Libreria
Italiano
CapitolI
Impostazioni

Capitolo 01

Andrea

Ero in una foresta piena di alberi enormi e vicino a loro un enorme lago, non sono mai stata in una foresta del genere in nessun momento della mia vita, quando mi guardavo intorno ho visto un lupo nero che mi ha fatto rabbrividire quando ho mi avvicinerei a lui all'improvviso sento un rumore come se fosse qualcosa che mi salta addosso e mi ingoia la testa, poi mi alzo seduta sul letto tutto sudato e spaventato, perché e cosa mi stava attaccando? Non so cosa sia successo, ma quel lupo non mi ha nemmeno difeso, guardandosi intorno vedendolo era solo un sogno.

Mi alzo e spengo la sveglia che insisteva a urlare tra me e me osservo che sono le cinque e mezza del mattino, guardo la mia "stanza" che in realtà era un seminterrato nel seminterrato della casa con un bagno dove c'è era solo acqua ghiacciata, mi guido in bagno ero troppo pigro per fare la doccia, mio padre non mi voleva in casa, diceva che faceva schifo guardarmi, ancor di più con i visitatori e quando il mio sorella se n'è andata mi ha buttato nel seminterrato, letteralmente mi ha buttato perché non era delicato.

Esco dal bagno ancora assonnata, la doccia non mi ha aiutato per niente, quando l'acqua fredda mi è caduta addosso mi sono svegliata all'istante, ma quando mi sono abituata il sonno mi ha invaso di nuovo, quindi mi vesto in fretta così non faccio tardi e vado in cucina faccio la colazione ai miei genitori quando è tutto pronto loro scendono e io mi preparo per uscire, stare qui è una vera tortura psicologica, quando arrivo in soggiorno loro sono già lì con loro stomaco pieno.

(Amelia) Madre - Dove vai? - chiede alzandosi dal divano dove stava leggendo una rivista.

- Respirerò un po' d'aria. - Rispondo senza guardarla.

(Agosto) Papà – Penso che qui dentro respiri molto bene, usciamo e torniamo solo domani mattina, quando arrivo voglio tutto immacolato e il caffè fatto, o se non ti prepari. - Ha parlato con un tono minaccioso che mi ha fatto rabbrividire, ricordando l'ultima volta che sono stato picchiato da lui, ero privo di sensi finché non mi sono svegliato in ospedale da solo.

- Si signore! - ho risposto a testa bassa.

Mamma - E presto ci trasferiamo, quindi non dimenticare di mettere in valigia tutto in casa.

- Sì signora.

Padre - Adesso può essere inutile o mi contaminerà l'aria. - Disse con disgusto nella voce.

Mamma - E quando arriviamo non dimenticarti di prendere la pozione per mascherare il tuo odore perché non mi piace sentirla disgustosa. - Ringhiò su per le scale.

Ho solo annuito e sono uscito di casa, quando ho finito gli studi camminerò un po' e vedrò ancora la città di Rio, per conservare i ricordi, prima di partire, perché non credo che avrò molto tempo per quello, perché devo impacchettare tutto e spedire quello che mi serve ovunque, in passato piangevo, ma dopo tanti anni ho deciso di non farlo più perché sono io quello che ha gli occhi gonfi e cattivi, naso che cola... Nah, ho deciso di non piangere più per questo, vado in giro osservando ogni luogo e improvvisamente il mio cellulare squilla.

- Ciao? - Chiedo già risposto senza vedere chi fosse.

Angel (sorella) - Ciao Andréia. - Sorrido perché è l'unica capace di illuminare la mia giornata.

- Ciao Angelo. - dico eccitato

Angel - Ero così emozionato quando la mamma mi ha detto che sarebbero andati a vivere vicino a me. - La mia faccia deve essere stata la migliore da quando la donna che mi è passata davanti pensava che mi fossi perso.

- Oh andiamo? - chiedo volendo sapere di più di quello che non so esattamente.

Angel - Sì, ho trovato lavoro come segretaria in un'azienda e andrò a vivere nella casa dei miei sogni, poi ti ho chiamato per starmi vicino, è già tutto pronto. - Dillo e ho capito che ero ansioso.

- Che bello, andrai d'accordo e com'è il branco lì? - Non so dove sia o chi si prende cura del branco.

Angel - E' vero, ora vivo nel branco supremo in California, è abbastanza figo, almeno qui non ho mai avuto problemi. - Soffoco con la mia saliva.

- Su... su... supremo? - chiedo riprendendomi spaventata.

Angel – Sì, guarda ti aspetto, ma ora devo andare più tardi ti dirò di più sul mio servizio ok? Baci mi manchi. - Dice triste e sembra che stia correndo.

- Va bene, mi manchi anche tu, abbi cura di te!!

Angel - lascialo andare, l'hai visto anche tu? addio!!

- Sì signora, ciao. - Riaggancio sorridendo.

Appena ho riattaccato sono tornato a casa e nella mia testa c'era solo una domanda "È vero quello che dicono del supremo??", se mi chiedono se sono entusiasta di vivere lì non dico Lo sono perché mentirei più spaventato che ansioso, se penso che la mia vita qui sia brutta, immagina lì.

Scarica subito l'app per ricevere il premio
Scansiona il codice QR per scaricare l'app Hinovel.