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Sposati il giorno in cui ci siamo incontrati

2.0M · Completato
Chiara Rossi
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CapitolI
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Riepilogo

Il giorno dell'appuntamento, si aspettava di incontrare un uomo affascinante, ma si è trovata di fronte un ragazzo grasso, basso e paffuto! Cosa fare? Scappare, naturalmente! Proprio mentre stava per scappare, un uomo del tavolo accanto le ha afferrato il braccio! Perché aveva un aspetto così familiare? Aspetta un attimo... non è il suo capo miliardario?! Non solo l'ha fermata, ma ha anche lanciato una notizia bomba: “Che ne dici di sposarci?”. Sposarsi? Possibile che fosse segretamente innamorato di lei da anni? Aveva orchestrato l'intero evento solo per incontrarla? In effetti, solo un maestro stratega avrebbe cacciato in questo modo. E perché no? Bello e ricco! Il suo cuore era influenzato e ha deciso di agire di conseguenza: “Va bene! Se ci sarà il matrimonio, allora mi sposerò con la ricchezza ed esaudirò i tuoi desideri!”.

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Capitolo 1 Vuoi sposarti?

In un ristorante di lusso di Pesanza, Arabella Perna aveva un appuntamento al buio organizzato dalla madre. Tuttavia, dopo mezz’ora di attesa, il suo accompagnatore non si era ancora presentato. I suoi lineamenti delicati cominciarono a mostrare segni di fastidio.

Finalmente, dopo circa dieci minuti, un uomo in abito grigio le si avvicinò lentamente.

"Salve, lei è la signorina Perna?"

"Sono io", rispose Arabella, con un’espressione contrariata, osservando l’uomo basso e paffuto di fronte a lei. Era questo il cosiddetto "superbello" di cui le aveva parlato la mamma?

"Sono Vittorio Galla."

Si sedette di fronte a lei, scrutandola con attenzione prima di aprirsi in un ampio sorriso, chiaramente soddisfatto di ciò che vedeva.

"Ho appreso un po’ della vostra situazione. Per quanto mi riguarda, non chiedo molto a una moglie. Una volta sposati, dovrai solo essere una brava casalinga. Io mi occuperò di tutte le questioni finanziarie. Ho due figli, e dovrai occuparti anche di loro, oltre che dei miei genitori…"

"Basta, signor Galla." Arabella lo interruppe, facendo un profondo respiro. "Mi dispiace, ma non credo che siamo fatti l’uno per l’altra."

L’espressione di Vittorio cambiò immediatamente.

"Signorina Perna, io possiedo un’azienda. Se mi sposa, non dovrà più preoccuparsi dei soldi…" insistette.

"Mi dispiace, signor Galla, ma sono stata chiara. Non siamo adatti l’uno all’altro."

"Te ne pentirai!" sbottò Vittorio, alzandosi e andandosene bruscamente.

Hai più o meno l’età di mio padre. Cosa ti fa pensare che ti sposerei? pensò Arabella, senza però dirlo ad alta voce.

Si massaggiò le tempie mentre rimaneva seduta. Non avrebbe dovuto fidarsi di sua madre.

Anche se aveva già perso mezza giornata di lavoro, Arabella non uscì subito. Rimase a osservare distrattamente la scena al tavolo accanto.

Lì si stava svolgendo un altro appuntamento al buio. A differenza di Vittorio, l’uomo seduto era in abito nero, con un viso straordinariamente bello, quasi perfetto. Ogni suo gesto trasudava eleganza.

La donna di fronte a lui lo guardava con adorazione.

"Signor Bartolone, che ne dice di celebrare il nostro matrimonio in Irlanda? Potremmo invitare molti ospiti…"

L’uomo abbassò gli occhi, la voce indifferente: "Mi dispiace, non sono interessato a voi. Potete andarvene."

Il sorriso della donna si gelò.

"Signor Bartolone, questo è solo il nostro primo appuntamento. Non c’è fretta di sposarsi. Potrebbe prendersi il tempo per conoscermi meglio. In realtà sono una persona molto gentile…"

Sebastiano alzò lo sguardo e osservò con disinvoltura: "Non mi piacciono le donne con troppo botox in faccia."

Arabella quasi sputò il tè che stava bevendo.

Che scusa!

La donna se ne andò infuriata dopo il commento schietto di Sebastiano. Finito lo spettacolo, Arabella prese la borsa e stava per alzarsi in silenzio quando una voce magnetica la chiamò.

"Arabella."

Si irrigidì e si voltò con un sorriso educato.

"Signor Bartolone."

Sebastiano la fissò: "Si stava godendo lo spettacolo?"

"No…" Rendendosi conto di essere stata scoperta, Arabella si corresse in fretta. "Non stavo guardando."

"Siediti."

Al suono del suo comando, Arabella si sedette a malincuore di fronte a lui, osservando con attenzione l’uomo straordinario che aveva davanti.

Sebastiano Bartolone, amministratore delegato del Gruppo Bartolone, la più grande azienda di Pesanza, aveva appena ventisei anni ed era già miliardario.

E Arabella? Non era che una semplice progettista junior del Gruppo Bartolone, una delle migliaia di dipendenti. In teoria, Sebastiano non avrebbe avuto alcun motivo per conoscerla.

Eppure, tre anni prima, appena insediato alla direzione, durante un’ispezione del reparto progettazione, si era avvicinato a lei chiedendole: "Come ti chiami?"

Arabella aveva balbettato il suo nome.

Nonostante fosse solo un’impiegata comune, la sua bellezza la faceva risaltare tra i colleghi. In azienda era considerata una delle più belle, e all’epoca tutti avevano pensato che Sebastiano si fosse invaghito di lei.

Per Arabella era difficile da credere. E infatti, nei tre anni successivi, non avevano avuto altre interazioni. Poteva contare sulle dita di una mano le poche volte che lo aveva visto.

In realtà, Arabella lo aveva notato già all’arrivo, ma non aveva osato salutarlo. Era convinta che non si sarebbe ricordato di lei, una persona tanto insignificante. Per questo si era sentita tranquilla a osservarlo di nascosto. Ma chi l’avrebbe mai detto…

"Signor Bartolone, se non ha altro…"

Arabella tentò di rompere il silenzio e di congedarsi, ma non appena aprì bocca, Sebastiano la fissò intensamente e chiese:

"Vuoi sposarti?"