Libreria
Italiano
CapitolI
Impostazioni

Capitolo 5

Indira racconta:

Mi ero sentita malissimo quando Kevin mi aveva detto così, non perché l'avesse fatto a me, ma perché aveva ragione su molte cose, non so cucinare molto e non sono il suo ''tipo'', inoltre non so perché Gemma parli con me, quando ha un sacco di amici e amiche con cui parlare, perché lo fa con me, ma non importa, in realtà Kevin aveva ragione.

Quando arrivai al mio isolato, accostai davanti a casa mia. Suonai il campanello e dopo pochi secondi arrivò mia zia, con l'aria di un'amica.

-Pensavo che non venissi più, che ci fai qui?", disse seccata mentre mi lasciava passare a malincuore, io sospirai, non potevo andare in un posto dove una sola persona mi avrebbe apprezzato?

-Sono solo venuta a salutarti, ti ricordo che questa è anche casa mia", dissi con ironia, lei rise sottovoce.

-Certo, ho dimenticato con chi stavo parlando, la mia nipote viziata", disse seccata voltandomi le spalle e andando in cucina, ”non pretendere che cucini per te, ehi! ci sono cose in frigo, se vuoi mangiare, ma non esagerare, non ti compro da mangiare, la tua stanza sudicia è sempre la stessa” disse come se niente fosse e dopo qualche minuto sbatté la porta e andò in camera sua, io sospirai e andai nella mia stanza ‘sudicia’ come aveva detto lei, in realtà era come l'aveva lasciata, era molto pulita per essere vera e mi sorpresi, Sistemai il mio ritratto di famiglia e sorrisi un po', almeno avevo quella foto, anche se era l'unica, lasciai le mie cose sul pavimento e mi sedetti sul letto, guardai tutto e mi venne voglia di urlare, correre e piangere via da questo mondo, non volevo restare qui a soffrire, a imparare a vivere la vita da sola, da sola. Ma devo aspettare, è quello che mi hanno promesso prima di lasciarmi da sola.

***

Mi svegliai presto e diedi un piccolo bacio al mio ritratto prima di andare a fare una doccia, il fine settimana, lontano da Kevin e questa volta cercherò di uscire un po' e di stare lontano dalla mia odiosa zia, quando entrai nella doccia, cercai di rilassarmi un po', ma mi ricordai di Kevin, delle sue dure parole di ieri sera e che non riuscivo a togliermi dalla testa, perché erano vere. Finito il bagno, cercai un vestito blu navy e delle ciabatte, mi feci una coda di cavallo e presi una borsa con un po' di soldi e le mie cose; quando uscii, mia zia non c'era, così presi le chiavi di casa e uscii. Le strade erano un po' fredde, non c'era molta gente e il cielo era ancora grigio, non c'era il sole, era una giornata molto triste.

Ho preso il cellulare dalla borsa quando ero a un tavolo nel parco, ho aperto i messaggi con un sorriso per rivivere ancora quei piccoli momenti di felicità...

"Bambina sto arrivando a Londra in questo momento, ho un sacco di cose per te, devo anche raccontarti delle storie, so che saremo molto felici. -Papà"

"Sono molto emozionata, sei il miglior papà del mondo, quando arriverai? -Indira".

"Presto cara, presto. -Papà".

Poi misi via il cellulare con tristezza e andai per la mia strada, a volte volevo esprimere un desiderio e chiedere di sapere dov'era mio padre, non l'avevo più visto e lui mi aveva deluso, tutti mi avevano deluso, non era mai tornato come mi aveva promesso, ma io mi fidavo di lui, come una bambina, a cui non interessa nient'altro che i suoi genitori, so che verrà e mi prenderà tra le sue braccia per abbracciarmi e dirmi che mi ama, che stava solo cercando qualcosa di meglio per me, ma.... quando, se non è mai tornato per questo?

mesi dopo.

Avevo già trascorso molto tempo a lavorare per la famiglia Chastise ed ero già stanca, non potevo sopportare le umiliazioni di Kevin, mi facevano così male che l'ultima volta dovetti perdermi nel giardino perché iniziai a piangere, era troppo, non faceva altro che insultarmi e fare di tutto per mettermi in cattiva luce, Mi faceva inciampare, mi faceva cadere le cose, non voleva che parlassi con Luke, non voleva che parlassi con Gemma, metteva in disordine la sua stanza di proposito e quando finivo di riordinarla faceva di tutto per rovinare quello che avevo fatto, non sapevo cosa fare o semplicemente cosa dirgli, Kevin era la persona peggiore che avessi mai incontrato ed ero stanca di lui.

Quando tutti in casa se ne furono andati, finii tutti i miei compiti e lasciai Denis in casa, non le parlavo quasi mai, perché stava sempre a fare qualcosa e non parlavamo molto, uscii in giardino e continuavo ad ammirare la foto che avevo tra le mani, per qualche motivo avevo preso la foto e l'avevo portata con me, non sapevo perché, ma oggi ne avevo bisogno, vedere il mio piccolo sorriso e quello dei miei genitori con me mi riempiva di felicità, ma allo stesso tempo di nostalgia, non capivo ancora perché non erano con me e mi avevano abbandonato?

-Indira- Mi girai e Denis mi stava chiamando, così mi alzai per andare da lei, per strada incontrai Kevin, ci guardammo male, come sempre e andammo per la nostra strada, quando arrivai dove si trovava Denis, mi chiese di aiutarla in cucina, così accettai, quando finii sentii che mancava qualcosa, ma non sapevo cosa fosse, finché non mi ricordai della foto e che l'avevo lasciata davanti alla piscina, così corsi a cercarla, ma non c'era...

-Giovane Castigo- Mi venne da ridere quando mi sentii dire quella frase, lui mi guardò infastidito, come sempre...

-Cosa vuoi?” mi chiese, mi avvicinai per vedere la mia foto, per vedere se ero fortunata e non dovevo parlare con lui.

-Glielo chiesi, lui mi guardò incredulo e scrollò le spalle.

-Quella foto", disse indicando la piscina, rimasi a bocca aperta e cercai di non scoppiare a piangere davanti a lui, era spezzata in due, completamente bagnata, rimasi in silenzio e sotto shock, mi avvicinai un po' di più e la presi con le mani, era completamente bagnata, la carta era inutile, dove avrei cercato una foto simile se fosse stata l'unica?

Scarica subito l'app per ricevere il premio
Scansiona il codice QR per scaricare l'app Hinovel.