
Riepilogo
Per due lunghi anni, la giovane vedova dagli occhi verdi ha vissuto un incubo. Suo cognato, dopo averle strappato tutte le proprietà del defunto marito, ora la perseguita per costringerla a sposarlo. Fragile ma determinata, fugge dal suo paese natale, cambiando identità e lavoro, sperando di sfuggire per sempre al suo aguzzino. Il destino però ha in serbo per lei un incontro inaspettato: un bellissimo miliardario, dominante e arrogante, noto per la sua ostilità verso le donne. Quando le fa una sorprendente proposta di matrimonio contrattuale, la vedova si trova davanti a una scelta impossibile. Da un lato, un'unione fredda e calcolata con un uomo che disprezza il suo genere. Dall'altro, la possibilità di ottenere finalmente protezione dal cognato che la tormenta. Ma cosa succederà quando: il miliardario scoprirà il suo vero status di vedova? Il cognato riuscirà a rintracciarla? I segreti del passato verranno a galla? Tra minacce e passioni inaspettate, tra un matrimonio di convenienza e sentimenti che nessuno dei due si aspettava, la giovane vedova scoprirà che a volte la salvezza può venire dalle mani più improbabili.
Capitolo 1
Seduta in quel ristorante da più di mezz’ora ad aspettare quell’importante socio d’affari per la loro azienda, Monica si sentiva sempre più nervosa. Doveva assolutamente convincerlo a collaborare con loro, perché se lui accettava di diventare un loro partner, avrebbe finalmente potuto lasciare il suo posto da segretaria per diventare l’assistente del CEO. Sarebbe stata la prova definitiva delle sue capacità.
Le poche informazioni che aveva ricevuto su quell’uomo dicevano che si trattava di una persona molto importante, con influenza in tutto il mondo.
Ciò che la intimoriva era che, secondo alcuni racconti, era un uomo spietato, freddo, arrogante e molto severo, soprattutto con le donne.
Vedere tutte quelle persone elegantemente vestite e felici le fece capire quanto si fosse isolata dal mondo, e soprattutto da ogni forma di gioia ed entusiasmo.
Monica Durand, francese di 25 anni, orfana di padre e madre, aveva avuto una vita felice, piena di energia e serenità... fino a quando tutto era crollato.
Era già vedova da due anni, e tutti i beni del marito le erano stati portati via dal cognato. Monica aveva perso tutto. E il peggio era che quel cognato era ossessionato da lei, al punto da perseguitarla ovunque. Non riusciva più nemmeno a respirare, e questo l’aveva costretta a fuggire dal proprio paese.
Single da allora, non era pronta ad amare di nuovo, né tantomeno ad avere una relazione.
Stabilitasi a New York da qualche mese, aveva faticato tantissimo per rialzarsi con i pochi risparmi che le restavano. Aveva deciso di nascondere il fatto di essere vedova, per non essere giudicata o guardata male dalla gente.
Grazie a Dio era riuscita ad ottenere un posto da segretaria in un’azienda petrolifera, e se la cavava piuttosto bene. Solo che, il giorno prima, il CEO le aveva proposto una sfida: convincere il giovane miliardario americano Eric Wilson, proprietario di numerose compagnie petrolifere, a diventare loro socio. Avere una persona così influente al loro fianco sarebbe stato un vantaggio colossale.
Monica doveva assolutamente riuscire, se voleva fare carriera. E poi, era l’ennesima volta che il CEO provava a incontrare quell’uomo, senza successo. Monica sperava che, stavolta, la fortuna fosse dalla sua parte…
---
Qualche minuto dopo...
— Come ci ritroviamo... — sussurrò una voce proprio vicino al suo orecchio.
Il sangue di Monica si gelò.
No. Non poteva essere lui.
Come aveva fatto a trovarla? Era talmente paralizzata dalla paura che non riusciva a pronunciare una sola parola. Davanti a lei c’era il suo peggior nemico, il cognato Georges Dubois.
— Hai perso la lingua, mia cara? — continuò lui sarcastico.
Si sedette di fronte a lei. Nonostante l’eleganza del suo abito su misura, non le era mai piaciuto, e non avrebbe mai cominciato a piacergli.
Le faceva talmente schifo che Monica si ricordava perfettamente di come le aveva rubato tutti i beni del marito senza alcuna compassione, lasciandola per strada. Rivederlo lì davanti a sé le faceva rivivere tutta la sofferenza, e la rabbia cresceva.
