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La piccola monella di Alpha

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Yasmine
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Riepilogo

Madelyn Rivera è stata rapita da dei fuorilegge quando aveva solo 15 anni. Il suo branco è stato attaccato e tutti sono stati uccisi. Dopo essere stata torturata per quasi 2 anni, è riuscita a fuggire e a scappare. Ora è in fuga da 3 anni come fuorilegge. Soprannominata la « corridora fuorilegge » perché nessuno è riuscito a catturarla. Madelyn si diverte con il gioco di inseguimento con le guardie di confine che incontra dai vari branchi. Ma cosa succede quando decide di giocare a inseguimento con il branco sbagliato ? Marcus Blackwell era l’Alfa del branco Blue Moon. Dopo aver preso il ruolo di Alfa a soli 18 anni, Marcus era temuto da molti. Marcus ha cercato la sua compagna per rendere più forte il suo branco. Sa che più tempo passa senza la sua Luna, più lui e il suo branco diventano deboli. Cosa succede quando l’Alfa scopre che la sua compagna è proprio la corridora fuorilegge ? L’Alfa ama una buona corsa, e una corsa l’avrà.

AlfaPrincipessaLunaTriangolo AmorosoRomanticoVero AmoreBadboy

01

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— Torna subito qui, stronza ! — gridano le guardie mentre faticano a starmi dietro. Inciampano sulle radici e sui rami sparsi sul suolo della foresta. Questo mi fa solo ridere mentre continuo a correre più veloce, sfrecciando tra gli alberi ed evitando la cattura.

— Prendetemi se ci riuscite, ragazzi ! — grido con gioia mentre mi allontano sempre di più dalle guardie.

Correre. È l’unica cosa in cui so di essere brava. Ho seminato molte guardie negli ultimi tre anni.

Sfreccio veloce tra gli alberi, lasciandomi alle spalle le guardie. So che non riusciranno mai a prendermi e che prima o poi perderanno interesse. Dopo aver corso per un’altra mezz’ora circa, mi fermo per ascoltare eventuali segni della loro presenza. Non sento nulla se non i suoni della natura intorno a me. Credo di essere al sicuro ora e posso semplicemente continuare a camminare.

Mi diverte provocare le guardie di confine. È sempre divertente vedere se riescono a prendermi. Nessuno ci è mai riuscito. Ormai ho un soprannome in tutti i branchi. La Fuggitiva. Sì, sono una randagia, ma non per scelta mia.

Il moi vecchio branco, il Branco dell’Eclisse Rossa, è stato attaccato cinque anni fa, quando avevo solo quindici anni.

— Corri Madelyn ! — mi urla mia madre. Siamo sotto attacco da parte di un gruppo di randagi. Lupi e persone combattono tutto intorno a me mentre io e mia madre corriamo fuori dalla casa.

Non ho ancora ricevuto il moi lupo, perché non ho compiuto i sedici anni. Posso solo correre e nascondermi mentre altri randagi emergono dalla foresta attorno a noi. Sto correndo via dal combattimento, verso la foresta, quando due mani forti mi afferrano da dietro.

— Dove credi di andare, piccola ? — mi dice un randagio dall’aspetto vile. Provo a liberarmi scalciando e colpendolo, ma ha ben poco effetto su di lui. Non sono abbastanza forte nemmeno per ferirlo.

— Mamma ! Papà ! Bryan ! — chiamo la mia famiglia, sperando che vengano a salvarmi.

— Madelyn ! — sento mia madre gridare. La vedo correre verso di me per salvarmi.

Con tutta la forza che ha, si lancia contro l’uomo che mi trascina via. Lui cade a terra e mi lascia andare. Mia madre prova ad afferrarmi e a correre, ma l’uomo la tira indietro.

— Maledetta ! La pagherai cara ! — è furioso adesso. Vedo lui e mia madre trasformarsi nei loro lupi e iniziare a combattere. Rimango paralizzata a guardare, finché un altro randagio non mi afferra da dietro e comincia a trascinarmi via.

— Madelyn ! — sento mia madre attraverso il legame mentale mentre vengo portata via.

Un brivido mi percorre la schiena mentre ricordo quel giorno. Il giorno in cui ho perso la mia famiglia. Il moi branco. Tutto. Mi sentivo debole e impotente, probabilmente perché lo ero davvero. I randagi che ci hanno preso, insieme ad altri giovani membri del branco, ci hanno detto che tutti erano stati uccisi e che noi eravamo fortunati ad essere ancora vivi. Dicevano di averci risparmiati, ma non abbiamo mai capito il motivo.

A volte, vorrei che mi avessero uccisa. Sarebbe stata una fine più dolce rispetto alle torture che ci hanno fatto subire.

Scuoto la testa per scacciare quei ricordi. Non mi piace pensarci troppo, fanno troppo male. Continuo a camminare verso est, sperando di trovare un posto dove riposare per la notte, visto che corro da due giorni di fila ormai.

È dura dover sempre stare in movimento da quando sono scappata. Nessun branco accoglie i randagi, perché li considerano selvaggi, folli e fuggiti dal proprio branco per scelta. Io non sono come gli altri randagi. Io il branco l’ho perso. Non sono scappata.

Continuo a camminare finché il sole non comincia a calare oltre la linea degli alberi. Aumento il passo per trovare un posto dove riposare. Mi imbatto in un albero caduto su un masso. C’è spazio sufficiente sotto per sdraiarmi comodamente.

— Immagino che per stanotte ci dovremo accontentare di questo posto, eh Willow ? — chiamo attraverso il legame mentale che condivido con lei. Willow è il nome della mia lupa. Ricordo quel giorno terribile in cui mi sono trasformata per la prima volta come se fosse ieri…

Sono distesa nella mia cella, arsa dalla febbre e con il sudore che mi cola dalla fronte. Non capisco cosa mi stia succedendo. Comincio a sentire dolori lancinanti in tutto il corpo, come se mi si stessero spezzando tutte le ossa contemporaneamente. Cerco di trattenere le urla che mi salgono in gola, ma alla fine cedo e urlo con tutto il fiato che ho.

Questo fa arrivare le guardie alla mia cella per capire cosa mi stia succedendo.

— Taci subito, prima che ti diamo davvero un motivo per urlare — dice una delle guardie, ma riesco a malapena a sentirlo per la pressione che sento nella testa. È come se qualcuno stesse spaccandomela in due con un’ascia.

È allora che i randagi si rendono conto che mi sto trasformando per la prima volta.