Capitolo 2 – Il richiamo della libertà
Parigi di notte è un’entità a sé stante. Le luci tremolanti dei lampioni riflettono le acque tranquille della Senna, e i ponti che la attraversano sembrano sospesi tra due mondi, tra la realtà e la fantasia. I suoni della città sono un mix di risate che emergono dai caffè all’aperto, il rumore distante di auto, e la musica che sfugge da qualche finestra aperta. Per Elizabeth, Parigi sembra essere una città che non dorme mai, ma che sa come cullarti nel silenzio di un angolo nascosto.
Ogni passo che fa con Taylor la porta più lontano dal caos quotidiano, più vicina a una versione di sé stessa che sembra sfuggire ogni volta che tenta di afferrarla. Le strade strette li avvolgono in un abbraccio caldo, protettivo, ma lei non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione di essere un'estranea. Perché Parigi non è la sua città, non è mai stata casa. La sua città è lontana, e il dolore che porta dentro di sé è un ricordo che non ha ancora imparato a sopportare.
Ogni angolo che girano le fa pensare a quanto sia lontana dal passato che ancora la tormenta. Ogni passo le fa battere il cuore più forte, come se stesse percorrendo una strada che ha paura di intraprendere. Il futuro è un enigma, ma il presente è il rischio che sta correndo ora. C’è qualcosa in Taylor che la chiama, ma lei teme di rispondere. Il suo cuore le dice di fermarsi, ma la sua curiosità, quella che ha tentato di sopprimere per anni, le dice di andare avanti.
Taylor: "Ti va di andare da qualche parte?" La sua voce, sempre bassa, ha un tono che Elizabeth non riesce a classificare subito. Non è una proposta, non è una richiesta. È una sfida, è una domanda che cerca di tirarla fuori dal suo mondo, un mondo che ora le sembra sempre più piccolo, più chiuso.
Elizabeth si ferma, il passo che fino a pochi secondi prima era sicuro, ora diventa esitante. Si guarda intorno, come se cercasse una risposta nelle luci soffuse dei lampioni. "E dove?" La sua voce è un po' più alta di quanto avrebbe voluto.
Taylor sorride, un sorriso che non raggiunge solo la bocca, ma gli occhi. "Un posto che amo." È tutto ciò che dice.
Elizabeth avverte una sensazione strana. La sua mente vuole cercare di capire di più, di scavare in ogni singola parola, ma la sua bocca non riesce a dire altro che: "Va bene."
Ciò che Elizabeth non dice è che quel “posto che amo” la preoccupa. Perché sembra un’indicazione di qualcosa che Taylor tiene per sé. Ma in fondo, quella è la sensazione che ha avuto fin dal momento in cui lo ha incontrato. Ogni parola, ogni gesto, sembra nascosto sotto una superficie liscia e perfetta. Come se lui fosse più di ciò che appare. Come se ci fosse sempre qualcosa da scoprire, qualcosa che, forse, lei non è pronta a capire.
Elizabeth non può fare a meno di pensare al suo passato, alle cicatrici che ha cercato di nascondere. Non solo quelle visibili, ma quelle invisibili, quelle che non si vedono ma che sono rimaste lì, pronte a riemergere. Parigi, la sua bellezza, la sua grandezza, sembrano schiacciare il suo cuore. Ha paura di perdersi. "E se, una volta che sarò qui, non troverò mai più il mio cammino?" pensa, mentre segue il passo sicuro di Taylor.
Ogni vicolo che attraversano la fa sentire come se stesse camminando nel buio del suo cuore. Come se fosse una parte di un gioco che non sa giocare. Ogni passo che compie la porta più lontano da ciò che conosce, eppure qualcosa dentro di lei la spinge a seguirlo, a non fermarsi.
Taylor è diverso da chiunque abbia mai incontrato. Lui non le chiede chi sia, non le chiede di parlare dei suoi problemi. Semplicemente la osserva, con una pazienza che sembra infinita. Eppure, quando le sorride, c’è qualcosa in quella luce che accende una fiamma dentro di lei. Non è solo attrazione, è curiosità. È il desiderio di capire chi sia davvero Taylor, al di là dei sorrisi e delle parole gentili.
Le strade strette si piegano e si intrecciano in un labirinto che Elizabeth non riconosce. Ogni angolo nasconde un segreto, ogni passo sembra portarla in un luogo sconosciuto, ma allo stesso tempo incredibilmente familiare. Le vetrine dei negozi chiusi di notte si riflettono nelle pozzanghere, creando giochi di luce che sembrano invitare chiunque a seguirle.
Quando finalmente arrivano davanti alla porta del locale, l’aria sembra farsi più densa. La musica jazz che filtra attraverso la porta, le luci basse, il profumo del legno e del tabacco sembrano avvolgerla in un abbraccio che è allo stesso tempo confortante e inquietante. Il locale è piccolo, ma ogni angolo è pieno di storia, di ricordi silenziosi che sembrano nascere da ogni tavolo. Elizabeth avverte una strana sensazione di essere un'osservatrice, una spettatrice che non appartiene a quel mondo.
