1. È colpa mia...

-Era uno spettacolo quella notte...

Il grande specchio d'acqua rifletteva la luce che emanava l'impeccabile luna, che dal sua canto illuminava come sempre, il buio più profondo...-

Un rumore assordante di chiavi che si schiantano sulla superficie del tavolo mi fa alzare lo sguardo e la sua voce mi toglie ogni singolo momento di tranquillità e spensieratezza.

"Ancora a leggere quei dannatissimi libri, stai?" Domanda severo.

"S-scusa, v-vuoi qualcosa?" Balbetto titubante alzandomi dal comodo divano e lasciando il libro sul bracciolo, maledicendomi mentalmente, poi, per non aver piegato l'angolo della pagina così da non perdere il segno.

Non risponde, mi spinge facendomi sbattere il braccio contro lo spigolo del tavolo, si avvicina al divano, prende il libro e lo lancia nel camino.

"Ecco, se ti trovo un'altra volta con quei libri, FARAI LA STESSA FINE. HAI CAPITO?!" Urla mio padre e io di risposta annuisco. Conoscendolo ne sarebbe capace.

Può sembrare un tipo dolce e tranquillo a prima vista, ma vi assicuro che non lo è affatto. Una dimostrazione? Il mio corpo è ricoperto di lividi, per la maggior parte causati da lui...

Una volta non era così aggressivo... Tutto è cambiato dopo la morte di mia madre nonché la donna che egli amava alla follia e per la quale avrebbe dato la sua vita pur di vederla felice. E' morta in un'incidente d'auto dove ero presente anche io, ma a differenza sua sono riuscita a cavarmela. Da quel momento, mio padre, non fa altro che ripetermi che è colpa mia se ora lei non è qui con noi e ha ragione, d'altronde sono stata io a distrarla... E' colpa mia...

Mi asciugo le ultime lacrime che mi ricoprono il viso e raggiungo camera mia, accertandomi di chiudere la porta a chiave.

Mi sistemo sotto le coperte, per poi fissare il soffitto come d'abitudine e neanche il tempo di accorgermene, il buio più assoluto mi trascina fra le braccia di Morfeo, che come ogni notte mi dà il benvenuto.