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Katia

La palestra è ormai deserta, l’eco dei palloni rimbalzati sul parquet è svanito da un pezzo, eppure io e Bradley siamo ancora qui. Non so nemmeno perché. O forse sì. Forse perché mi piace il modo in cui mi guarda quando siamo soli, senza il caos della squadra attorno. Forse perché amo l’energia che vibra tra noi quando nessuno può interromperci.

Mi avvicino a lui con un sorrisetto, e prima che possa dire qualcosa, gli rubo un bacio. Non uno di quei baci rapidi e fugaci, ma qualcosa di più. Le sue labbra sono morbide, calde, e per un attimo mi perdo nel suo sapore, nel suo respiro che si mescola al mio.

Bradley sospira contro la mia bocca e sorride, con quell’aria da ragazzo che si diverte sempre un po’ troppo. «Mi farai impazzire, Katia.»

«Sarebbe una novità?» ribatto con un sorriso provocatorio, staccandomi appena da lui.

Lui ride piano, scuotendo la testa, e io mi prendo un altro bacio prima di voltarmi verso gli spogliatoi. «Ho bisogno di una doccia.»

Bradley non mi lascia andare tanto facilmente. Rimane vicinissimo, le sue dita sfiorano il mio fianco mentre camminiamo insieme verso le docce. So esattamente cosa ha in mente, e sinceramente, lo voglio anch’io.

Appena varchiamo la soglia dello spogliatoio, lui mi prende per il polso e mi tira contro di sé. «Sai che sei pericolosa?» sussurra sul mio collo, facendomi rabbrividire.

«Tu invece sei prevedibile.»

Bradley finge un’espressione ferita. «Ouch. Questo fa male.»

«Vero?» rido, ma lui coglie il momento per sorprendermi, avvicinandosi di scatto e catturando le mie labbra di nuovo. Questa volta il bacio è più profondo, più urgente. Lo sento ovunque.

Le sue mani scorrono lungo i miei fianchi, risalgono lentamente sotto la mia maglietta ancora umida di sudore, e per un momento mi perdo nella sensazione del suo tocco caldo sulla pelle nuda. Mi stringe a sé, e io mi arrendo completamente, lasciando che il bacio si faccia sempre più affamato.

Bradley si stacca appena, sorridendo sulle mie labbra. «Sei sicura di voler fare la doccia?»

Gli lancio un’occhiata maliziosa. «Assolutamente.»

Ridacchia piano, poi mi prende per mano e mi trascina verso le docce. Il suono dell’acqua che scorre riempie lo spogliatoio, un rumore costante e rassicurante. L’aria è già umida, calda. Sento il vapore avvolgermi mentre ci avviciniamo.

Bradley mi guarda, e nei suoi occhi c’è qualcosa di diverso. Non solo desiderio, non solo divertimento. C’è un’intensità che mi fa battere il cuore più forte.

Mi prende per la vita e mi attira sotto l’acqua, senza smettere di guardarmi. Un brivido mi attraversa quando il calore mi colpisce, gocce che scorrono lungo la mia pelle, mescolandosi a quella di Bradley.

Mi bacia di nuovo, e questa volta è lento, profondo, come se volesse assaporare ogni secondo. Le sue mani scivolano sulla mia schiena, risalgono lungo le mie braccia, mi fanno sentire viva. Lo voglio più vicino, così mi avvicino ancora di più, premendomi contro di lui.

«Hai idea di quanto mi fai impazzire?» mormora tra un bacio e l’altro.

Sorrido contro la sua bocca. «Forse.»

Lui ride piano e scuote la testa. «Dovrei farti pagare per questo.»

«Oh sì? E come?»

Bradley mi solleva all’improvviso, sorprendendomi. Un piccolo grido mi sfugge mentre mi tiene sollevata, con la schiena contro il muro della doccia. Le piastrelle sono fresche contro la mia pelle, il contrasto con l’acqua bollente mi fa rabbrividire.

«Ora sei in trappola.» Il suo sorriso è malizioso, e mi fa venire voglia di baciarlo ancora e ancora.

«E se non volessi scappare?»

Bradley non risponde. Si limita a guardarmi, e nei suoi occhi vedo qualcosa che mi fa tremare le ginocchia, anche se non sono nemmeno in piedi. Qualcosa di profondo, di intenso, qualcosa che mi fa sentire desiderata in un modo che va oltre il semplice gioco.

«Ti amo, lo sai?» La sua voce è più bassa, più ruvida.

Il mio cuore si ferma per un secondo.

Lo so. Certo che lo so. L’ho sempre saputo. Ma sentirlo così, in questo momento, con lui che mi guarda come se fossi tutto il suo mondo, mi colpisce più di quanto avessi previsto.

«Anch’io.»

Non ho bisogno di dire altro.

Il suo bacio è più dolce questa volta, più profondo. Mi stringe più forte, e io mi aggrappo a lui, lasciandomi trasportare dalla sensazione di essere tra le sue braccia, di sentirmi completamente sua.

L’acqua continua a scorrere su di noi, calda, avvolgente. Ogni bacio, ogni tocco, ogni sussurro è un modo per dirci cose che le parole non bastano a esprimere.

Bradley mi mordicchia il labbro inferiore, e un brivido mi attraversa. Lo sento ridere piano.

«Dovresti vedere la tua faccia.»

