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Never Not

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Riepilogo

Jeon Jungkook è il noto boss criminale della Corea, il suo traffico di droga e armi è il più pericoloso, il più grande e il più temuto da tutti. In una semplice giornata di primavera durante un evento con diverse associazioni criminali, Jungkook posa gli occhi sul delicato viso di Kim Taehyung, lo nota tra mille perché così principesco e angelico. Cosa può mai farci lì un ragazzo così? Kim Taehyung tanto gentile, simpatico quanto bello non fa parte di quella vita indirettamente, ma il suo ragazzo Shownu fa parte di una delle associazioni criminali in conflitto con quella di Jungkook. Jungkook prova in ogni modo a mettersi in mezzo alla loro relazione, per creare scompiglio e far abbassare la guardia al nemico, ma lui stesso si ritrova con le difese abbassate nel provare qualcosa che aveva represso per anni, ovvero: l'amore. Ma il pericolo e i segreti sono dietro l'angolo. Una grande minaccia si avvicina e sconvolgerà il loro mondo. Tra continui alti e bassi, tra segreti, rapimenti, vecchie conoscenze che torneranno in vita e amori dimenticati Jungkook e Taehyung dovranno lottare contro tutti per il loro amore, riuscendo ad uscire dalla trappola che è ormai diventata la loro vita.

Triangolo AmorosoMiliardarioAmicizia18+VendettaSessoSentimentaleBoyxBoyBadboyMatrimonio

1 Magic Shop

Jungkook's pov

"Boss dobbiamo andare" Bussò la mia guardia alla porta.

Solita routine, mi sveglio, mi metto il mio solito abito elegante, i miei anelli, sistemo i miei capelli mi guardo allo specchio e spero che la mia azienda non vada a rotoli.

Il mondo della criminalità è brutale, se non sai reggere, se non sei mentalmente forte, se hai paura di morire, non fa per te.

Io Jeon Jungkook, mi ritrovo a 23 anni a gestire l'azienda criminale di spaccio di droga e di armi più grande della Corea, non male vero?

Però no, non era il mio sogno nel cassetto, il mio songo era fare il pro gamer, ma sapete non tutto è concesso nella vita, bisogna arrangiarsi e se trovi qualcosa che possa sfamare la tua famiglia ormai in mezzo alla strada, la cogli.

Vivo in una casa a tre piani in periferia, perché la periferia? Mi piace stare tranquillo, se dovessero avvicinarsi nemici, le mie guardie e i miei cani addestrati, li sentiranno e sarà più facile eliminarli senza che qualcuno si accorga di qualcosa.

Mi descrivono come il boss della Corea, senza emozioni, freddo come il ghiaccio, col pugno di ferro, veloce, scaltro e davvero scontroso, una bella persona da avere al proprio fianco vero?

"Boss?" La mia guardia bussava alla porta per ricordarmi che dovevo sbrigarmi.

Presi la mia solita pistola sotto il cuscino e la misi come sempre nella sua cinta sotto la giacca, mi misi le scarpe ed uscì dalla porta, dove al di fuori di essa vi erano le mie guardie che mi salutarono con un inchino.

"Aggiornatemi" Dissi con una pila di fogli che raffiguravano le entrate e le uscite della merce.

"Questa settimana abbiamo dei cali nelle vendite." Mi fermai e guardai bene che i calcoli fossero giusti.

"Perché abbiamo dei cazzo di cali nelle vendite?" Chiesi spazientito.

"E che-" Non ricordavo il nome della mia guardia alla sinistra.

Mi girai e lo guardai.

"La Marbel ci sta battendo." Rimasi a fissarlo.

Nessuno batteva la mia azienda.

"Magic shop è la migliore e sarà sempre così" dissi puntando il dito verso di loro.

"La Marbel in confronto non è nulla" continuai camminando.

Diedi gli schemi al mio segretario e continuai a camminare lungo il corridoio.

"Andremo a quell'evento per cercare altri clienti e creare delle buone alleanze" dissi al mio segretario.

Scesi le scale fino alla porta di uscita, la mia cameriera mi porse il mio solito caffè, lo presi, uscì di casa accendendomi una sigaretta ed entrando in macchina. Una Mansori Vivere Bugatti Veyron importata direttamente dalla Svizzera, che mi venne a costare sulle 3,5 milioni di euro.

