Capitolo 12: Non puoi trattarmi così
Elena Giordano fece un passo avanti, afferrandola per il braccio: "Livia Rossi, Cesare non ti ha trattata bene? Per te non guardava nemmeno altre donne, ti dava tutto quello che volevi, eppure tu hai ucciso sua sorella! Come puoi essere così malvagia?!"
Le accuse acute la trafissero come aghi d'acciaio, le orecchie di Livia ronzavano. Dopo molto tempo ritrovò a malapena l'udito. Tutto il corpo le ribolliva, con forza si liberò dalla presa di Elena, il polso arrossato le bruciava: "Non ho ucciso Bianca Ferretti! Non calunniarmi!"
"Osi ancora negare!" Elena barcollò per mezzo passo, il risentimento negli occhi quasi traboccava: "Le telecamere hanno ripreso tutto chiaramente, sei stata tu a spingere Bianca giù dal precipizio, e osi ancora negare! Oggi ti darò una bella lezione, mi vendicherò per Bianca!"
"Voi!"
Due guardie del corpo alte e robuste si avvicinarono. Elena indicò Livia, ordinando con voce feroce: "Immergetela nell'acqua!"
Prima che Livia potesse reagire, le due guardie l'avevano già afferrata per le braccia da entrambi i lati. L'aria fredda che sovrastava la piscina le invase il viso, venne trascinata con forza verso il bordo.
"Lasciatemi, lasciatemi andare! Non potete trattarmi così, non l'ho spinta, è stata lei a voler morire, io..."
Livia spalancò gli occhi continuando a dibattersi, fino all'ultimo momento cercò di difendersi.
Ma Elena non le diede ascolto, sul viso un'evidente soddisfazione: "In punto di morte osi ancora calunniare Bianca! Immergetela!"
Le guardie obbedirono, premettero violentemente sulla nuca di Livia, spingendola con forza nella piscina!
L'acqua irruppe nella bocca e nelle narici, una sensazione di bruciore le incendiò immediatamente la gola!
"Mmh!!"
Livia si dibatté, ma non era assolutamente all'altezza delle guardie!
La sensazione di soffocamento arrivò rapidamente, i suoi movimenti si fecero più deboli.
"Tiratela su."
Elena stava in piedi a bordo piscina, le braccia conserte, il viso delicato pieno di eccitazione malata.
Quella sgualdrina le aveva dato fastidio da troppo tempo!
Cesare Ferretti era suo, come aveva osato Livia Rossi sedurlo! Meritava di morire!
La guardia la lasciò andare, Livia venne tirata a riva come un pesce fuor d'acqua. L'aria fresca irruppe violentemente nei polmoni, facendola tossire violentemente. Lacrime e acqua della piscina le colavano giù mischiate.
Per quei pochi secondi, aveva davvero pensato di annegare in quella piscina!
Elena, con le braccia conserte, la scrutava dall'alto: "Livia Rossi, ricordatelo bene, questo è quello che ti meriti!"
"Continuate!"
Livia non aveva ancora ripreso fiato dalla tosse quando sulla nuca sentì di nuovo una forza pesante, tutto il corpo venne spinto di nuovo nella piscina.
Questa volta, il freddo e il bruciore dell'acqua furono ancora più intensi!
L'area della piscina era stata sgomberata, non c'era nessuno. Elena stava in piedi compiaciuta, quando due persone si avvicinarono.
Elena vide una di loro e gli occhi le si illuminarono immediatamente.
"Cesare!"
Cesare Ferretti aveva un'espressione insolitamente gelida e severa, la figura alta e fredda, emanava un'aura che teneva tutti a distanza. Le lanciò solo uno sguardo freddo, senza dire una parola.
Solo che, con la coda dell'occhio notò movimento a bordo piscina, aggrottò immediatamente le sopracciglia: "Cosa stai facendo?"
Il cuore di Elena si contrasse violentemente. Quella sgualdrina! Anche in quel momento osava emettere suoni per sedurre Cesare!
Sapeva quanto Cesare Ferretti avesse adorato Livia Rossi. Se avesse scoperto che la stava punendo, si sarebbe sicuramente arrabbiato!
Serrò i denti, costringendosi a mostrare un'espressione offesa e gentile: "Una domestica disobbediente ha offeso un ospite importante, le sto dando una lezione. Cesare, qui non è tranquillo, vuoi andare a riposare altrove?"
"Mmh!!"
In quel momento, dalla piscina giunse la voce confusa e dolorosa di una donna.
Marco Conti al suo fianco aggrottò le sopracciglia, si affrettò ad avvicinarsi di due passi: "Cesare! Quella voce è di Livia!"