— Come mi hai trovata? — gli chiese, la voce tesa.
— Oggi sono un uomo di potere, Monica. Un uomo d'affari che può distruggerti con uno schiocco di dita. Ovunque tu vada, ti troverò.
Quelle parole la terrorizzavano, ma non glielo mostrò. Non doveva lasciargli vedere quanto lui la spaventasse.
— Non sono tua proprietà, quindi non hai alcun potere su di me. E non mi sposerò mai con te — dichiarò con disprezzo e odio.
Lui le afferrò il braccio con forza, fissandola con occhi carichi di rabbia.
— Monica, non sembri renderti conto di chi hai davanti. Non sai di cosa sono capace. Ti voglio, e sarai mia. Che tu lo voglia o no. Altrimenti, ti distruggerò per sempre.
Quest’uomo era davvero ignobile. Il cuore le batteva fortissimo. Ora che l’aveva trovata, non aveva più via di scampo.
Era in totale insicurezza, e temeva seriamente per la sua vita.
— Lasciami… mi fai male — disse a denti stretti.
Lui strinse ancora di più, mantenendo uno sguardo sadico.
— Arrenditi e sposami. Ti prometto che i tuoi desideri saranno ordini e ti riempirò di attenzioni.
— Mai nella vita! Mai starò con te, nemmeno se fossi l’ultimo uomo sulla Terra — ribatté lei.
Quelle parole ferirono profondamente Georges, che strinse i denti e si alzò di scatto, pronto a strangolarla, quando…
— Cosa sta succedendo qui? — dichiarò una voce profonda e grave.
Si voltarono entrambi verso lo sconosciuto che aveva parlato…
E Monica trattenne il respiro.
Chi era quell’uomo? Era talmente alto e massiccio che sembrava fatto di roccia. E da lui emanava un’aura così fredda e pericolosa che Monica non riusciva nemmeno a sostenerne lo sguardo. Con la sua piccola statura, era senza speranza.
Lo sconosciuto si avvicinò, fissando Georges con uno sguardo minaccioso.
— Ripeto la mia domanda: Cosa sta succedendo qui?
Monica notò che Georges iniziava a sudare. E sorrise dentro di sé: almeno c’era qualcuno che riusciva a spaventarlo.
— No, signore, va tutto bene. Ero solo venuto a parlare con questa signorina. Ora me ne vado — balbettò Georges.
Le lanciò uno sguardo di minaccia e se ne andò.
Lo sconosciuto tirò fuori una sedia e si sedette di fronte a Monica, cosa che la lasciò confusa.
Il suo profumo le arrivò subito alle narici, e tutti i suoi sensi si allertarono.
Monica doveva ammetterlo: non aveva mai visto un uomo così imponente, misterioso e affascinante.
Il completo su misura, la barba curata, le mascelle tese e i capelli corti mostravano una virilità quasi spaventosa.
La terrorizzava… e allo stesso tempo la affascinava.
— Le do fastidio? — chiese lei con voce roca.
La sua voce le fece venire i brividi, che cercò di nascondere bevendo un sorso dal bicchiere.
— No, per niente… ha prenotato questo tavolo?
Lui ignorò volutamente la domanda, continuando a fissarla con i suoi occhi color nocciola, cosa che la metteva profondamente a disagio.
— Come si chiama? — le chiese con tono autoritario.
Con quel tono, non poteva non rispondere.
— Monica Durand — disse, il cuore che batteva a mille.
— Monica… cosa voleva quell’uomo, poco fa?
Perché glielo chiedeva? Cosa gli importava?
Ma il suo sguardo diceva chiaramente che stava aspettando una risposta.
— Ehm… solo un amico.
— Un amico che stava per strangolarla? Interessante — commentò lui, sollevando un sopracciglio.
Forse era meglio andarsene. Non poteva certo raccontare la sua vita a un perfetto sconosciuto.
Tanto, quel famoso miliardario non sarebbe mai venuto.
Era talmente delusa di aver fallito… il suo capo sarebbe stato di nuovo deluso.
— Mi scusi, signore, ma devo andare. La persona che aspettavo non è venuta — disse alzandosi.
Lo sconosciuto la fissò freddamente, poi dichiarò con voce decisa:
— Signorina Durand, se tiene davvero che io diventi socio della vostra azienda… le conviene sedersi e dirmi la verità.
