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01

POV di Ivy

Mi sveglio e mi siedo, cercando di calmare il cuore che batte all’impazzata. Appoggio la mano sulla fronte e asciugo il sudore che si è accumulato dopo quell’incubo. Anche se, non dovrei chiamarlo incubo, perché non è qualcosa che ho immaginato. È successo davvero. È stata un’esperienza reale.

Sono morti, ed è colpa tua.

Dovevi proteggerli, era il tuo compito.

Hai fallito.

La mia mente ripete questi pensieri in ogni momento in cui sono sveglia. A volte riesco a scacciarli, ma la maggior parte delle volte restano lì, fissi. E in parte è vero.

Dovevo proteggerli, e ho fallito.

Faccio dondolare i piedi e inspiro bruscamente quando sento il pavimento freddo della mia stanza. Mi stiro, sollevo le braccia sopra la testa e faccio schioccare il collo, liberando quella tensione familiare. Abbasso gli occhi e vedo il bagliore argentato delle catene intorno ai miei polsi. Sbuffo.

Sono passati sei anni da quel giorno. Poche settimane dopo l’incidente, queste catene mi sono state imposte come punizione. Sono legata da questo argento che, col tempo, ha rinchiuso il mio lato lupesco, compresa la coscienza della mia lupa, Seles. Non riesco a sentire la sua voce nella mia mente da un’eternità, e la sua presenza mi manca ogni secondo. Abbiamo lavorato tanto per diventare ciò che eravamo, e ora tutto è andato in frantumi perché non sono riuscita a proteggere l’Alfa e la Luna.

L’Alfa e la Luna del mio branco, Luna Rossa.

L’Alfa e la Luna che mi hanno accolta quando, da bambina, sono stata abbandonata sulle loro terre.

L’unica famiglia che abbia mai conosciuto.

Mi dirigo lentamente verso la porta del bagno e la spingo con delicatezza, facendo attenzione a non fare rumore per non svegliare i miei coinquilini nella casa : i miei due unici amici, Kane e Geneviève.

Kane è uno degli allenatori del branco. Mi ha addestrata quando mi preparavo per diventare una guerriera. Geneviève, invece, è una guaritrice. Ha curato moltissime ferite nella sua carriera, ma ultimamente, soprattutto le mie. Mi sono rimasti accanto nonostante tutto quello che ho passato da quel maledetto giorno. Mi hanno fatto capire chiaramente che non mi avrebbero mai abbandonata, e per questo, suppongo di dover essere grata.

Sotto la doccia, la mia mente torna a quella che era la mia vita prima di tutto questo. Cerco di non pensarci, ma era un periodo più felice.

Sono cresciuta qui, dopo essere stata lasciata al confine delle terre del branco all’età di cinque anni. La Luna mi ha trovata, ferita e sporca. Mi ha portata subito al maniero dell’Alfa per lavarmi. Ha detto all’Alfa che si sarebbe occupata di me, e così è stato. Avevano anche un figlio, Cole, che all’epoca aveva sette anni, due più di me. Sono passata dall’essere una bambina sola a far parte di una famiglia. Una famiglia Alfa, niente di meno. Non mi hanno mai adottata ufficialmente, ma mi hanno accolta nella loro casa e nel loro branco, senza riserve. Mi hanno amata come una figlia.

Gli anni sono passati senza troppi problemi, a parte me e Cole che litigavamo come qualsiasi fratello e sorella. Ben presto siamo diventati adolescenti alle prese con le prime cotte e altri piccoli drammi. È stato in quel periodo che abbiamo iniziato l’addestramento, per prepararci ai ruoli che avremmo ricoperto nel branco.

Abbiamo seguito un addestramento intenso in combattimento e con le armi, e ho scoperto di essere molto portata. Cole, invece, si concentrava di più sugli affari interni del branco, dato che un giorno sarebbe diventato Alfa. L’Alfa e la Luna erano esigenti, ma giusti. Volevano che capissimo le nostre responsabilità, ma ci offrivano anche rispetto e amore.

A sedici anni decido che voglio diventare una guerriera. So già combattere bene, e voglio proteggere il branco. Essere una forza temibile contro i nostri nemici. Lavoro duramente per due anni, e a diciott’anni sono la meglio classificata e l’unica donna tra i migliori combattenti del branco. È in quel periodo che divento amica di Kane e Geneviève. Kane è il mio compagno di allenamento, e Geneviève si occupa della maggior parte delle mie ferite.

Poi arriva l’opportunità migliore della mia vita. L’Alfa e la Luna mi chiedono di diventare la loro guardia personale. Hanno visto tutto il lavoro che ho fatto e vogliono ricompensarmi con uno dei ruoli più prestigiosi del branco. So che sono fatta per quel compito, e accetto senza esitare. Il mio ruolo è proteggerli in ogni circostanza, difenderli da ogni pericolo. Non ho la minima idea che fallirò in modo così miserabile.

Per quasi due anni svolgo quel compito senza grossi incidenti, affrontando solo conflitti minori o minacce che non si concretizzano. Quando altri branchi o lupi mi vedono, fanno un passo indietro. Sanno di cosa sono capace e cosa comporta sfidarmi. Sono una forza con cui fare i conti, e tutti lo sanno.

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