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Capitolo 3 Vent'anni dopo - 2

Nel frattempo, Madga correva mentre le serve contavano. Si inoltrò senza accorgersene nella foresta — zona proibita — finché sentì urla e risate provenire da una cascata. Si avvicinò a un grande albero e da dietro i rami vide delle figure maschili tuffarsi dalle rocce. Quando riemersero, li vide chiaramente: erano metà uomini, metà animali.

Pensò fosse frutto della sua immaginazione, poi capì di trovarsi nella parte della foresta abitata dalle creature mistiche, separate dal popolo di Rama.

Uno di quei giovani, sulle rocce, stava per tuffarsi. Gli altri lo incitavano:

«Forza Helaia! Salta! Onora i tuoi vent’anni con questo rito!»

Madga lo vide chiaramente: era il ragazzo dei suoi sogni. Bello come l’aveva sempre immaginato. Il cuore le batteva forte: era innamorata. Ma sapeva che le regole vietavano ogni rapporto tra il suo popolo e le creature della foresta. Eppure, decise che lo avrebbe incontrato, a qualunque costo.

Sentì le serve chiamarla:

«Principessa Madga, dove siete?»

Nel tentativo di allontanarsi, urtò un ramo dell’albero, che cadde nel fiume dove si trovavano Helaia e i suoi amici.

«Eccomi ragazze! Scusatemi, mi ero solo seduta un attimo, ero stanca e mi sono persa,» disse Madga, cercando di tenerle lontane dalla cascata. Le raggiunse e le guidò di nuovo verso Re Adaman.

Helaia

Stava per tuffarsi, quando intravide Madga tra i rami dell’albero dove si era nascosta. Avvisò d’impulso uno dei suoi amici fauni del ramo che stava per spezzarsi.

«Ismaele, attento al ramo!»

Ismaele si scostò di colpo e vide il ramo cedere proprio vicino ai suoi piedi.

«Ma per le anime... com'è caduto? Aspetta... sento qualcosa...»

Ismaele fiutò l’aria, sospettoso. Intanto Helaia si tuffò nell’acqua, schizzando lui e gli altri fauni accanto a Ismaele.

«Helaia, che di anime! Ho sentito odore umano! E tu mi hai distratto! Mi sa che è stato fatto apposta... Qualcuno voleva attaccarci!»

Helaia guardò il suo amico e rispose con serietà:

«Non credo volessero attaccarci... Ho visto qualcosa, ma solo di sfuggita. Ascolta: tu e gli altri tornate al villaggio. Avvisate mio padre e le guardie. Io andrò a controllare se qualcuno è entrato nella foresta senza permesso. Se trovo qualcuno, lo arresterò e lo porterò alle mura: ci penseranno mio padre e le guardie di Rama, va bene?»

Ismaele e gli altri fauni obbedirono. Helaia recuperò la sua cintura e si avviò verso il punto dove aveva intravisto Madga. Nel frattempo, Ismaele tornò al villaggio con gli altri, dirigendosi subito dal re Hector:

«Sire, ci sono degli intrusi nella foresta! Vostro figlio Helaia vuole che lo raggiungiate alle mura che separano la foresta da Rama.»

Il re Hector, udendo quelle parole, impugnò la sua lancia e ordinò a Ismaele e ad altre due guardie di seguirlo. Amaresia, che aveva sentito tutto, si trasformò in un corvo senza farsi vedere e li seguì volando.

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Madga, nel frattempo, era tornata dal padre Re Adaman con le due serve. Non appena la vide, il sovrano si alzò con preoccupazione:

«Tutto bene, tesoro? È successo qualcosa?»

Madga stava per rispondere, ma un ringhio la fece sussultare. Si voltò di scatto: un branco di lupi selvatici di montagna li aveva accerchiati, pronti all’attacco. Il re Adaman fece cenno alle guardie di chiedere aiuto, ma non appena queste cercarono di raggiungere i cavalli, furono sbranate dai lupi in un lampo.

Le serve di Madga urlarono per l’orrore, attirando su di sé l’attenzione delle bestie. Il re Adaman gridò:

«Correte, presto! Scappate! Li trattengo io!»

Madga guardò suo padre, che cercava di distrarre i lupi con un ramo. Ma in un attimo gli furono addosso. Lo stavano per sbranare quando Helaia arrivò appena in tempo, uccidendo i lupi uno dopo l’altro e salvando il sovrano.

Non appena Re Adaman vide la spada impugnata da Helaia, capì chi fosse:

«Sire, tutto bene? Siete ferito?» chiese Helaia, aiutandolo ad alzarsi.

