Capitolo 6. La ragazza che non si piega
Le lezioni erano finite.
Un fiume di studenti sciamava fuori dagli edifici in direzione dei dormitori, delle biblioteche, dei bar.
Maria camminava da sola, lo zaino sulla spalla, il passo rapido e deciso.
Non si voltò nemmeno una volta.
Non vide Adam Carter, qualche metro più dietro, che osservava ogni suo movimento con crescente curiosità.
Quando la vide imboccare il viale che portava alla Residenza Magnolia, Adam rimase un attimo a pensare e prese il telefono.
«Scopri in quale area della Residenza Magnolia è stata assegnata la ragazza che si chiama Maria Li.
E trova una stanza libera vicino alla sua.
Voglio essere trasferito lì.»
Non spiegò altro e mise giù la chiamata.
Adam si concesse un mezzo sorriso.
Non era abituato a inseguire nessuno. Ma Maria... Maria era diversa.
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Maria entrò nella sua stanza, posò lo zaino sulla scrivania e accese il telefono.
Vide subito il messaggio dei suoi genitori adottivi:
"Come va, figlia nostra? Ti vogliamo bene!"
Sorrise teneramente e li chiamò subito.
La voce stanca ma affettuosa della madre la fece sentire per un attimo a casa.
Dopo pochi minuti di chiacchiere e rassicurazioni, chiuse la chiamata, si infilò una giacca leggera e uscì di nuovo.
Aveva bisogno di respirare, di vedere qualcosa che non fosse solo corsi e corridoi.
Si avventurò tra i negozi vicini al campus.
Le vetrine luccicavano, piene di abiti costosi e accessori firmati che lei sapeva di non poter permettersi.
Camminava senza fretta quando vide un piccolo chiosco di gelati.
Si avvicinò, felice all’idea di concedersi un piccolo lusso.
Stava scegliendo il gusto quando sentì le risate alle sue spalle.
«Guarda chi c’è… la piccola Cenerentola del villaggio!»
Era Lin Mei, accompagnata da due ragazze del campus.
«Magari spera che qualcuno le offra il gelato. D'altronde, che altro può permettersi?» disse un'altra, ridendo sguaiatamente.
Maria ignorò le voci come aveva imparato a fare fin da bambina.
Pagò il suo gelato, senza nemmeno voltarsi.
Ma prima che si allontanasse, una voce maschile si levò alle sue spalle, calma ma tagliente.
«vi piace così tanto maltrattare le ragazze più carine e intelligenti di voi?.»
Le ragazze si voltarono,
Adam Carter era lì, le mani in tasca, lo sguardo freddo posato su di loro.
Lin Mei impallidì.
Non aveva mai visto uno sguardo così minaccioso da parte di Adam .
Le risate si spensero come una candela al vento.
Maria, senza nemmeno guardarlo negli occhi, prese il suo cono gelato, si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e si allontanò, tranquilla come se nulla fosse successo.
Non aveva bisogno di ringraziare.
E non aveva bisogno di protezione.
Non aveva risposto alle ragazze perché era troppo pigra per perdere tempo con persone immature.
Non voleva farsi distrarre da cose futili.
Lei era lì per un motivo ben preciso.
Degli altri, nulla le importava.
E chi voleva capirlo, lo capiva da solo.
Adam la seguì con lo sguardo, affascinato più che mai.
Il sole iniziava a tramontare quando Maria decise di proseguire la sua passeggiata lungo una strada alberata.
Il traffico di Shanghai era incredibile, via e vai di macchine e persone.
Fu allora che vide l'anziana donna.
Una nonnina, curvata sotto il peso di una borsa della spesa, stava attraversando la strada proprio mentre un'auto sfrecciava a velocità folle.
Senza pensare, Maria scattò.
Le corse incontro, afferrandola per un braccio e tirandola indietro pochi istanti prima che la macchina le sfiorasse i piedi.
La donna, sbalordita e tremante, la guardò come se fosse un angelo sceso dal cielo.
«Grazie, signorina!» esclamò.
«Di nulla, ma stia attenta ,qui è pericoloso!»
La nonnetta frugò nella borsetta con dita tremanti e tirò fuori delle grosse banconote.
«Prendi, ti prego. Mi hai salvato la vita!»
Maria scosse la testa con un sorriso gentile.
«Non serve, nonna. L’ho fatto volentieri.»
E senza aggiungere altro, si allontanò, lasciando la vecchietta con le banconote ancora in mano e lo sguardo incredulo.
La donna rimase a guardarla sparire tra la folla.
Avrebbe voluto rincorrerla ma aveva le gambe doloranti.
Pochi sapevano chi era in realtà: Madame Zhao, matriarca di una delle famiglie più ricche e potenti di Shanghai.
Abituata a persone che le stavano accanto solo per interesse, rimase colpita dalla purezza di quella ragazza sconosciuta.
Aveva in mano tante banconote che avrebbe fatto gola a chiunque, e da come era vestita la ragazza aveva immaginato che non fosse di famiglia benestante e secondo la sua logica avrebbe dovuto accettare quei soldi... quelle banconote messe insieme erano uno stipendio di almeno un anno per la gente comune!!!
E mentre riprendeva a camminare, pensò tra sé:
"Forse... forse ho finalmente trovato una ragazza degna di mio nipote."
"Mi piace"...
Sorrise felice e iniziò già a immaginare come sarebbe stato bello se suo nipote finalmente avesse trovato una una ragazza.
Soprattutto una ragazza bella e gentile come quella che le aveva appena salvato la vita.
Mentre era assorta nei suoi pensieri, arrivarono da dietro degli uomini vestiti di nero e corsero verso di lei ansimando: «Signora la prego smetta di seminarci, per ordine del signorino non dobbiamo perderla d'occhio...»
La Signora Zhao sbuffò e disse, «cosa mi state alle calcagne a fare? Siete dei buoni a nulla! Proprio ora se non ci fosse stata la ragazzina a salvarmi, sarei ora già morta e stecchita!»
Gli uomini iniziarono a sudare solo nel pensarlo....
Se fosse successo un incidente alla Signora ...
Sarebbe stato un bel guaio...anzi sarebbe stato la loro fine.
Madame Zhao, era l'unico parente del loro capo, il signorino Ethan, nonché la persona più preziosa che lui avesse, quindi non osarono nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto accadere se...
Dall'altra parte Maria invece era stupita dal gesto della signora ed esclamò, «qui sono così ricchi che vogliono regalare soldi senza motivo!»
