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7 Capitolo

La nostalgia di casa è una sensazione che colpisce la maggior parte delle persone quando ti trovi in un ambiente nuovo e che stai ancora conoscendo.

Ecco, questo è quello che mi sta succedendo in questo momento.

Il mio inizio qui non è stato piacevole, partendo da quello scemo della panchina fino ad Axel e l'unica cosa positiva è stata Kenia: in lei sono riuscita a trovare un'amica.

Nella mia vecchia casa potevo dormire in tutta tranquillità, o quasi perché spesso avevo incubi, ma non avevo nessuno che entrava dalla finestra per indagare sulla mia vita senza motivo, ma semplicemente per soddisfare la sua curiosità.

Prima potevo uscire con le persone che sono cresciuta, che adesso mi mancano tanto e che non mi basta sentire per telefono.

In momenti come questi, in cui mi sento smarrita, senza posto, senza senso, mi servirebbero solo loro.

Per telefono gli racconto tutto, ma quando parli con una persona guardandola negli occhi è tutt'altra cosa, perché riescono a vedere come ti senti in realtà e fidatevi che in videochiamata non è la stessa cosa.

Sospiro dalla stanchezza mettendomi a sedere, volgendo lo sguardo sul comodino alla mia destra, guardando con occhi leggermente lucidi la foto di noi sei insieme, felici per davvero.

Mi hanno sostenuta sempre, sono sempre stati accanto a me quando è morta la mamma, quando mio padre è andato in prigione e continuano a farlo adesso che siamo a distanza.

Torno con i piedi per terra non appena sento bussare alla porta della mia stanza, trovando Jenny e Kenia vestite di tutto punto, come se dovessero uscire da un momento all'altro.

«Buongiorno, che ne dici di uscire?

Fuori c'è un bellissimo sole e sarebbe uno spreco stare chiusi in casa»

Gentilmente mi sorpassano ed entrano in camera mia senza attendere una mia risposta, mentre io mi appoggio allo stipite della porta battendomi una mano sulla fronte.

Jenny dice che io sono testarda, ma non ha ancora capito che è una cosa di famiglia.

E' da quando David mi ha salvato da un possibile stupro da parte di Axel che ogni mattina si presenza insieme a Kenia davanti alla mia porta, ma per quanto ancora faranno così?

Mi dispiacerebbe dire un'altra volta no e così mi sforzo cercando di sorridere, ma le parole mi si bloccano in gola.

Una apre le tende per far entrare un po' di luce solare dentro alla mia stanza che sembra un tugurio, mentre l'altra completa un outfit sul mio letto.

Da lì capisco che non avrebbero accettato un no come risposta, perciò senza dire nulla prendo i vestiti e vado in bagno, dando un'occhiata ai vestiti che hanno scelto per me: un jeans a vita alta blu scuro, una maglietta bianca aderente con alcuni lacci intrecciati sul seno, una maglia lunga rosa e un paio di scarpe sportive color crema.

Non appena varco la soglia della cucina la loro attenzione si sposta su di me e insieme a loro trovo mio cugino, che mi lancia sguardi di approvazione.

«Dire che possiamo andare»

Afferma mia cugina cercando uno sguardo d'approvazione da parte degli altri, mentre le chiavi e iniziano ad andare verso l'ingresso.

«Ma dove andiamo?»

Chiedo con tono curioso e confuso allo stesso tempo, una volta usciti di casa ed aver chiuso la porta, mentre scendiamo le scalette.

«Faremo una passeggiata al parco qui vicino, ma se vuoi andare in città...»

Non le faccio terminare la frase che scuoto il capo in senso negativo e inizio a camminare di fianco a Jenny, mentre andiamo nello stesso posto dove ho conosciuto Axel per la prima volta.

Mentre camminiamo non posso fare a meno di guardarmi intorno, perché l'ansia di ritrovarmelo davanti dopo quello che ha saputo di me è tanta, forse insostenibile.