«Dovresti smetterla di parlare.»

«Ma io sono un comico naturale.»

«Sei un idiota.»

«L’idiota che ami.»

Sbuffo, ma non riesco a trattenere il sorriso. «Forse.»

Bradley ride e mi stringe di più. «Sai che non potrai mai liberarti di me, vero?»

Lo guardo negli occhi, e so che ha ragione.

E la cosa più strana è che non voglio nemmeno provarci.

Lo voglio qui. Sempre.

Bradley mi tiene ancora stretta contro il muro, l’acqua calda che scivola su di noi come una cascata infinita. I suoi occhi brillano di qualcosa che non riesco a decifrare del tutto, un misto di divertimento e desiderio, con quell’intensità che mi fa tremare.

«Sai che sei un peso morto?» scherza, facendo un piccolo movimento come se stesse per lasciarmi andare.

«Non ci provare nemmeno!» mi aggrappo ancora di più alle sue spalle, stringendo le gambe attorno ai suoi fianchi.

Lui scoppia a ridere, il suo petto vibra contro il mio e il suono della sua risata si mescola al rumore dell’acqua. «Sei così carina quando hai paura.»

«Non ho paura.»

Bradley inarca un sopracciglio, quel suo modo sfacciato che mi fa venire voglia di baciarlo e prenderlo a schiaffi nello stesso momento. «Ah no? Allora perché stringi così forte? Per caso hai paura che ti lasci cadere?»

«No. Ho paura che tu sia un cretino e che lo faccia davvero!»

Ride di nuovo, ma la sua presa su di me si fa più sicura. «Non lo farei mai. A meno che…» fa una pausa teatrale, fingendo di pensarci su.

«Bradley!» lo avverto con un tono minaccioso.

Lui scuote la testa, divertito. «Ok, ok. Ma ammettilo, ti piace stare così.»

Non rispondo subito. Perché ha ragione. Mi piace essere tra le sue braccia, mi piace la sensazione della sua pelle calda e bagnata contro la mia, mi piace il modo in cui mi tiene come se fossi la cosa più preziosa del mondo.

Così, invece di dargli la soddisfazione di una risposta, mi avvicino e gli sfioro le labbra con un bacio lento, lasciando che sia il mio corpo a parlare. Lui sospira contro la mia bocca, e per un attimo tutto il resto svanisce.

Dopo un po’, Bradley si stacca appena e mi fissa con quello sguardo che mi fa sentire come se fossi l’unica persona sulla terra. «Spero tu abbia ancora energia, perché devo lavarti i capelli.»

Scoppio a ridere. «Non ci pensare nemmeno.»

Lui fa un sorriso malizioso. «Troppo tardi.»

Con una mossa rapida, allunga una mano e prende il flacone di shampoo. Prima che possa protestare, ha già versato una quantità eccessiva tra le mani e me l’ha spalmata sulla testa.

«Bradley!» mi lamento, cercando di allontanarlo mentre mi ritrovo con la testa piena di schiuma.

Lui ride, compiaciuto. «Hai detto che avevi bisogno di una doccia, no? Io sono qui per aiutarti.»

«Non così!»

Ma è troppo tardi. Le sue dita si muovono tra i miei capelli, massaggiando con una lentezza esasperante. E io dovrei essere arrabbiata, dovrei strappargli il flacone di mano e lavarmi da sola.

Il problema è che le sue mani sono troppo abili. E il modo in cui mi guarda, con quel mezzo sorriso divertito e affettuoso, mi fa completamente dimenticare perché stavo protestando.

Chiudo gli occhi per un istante, godendomi la sensazione.

«Ti piace.» La sua voce è un sussurro soddisfatto.

«No.»

«Menti malissimo.»

Sospiro, aprendo gli occhi per trovarlo a un millimetro da me. Ha ancora le mani tra i miei capelli, e l’acqua calda scivola lungo il suo viso.

«Ok, forse un po’.»

«Lo sapevo!»

Prima che possa rispondergli, prende la doccia a telefono e me la passa sulla testa per sciacquare via lo shampoo. Naturalmente, riesce a schizzarmi l’acqua dritta in faccia.

«Idiota!» tossisco, sputando un po’ d’acqua mentre lui ride come un pazzo.

«Ops.»

«Ops un corno!»

Provo a togliergli il doccino, ma lui è più veloce e si allontana, spruzzandomi ancora. Ora sto ridendo anch’io, perché è impossibile non farlo con lui. Ci rincorriamo per qualche secondo, bagnando ancora di più il pavimento dello spogliatoio.

Finalmente riesco a strapparglielo di mano e glielo punto contro.

«Renditi, soldato.»

Bradley alza le mani in segno di resa, con un sorrisetto. «Sei pericolosa, lo sapevi?»

«L’hai detto tu prima.»

«E avevo ragione.»

Lentamente, abbasso la doccia e la rimetto a posto. Ma non mi allontano. Resto lì, guardandolo.

Lui fa lo stesso.

Per un attimo, tutto il gioco, tutta la leggerezza svaniscono. Rimaniamo solo noi due, in questo momento perfetto, con l’acqua che continua a scorrere e il mondo fuori che non esiste più.

Bradley mi prende per il viso e mi bacia ancora. Lento, profondo, come se non volesse lasciarmi andare mai più.

E io mi rendo conto che non voglio che lo faccia.

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