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capitolo 2

Camicia bianca, capelli in ordine, pantaloni perfettamente stirati e profumo coinvolgente. In ogni evenienza mai si vedrà quest’uomo con qualcosa fuori posto.

Lo faccio accomodare, l’appartamento di Jody è più piccolo rispetto alla sua casa che è mastodontica, ma è comunque bello ed accogliente.

Si è seduto sul divano, anch’io, accanto a lui. “Mmm… Paul.” Il suo profumo è così buono, lo stesso di sempre.

Mi sorride, vorrei fare altrettanto ma sto ancora chiedendo al mio stupido cuore il motivo che mi ha spinto a farlo venire qui.

Deglutisco. «Ciao» sussurro nuovamente.

Mi porge un sorriso sbilenco, i suoi occhi castani, mi folgorano l’anima, e poi poso gli occhi sulla sua barbetta bianca, quanto vorrei accarezzargliela.

«Ehi» vivacizza il suo sorriso. Perché gliela sto accarezzando?

Sto tremando, forse mi sarei dovuta fermare al primo bicchiere di coca-cola. “Lo sai anche tu Krystal che non sei in grado di sopportare tanta caffeina in corpo!”

La sua mano è sul mio ginocchio, e quel suo sorriso caldo si fa sempre più vicino.

Dovrei spostare la sua mano, ma non ci riesco, il caldo torpore che mi provoca mi impedisce di farlo.

Incredibile l’effetto che quest’uomo è ancora in grado di fare su di me. È impossibile non subire il suo fascino.

Le sue labbra sono a un millimetro dalle mie, sento il suo alito profumato, sento il suo respiro…

«Da quanto ti piacciono le bionde?» spezzo l’incantesimo.

Mi guarda allibito, si sposta di pochi centimetri, porta indietro le spalle, il suo sguardo è serio, incrocia le braccia e tira un lungo sospiro. «Da quando ti ho perso» dice con voce morbida.

“Stronzo!” sono fuori di me, anche se nella realtà non lo do a vedere.

«Lo so» mormora.

«Mmh?» sa cosa?

«Che sono uno stronzo.»

“Da quando legge nei miei pensieri?”

«Da quando la tua bocca li dice ad alta voce» ride.

Mi inumidisco le labbra, mi sto agitando, non sapevo che la mia testa non fosse in grado di disconnettersi dalla bocca. Ora ho per fino paura di quello che penso!

«Lei è molto carina» evito il suo sguardo, i miei occhi sono puntati sulle mie dita incrociate.

«Sì» ansa. Fa uno strano rumore con le labbra, credo per richiamare la mia attenzione, beh, non ce l’ha! Non dei miei occhi per lo meno, se lo guardo ho paura di svenire.

«Perché…» il mio risentimento sta accrescendo. «Ero davvero io il problema?» ora sono fregata, i miei occhi pieni di lacrime si sono spostati sui suoi pieni di dispiacere.

«No» si accinge a dire.

«Ed invece sì, perché altrimenti, tu non…»

Credo di aver perso i sensi, le sue labbra si sono appena posate sulle mie, ed il mio cuore… il mio cuore… è fuori dal petto.

Ho aspettato questo bacio da un anno, le sue mani che mi accarezzano, il suo respiro che mi circonda, ho aspettato tanto e…

«No…» lo sposto?!

«Lo so, sei arrabbiata, e…»

«Arrabbiata?!» no, io sono… «Incazzata!» credo di essere più nera del solito.

Deglutisce, ora sembra non aver più il coraggio di guardarmi in faccia. Beh, ora la bestia si è totalmente svegliata!

«Sai quanto mi fa male vederti qui?»

Lentamente annuisce. «Comunque sei stata tu a chiamarmi.»

Uno a zero per lui.

«Sono scappata in Francia a causa tua» sto riprendendo fiato, gli occhi di questo bel mulatto, incasinano il mio respiro. «Hai detto che il problema era l’età, che ero troppo giovane» non ne posso più; quindi, mi sono alzata mostrandogli le spalle, in modo da potermi sfogare in santa pace. «Solo che ti sei dimenticato che stavamo insieme già da un anno, e sei mesi. Eri paranoico, negli ultimi tempi… mi hai lasciato senza un vero motivo…»

«La differenza di età che c’è tra di noi è un motivo serio…»

«No, non è vero.»

«Venti anni.» La sua voce è ferma, autoritaria. «Venti anni, sono una motivazione giusta per terminare una relazione.»

«Allora non avremmo dovuto incominciare fin dal principio» continuo a non guardarlo, anche se sento la sua aura farsi sempre più forte. «Perché provarci se sapevi che non potevamo andare avanti? Perché siamo andati a convivere insieme, se non ero la donna che volevi?»

Sinceramente? Non voglio una risposta, voglio solo arrabbiarmi, visto che non ho mai avuto l’opportunità di farlo. Come mi ha lasciata, ho preso tutto e sono volata in Francia da mia madre, non ho cercato neanche un punto di contatto, ero già al corrente delle sue insicurezze, ma non sapevo che avrebbe posto loro, prima di me.

«Sei giovane Krystal» sospira. «Devi fare ancora tante esperienze, hai una vita fresca e lunga che ti si presenta… Avevo paura di frenarti…»

“Merda!” le mie spalle, non le ho mai sentite così calde, perché le sue mani ci si sono posate sopra?!

«Sì, m-ma…» non riesco a parlare, le sue mani stanno scendendo lungo i miei fianchi, mi stanno accarezzando, ed io sto rinvigorendo dentro. «Io ti amavo, sai quanto ti amavo» anso balbettando, cerco di resistere alla tentazione di voltarmi.

«Ti amavo, anch’io» sussurra al mio orecchio, ma questo non mi farà girare, non mi farà girare...

“Oh Paul…”

Merda, mi ha fatta girare.

I suoi occhi socchiusi formano quello sguardo che mi ha incantato tre anni fa, le sue labbra carnose stanno pronunciando il mio nome, e le sue mani mi stanno stringendo con tanto ardore.

«Perché non riesco a resisterti Paul?» perché?

«È quello che mi sto chiedendo anch’io» ansima. «Quando ti ho visto oggi alla festa, credevo di aver avuto una visione. Eri bellissima» mi bacia la guancia sinistra. «Sei…» la sua voce è profonda. «Bellissima» dalla mia guancia la sua bocca si è spostata sulle mie labbra, ed io sto accogliendo il suo bacio.

Questa volta non credo che sarò in grado di tirarmi indietro.

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