Capitolo 2.
Karen
- Allora, come ha trascorso gli ultimi due anni? - chiede l'uomo, spingendo l'acceleratore a tavoletta mentre la sua auto di lusso imbocca l'autostrada. - Spero che tu sia stata una brava ragazza.
Questo è Vane per voi. Un uomo apparentemente bello e che si comporta come se non capisse come i suoi innocenti flirt risuonino nel mio cuore. Non ha idea di quanto mi sia mancato...
- Sto bene", rispondo. - E voi? Quanti nasi hai rotto?
- Devo darvi il numero per oggi o per tutta la settimana? - sorride.
Sorrido anch'io. L'orecchino a forma di croce che ha all'orecchio svolazza nel vento. Ricordo di aver osato toccarlo una notte di circa cinque anni fa. Wayne stava dormendo. Mi avvicinai e gli passai la mano sul viso. Gli ho toccato l'orecchino.
Poi aprì improvvisamente gli occhi e mi fissò con uno stupido sorriso. Si scopre che il furfante stava solo fingendo di dormire! All'epoca avevo tredici anni. Mi alzai di scatto e corsi in camera mia, tra le sue risate idiote. È stato un vero peccato...
- Allora, per quanto tempo sei tornato? - Chiese Vane, guardando la strada.
- Per l'estate. Anche se, onestamente, non ho idea di cosa farò qui. Blake è probabilmente un uomo d'affari come al solito. E papà... - Sto balbettando. Papà non è nemmeno venuto a prendermi all'aeroporto. In effetti, nei due anni in cui ero stata in Francia, mi aveva chiamato solo a Natale, per il mio compleanno e per il giorno del Ringraziamento. Probabilmente ha messo un promemoria nella sua agenda per non dimenticarsene.
- Sarà un'estate meravigliosa! - Dice Wayne soddisfatto. Mi chiedo se sia così felice perché sono tornata? O per qualche altro motivo?
- Sei... - Inizio, agitandomi nervosamente sulla sedia. - Quali sono i vostri progetti per l'estate?
- Ehm... lasciarmi pensare? - Wayne finge di pensare a qualcosa. - A giugno sono un po' libera, ma il mese prossimo mi sposo. E poi non mi sembra di avere nulla in programma.
Il mio cuore fa una capriola disperata. Tutto il mio stomaco si contorce bruscamente in un nodo stretto, tanto che quasi mi piego a metà. Un matrimonio? E'... un matrimonio?
Il mio viso assume un'espressione strana, quasi pietosa, e inizio a boccheggiare.
- C... cosa... Come? - Balbetto tra me e me.
- Rilassati, Kari! - Wayne sorride maliziosamente. - Ti sto ingannando. Merda! Dovresti vedere la tua faccia! Esilarante!
In quel momento, all'inizio sono sollevato... e poi la rabbia!
- Che diavolo, Wayne! - Gli do uno schiaffo sulla spalla.
Lui si limita a sorridere.
- È un bel colpo quello che hai messo a segno, Kari! Colpisci come una ragazza! Hai dimenticato quello che ti ho insegnato da bambino?
Oh, Dio! È insopportabile. Pensa che io possa dimenticare le lezioni di autodifesa che Wayne mi ha impartito quando avevo quindici anni? Voglio dire, durante quelle lezioni, sono stato in grado di...
- Mi ricordo che ti piacevano molto! - ha continuato a sogghignare.
- Facevo finta", risposi sogghignando, "temendo di ferire il tuo ego gonfiato.
Ehm... In realtà, non vedevo l'ora di ferire qualcosa in lui. Ma credo che non fosse destino.
