Capitolo 4
Sapevo che quando ho puntato la pistola contro quello stronzo stavo giocando con la mia vita e che avrei potuto non uscire vivo da lì, quindi era meglio morire provandoci che non fare nulla.
Ma per mia fortuna non sono morto, i suoi uomini mi hanno disarmato e addormentato senza alcuno sforzo.
Al mio risveglio mi trovai in una grande stanza con due uomini in ogni angolo della stanza che mi guardavano seriamente.
-Che diavolo ci fai qui?
-Abbiamo l'ordine preciso di tenerla d'occhio, signora.
-Idioti.
Sospirai arrendendomi. Mi fa male la testa per la brutta emicrania che ho e mi ricordo che non faccio il bagno da 24 ore.
Mi alzo dal letto e vado in bagno, mi libero dei vestiti lasciando solo il perizoma.
Li tolgo ed entro, accendo la doccia e lascio che mi bagni i capelli.
Quando apro gli occhi noto due figure fuori dalla doccia, faccio scorrere la porta scorrevole, prendo un asciugamano e mi ci avvolgo.
-Che diavolo ci fanno qui?
-Abbiamo l'ordine tassativo di non lasciarla mai sola, signora.
-Che diavolo? -Afferrai un soprammobile dal bagno e lo scagliai nella sua direzione. - Maledetti idioti!
-Signora, deve...
Non gli permetto di finire di prendere un altro soprammobile e di lanciarlo. Escono dal bagno e io li seguo lanciando tutto quello che trovo sulla mia strada.
Li vedo scendere le scale e dall'alto delle scale continuo a lanciare tutto quello che trovo sulla mia strada.
-Che senso ha tutto questo? -Il grido della sua voce mi fa fermare.
-Dì ai tuoi dannati uomini di lasciarmi almeno fare la doccia da sola.
Il suo sguardo percorre il mio corpo senza pudore, guardo accanto a lui un uomo che non dissimula nemmeno lui e gli lancio l'ornamento che tenevo in mano, che lo schiva e mi guarda stupito.
-Smetti di guardarmi così, degenerato.
-Basta! O mi costringerai a chiuderti in cantina.
Cosa?
-Non basta tenermi qui contro la mia volontà? -Dica a questi idioti di stare fuori dal bagno o giuro che li castro.
Mi volto e torno nella stanza, spalanco la porta e lancio un urlo di frustrazione e rabbia.
Mi tolgo l'asciugamano e osservo attraverso la finestra gli uomini in piedi sotto il balcone della stanza.
È tutto vero?
Sento aprire la porta, mi giro e mi copro i seni con le mani.
mi copro i seni con le mani e il suo sguardo cade sulla mia nudità.
Afferro l'asciugamano dal letto e mi copro il più possibile.
-Idiota, non sai come si gioca? - Sputo con rabbia.
-Non sei la prima donna che vedo nuda", risponde lui, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni e avvicinandosi. Cosa stavi spiando dalla finestra?
-Gli uomini che hai messo davanti al balcone", alzo gli occhi. Per quanto tempo hai intenzione di tenermi qui contro la mia volontà?
-Per tutto il tempo necessario.
"Allora, questo è quello che abbiamo.
-Ho bisogno di biancheria intima, vestiti, scarpe e, naturalmente, di trucco e creme per il viso.
-Nient'altro, Vostra Maestà? -Dice ironicamente.
-Che tu possa marcire all'inferno, ma visto che non è possibile, nient'altro.
Alzo ironicamente gli occhi e lo supero in direzione del bagno. Prima che possa fare un altro passo, mi afferra il braccio e mi tira vicino a sé.
-Stasera ho ospiti e ovviamente tu scenderai e sarai presente", mi fissa. Se provi a fare qualcosa, giuro che ti ammazzo in quel momento, chiaro?
-Sì, stronzo", lascio la presa. Ma prima di tutto, dirai a uno dei tuoi cani tutto ciò di cui ho bisogno e mi aspetto che me lo porti, altrimenti puoi contare su di me.
Entro in bagno, questa volta lo chiudo a chiave e mi lascio cadere a terra con un grosso sospiro.
-Sono uscito da un dannato inferno per cadere in un altro, devo andarmene da qui il prima possibile.
Guardo la vasca da bagno, inizio a riempirla e mi preparo a entrarci per fare un bagno rilassante.
Non ho nulla da guadagnare facendo la vittima sofferente, dopotutto sono già scappato da un inferno, posso scappare anche da questo.
Quando esco dal bagno, mi fermo quando vedo molte borse di vestiti e scarpe di grandi marche sparse per la stanza, mentre una ragazza le tira fuori per sistemarle.
-Chi sei?
-Sono Bianca e ho il compito di occuparmi di lei e di assicurarmi che non le manchi nulla, signora.
-Non sono la signora, mi chiamo Katrina.
La guardo e sembra più giovane di me di due o tre anni. I suoi capelli castani e la sua figura snella la fanno sembrare una tenera bambola.
-Lavora qui o è trattenuta anche lei contro la sua volontà?
-Lavoro qui mentre studio per la laurea.
-E cosa sta studiando?
-Design e moda", mi sorride. Mi piace molto il mondo della moda.