Io sono con i miei pensieri, a rimuginare sul mio passato in totale silenzio, mentre loro parlano cercando di coinvolgermi nella loro conversazione.

«Alexa, preparati che quello che stai per vedere ti farà prendere un colpo»

Mi dice mi mia cugina non appena stiamo per entrare nel parco, mentre David va alle mie spalle e pone le sue mani sui miei occhi, facendomi spaventare leggermente.

«Che avete combinato?»

Domando con tono confuso e curioso allo stesso tempo, anche se non posso fare a meno di tralasciare un piccolo pizzico di spavento nella voce.

Non mi rispondono e mi fanno camminare in avanti piano, finché non ci fermiamo dopo un paio di metri.

«Adesso puoi guardare»

Mormora Jenny al mio orecchio e in quel preciso momento David libera i miei occhi, dandomi la possibilità di vedere... e per poco non cado a terra dall'emozione per quello che mi ritrovo davanti.

Lacrime di gioia scoppiano sul mio viso senza che io me ne renda conto, mentre corro verso di lui per poterlo abbracciare.

Sorride come sempre e lascia cadere le sue valigie a terra, aprendo le braccia per accogliermi e afferrandomi al volo, mentre io lo stringo a me cercando di fermare il pianto.

«Mi sei mancata tanto piccola»

Dice lasciandomi un bacio sulla guancia, mentre mi posa a terra con delicatezza e asciuga le lacrime che ho sulle guancie.

Non faccio in tempo a fare un altro passo che vengo letteralmente investita da Luna e Skye, che piangono di gioia peggio di me.

«Mi siete mancate tanto, non potete immaginare quanto»

Dico stringendole e una volta che ci stacchiamo dall'abbraccio scoppiamo a ridere, vedendo come ci siamo conciate per colpa di queste lacrime.

All'improvviso un paio di braccia mi sollevano per i fianchi e sobbalzo dallo spavento, iniziando a dimenarmi per liberarmi da quella presa.

Mi attirano contro un petto muscoloso e mi stringono forte, ma lì per lì non le riconosco e cerco di scendere, ma non appena il suo profumo invade le mie narici mi calmo e capisco chi è.

Lewis.

Lo abbraccio forte per fargli capire che mi è mancato pure lui e qualche attimo dopo mi mette a terra, mentre ho le lacrime agli occhi per la felicità.

«Sono così contenta di avervi tutti qui, ma cosa ci fate?»

Chiedo con tono sorpreso e curioso, mentre mi asciugo le lacrime e Lewis mi posa a terra, tenendomi ancora contro il suo petto.

«Beh piccola, ci siamo trasferiti qui.

Sei contenta?»

Mi domanda con tono divertito ed io annuisco felice, abbracciandolo ancora una volta con lo sguardo sempre rivolto agli altri.

«Si, ma come avete fatto?»

Chiedo guardandoli confusa e subito vedo Skye abbassare lo sguardo triste, mentre Juan va verso di lei e la prende fra le braccia.

«Beh, io e Skye abbiamo nostra madre qui.

Nostro padre sta per risposarsi e per lui eravamo un disturbo»

Allora ecco il perché della sua reazione!

Dovete sapere che lei è molto legata al padre e quando i genitori hanno fatto la separazione lei ha specificato che volesse stare con il padre e Juan è rimasta con lei solo perché sapeva che prima o poi questo sarebbe accaduto.

«Invece io e Luna abbiamo nostro zio.

A casa abbiamo dei problemi e siamo venuti a stare qui per vivere in santa pace»

Mi spiegano e annuisco, per poi voltarmi verso i tre che mi hanno fatto la sorpresa e che in questo momento aspettano che io dica qualcosa.

«Era questa la sorpresa?»

Chiedo con un sorriso stampato sul volto, rivolgendomi a Jenny e gli altri, che annuisco e non hanno il tempo di fare nulla perché li abbraccio stretti, cogliendoli di sorpresa.

