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Capitolo 3 Vent'anni dopo - 1

Madga

La principessa Madga cresceva fiera, forte, intelligente e appassionata. Sin da bambina mostrava un talento naturale per la spada, l’equitazione e lo studio delle lingue antiche. Suo padre, il re Adaman, la incoraggiava in tutto, vedendo in lei lo stesso fuoco che un tempo aveva reso grande sua madre, la regina Agata.

Ogni anno, nel giorno della luna piena, Adaman portava Madga a pregare davanti alla tomba della madre, nel giardino sacro. Le raccontava sempre la stessa storia: di come Agata, insieme alla regina delle creature Eclimanea, avesse stretto un patto sacro per scoprire i colpevoli della guerra e porvi fine. Di come entrambe fossero morte dando alla luce i loro figli, lasciando un’eredità scritta nella profezia.

Madga ascoltava in silenzio. Poi, la notte, cominciò a sognare.

Nel sogno, camminava in una foresta incantata, tra creature fiabesche: centauri, fate, fauni, streghe, spiriti dell’aria e dell’acqua. Un grande falò al centro, e tutti danzavano. Poi, un giovane fauno dagli occhi dorati le porgeva la mano.

«Mi chiamo Helaia,» diceva. «Vuoi danzare con me?»

Non riusciva a rispondere. Le dita si toccavano, la musica la avvolgeva, il cuore le batteva come un tamburo. Tutto sembrava così reale, si sentiva diversa come se appartenesse a quello luogo. Ma poi, il buio. Ogni volta si svegliava con il suono delle campane all’alba.

«Papà,» raccontava durante le passeggiate mattutine, «ho sognato ancora quel ragazzo. Sempre lui. Mi chiama per nome, dice che la pace è vicina.»

«Chi lo sa, magari è un principe che incontrerai quando sarai più grande» Adaman le disse sorridendo, ma dentro di sé tremava.

Madga sorrise e abbracciò suo padre, poi si mise a correre dicendo

«Prendimi Papà ….»

Damiano guardo la scena dal suo balcone dicendo:

«Cresce forte la piccola, ma non per molto presto farai la fine di tua madre...» nauseato dalla scena rientrò nella sua stanza.

Madga era cresciuta con la consapevolezza che il suo destino fosse legato a quel sogno, a quel volto che ogni giorno disegnava e attaccava vicino allo specchio.

Quando compì vent’anni, Adaman le propose una cavalcata nella foresta, come tributo alla madre. Madga accettò con entusiasmo. Ma quella passeggiata avrebbe cambiato tutto.

Helaia

Nella foresta, Helaia cresceva forte, robusto e abile con le armi, nella caccia, nella magia e nella musica, proprio come sua madre. Sotto le cure di Mar, Agather e di suo padre, il Re Hector, era destinato a ereditare presto la corona. Ammirato dalle fanciulle del popolo delle creature, Helaia aveva però la mente altrove: era ossessionato dalla ragazza che sognava ogni notte da quando aveva cinque anni. Spesso, durante le lezioni di magia, raccontava a Mar e Agather il suo sogno ricorrente:

«Cammino in un salone immenso, e mentre avanzo, la folla si apre al centro. Ed ecco che appare lei, la principessa. Si chiama Madga. Mi porge la mano e danziamo insieme. Non ha paura di me, mi sorride ed è felice. Poi tutto diventa buio, e mi sveglio di soprassalto.»

Mar e Agather lo ascoltavano con un sorriso, dicendogli:«Forse sarà la tua futura sposa, chissà…»

Helaia le guardava con disgusto, rispondendo:«Una sposa? Un’umana? Ma per favore, non fatemi ridere! Basta con le lezioni, vado a fare una passeggiata con mio padre.»

Uscì di casa e corse dal padre, che riposava seduto accanto a una quercia dopo aver raccolto frutti per la cena. Mar e Agather non lo fermarono: sapevano che ormai era cresciuto e che presto avrebbe scoperto la verità su quel sogno.

Il Re Hector, vedendo arrivare il figlio, capì che avrebbe riportato alla luce il solito racconto. Ma non lo rimproverò: mancava poco al suo ventesimo compleanno, e presto avrebbe incontrato la principessa Madga. Accarezzò il ciondolo al collo con il ritratto della sua regina, madre di Helaia, e pensò:"Sei tu che gli fai fare quei sogni, perché si innamori di lei… Quanto mi manchi, e quanto Helaia ti somiglia nel carattere, Riberle. Spero che tutto vada bene e che questa guerra finisca presto."