Di solito salivo in macchina con il mio autista, ma oggi avrei fatto un bel giro con le guardie nelle apposite macchine dietro la mia.

Magic Shop ovvero l'azienda di qui sono il capo da ormai tre anni è partita dal basso. Ho studiato anni e anni insieme al mio collega Kim Namjoon, abbiamo studiato tutti i dettagli di come aprire un azienda di quel genere.

Ci vollero anni di studio e di esperienze sul campo, abbiamo entrambi rischiato la vita molte volte ma eccoci qua, entrambi a capo della più grande associazione criminale della Corea.

La Marbel era quella che purtroppo veniva sotto la nostra, il capo era quel narcisista di Shownu ormai eravamo in conflitto da due anni, la loro azienda aveva aperto da più tempo della nostra e il fatto che noi fossimo riusciti ad essere i primi, rendeva Shownu uno dei più pericolosi, dopo di me naturalmente.

Magic Shop si trovava in un bellissimo palazzo non troppo in centro ne troppo in periferia. Il palazzo era composto da dieci piani ed erano tutti nostri, all'apparenza sembrava un semplice posto di lavoro con dei semplici uffici, ma non era così.

Parcheggiai la macchina all'entrata, diedi le chiavi al parcheggiatore e mi incamminai. Le porte scorrevoli si aprirono e tutti gli impiegati si inchinarono per salutarmi.

Mi incamminai verso l'ascensore, il mio ufficio si trovava all'ultimo piano insieme a quello di Namjoon. Le mie solite due guardie stavano dietro di me, ma quando entrai in ufficio si appostarono davanti ad esso.

Mi tolsi la giacca e l'appoggiai alla sedia, poi tolsi anche la pistola dalla cintura e la misi sul tavolo.

Mi avvicinai al mio tavolino preferito e mi versai un bel bicchiere di whisky in un bellissimo bicchiere di cristallo pregiato, l'ennesimo di una serie di bicchieri, che quando avevo una giornata no, finivano contro il muro e poi in mille pezzi.

Sorseggiai il mio whisky invecchiato e guardai Seoul dal mio ufficio. Il mio ufficio come quello di Namjoon che si trovava dall'altra parte dell'ultimo piano aveva un immensa facciata di vetro antiproiettile.

Ogni settimana dovevamo farlo riparare perché ogni tanto qualcuno provava a spararci, ormai la cosa era così prevedibile che quando sparavano facevo un sorriso e continuavo a godermi la vista, accompagnato da una sigaretta o da un bicchiere di whisky.

"Kook" solo una persona poteva chiamarmi così è quello era il mio amico in affari.

Mi girai e lo vidi entrare

"Come va amico" mi disse Namjoon abbracciandomi e subito dopo versandosi un bicchiere

"Hai visto le vendite?" chiesi appoggiato alla scrivania continuando a guardare Seoul immersa nella vita sotto il sole primaverile

"Si dobbiamo andare a quell'evento" disse Nam appoggiandosi alla scrivania affianco a me

"Si ho già dato l'ordine di prenotare un tavolo anche per noi" dissi appoggiando il bicchiere dietro di me.

Incrociai le braccia allungano le gambe e rilassandomi sospirando.

"Sei riuscito a dormire?" da quando avevamo aperto l'azienda e dopo l'accaduto avvenuto l'anno scorso il sonno era un problema, avevo spesso incubi e Namjoon era l'unico ad esserne a conoscenza.

"Andrà meglio tranquillo" dissi dandogli una pacca sulla spalla

Io e Namjoon eravamo amici dai tempi della scuola, avevamo fatto tante di quelle esperienze insieme. Lui era più grande, era il mio punto di riferimento, anche se ero una persona fredda, Namjoon era capace di farmi ridere e aveva il permesso di abbracciarmi e trattarmi come il suo fratello minore.

Namjoon all'età di 26 anni si trovava al mio fianco in questo grande circolo. A guardarlo sembrava un pupazzo, si grosso ma con i capelli rosa confetto, eppure sotto la giacca portava una Colt .45, Gold Cup, MK-IV la sua pistola preferita. Sorrisi nel guardarlo, così soft e bad allo stesso tempo.