«Grazie grazie grazie»

Mormoro stringendoli ancora di più nel mio abbraccio e staccandomi alcuni attimi dopo, scostandomi una ciocca di capelli dal viso.

«Piccola»

Mi richiama Lewis alle mie spalle e mi volto a guardarlo curiosa, notando che sia lui che Juan hanno uno sguardo duro che non lascia presagire nulla di buono.

«Tua cugina Jennifer mi ha detto che un ragazzo ha provato a farti del male»

L'ultima volta che hanno fatto una cosa del genere sono dovuti venire i carabinieri e la polizia per fermarli e non vorrei che la stessa cosa capitasse qui, per questo ho un brutto presentimento e un senso di leggere paura si fa spazio nel mio cuore, facendolo battere all'impazzata.

Con lo sguardo mi giro verso di lui e faccio per rispondergli, ma la figura che scorgo alle sue spalle mi fa gelare il sangue nelle vene.

Mano a mano che si fa sempre più vicino riesco a scorgere il suo volto e quando incrocio i suoi occhi mi sento la terra mancare sotto i piedi e un senso di nausea mi sale per la gola.

Ditemi che non è vero, che lui non è qui in questo momento e che è solo un'illusione.

Solo ad immaginare il casino che succederà fra pochi attimi mi viene la pelle d'oca e non oso immaginare il finale.

«Non è possibile»

Sussurra con tono incredulo mia cugina, lanciandomi uno sguardo per vedere la mia reazione.

Guardo David e lo vedo stringere i pugni, mentre si avvicina a me e mi posa le mani sulle spalle con fare protettivo.

Lewis si gira confuso per vedere chi stiamo guardando, per poi posare la borsa a terra e avvicinarsi ad Axel, stringendolo poi in un abbraccio.

Loro si conoscono?

«Amico, che bello rivederti!

Ti sarei venuto a trovare dopo, ma visto che ci sei ti voglio presentare la mia sorellina Alexa.

E' lei la ragazza di cui ti ho parlato tanto quando venivo in vacanza qui»

Rilascio un sospiro carico di tensione e faccio qualche passo indietro, mentre Axel non sembra aver fatto minimamente caso alle parole di Lewis, tenendo i suoi occhi inchiodati su di me e sembra non volersi staccare.

Axel non da caso alle sue parole e il suo sguardo è inchiodato nel mio e non sembra volersi staccare.

«Cosa ci fai...tu qui?»

Chiedo con tono spaventato e ingoiando un groppo di saliva che mi si era formato in gola, cercando di nascondere il mio leggero timore della sua presenza-

«Alexa lascia che ti spieghi...»

Mormora con tono dispiaciuto e subito fa per avvicinarsi, ma David di pone di fronte a me con fare protettivo e Juan mi fa girare verso di lui, cercando una mia risposta con lo sguardo.

«Vi conoscete per caso?»

Chiede Lewis non capendo la situazione, mentre alterna il suo sguardo fra me ed Axel in attesa che uno dei due dica qualcosa, ma io non ne ho il coraggio.

Come faccio a dirgli che il ragazzo di cui mi parlava tanto al ritorno delle vacanze è colui che ha cercato di... farmi del male?

«E' meglio se te ne vai, prima di causare altri danni»

Gli dice mio cugino minaccioso riferendosi all'altra sera, mentre abbasso lo sguardo pieno di vergogna e senza che me ne renda conto inizio a tremare, con gli occhi pieni di lacrime.

Per sbaglio alzo lo sguardo e incontro quello confuso di Lewis, che appena vede i miei occhi viene verso di me preoccupato.

«Ale che succede?»

Mi chiede stavolta Juan e vede il mio sguardo amareggiato, mentre sente il mio corpo tremare e mi abbraccia forte, facendomi posare la testa sul suo petto.

Abbasso lo sguardo incapace di parlare e in questo momento le parole mi muoiono in gola, non riuscendo ad uscire e inizio a singhiozzare.

