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È ancora molto presto quando James si sveglia. Cerca di riaddormentarsi, ma fallisce miseramente. Così, dopo una decina di minuti, si alza dal letto. Guarda fuori dalla finestra e vede che il sole sta sorgendo. Sbadigliando, guarda l’orologio : le cinque. Perfetto, proprio perfetto…
Decide di affrontare la giornata e comincia la sua solita routine mattutina. Fa la doccia, si rade, si veste e va in cucina. Di solito c’è una domestica che gli prepara la colazione, poi sistema l’appartamento e la sera cucina la cena. Oggi, però, le ha scritto un messaggio dicendole che può restare a casa.
Decide di cucinare uova strapazzate e pancetta, e inizia a preparare il piatto. È quando alza lo sguardo per un momento che la vede. La ragazza è anche lei nella sua cucina, ma non sta cucinando : sta facendo delle telefonate e si sta mettendo le scarpe.
Quando l’odore di cibo bruciato gli riempie le narici, si rende conto di aver dimenticato le uova mentre la fissava.
— Merda — mormora, cercando di salvare le uova, ma è tutto inutile. Quando alza di nuovo lo sguardo, nota che la ragazza non c’è più. Sospira e decide di farsi portare la colazione in ufficio da Elizabeth. In fondo, a cosa serve un’assistente ?
Alle sei in punto Elizabeth riceve il messaggio dal suo capo che le chiede le uova alla Benedict per colazione, sulla sua scrivania alle sette.
“Perfetto,” pensa. “Proprio perfetto.”
Chiama subito il suo contatto al Ritz per sapere se è possibile. Per fortuna, sono clienti fedeli del Ritz da anni, e il locale si trova proprio accanto all’edificio.
Elizabeth prende l’auto e si ferma al Starbucks più vicino per prendere il suo caffè e la colazione. Subito dopo si dirige al Ritz per ritirare le uova alla Benedict e va all’edificio.
Guarda l’orologio : sono le 6 :53, il che significa che se va subito su, potrà portargli la colazione all’ora esatta.
Con la borsa in una mano e il vassoio con il cibo nell’altra, esce dall’ascensore. Appoggia con attenzione la sua borsa sulla scrivania e entra nel suo ufficio.
È piuttosto sorpresa di vederlo già lì così presto, al lavoro.
— Buongiorno, signor McGregor.
Lui alza lo sguardo dallo schermo del computer per un momento e si appoggia allo schienale quando vede il vassoio. Tuttavia, non le dice una parola.
— Ecco le sue uova alla Benedict, signore — dice mentre poggia il vassoio davanti a lui. Sente i suoi occhi su di lei mentre solleva il coperchio che copre il cibo.
— Le ho portato anche sale, pepe, del pane e un caffè nero normale.
Lo sorprende quando prende il tovagliolo e glielo sistema sulle ginocchia prima di continuare.
— Se ha bisogno di qualcos’altro, sa dove trovarmi. Buon appetito.
Sta per uscire dall’ufficio quando improvvisamente lui dice :
— Aspetta !
Lei si gira.
— Grazie — dice, per la prima volta…
Il resto della giornata scorre piuttosto tranquillamente. Elizabeth riesce a portare avanti un po’ del suo lavoro e il signor McGregor segue il suo programma come sempre.
Sono circa le sette di sera quando James decide finalmente che per oggi può bastare. La maggior parte delle persone nell’edificio è probabilmente già andata a casa, e lui non ha nemmeno cenato.
Si alza dalla sedia, prende il cappotto, e nota che c’è ancora qualcuno lì. Elizabeth è ancora lì con lui, intenta a lavorare su chissà cosa.
Sorride tra sé nel vederla lavorare ; deve ammettere con se stesso che questa ragazza lavora davvero sodo.
Elizabeth è curva sulla scrivania, impegnata con la disposizione dei posti per il gala, quando il suo telefono squilla. Risponde e viene accolta da una voce che non le è familiare.
— Pronto ? — chiede la voce, prima ancora che lei possa parlare.
— Buonasera, assistente personale del signor James McGregor Jr., come posso aiutarla ?
— Devo parlare con James — dice la voce all’altro capo, che sembra femminile.
— Mi dispiace, ma al momento è molto occupato. Posso fare qualcosa per te ? — chiede, pizzicandosi il ponte del naso.
La voce dall’altra parte si alza improvvisamente di tono e la ragazza ricomincia a parlare con rabbia.
— Devo parlare con lui subito.
Elizabeth sospira e ha quasi voglia di chiudere la chiamata, quando James esce dal suo ufficio.
— Signor McGregor ? — chiede, coprendo il microfono con la mano.
— C’è una ragazza in linea che dice di doverle parlare immediatamente.
La confusione gli si legge in faccia per un attimo, prima che torni del tutto inespressivo.
— Il nome ? — chiede.
Elizabeth alza un dito, mette di nuovo il ricevitore all’orecchio e scopre che la ragazza ha continuato a blaterare per tutto il tempo.
— Il nome, per favore ? — chiede, prendendo un post-it.
All’improvviso, la ragazza si ferma e dice :
— Tiffany Gomez.
Elizabeth copre di nuovo il microfono con la mano, si volta verso il signor McGregor e dice :
— Tiffany Gomez.
Per una frazione di secondo, pensa di vedere un’espressione diversa sul suo viso, ma poi torna subito inespressivo.
— Passa la chiamata al moi ufficio — dice, tornando verso la sua stanza.
Elizabeth annuisce e trasferisce la chiamata, quando improvvisamente lui parla ancora.
— E signorina Waverton, vai pure a casa, è piuttosto tardi.
E con questo, chiude la porta dietro di sé.
