.

Ridacchio, cercando di rassicurarla.

«Rilassati, principessa, stavo solo scherzando».

Ma non è vero. Dentro di me, so che non sto scherzando affatto.

Osservo Candace mentre cerca di riprendersi, il rossore ancora presente sulle sue guance. È incredibilmente bella quando si imbarazza.

«Candace, respira».

Dico, cercando di non sembrare troppo divertito.

Scuote leggermente la testa, come per scacciare via i pensieri. Continuiamo a lavorare in silenzio, finendo di sistemare la cucina. Dopo aver salutato i nostri genitori, saliamo ognuno nelle proprie stanze.

Entrando nella mia camera, i miei occhi si fissano su una foto di Candace e me al lago. Era una giornata perfetta, uno di quei ricordi che non dimenticherò mai. Chiudo gli occhi, lasciando che i dettagli di quel giorno mi travolgano.

Eravamo insieme a Murray e Ravindra. Murray, come al solito, faceva lo scemo.

«Guardate, ragazzi! Sto per fare il tuffo del secolo!»

Gridava, mentre tentava un complicato salto mortale che finiva sempre in una grande schizzata d'acqua.

Le ragazze erano sulla barca, ridendo e chiacchierando. Candace aveva indossato quel bikini azzurro che le stava divinamente. Ogni volta che la guardavo, sentivo una morsa alla stomaco. Ravindra, invece, non perdeva occasione per prendere in giro Murray.

«Sei un disastro, Murray! Se continui così, affonderai la barca!».

Decidemmo di fare una gara di tuffi.

Candace era competitiva come sempre, determinata a vincere.

«Bryley, ti batterò questa volta!»

Gridava, lanciandosi in acqua con una grazia che mi lasciava sempre senza parole. Io, ovviamente, non potevo lasciarle la vittoria così facilmente. Ma alla fine, non importava chi vinceva o chi perdeva. Era il semplice fatto di essere insieme che rendeva tutto speciale.

Tornando al presente, apro gli occhi e il ricordo si dissolve. Mi siedo sul letto, preoccupato. Murray sa che ho fatto a botte con Daniel. Speriamo che non dica niente a Candace... anche se ne dubito, visto che Murray e Candace sono migliori amici e colleghi. Non ho paura del giudizio di Candace, ma temo che si preoccupi. Le avevo promesso che non mi sarei più messo nei guai.

Ma Daniel mi aveva fatto uscire di matto con quei commenti importuni su Candace. Non potevo sopportarlo. Quella sera, quando l'ho affrontato al bar, non mi importava delle conseguenze. Volevo solo che smettesse di parlare di lei in quel modo. La mia macchina ha subito il colpo, ma io, sorprendentemente, sono rimasto illeso. Questa volta.

Chiudo gli occhi di nuovo, cercando di trovare un po' di pace. Ma i pensieri su Candace, sul motel, su Daniel, continuano a tormentarmi. Vorrei poter proteggere Candace da tutto, ma so che non posso sempre esserci per lei. E questo mi fa sentire impotente.

Alla fine, decido di alzarmi e guardare fuori dalla finestra. La notte è calma, il silenzio è rotto solo dai suoni lontani della città.

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