Capitolo 2 — La Sete e il Ricordo
Kael
Il silenzio è più crudele del sangue.
Sono rimasto lì a lungo dopo la sua partenza. Immobilizzato. Come se muovermi potesse rompere qualcosa di fragile. Di sacro. L'ululato della lupa risuona ancora nelle mie ossa, nella mia memoria. Un canto antico, grezzo, vibrante di un dolore che riconosco. E di una promessa che non osavo più sperare.
Aelya.
Assaporo il suo nome come una preghiera proibita. Scatta sotto la mia lingua, selvaggio e vivo, un contrasto brutale con il vuoto che mi abita da secoli. Ho dimenticato il sapore della speranza. Fino a questa notte.
Non dovrei essere qui.
Il fiume che ho attraversato è più di un semplice corso d'acqua. È un confine di fuoco e odio, tracciato da secoli di guerra. Lupi e vampiri, due stirpi nate da maledizioni diverse, si inseguono nell'ombra del mondo umano. Ho ucciso lupi. Decine. Forse centinaia. Non ho mai esitato. Sono stato educato così. Sei un predatore, Kael. Un principe delle tenebre. Non senti nulla. Obbedisci. Annihili.
Eppure, questa sera… sono rimasto immobile.
Non ho alzato la mano.
L'ho guardata.
E ho saputo.
Qualcosa in lei mi è familiare. La sua voce. Il suo sguardo. La sua furia contenuta. Come una canzone udita in un sogno antico. Come se il mio corpo la ricordasse prima della mia mente.
Chiudo gli occhi. Ricordo ogni dettaglio. Il modo in cui si è tenuta, nonostante il dolore. Il bagliore di luce nei suoi iris scuri. La sua pelle macchiata di fango e sangue. Questa forza bruta. Indomabile. Avrebbe dovuto fuggire. Avrebbe dovuto tremare. Ma ha ruggito. Urlato. Viva. Intoccabile.
Mi ha visto. E non mi ha temuto.
O forse sì. Ma ha rifiutato di mostrarlo.
E questo, non sono riuscito a dimenticarlo.
Faccio dietrofront.
Il cammino verso le montagne è lungo. E devo cacciare. La mia gola brucia. La sete mi lacera. Sale lentamente, subdola, come la marea nera di un veleno antico. Non bevo il sangue degli innocenti. Non da molto tempo. Rifiuto di diventare l'ombra che il mondo crede che io sia. Ma la sete… aspetta. In agguato. Ogni notte un po' più forte.
Corro attraverso i boschi, veloce, invisibile. La foresta mi conosce anche, anche se non mi ama. Sento le radici tendersi sotto i miei passi, i rami richiudersi dietro di me. Sono un'intrusione, un intruso in questo mondo vivente. Eppure, questa notte, la natura sembra esitare.
Come se anche lei avesse udito l'ululato.
Caccio un cervo. Lentamente. In silenzio. Non ho più la forza per la sottigliezza. Quando i miei canini penetrano la carne, non è il piacere che mi invade. È la vergogna. La necessità. E un vuoto immenso.
Bevo, ma non è ciò che voglio. Non è ciò che cerco.
Cado esausto contro una roccia, il respiro corto. Il mio cuore — o quel che ne resta — batte lentamente, meccanicamente. Un'imitazione di vita. Chiudo gli occhi.
E mi ricordo.
Lei. Un'altra. Una volta.
Aveva capelli d'oro e occhi di miele. Si chiamava Lys.
E mi amava.
Prima della guerra. Prima delle tenebre. Prima che io diventassi ciò che sono.
Eravamo giovani. Folle. Vivi. E credevo che l'amore fosse sufficiente a tutto. Ma la maledizione è venuta. E i denti. E il sangue. E il tradimento.
L'ho persa nelle fiamme.
L'ho cercata per secoli in ogni volto, ogni grido, ogni sogno. Invano.
Eppure, questa sera… quando ho visto Aelya… non era Lys.
Era più antica ancora.
Più profonda.
Come se venisse da un'altra epoca.
Come se mi fosse stata strappata prima ancora che la conoscessi.
Riapro gli occhi.
Non posso rimanere qui.
Devo capire. Devo sapere. Questo legame, questa voce, questo ululato… non è un caso. Qualcosa di antico si è risvegliato sotto l'eclissi. Una forza che credevo scomparsa.
E se non fosse una maledizione?
E se fosse un richiamo?
Un richiamo a un patto dimenticato, a un amore mai nato, a una promessa sigillata prima della caduta dei primi regni?
Sono stanco.
Sono solo.
Ma questa notte, non sono più vuoto.
Qualcosa si è mosso.
Una crepa. Una luce. Un battito.
Aelya.
Mi alzo, barcollando, e guardo verso sud.
Verso di lei.
Verso il branco.
Verso la guerra che non ho mai voluto riaccendere… ma che rumoreggia di nuovo.
Non ho paura.
Sono pronto.
Perché nel profondo di me, è nata una certezza.
Non è la fine.
È l'inizio.
E Aelya non è la mia nemica.
È… la chiave.
Di cosa? Non lo so ancora.
Ma sono pronto a scoprirlo.
Anche se questo deve costarmi l'ultima goccia della mia eternità.