Il locale ha un’atmosfera intima, ma la sua solitudine è qualcosa che Elizabeth non riesce a ignorare. Ogni persona sembra essere lì per una ragione, eppure sembra che nessuno voglia davvero essere visto. Gli occhi delle persone si incrociano raramente, ma nel silenzio del jazz e della notte, ogni movimento diventa un linguaggio segreto. Per un attimo, Elizabeth si sente fuori posto, come se non dovesse essere lì, ma poi un’altra parte di lei si sente come se stesse finalmente trovando un posto che le appartiene.
Mentre si siedono al tavolo, il silenzio tra Elizabeth e Taylor diventa carico di tensione. La vicinanza è palpabile, ma nessuno dei due sembra volerla infrangere immediatamente. Poi, improvvisamente, mentre Elizabeth prende un sorso dal suo drink, le dita di Taylor sfiorano la sua mano. È un tocco leggero, quasi casuale, ma l’effetto che ha su Elizabeth è tutt’altro che indifferente. Un brivido attraversa la sua pelle, e la sua mente si ferma per un istante.
Non si tratta solo di un semplice contatto fisico. È qualcosa che le attraversa il corpo come una corrente elettrica, qualcosa che tocca corde profonde nel suo cuore. Cosa significa? Perché quel piccolo gesto l’ha scossa in questo modo? Ogni fibra del suo essere le dice di scostarsi, di distogliere lo sguardo, ma non riesce. Le sue mani sono tese, la mente un turbine di pensieri contrastanti, ma il suo corpo è immobile, come se avesse deciso di lasciare che la situazione si evolvesse da sola.
Taylor non sembra notare la sua reazione, ma il suo sguardo rimane fisso su di lei, come se stesse cercando di comprendere ogni singolo dettaglio della sua risposta. C’è qualcosa nei suoi occhi, una sfumatura di interesse che va oltre la curiosità. Sembrano in attesa, come se avesse lanciato una sfida, e ora stesse aspettando di vedere come lei la affronterà.
Taylor sorride, questa volta in modo più sottile, più sfumato. “Non morderai, vero?” chiede, con un tono che potrebbe sembrare scherzoso, ma che Elizabeth sa essere anche una sfida.
“Non credo che sia necessario,” risponde lei, il suo tono più fermo di quanto avrebbe voluto. Ma c’è una parte di lei che sa che il suo cuore batte più forte di quanto dovrebbe.
L'atmosfera è tesa, ma non nel modo ovvio. Non sono le parole che li avvolgono, ma il linguaggio che non viene detto, la connessione che cresce tra di loro. Ogni movimento che fanno sembra essere una dichiarazione di intenti. Quando Taylor si sporge verso di lei per raggiungere il bicchiere, le sue labbra sfiorano delicatamente il suo orecchio, un gesto che potrebbe sembrare casuale, ma che non è affatto innocente. La sua pelle brucia al contatto.
Elizabeth cerca di non darlo a vedere, ma dentro di sé una parte di lei è già coinvolta. Le sue mani sono fredde mentre tocca il bicchiere, ma il resto del suo corpo è caldo, come se stesse lottando con qualcosa che non può controllare. Ogni movimento che Taylor fa la manda in tilt, eppure si sente irrimediabilmente attratta da lui, come se lui fosse la calamita e lei il ferro.
Ogni parola che scambia con lui sembra una mossa in un gioco che non capisce ancora. Le parole non sono mai abbastanza. C'è sempre un significato più profondo in ciò che non viene detto, una spinta sottile che si insinua in ogni sguardo, in ogni sorriso. La tensione cresce, ma non esplode ancora. È come se entrambi stessero camminando su una linea sottile, pronti a cadere, ma senza volerlo ammettere.
Taylor dice qualcosa che ha un sapore amaro. “La vita non è fatta solo di scelte facili, Elizabeth,” dice, guardandola negli occhi con una profondità che la fa tremare. “A volte, la cosa migliore che possiamo fare è scegliere di non scegliere, lasciare che sia il destino a fare il resto.”
Elizabeth si blocca. Quelle parole, piene di mistero e di una saggezza inquietante, le ronzano nella testa. Cosa vuole dire veramente? È un uomo che sa troppo o che ha paura di prendere decisioni? O forse è solo un gioco che sta cercando di farle giocare?
Le parole di Taylor si aggrappano al suo cuore come una spirale. Cosa vuol dire “non scegliere”? Non vuole dirle nulla di esplicito, lasciare che il destino faccia il suo corso. Ma Elizabeth non sa se credergli. Non sa se vuole credergli. Il suo passato le ha insegnato che non c'è mai nulla di facile, che le scelte non sono mai così chiare.
