Capitolo 3 (Anthony POV)
In tutta la mia vita non avevo mai preso l'aereo e non nascondo che per poco non morivo di crepacuore dal momento che non potevo neanche fumare. Tuttavia, visto che avevo deciso di intraprendere la carriera di modello, avrei dovuto a malincuore farci l'abitudine. In realtà sarei potuto restare a New York se solo quel rompicoglioni di Stephen non avesse insistito così tanto. Odiavo l'insistenza ed il vecchio me avrebbe reagito con violenza, ma ormai ero più o meno cambiato e stavo cercando di essere una persona migliore. E lo ammetto, era merito di Stephen ed i suoi amici.
Stephen era originario di Dublino e perciò ci aveva scongiurato tanto di andare in Irlanda per una vacanza, in più per realizzare un progetto che aveva a che fare con il nostro lavoro. Il suo però era più un ritorno a casa essendo irlandese ed anche Charlotte era dello stesso avviso, essendo pure lei irlandese.
Giustamente i due non vedevano i propri cari da quasi un anno ed avevano voglia di assaporare il profumo di casa.
Tra l'altro erano mesi che Stephen citava un certo Micheal (un suo amico d'infanzia) e voleva tanto farcelo conoscere. Anche Charlotte conosceva questo Micheal ed a detta di Stephen, lo considerava più di un amico.
Incominciavo a sospettare che questo viaggio in Irlanda era stato fatto apposta per far nascere un amore.
Presi le valigie ed insieme a Stephen e tutti gli altri uscimmo dall'aeroporto. Successivamente prendemmo un taxi per raggiungere la capitale. Devo dire che Dublino era una città molto carina e forse tutto sommato non era stato un male accettare la proposta di Stephen.
Anche Robert, Isabelle e Scarlet erano della mia stessa opinione ed Isabelle, da buon amante dei luoghi nuovi, incominciò a scattare diverse foto con il cellulare.
Ne era totalmente estasiata.
«Mai stati a Dublino, vero?» domandò Stephen. «Ma io direi proprio in Irlanda in realtà» rispose Robert «comunque è davvero bella ed abbiamo fatto bene a seguirti»
«Amico, se per questo, le mie idee sono sempre fantastiche. Solo che non siete ancora pronti ad accettare questa verità» fece spallucce il rosso.
«Poco modesto mi dicono»
«È fatto così, ormai ce ne dobbiamo fare una ragione. Lo sai che è egocentrico come pochi ed è sempre meglio dargli ragione, prima che incominci a rompere i coglioni» sussurrai a Robert.
«Guarda bello che ti ho sentito, eh»
«Non te la prendere Stephen: il succo di Anthony era che "Stephen è un grande ma ogni tanto rompe un po' il cazzo"» disse Scarlet cercando di calmare la situazione.
«UN PO'?!» esclamammo io e Robert all'unisono.
«Ah, quindi egocentrico è un aggettivo di accezione positiva? Grazie per la dritta» fu la risposta sarcastica di Stephen.
«Ma vi pare il caso di litigare? Non cambierete mai...» commentò Isabelle.
Fu lei poi a cambiare discorso.
«Se ho capito bene, io e Scarlet staremo a casa di Charlotte mentre tu ospiterai a Robert ed Anthony. Comunque questa bella vacanza ci voleva proprio!»
«Consideriamola come una pausa di tre mesi dopo un anno di lavoro» replicò il rosso.
«Alla faccia della pausa...» dissi io.
«Hai per caso chiamato Micheal?» domandò Charlotte al rosso.
«Certamente, lui lo sa già che saremmo tornati a Dublino. Probabilmente in questo momento sta lavorando, quindi lo contatterò direttamente stasera»
«Ah, è vero! Ora che ci penso, diverse settimane fa mi aveva detto che aveva trovato un nuovo lavoro come fattorino in una focacceria»
«Foca-che?!»
«Focacceria!»
«E che cazzo è..?» rispose perplesso Stephen.
«Presumo un takeaway dove si mangiano delle focacce...»
«Cazzo sono le focacce?»
«Cristo, quanto sei ignorante! Sono un prodotto tipico italiano: sono come delle pizze però a forma rettangolare e cotte nel forno elettrico»
«Vabbè amico, ma tu sei laureato, quindi è più che normale che tu possa sapere più cose di noi»
«Se per questo, sapevo pure io cosa fossero le focacce... e no, non ho la laurea a differenza di Robert» risposi serafico. Anche le ragazze affermarono ciò che dissi prima rimanendo il povero Stephen in silenzio e puro imbarazzo. Ma il silenzio durò poco tant'è che per difendersi dalla figura di merda, si fece una grassa risata, sparando le solite scemenze che solo lui poteva dirle... ah, non cambierà mai!
«Ora basta stronzate, direi che è il momento di mangiare, ho una fame! Che ne dite di andare in quel pub lì vicino?» domandai indicando il luogo.
«Bell'idea!» esclamò Stephen «Però paghi tu, eh»
Per tutta risposta, gli mostrai il dito medio.