Mia cugina arriva alle spalle di Juan e posa una mano su quest'ultime, facendolo voltare confuso verso di lei.

«E'stato lui.

E' stato lui che ha tentato di abusare di Alexa»

Mormora guardando in malo modo Axel, mentre Lewis mi guarda scioccato e sentendomi in colpa continuo a sussurrargli dei "mi dispiace" poco comprensibili, con gli occhi pieni di lacrime.

Sospira pesantemente e mi prende per le spalle, guardandomi dritta negli occhi con preoccupazione e una leggera tristezza.

«E'vero quello che dice tua cugina?»

So che se risponderei di sì scoppierebbe una rissa e io non voglio creare problemi, quindi abbasso lo sguardo senza proferir parola ma emettendo solo un singhiozzo.

«Si Lewis e non ha fatto solo questo.

Si è intrufolato un paio di volte in camera di Alexa e ha scoperto del suo passato mettendosi a leggere gli articoli di giornale che lei custodisce da anni ormai, nonostante lei gli abbia chiaramente detto di non volerlo attorno»

Dice David prendendo la parola al mio posto, rivolgendo degli sguardi di fuoco ad Axel.

Lentamente mi volto a guardare gli occhi di Lewis e lui continua a guardarmi negli occhi, mentre il suo sguardo si rabbuia, lasciandomi presagire nulla di buono e mettendomi in un grande stato di ansia.

Vedo la vena sul braccio pulsare e seguo il suo percorso, vedendo le sue mani stringersi a pugno.

«L-Lewis mi dispiace»

Sussurro con tono mortificato e lui mi da una rapida stretta alle mie spalle come per rassicurarmi, prima di voltarsi per guardare il suo amico con rabbia.

Axel dal suo canto sospira capendo tutto e si passa una mano fra i capelli, mentre lo guarda dispiaciuto.

«Lewis lasciami spiegare...»

Non riesce a terminare la frase che un pugno impatta con la sua guancia, facendogli voltare il capo dal lato opposto, mentre io mi copro la bocca con una mano, cercando di trattenere un' urlo.

«Come hai potuto?!

Io mi fidavo di te!»

Le lacrime scendono senza il mio consenso e senza che io possa fermarle, mentre Juan cerca di calmarmi, ma pur essendo un bel gesto mi aiuta ben poco.

«Non sapevo di lei, se solo avessi saputo

io...»

«Tu cosa è, tu cosa?!

Ti aveva detto di starle alla larga e tu non l'hai fatto!

Sei entrato nella sua vita, nel suo passato senza il suo consenso.

Hai aperto una porta a cui non avevi accesso...»

«Volevo solo aiutarla, non sapevo che fosse stata violentata»

Si giustifica facendo qualche passo verso Lewis, mentre si massaggia il punto colpito facendo delle smorfie di dolore.

«Axel ti conosco!

Te la saresti fatta lo stesso se non fosse intervenuto David»

Dice spintonandolo, facendogli qualche passo indietro e lui lo guarda scioccato, per poi far tramutare il suo sguardo in uno arrabbiato.

«Oh, non mi mettere le mani addosso, hai capito?!»

Ringhia con tono minaccioso, spintonando a sua volta ed quello è il primo segnale che qui sta per succedere una guerra... ancora.

«E tu impara a ficcarti le mani in culo d'ora in poi»

Non ha il tempo di rispondere che un cazzotto impatta violentemente contro la sua mascella, così forte da fargli voltare a testa dall'altro lato.

Si volta lentamente tenendosi con la mano il punto dolorante, per poi guardare Lewis scioccato e tirargli un pugno in pieno viso, facendogli alcune gocce di sangue dal naso.

«Adesso ti sistemo io!»

Si pulisce il sangue con la manica della giacca e si butta su di lui, facendolo cadere a terra.

Si sistema a cavalcioni su di lui e inizia a sferrargli pugni sul sul viso, mentre noi cerchiamo di fermarlo.