-Volevo studiare qualcosa del genere, ma la vita aveva altri piani per me", sospiro. Ha bisogno di aiuto?
-No, signorina, posso farcela da sola.
-Katrina, mi chiami pure Katrina", mi avvicino. Qualcosa di comodo da indossare?
Mi porge un completino sportivo, reggiseno e mutandine; le sorrido e torno in bagno a vestirmi.
Mentre esco, la vedo entrare nell'armadio e sistemare i vestiti e le scarpe: guardo fuori dalla finestra e vedo che è sceso il crepuscolo.
-Dov'è Monsieur?
-Il signor Montecristo è nel suo ufficio.
Esco dalla stanza vedendo le due guardie, alzo gli occhi e scendo le scale trovando il ragazzo di prima.
-Sei calmo ora?
-Un po'", lo ispeziono. Chi sei?
-Ludovico", mi prende la mano e me la bacia. Al suo servizio.
-Che ruolo ha in questo dramma?
-Sono il migliore amico di Luciano e il suo braccio destro.
-Vuoi anche vendicarti di Antonio? La mia domanda lo coglie di sorpresa: - Lasci perdere, piacere Ludovico.
Cammino al passo, apro la porta dell'ufficio ed entro senza bussare.
-Luciano..." Rimango in silenzio alla vista di una scena così grottesca. Gli dispiaceva interrompere il suo imbarazzante e disgustoso atto di fornicazione.
Sputo mentre lei si stacca e si alza. Mi guarda dall'alto in basso con evidente rabbia, mentre lui si limita a tirarsi su i pantaloni e ad abbottonarli.
-Chi diavolo sei e cosa ci fai qui? -sputo con rabbia.
-Chiedilo a lui", mi avvicino alla scrivania, "non a me.
-Chi è questo Luciano?
-Non è un problema tuo Alaya, ora vattene e lasciaci in pace.
Lei lo guarda incredula e io non riesco a sopportare di ridere, mi guarda furiosamente avvicinandosi; quando vedo come alza la mano e le sue intenzioni la fermo tenendole il braccio stretto.
-Ti sbagliavi su di me", prendo la pistola dalla scrivania e tolgo la sicura, puntandola proprio al centro della sua fronte, "Prova a toccarmi di nuovo e ti ammazzo, fottuta puttana".
I suoi occhi mi guardano in attesa, Luciano mi strappa la pistola di mano, mi afferra il braccio e mi tira dietro di sé.
-Alaya, vattene, è un ordine.
-Luciano...
-È un ordine! - grida autorevolmente.
Le afferra il braccio e la trascina fuori dall'ufficio, quando apro la porta vedo dall'altra parte Ludovico e Bianca che osservano tutta la scena.
Lui chiude la porta e le loro urla riecheggiano nella casa.
-Ti odio Luciano, ti odio!
Incrocio le braccia e lo guardo mentre si tiene il ponte del naso.
-Tua moglie è piuttosto arrabbiata.
-Non è mia moglie.
-Non mi interessa cosa sia, il fatto è che la prossima volta che proverà a toccarmi, le caverò gli occhi prima di ucciderla.
-Sei in grado di uccidere una persona?
-Ne ho già uccise diverse", mi guarda stupito e la mia mano non trema quando si tratta di premere il grilletto.
I suoi occhi mi fissano, lasciandomi intravedere quella tonalità scura di marrone, e lui artiglia e riprende la sua posizione.
-Cosa posso fare per lei?
-Quanto è importante questo incontro?
-Perché me lo chiede?
-Per sapere quanto dovrei essere elegante.
-È molto importante.
-Allora vado a prepararmi.
Mi volto e lascio l'ufficio, mentre esco vedo la ragazza di poco fa che discute in un angolo della stanza con Bianca.
Quando mi vedono, entrambe tacciono e la ragazza mi guarda furiosa.
-Bianca, puoi aiutarmi a prepararmi per la riunione di stasera?
-Sì, signorina.
Mi si avvicina e sale le scale accanto a me, mentre entro nella stanza sbuffo.
-Chi è quella donna?
-Si chiama Alaya e lavora anche lei qui.
-È la prostituta privata di Luciano?
-Se così si può dire, ma è anche mia sorella.
La guardo stupito e lei mi fa un sorriso a denti stretti.
-Scusa, io...
-Non preoccuparti, non hai detto nulla che non fosse una bugia", mi sorride. Mia sorella ha confuso le cose con il signor Luciano, pensando di avere l'autorità di intromettersi nella sua vita, mentre in realtà stanno solo scherzando per passare il tempo.
-Da quanto tempo hanno una relazione?
-Poco più di un anno fa, mia sorella è sempre stata innamorata del signor Montecristo, finalmente ha trovato il modo di sedurlo, ma è riuscita solo a essere quella che lo aiuta a scaricare lo stress.
-E lui non ha mai avuto una fidanzata, una fidanzata o una moglie?
-Non ha mai portato una donna in questa casa, tu sei la prima che ha portato.
-E soprattutto contro la mia volontà.
-Il signor Luciano è un brav'uomo", sorride. Le assicuro che se ne renderà conto presto.
-Un mafioso non sarà mai una brava persona.
-Vi assicuro che lo è....
