CAPITOLO 4
Matvey
Pauline abbracciò il suo ragazzo per il collo e cominciò ad arruffargli i tanto amati riccioli, si baciarono come se fosse l'ultima volta, freneticamente, caldamente... Tesoro, tesoro, tesoro... quanto mi sei mancato, quanto ho sofferto... ma non possiamo stare insieme, non dobbiamo stare... non ci sarà permesso.
Matvey afferrò la sua maglietta e se la tirò giù sopra la testa, facendo lo stesso con il top della ragazza. Pauline indossava lingerie nera a rete, era sempre stata la sua caratteristica, solo lingerie di qualità. Dio, com'è bella, come è sempre stata nei miei ricordi... viva, grazie a Dio è viva, anche se sposata, anche se non mia, solo per essere viva, solo per sapere che è da qualche parte in giro per questo pianeta - a respirare, a ridere, a vivere... La strinsi ancora di più a me, ancora esile, solo che i suoi seni erano molto più grandi, ma si adattavano alla mia mano, come se fossero stati affilati apposta per me. So che non ho alcun diritto su di lei ora, non è mia e non sono libero, per usare un eufemismo, ma non posso farci niente se non la scopo ora, non me lo perdonerò, perché potrebbe non esserci un'altra occasione... Spingo la leva sul lato e il sedile assume una posizione completamente orizzontale e ci troviamo sdraiati insieme, mi giro di lato e trovo il corridore sui jeans di Pauline.
- Matvey, dobbiamo fermarci", la ragazza mi afferra la mano e cerca di alzarsi. - Non dobbiamo superare quella linea.
- Dobbiamo, Pauline, dobbiamo..." Le abbasso i jeans e le mutandine e, tenendola per mano, mi abbasso i pantaloni della tuta. È già duro, Vasek ha riconosciuto la sua figa, se la ricorda, e anch'io. La ragazza non resiste più, si stringe, si coccola, come un gatto di marzo, sei la mia ragazza d'oro, ora, ora... la voglio dentro alla follia. Premo di nuovo la leva ed eccoci di nuovo lì, Polina di fronte a me, con le ginocchia ai lati del sedile, sentivo il suo corpo caldo con il mio cazzo... Stavo per sborrare prima ancora di cominciare. La sollevo per il suo buco del culo cesellato e lo metto sulla mia erezione... ohhh... è divino, irreale.
-Matavei, ai, è così bello quello che stiamo facendo... è pazzesco... - Comincio a sollevarla e a spingerla di nuovo su di me... -Sì, così, sì, è così bello... ancora...
Sborro velocemente come la prima volta in gioventù, anche Pauline grida e crolla... Prendendo fiato, la ragazza salta sul sedile del passeggero, si sfila bruscamente i jeans, si piega sul sedile posteriore, afferra il top, lo indossa in fretta e furia, aggrovigliandosi nelle spalline. Io sono semisdraiato sul sedile, tutto agitato, Vasek si alza di nuovo, il ragazzo non si muove. La ragazza ha guardato il mio pacco e ha cominciato ad arrossire fino alla punta delle orecchie.
- Copriti, Casanova. Ti comporti come un selvaggio, lo afferri e scappi. Non mi aspettavo che ti comportassi come un animale...
- Cosa ti aspettavi che facessi, che ti portassi in casa mia? Mi dispiace, non posso andare a casa. Mia moglie vive lì.
- Moglie? - Ho visto come è stata ferita dalla notizia di mia moglie, come se l'avessi colpita. Ora falle provare quello che ho provato io quando ho scoperto che aveva sposato quel viscido di Andrei. - Perché allora? Che la moglie non è soddisfatta?
- Perché no, va bene così, e questa è solo una scopatina non impegnativa, per così dire, in memoria dei vecchi tempi. - Non ho avuto nemmeno il tempo di battere le palpebre che la ragazza si è girata e mi ha dato un ceffone così forte che ho persino perso la testa per un po', e lei è subito saltata fuori dall'auto, tirando prima le chiavi dal quadro.
- Eccone un altro per la tua memoria, bastardo. - E vedo le chiavi della mia auto volare tra i cespugli lontani. - Se ti avvicini di nuovo a me, ti darò molto di più, idiota.
Prima che me ne accorga, lei è fuori dalla pista e inizia a prendere la macchina, tutto questo lo vedo nello specchietto retrovisore mentre cerco di infilarmi i pantaloncini e i jeans, dov'è la mia camicia... fanculo la camicia, dobbiamo intercettare questa furia prima che se ne vada. Prima che io possa saltare fuori dall'auto, la Toyota si ferma e la ragazza scompare sul sedile posteriore, voltandosi e dandomi una botta. Merda... Devo raggiungerla, troverò le mie chiavi...
Sono entrato e uscito dai cespugli, dove le ha messe? Cosa facciamo adesso? Ecco la cimice... la mia cimice... aveva sempre una luce. Dove sono le chiavi... Ho pensato di chiamare un amico, ha una casa sua, potrebbe aiutarci...
- Petya, ciao, l'hai riconosciuto? - Il mio amico ha risposto subito al telefono. - Ho un problema... ho perso le chiavi, come mai? Ho agitato accidentalmente la mano e sono volate nel nascondiglio, ho guardato dappertutto, niente chiavi...
- Allora, fammi vedere... guidi ancora la stessa Cruz? Allora guardi, c'è un faro sul pannello al suo fianco, una piccola luce, un pulsante molto piccolo accanto. L'hai trovato?
- L'ho trovato... l'ho trovato. Cosa devo fare?
- Premi il pulsante e ascolta bene, il portachiavi emetterà un segnale acustico per dieci secondi. Attenzione, si può premere il pulsante solo tre volte, poi l'auto si blocca. - Che colpo di scena, ecco cosa ho fatto per una scopata non impegnativa. Paulie, la bambola... se la trovo, la prenderà da me. Trovarla?
- Va bene, grazie, fratello, sei di grande aiuto, come sempre.
- Se ti serve qualcosa, sei il benvenuto.
- Se la trovo, ti pago.
- Fai del tuo meglio. - Ride.
Ho premuto un pulsante e sto ascoltando. Fermati. Ho capito. C'è un suono debole, mi insinuo silenziosamente in un boschetto, mi guardo intorno, sono appese a un ramo, un po' troppo in alto, ma riesco a raggiungerle, guardo giù... ops, c'è un grosso formicaio esattamente sotto un ramo con le chiavi. Ed è un peccato.