Madga si avvicinò, seguita dalle serve che, intimorite, si fermarono a distanza.

«Padre, tutto bene? Vi sentite male?»

Il re Adaman si alzò abbracciando sua figlia.

«Tranquilla, sto bene. Ho solo preso un tremendo spavento. L’importante è che sono salvo... Grazie, principe Helaia. Sono felice di rivederti: l’ultima volta che ti ho visto avevi appena pochi giorni di vita... Ti ringrazio per il tuo coraggio. Sapevo che ti avrei incontrato oggi.»

Poi si voltò verso le serve e ordinò:

«Voi due, correte al castello e portate una carrozza e delle barelle, subito.»

Le serve annuirono e montarono a cavallo dirette verso il castello. Intanto, da un ramo lì vicino, ancora sotto forma di corvo, Amaresia osservava i lupi morti ai piedi di Helaia, Madga e il re Adaman. Furiosa, lanciò un incantesimo per attirare altri lupi. L’odore della fialetta e dei cadaveri fece sì che arrivassero velocemente.

Helaia, confuso, si rivolse al re Adaman:

«Voi... mi conoscete? Ma... non c’era il divieto di contatto tra i nostri regni?»

Il re Adaman rise bonariamente.

Madga, perplessa, chiese:

«Padre, come fate a sapere che Helaia è un principe...?»

Il sovrano rispose:

«Conosco Helaia perché siete nati la stessa notte, vent’anni fa. Nove mesi prima della vostra nascita, tua madre, Madga, e la madre di Helaia strinsero un patto con me e con il re Hector. Volevano sapere chi aveva ucciso i tuoi nonni materni. Riuscirono a scoprirlo e scrissero una lettera con i nomi degli assassini. Ne diedero una a me e una al re Hector, da leggere al vostro ventesimo compleanno. Ma in cambio dell’aiuto, era necessario un sacrificio: la fine della faida tra i regni. Così, le vostre madri, insieme a me e a re Hector, giurarono di unire i vostri destini attraverso il matrimonio. Le vostre madri morirono il giorno in cui siete nati. A te, Helaia, donai la spada con cui mi hai salvato. Tua madre regalò a Madga la collana che porta al collo.»

Helaia, stupito, guardò il re Adaman, poi si voltò verso Madga. Ora capiva dove l’aveva già vista: era la ragazza dei suoi sogni.

Si rivolse al re:

«Sire, se mia madre, la regina Eclimanea, ha deciso che devo sposare la principessa Madga, allora accetto... sempre che lei sia d’accordo.»

Madga, emozionata, abbracciò suo padre, poi si avvicinò a Helaia:

«Principe Helaia... sogno il tuo volto da tempo, ora capisco perché. Accetto con immenso onore di sposarti.»

Poi lo baciò, radiosa. Re Adaman sorrise vedendo la scena.

Amaresia, sopra di loro, nauseata da quanto aveva visto, avvertì i nuovi lupi in arrivo. Volò via in direzione del castello per informare Damiano.

Helaia, sentendo il ringhio dei lupi, si staccò da Madga e si pose davanti a lei per proteggerla:

«Madga, corri da tuo padre, presto!»

Madga non se lo fece ripetere. Corse verso il re. All’improvviso, dalla foresta, spuntarono re Hector e Ismaele, accorsi in aiuto. Insieme riuscirono a sconfiggere i nuovi lupi.

Re Hector, vedendo Adaman e Madga, comprese tutto. Fece cenno a Ismaele di portare via i corpi dei lupi. Il fauno obbedì.

Il re Hector si avvicinò ad Adaman:

«Dal volto di mio figlio, deduco che gli hai raccontato una parte del patto.»

Adaman annuì:

«Sì, e ha acconsentito a sposare Madga.»

Helaia si avvicinò a loro, ma fu fermato dalle guardie tornate con la carrozza:

«Fermo, fauno! Sta' lontano dal re e dalla principessa!» dissero in coro.

Re Adaman li fermò subito:

«Tranquilli. Ci hanno salvato dai lupi, i veri colpevoli. E so dove si nascondono. Stasera, alla festa di mia figlia, riceveranno una bella sorpresa... Ah, dimenticavo: re Hector, principe Helaia, siete invitati alla festa di compleanno di Madga. Spero che avrete l’onore di partecipare.»

Le guardie rimasero interdetti da quelle parole. Hector e Helaia si scambiarono uno sguardo e dissero in coro:

«Volentieri. Non mancheremo.»

Dopo aver salutato Madga e re Adaman, Helaia e suo padre tornarono nella foresta. Intanto il re e la principessa salirono sulla carrozza per fare ritorno al castello e prepararsi alla festa.

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