Alla richiesta del figlio, Hector si alzò con un sorriso:«Padre, vi va una passeggiata prima di cena?»«Certo, con piacere», rispose il re, afferrando il bastone da cammino. L’età cominciava a farsi sentire, ma nulla gli avrebbe impedito di accompagnare Helaia.

Amaresia, intenta a raccogliere bacche, li osservò con occhi carichi di odio:"Maledetto moccioso! Per colpa tua non posso regnare. Ma vedrai, tra qualche anno morirai, e tuo padre, Mar e Agather con te. Allora, finalmente, sarò io la regina di questo luogo."Prese il cesto e si ritirò nel suo cottage in silenzio.-----La mattina del suo ventesimo compleanno, Helaia fu svegliato dagli amici che lo invitavano a raggiungerli alla cascata per le loro acrobazie rituali. Pensò:«Forse oggi incontrerò finalmente la fanciulla dei miei sogni.»

Salutò il padre e le zie, che gli raccomandarono prudenza. Prima che partisse, Hector gli consegnò una spada:«Tienila con cura. Te l’ha regalata un uomo che presto incontrerai e che ti darà tutte le risposte che cerchi.»Helaia annuì, legò la spada alla cintura accanto al flauto e corse dagli amici.

Quel giorno, però, nulla sarebbe andato come previsto. L’incontro con Madga non era casuale: era stato orchestrato da Amaresia e Damiano, che avevano pianificato di liberarsi di loro scagliando contro di loro dei lupi selvatici. Ma qualcosa avrebbe sconvolto i loro piani.

Madga

Cavalcava felice, in sella al suo cavallo, seguita da suo padre, il Re Adaman, da suo zio Damiano e da alcune cameriere di corte che riuscivano a tenerle testa. Il re Adaman e Damiano la seguivano con calma, senza mai perderla di vista.

Adaman disse con un sorriso stanco:

«Ormai invecchio, non riesco più a starle dietro... Comunque, questa sera Madga conoscerà il suo futuro sposo. L’ho scelto personalmente. Ho già inviato la lettera, così stasera potremo ufficializzare il loro fidanzamento.»

Aspettava la reazione del cognato.

Damiano lo guardò perplesso, rispondendo:

«Già... ormai è una donna, non più una bambina. Posso chiedere chi sarebbe il futuro principe che sposerà tua figlia? Non ho visto arrivare alcun re straniero negli ultimi mesi o anni, né sono giunti ritratti dei loro figli per la principessa Madga.»

Nel suo intimo, però, pensava:

«Com'è possibile che un principe abbia ricevuto le lettere? Avevo incaricato Amaresia di eliminare i messaggeri... Forse qualcuno è sfuggito.»

Il re Adaman notò lo sguardo perso di Damiano.

«Tutto bene, Damiano? Ti vedo pensieroso. Sì, ho scritto diverse lettere, ma stranamente i messaggeri venivano uccisi da predoni. Alla fine ho affidato le lettere a un mercante.»

Stava per aggiungere altro, ma furono interrotti da Madga, che arrivava tutta contenta, seguita dalle due serve a cavallo:

«Padre, padre, vi andrebbe di fermarci qui a fare un picnic?»

Adaman acconsentì con un sorriso, scendendo da cavallo con l’aiuto di una guardia:

«Certo, tesoro, volentieri. Damiano, ti unisci a noi o preferisci tornare al castello?»

Damiano, fingendo stanchezza, disse:

«Credo che tornerò al castello. Mi sono ricordato di alcune cose da fare... e devo controllare che gli organizzatori della festa di stasera facciano tutto per bene per la principessa Madga.»

Madga e Adaman lo guardarono un po’ delusi, ma capivano che qualcuno doveva occuparsi dei preparativi. Adaman fece cenno a due guardie di scortarlo al castello e salutò il cognato:

«Buon rientro. Stai attento lungo il tragitto.»

Quelle parole fecero gelare il sangue a Damiano, come se Adaman avesse intuito qualcosa. Ma finse indifferenza:

«Buon picnic... ci rivediamo stasera. Anche voi state attenti.»

Damiano salì a cavallo e, seguito dalle guardie, galoppò verso il castello. Lungo la strada, senza farsi notare, fece cadere una boccetta contenente feromoni per attirare i lupi, con l’intento di spingerli verso il luogo dove si trovavano il re e Madga.

Dopo qualche ora, finito il pasto, Madga chiese:

«Padre, posso giocare a nascondino con le mie serve mentre voi riposate? Staremo qui vicino, promesso!»

Adaman annuì:

«Va bene, ma state attente e non fatevi male.»

Madga lo abbracciò, poi corse via con le due cameriere. Adaman, intanto, si mise a leggere un libro che aveva portato con sé.

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