La conversazione sembra scivolare, ma c’è un’energia che non svanisce. C’è qualcosa nel modo in cui lui la guarda, come se fosse sempre un passo avanti, come se stesse testando la sua reazione, come se volesse spingerla oltre i suoi limiti. Per un momento, Elizabeth si sente come se fosse sotto il suo controllo, ma in qualche modo le piace. La sua mente è confusa, ma il suo corpo risponde a quel richiamo inconfondibile.
La serata prosegue in un silenzio che sembra più carico di parole non dette che di qualsiasi altra cosa. Elizabeth e Taylor si osservano con crescente intensità, il respiro di lei sempre più affannoso mentre il battito del cuore accelera senza che lei possa farci nulla. La luce soffusa del locale gioca con i loro volti, creando ombre che sembrano accentuare il desiderio nascosto. L'atmosfera tra di loro è carica di aspettative non espresse, come se l'universo stesse aspettando il loro prossimo movimento.
Poi accade. Un piccolo gesto, quasi impercettibile, ma che cambia tutto. Taylor si avvicina, il suo sguardo fisso nei suoi occhi, come se volesse leggerla completamente. Il suo corpo si inclina verso di lei, e in quel momento, Elizabeth capisce che non c’è più spazio per tornare indietro. Senza un avvertimento, le sue labbra si posano sulle sue, rubando un bacio che sembra sbocciare dal nulla, ma che in realtà è il culmine di una tensione accumulata nel corso della serata.
Il bacio è breve, ma intenso. Per un attimo, Elizabeth si sente completamente rapita, come se il mondo attorno a lei fosse svanito, lasciando solo lui e quella sensazione di bruciante desiderio. Ogni fibra del suo corpo risponde al bacio, ma nel profondo, una voce le dice che non dovrebbe essere così. Si stacca velocemente, il suo respiro pesante e il cuore che batte forte. Non può credere a ciò che è appena successo.
La mente di Elizabeth è un caos. Cosa significa quel bacio? Cosa voleva lui da lei? E, soprattutto, cosa vuole lei? Ma prima che possa articolare un pensiero, Taylor si allontana lentamente, ma con un sorriso enigmatico che la fa dubitare ancora di più di se stessa. Non dice nulla, ma c’è qualcosa nel suo sguardo che suggerisce che non è stata una mossa casuale.
Subito dopo, Elizabeth si sente vulnerabile. La sua mente corre, cercando di trovare una spiegazione logica, ma sa che non c’è. Sa solo che non è preparata a questo tipo di coinvolgimento, che la sua testa e il suo cuore sono in conflitto. La sua solitudine, la sua paura di essere ferita di nuovo, la fanno vacillare. Ma la sua attrazione per lui è troppo forte per essere ignorata. Si sente perduta, intrappolata tra il desiderio di scappare e l’irresistibile richiamo di quello che Taylor rappresenta.
Il bacio che ha appena scambiato con Taylor sembra aver tolto ogni parola a Elizabeth. Il rumore del locale intorno a loro sembra lontano, come se il tempo si fosse fermato per un attimo. Si guarda negli occhi di Taylor, ma non ci sono risposte. Solo un silenzio che pesa come un macigno. È come se non fosse più necessario parlare, come se il bacio stesso avesse detto tutto.
Taylor si alza lentamente, fissandola per un momento più lungo del solito. Non una parola, solo il suo sguardo penetrante. Elizabeth non riesce a distogliere lo sguardo, e in quel momento comprende che la sua intera esistenza è stata segnata da quel gioco di potere che lui ha appena iniziato. Lui non è solo un uomo da cui è attratta, ma un enigma che non sa se vuole risolvere o lasciar andare.
Con un sospiro profondo, Elizabeth si alza anche lei, il suo cuore ancora in tumulto. Si sente come se fosse stata messa alla prova, ma non sa se ha vinto o perso. Taylor si gira verso di lei, pronto a dire qualcosa, ma il suo sguardo è più di mille parole. Non ha bisogno di altro per farla sentire come se fosse di nuovo su una corda sottile, pronta a cadere da un momento all'altro.
A volte devi solo lasciarti andare.”
Le sue parole la colpiscono più di quanto dovrebbe ammettere. Elizabeth abbassa lo sguardo, osservando il liquido dorato nel suo bicchiere, come se lì dentro potesse trovare una risposta. Per tutta la vita ha cercato di controllare ogni cosa, di evitare il dolore, di costruire muri così alti da non far entrare nessuno. Ma ora, davanti a Taylor, quei muri sembrano fragili.
Lui la studia, attento, come se potesse leggerle dentro senza bisogno di parole. Elizabeth sente il respiro farsi più corto, il cuore accelerare. Sa che questa notte potrebbe cambiare tutto. E, per la prima volta dopo tanto tempo, non è sicura se sia pronta o se, in fondo, lo desideri più di ogni altra cosa.