"Vado a finire delle scartoffie, ci vediamo tra poco va bene?" mi disse lui dandomi un colpetto sulla spalla e lasciando la stanza.

Io presi la mia Beretta M9 (pistola semiautomatica) mi misi la giacca e uscì dall'ufficio, con le mie solite guardie dietro a seguirmi.

Non andavo pazzo di avere costantemente qualcuno alle mie spalle che mi seguiva, ma Namjoon mi aveva avvertito, o quello o sarei rimasto a casa, così mi dovetti adeguare.

Entrai in ascensore, aprì il pannello dietro i numeri con la mia chiave. Li si trovava un pannello alternativo con due piani, il piano -1 e -2.

Decisi di andare a controllare la merce quindi -1, mentre al piano -2 si trovavano i nostri camion che portavano la merce in diversi magazzini per la vendita.

Al piano -1 trovai Min Yoongi detto anche Suga. Anche lui ormai uno dei nostri amici e impiegati fidati, era stato promosso e si occupava dell'intero reparto, dirigeva ogni cosa.

"Come va?" chiesi mettendo una mano sulla sua spalla.

Lui mi sorrise

"Tutto bene, la merce è arrivata questa mattina dalla Cina, è di ottima qualità" Mi avvicinai a guardare quella polverina bianca che veniva smistata in sacchetti.

Io e Namjoon nonostante facessimo parte di quel settore, non toccavamo quella merda, esilarante vero?

L'unica cosa che mi concedevo ogni tanto era una canna a fine giornata prima di coricarmi, per calmare i nervi e permettermi di dormire.

"Bene continua così" gli dissi per poi avanzare al reparto armi.

Il capo reparto sempre uno dei nostri impiegati fidati era Jung Hoseok, con quei capelli gialli appena fatti, sembrava un canarino, gli occhiali da sole anche dentro la struttura, era un vero personaggio.

"Boss qui va alla grande" mi disse passandomi una Glock 17.

Mi girai verso il poligono e la provai, puntai e sparai esattamente al centro.

"Alcune volte lei mi fa paura" mi disse Hoseok.

Mi girai e sorrisi

"No mi sbaglio, senza alcune volte" disse prendendo l'arma sorrise e andò a mettere apposto la Glock 17

"Continua così" dissi prima di tornare al paino superiore

"Buon lavoro a tutti" dissi uscendo.

Gli impiegati salutarono e ringraziarono.

~~~

Verso sera, uscì dall'azienda, mi fumai una bella sigaretta mentre aspettai l'arrivo di Namjoon.

"Andiamo" mi disse dandomi una pacca sulla schiena.

Sorrisi ed entrambi salimmo sulla mia macchina diretti verso il luogo dove si sarebbe tenuta una sfilata, organizzata ovviamente per deviare il vero scopo, ovvero un grande incontro di tutte le aziende criminali della zona.

Il locale era molto grande, con un bar e la pista dove i modelli facevano delle prove.

Non mi piacevano le sfilate e il fatto che avrei dovuto subirla per due ore prima di passare al lavoro vero, mi tormentava.

"Mettiamoci li" mi indicò Namjoon.

Avevamo i posti riservati.

Rimasi in piedi con Nam al mio fianco e con cinque guardie alle nostre spalle. Mi preparai a subirmi quelle due ore infernali.

Nel momento in cui misi le mani in tasca e guardai davanti a me, lo vidi.

Non seppi come descrivere quel momento, fu qualcosa che non provavo da tanto, una forte attrazione.

Rimasi a fissarlo per minuti interi.

Era così angelico, così principesco, così fuori luogo in quel posto, in quella situazione: gli occhi illuminati dalle luci, i capelli che ricadevano sulla fronte, il suo profilo perfettamente bello e delineato, il piccolo orecchino dorato, una camicia di un tessuto delicato, con diverse sfumature di colori e infine il suo collo.

Mi fermai ad osservare quel collo e pensai a quanto avrei voluto tenerlo stretto sotto la mia mano. Portava due collane e avrei voluto strappargliele con la bocca e lasciare dei segni su quel collo così perfetto.

Lui abbasso la testa e mi vide, non so cosa mi prese in quel momento, ma i nostri occhi si persero gli uni negli altri.

Non so chi tu sia o quale sia il tuo nome, ma sei mio.