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The Alpha's Flame

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JB
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Riepilogo

Quegli occhi rossi, quel carattere forte, lo avevano stregato. Quegli occhi blu, quel suo temperamento, le avevano rapito il cuore. Entrambi sapevano che sarebbero stati l'uno la distruzione dell'altra. Ma sapevano anche che, separati, non sarebbero più sopravvissuti.

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PROLOGO

L'aria era satura di umidità. Minacciava di piovere già da quella mattina, ma il cielo non aveva ancora lasciato andare nemmeno una sola goccia, come se sapesse che non era tempo di piangere, ma di gioire. Era giunto finalmente il momento che l'Alpha degli Sherimoore tanto aspettava. La sua mate stava per dare alla luce i suoi eredi. La Luna del branco, infatti, aspettava due gemelli; cosa insolita per un ibrido, nonché abbastanza pericoloso. Un parto metteva a dura prova le compagne dei lupi, figuriamoci quando i "cuccioli" erano due. Lo avevano scoperto in un modo abbastanza inusuale. Dopo aver saputo di essere incinta, Jocelyn Sherimoore, aveva chiesto al suo compagno di provare a sentire se realmente, dentro di lei, batteva un altro cuore. E fu comprensibile lo stupore che colse Brian Sherimoore quando, invece di due cuori, contando anche quello della sua mate, ne sentì un terzo. Subito dopo la gioia, fu il terrore a nascere sul volto dell'Alpha che cominciò a temere per la vita della sua compagna.

I primi mesi furono i più difficili; non per la salute di Jocelyn, anzi la gravidanza procedeva senza nessun intoppo. Ma per ciò che continuava a vorticare tra i pensieri dell'Alpha: interrompere la gravidanza, rinunciando così alla sua discendenza, per salvare la vita della donna che amava. Jocelyn, però, non ne volle sapere nulla; lei avrebbe dato quei bambini alla luce, anche a costo della sua stessa vita.

E quel giorno era giunto. Nonostante il cielo promettesse pioggia, di tanto in tanto, la Dea Luna mostrava il suo volto come a voler vegliare sulla vita dei nascituri. Erano tutti in trepida attesa fuori dalla villa che ospitava la famiglia dell'Alpha e il suo branco. Nessuno osava fiatare o solo muoversi, non avrebbero offeso in nessun modo il loro Alpha. Bisognava solo aspettare che i "cuccioli" fossero nati per poter iniziare a ringraziare la Dea Luna, ululando ad essa. Quel religioso silenzio venne, poi, squarciato dalle urla di dolore della loro Luna; e l'attesa divenne trepidazione. Brian, che assisteva la sua mate, pregava con tutte le sue forze che i suoi figli e la sua amata stessero bene, soprattutto Jocelyn che stava subendo uno dei traumi peggiori per un ibrido. Un parto gemellare, cosa più unica che rara per quelli come loro, non era mai facile da superare. E Brian sperava, pregava, implorava che la sua mate sopravvivesse a tutto quello.

I suoi pensieri vennero interrotti dal pianto di un bambino. Si avvicinò per poter ammirare suo figlio, colui che, a tempo debito, avrebbe preso il suo posto. Ammirava, estasiato, i suoi lineamenti delicati, timoroso anche solo di toccarlo. Provò a sfiorargli la piccola mano e, a quel contatto, il bambino smise di piangere. L'Alpha riportò il suo sguardo sul volto del bambino notando, per la prima volta, il colore dei suoi occhi. Diversamente dagli umani, il colore delle iridi di un cucciolo ibrido non si modificano con il tempo, rimangono gli stessi per tutta la loro vita, dal primo attimo in cui spalancano gli occhi. E quelli del bambino erano neri; neri, come il cielo in una notte senza luna e stelle. E' da quel nero che Brian decise che nessun altro nome sarebbe stato perfetto per suo figlio, se non Blake.

Blake Sherimoore sarebbe, un giorno, diventato il nuovo Alpha e ciò riempì di orgoglio e amore il cuore di Brian. Ma fu ciò che i suoi occhi videro subito dopo che glielo fece definitivamente esplodere. Due intensi occhi rossi lo stavano scrutando, come a chiedergli attenzioni che ancora non le aveva rivolto. Accorse, immediatamente, a prendere tra le sue braccia anche la piccola Sherimoore, pronto a dividere il suo amore anche con lei. Non fu difficile, nemmeno in quel caso, scegliere il suo nome. I suoi occhi e il suo, già notevole, caratterino, considerando che non avesse nemmeno pianto appena venuta al mondo, gli ricordarono la forza del fuoco, di quelli che poi divampano in incendi di dimensioni assurde, che non riesci a domare in nessun modo se non te lo lasciano fare loro.

Flame, era il nome perfetto per lei. Quella bambina sarebbe diventata un lupo di una forza, interiore ed esteriore, forse pari a nessuno e, insieme a suo fratello Blake, avrebbero tenuto alto il nome degli Sherimoore.

Di questo, Brian, ne era fermamente certo.