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Capitolo 5

La loro conversazione è fitta, fitta, Roland per un istante alza il volto guardandosi in giro, Anna sguscia via immediatamente ma è troppo tardi perché il suo capo non la veda.

Dannazione! Ne è certa stanno parlando di lei.

Stefano Manieri è una persona ingombrante, se dovesse solo scoprire la sua vera identità sarebbe un delirio.

Finalmente si salutano, lei serve altri due clienti poi viene chiamata all’improvviso dal capo.

“Che c’è? Hai bisogno di qualcosa?” chiede stupita.

“Sì, vieni nel mio ufficio, Amanda ti sostituirà” risponde gesticolando in direzione dell’altra commessa.

Si siede sopra un divanetto, Anna è in piedi, una strana sensazione la trapassa da capo a piedi.

“Vorresti arrotondare la tua paga nei prossimi venti giorni?” Resta in apnea, accetterebbe con tutta sé stessa ma qualcosa la blocca.

“Spiegati, dov’è la fregatura?”

Lui le fa segno di sedersi di fianco, lei tentenna ma sa che Roland è una persona seria, da quando lavora lì a parte gli apprezzamenti verbali, è sempre stato un gentleman.

“Nessuna fregatura, anzi è una cosa dannatamente seria.”

“Continua” lo esorta lei.

“Quel mio amico che ti ho detto di servire in modo speciale…” Anna sente le gambe molli, il cuore in procinto di scoppiare e l’aria sparire dai polmoni “organizza dei ritrovi un po’ riservati e talvolta ha bisogno di ragazze per esercitare ciò che, da sempre, lo caratterizza, lui ti ha notata e vorrebbe sapere se la cosa può interessarti.”

“Mi stai dicendo che è un Master, dunque?”

“Lo è da quando lo conosco ed è anche uno dei migliori. È stato inserito nel Five Club e credimi non è cosa da poco.”

“Il Five Club? Cosa sarebbe?” chiede allarmata, il suo capo scuote la testa, a volte parla troppo e spesso deve rimediare.

“Meglio che non te lo dica, comunque ne è fuori da tempo, quindi è una storia passata, non pensarci piccola non è così importante.”

Anna si rilassa, ma quei sogni ad occhi aperti che le avevano invaso la mente avevano avuto una logica dannatamente vicino alla personalità di Manieri, probabilmente aveva anche sviluppato un sesto senso a riconoscere certe persone, dato l’ambiente in cui aveva iniziato a lavorare, oppure era stato semplicemente un caso.

Se non fosse per il fatto che Stefano Manieri è a tutti gli effetti il suo professore di lettere perlopiù stronzo, sarebbe tentata di accettare.

“Non credo di potere Roland, e poi non posso giocarmi la reputazione così, mi caccerebbero dall’università con tutte le conseguenze del caso. Tuttavia, e solo per curiosità bada bene, vorrei sapere a quanto ammonta l’arrotondamento di cui accennavi.” Lui sorride, sa sempre che in questi casi i soldi la fanno da padrona.

“È disposto a pagare bene, per due sere alla settimana paga 500,00 euro, per quattro 1.200,00, e poi non rischieresti di essere riconosciuta poiché in genere tutte le ragazze sono mascherate con un copricapo speciale.”

“Cosa?!”

Anna è vermiglia in volto, con quei soldi si pagherebbe una buona fetta della retta universitaria.

“Non devi rispondermi subito, a Stefano ho detto che te ne avrei parlato, puoi prenderti del tempo se vuoi.”

“Quanto tempo” domanda fremendo.

“Una settimana. So che il prossimo meeting è previsto fra quindici giorni.”

“Ci vai anche tu?”

“Mi piacerebbe, ma non ho il pass.” Anna aggrotta la fronte.

“Sei suo amico e non hai il pass?” Lui si fa serio.

“Vedi piccola, non si tratta di amicizia qui, in realtà possono partecipare solo Master riconosciuti inseriti in una lista particolare appartenenti ad una cerchia molto ristretta, come ti avevo accennato prima. Io ho tentato di entrare ma non è stato possibile.”

“Come l’hai conosciuto?” Roland prende fiato poi mi racconta.

“Ero poco più che un adolescente, mi ha soffiato la ragazza poi abbiamo fatto a pugni. Sai, Stefano sa essere proprio uno stronzo quando si fissa su una persona, ma poi tutto è cambiato quando un giorno l’ho tirato fuori da una rissa. Da quel momento in poi siamo diventati veri amici. Abbiamo solo una regola per mantenere un’amicizia che dura ormai da vent’anni ed è quella di non giudicarci. Lui ha deciso di praticare, mentre io mi limito a vendere.”

“E lo rifornisci ovviamente.”

“Ovviamente.”

Anna si alza, si sistema la gonna che continua aderire al suo culo sodo e ben fatto, prende fiato poi esclama “Vado a lavorare, grazie comunque per avermelo chiesto.”

“Allora è un no?” chiede Roland con un’espressione quasi dispiaciuta.

“Diciamo che è un forse. Ci devo pensare e alla fine della settimana ti farò sapere.”

“Okay piccola, aspetterò.”

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