Axel cade a terra e Lewis si mette a cavalcioni su di lui, iniziando a sferrargli pugni sul viso, ma subito l'altro gli tira una gomitata alle costole che lo fa cadere di lato.

Axel approfitta del momento di debolezza del mio amico e si rialza il piedi, pronto per tirargli un calcio, ma anche Lewis si rialza in poco tempo e adesso sono faccia a faccia.

Senza perdere altro tempo corro verso di loro, con l'intenzione di fermare questa rissa che si è causata per colpa mia.

«Alexa torna qui!»

Urla Juan con tono preoccupato alle mie spalle, ma non gli dò ascolto e continuo per la mia strada.

Axel tira un cazzotto a Lewis, quest'ultimo risponde con lo stesso attacco e fa per dargliene un'altro, ma mi intrometto fermandolo per un braccio.

Lo sposto e mi volto per fermare anche Axel, ma non ho il tempo di agire che un cazzotto impatta con la mia fronte.

Sento un forte dolore alla testa e l'ultima cosa che vedo sono due sagome nere avvicinarsi al mio corpo, poi il buio più totale.

**

«Che cazzo ho fatto?»

Sussurro con tono scioccato, indietreggiando di qualche passo e con un solo pensiero nella mia testa: le ho fatto male di nuovo e per colpa mia è svenuta!

La guardo scioccato e preoccupato allo stesso tempo, mentre un ragazzo si avvicina a me e inizia a spintonarmi più e più volte, gridandomi contro cose senza freno.

«Guarda che cazzo le è successo per colpa tua!

Pezzo di merda, non devi farlo più!»

Carica il braccio e mi colpisce allo stomaco, facendomi cadere a terra e si avvicina a me, per poi sferrarmi un calcio sulle costole.

«Juan lascialo!

Axel vattene che è meglio per tutti»

Dice Jennifer, trattenendo Juan per un braccio e dopo essermi rialzato mi pulisco la bocca con la mano, trovandola imbrattata di sangue.

Lewis prende Alexa fra le braccia ed escono dal parco a passo svelto, ma quando provo a seguirlo vengo fermato da Juan.

«Con te non finisce qui»

Mi dà un'ultimo spintone ed entra in macchina e in pochi secondi l' auto parte, rimanendo solo noi due.

«Mi hai deluso Axel e non immagini quanto.

Per me sei come un fratello, mettiti nei miei panni e cerca di capire come mi sento»

«Prima di parlare, ascoltami.

Non so il perché mi interessi tanto il suo passato e perché io la voglia aiutare, questo non lo so.

Quel pomeriggio, ho saputo di sua madre leggendo l'articolo di giornale che conserva da tanto tempo, ma sapevo che nascondeva altro.

All'inizio volevo saperlo per poterla ricattare e farmela quando volevo, ma ora non più.

Ora che... so tutto di lei, voglio aiutarla»

«Aiutarla, ma se non la conosci nemmeno!

E poi da quanto ti importa di come stanno gli altri?»

Urla con tono spazientito e acido allo stesso tempo, mentre si passa una mano fra i capelli che gli erano caduti sul viso.

«Fidati che nel tempo che è stata qui, ho imparato a conoscerla e si è fatta conoscere senza farlo apposta.

Ha mostrato il suo carattere come un libro aperto e l'ha mostrato a tutti.

Ammetto di aver aperto una porta sigillata, alla quale lei non voleva manco trovarsi di fronte, ma questo mi sta fermando dal farle quello che volevo farle sin dall'inizio.

Adesso voglio aiutarla, voglio proteggerla.

Tu mi conosci e questo non l'ho mai fatto per nessuna ragazza.

Lei è la prima e forse l'ultima per la quale voglio fare qualcosa»

Gli dico tutt'ad un fiato, per poi sospirare e lasciare che la rabbia evapori via, ma da lui non ricevo alcuna risposta.

Mi guarda con delusione, amarezza, dubbio e so che vorrebbe dirmi tante cose, ma semplicemente se ne va.

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