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Candace

Mamma serve il cibo con la grazia di sempre, distribuendo i piatti mentre inizia a raccontarci qualcosa sulle ultime novità del motel.

«Abbiamo alcune nuove coppie che frequentano regolarmente».

Dice, il tono della sua voce leggero e allegro.

«E stiamo pensando di fare qualche cambiamento nelle stanze. Aggiungere dei piccoli particolari per rendere l'esperienza ancora più speciale».

Mentre parla, il mio sguardo si posa su Bryley. Lo vedo ascoltare distrattamente, il solito sorriso ribelle sulle labbra. Mi chiedo cosa stia pensando. Mi chiedo se anche lui si sente così strano quando pensiamo al motel, alle stanze, a quello che succede lì dentro.

Mamma continua, descrivendo le idee che lei e papà hanno in mente.

«Magari aggiungere specchi sul soffitto o luci regolabili. Cose che possano rendere l'atmosfera più... intima».

La mia mente vaga, immaginando Bryley in una di quelle stanze. Solo al pensiero, sento il calore salirmi alle guance. Mi mordo il labbro, sperando che nessuno noti il mio imbarazzo.

Dopo cena, arriva il momento del dolce.

Mamma porta in tavola una torta al cioccolato e caffè, il mio dolce preferito.

«Comunque, se rimane un po' di torta me la porto lunedì per la pausa pranzo».

Dico cercando di distrarre la mia mente dai pensieri imbarazzanti.

Papà annuisce, un sorriso divertito sulle labbra.

«Il cibo dell'ospedale fa pena?»

«È peggiorato...»

Rispondo, facendo una smorfia. Ricordo quando ero stata operata di tonsillite anni fa, e il cibo era già terribile allora.

Bryley, con il solito tono da saputello, interviene: «Il cibo dell'ospedale ha sempre fatto schifo...»

Lancio uno sguardo a Bryley, un misto di rimprovero e preoccupazione.

«Se magari evitassi di metterti nei guai non saresti costretto a mangiare in ospedale...»

Bryley sorride, alzando le spalle.

«Dai, è da un mese che manco...»

«Settimana scorsa ti sei scordato?»

Ribatto, ricordandogli l'ultima volta che era finito in ospedale.

Mamma mi dà ragione.

«Candace ha ragione».

Bryley fa spallucce, come se non fosse un problema. Ma io ricordo bene quella sera. Ero di turno quando è arrivato con il labbro spaccato, un occhio nero e una ferita al fianco. Non aveva voluto dirmi cosa fosse successo, ma sapevo che si era ritrovato in mezzo a una rissa. Ancora una volta, mi aveva preoccupato fino allo sfinimento.

«Non è colpa mia principessa».

Dice, cercando di minimizzare.

Mi perdo nei miei pensieri. Ripenso a quella notte, a come avevo trattenuto le lacrime mentre lo medicavo. Bryley ha sempre avuto un modo di finire nei guai, ma vederlo così mi fa male. Vorrei che capisse quanto mi fa soffrire ogni volta che si mette in pericolo.

Mi ricordo di quando avevamo sette e dieci anni e Bryley aveva deciso che dovevamo esplorare il vecchio mulino abbandonato. Ero terrorizzata, ma lui mi aveva preso per mano e mi aveva promesso che mi avrebbe protetta. Era sempre stato così, il mio protettore. E io, nonostante tutto, non potevo fare a meno di ammirarlo.

E ora, guardandolo mentre mangia un pezzo di torta con quell'aria di sfida, mi rendo conto che non è cambiato molto. È ancora il mio Bryley, il mio ribelle. E nonostante tutto, non posso fare a meno di volergli bene. Anche se a volte vorrei solo urlargli di smetterla di mettersi nei guai.

Mamma continua a parlare del motel, raccontando di una coppia che aveva chiesto una stanza con una vasca idromassaggio. La mia mente vaga di nuovo, immaginando Bryley e me in una di quelle stanze. Sento il calore salire ancora una volta e mi sforzo di concentrarmi sulla conversazione.

«Allora Candace».

Dice mamma, tirandomi fuori dai miei pensieri.

«Cosa ne pensi delle nostre idee per il motel?»

Sorrido, cercando di sembrare più calma di quanto mi senta.

«Penso che siano ottime idee. Sono sicura che i clienti le apprezzeranno».

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