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Capitolo 1

«Tesoro, sei davvero un dono per questa famiglia.» La voce possente di Margaret Lancaster, la suocera di Elena, riempì la stanza. «Finalmente Damian ha trovato una donna capace di dargli un erede.»

Il sorriso che illuminava il volto di Elena si spense lentamente quando riconobbe quella voce provenire dal salotto. Era venuta per dare a Damian, suo marito da dieci anni, la notizia più felice della loro vita.

Tra le dita stringeva con forza una busta: all’interno, i risultati delle analisi mediche. Era incinta. Del loro quarto figlio.

Si fermò sulla soglia, e il suo sguardo si bloccò sulla scena davanti a sé. Una donna bionda, dal corpo perfetto, era seduta con grazia sul divano. Era semplicemente... impeccabile. Isabella Monroe.

Una top model, spesso immortalata sulle copertine delle riviste di moda. E ora, si trovava lì, nel salotto di casa sua, circondata dalla sua famiglia.

«Oh, signora Lancaster, sei troppo gentile», rise piano Isabella, con una voce dolce e piena di compiacimento.

«Non chiamarmi così, cara. Ora sei mia nuora.»

«Giusto, chiamaci mamma e papà.» Stavolta fu la voce profonda di Charles Lancaster, il suocero di Elena, a farsi sentire. «Papà è molto felice. Finalmente ha un erede maschio!»

Il petto di Elena si strinse. In quell’istante, Damian si voltò verso di lei. Come se solo allora si fosse accorto della sua presenza, si alzò dalla poltrona e infilò le mani nelle tasche con noncuranza.

«Sei tornata?» disse con tono indifferente, come se tutto ciò fosse perfettamente normale.

Elena lo fissò, incredula. Poi si fece avanti. «Damian, cosa sta succedendo?»

Isabella si alzò lentamente e raggiunse Damian, avvolgendogli le braccia attorno. «Amore, non l’hai ancora detto a tua moglie?» chiese con voce volutamente infantile.

Un dolore pulsante le martellava la testa. Le dita di Elena strinsero ancor più forte la busta. «Damian, ti prego... dimmi qualcosa.»

Lui sospirò, poi sorrise con un ghigno. «Elena, sarò diretto. Isabella ed io stiamo insieme da due anni. Lei mi ha dato ciò che tu non hai mai potuto.»

«Cosa vuoi dire?» sussurrò Elena, sentendo il cuore affondare.

Damian la fissò con freddezza. «Isabella ha partorito un figlio. Questo è il suo ritratto, ha solo due mesi.»

Gli occhi di Elena si spalancarono. Non poteva crederci.

«Mi hai dato tre figli, Elena. Ma tutte femmine. Sai bene quanto io desideri un erede maschio.»

Elena scosse la testa, incapace di comprendere.

«E Olivia, Katty e Delya resteranno con te. Ma non riceveranno nemmeno un centesimo del patrimonio. Lo sai com’è la tradizione della nostra famiglia, no? Solo un figlio maschio ha valore.»

«Quello che dice Damian è vero,» aggiunse Margaret, «le tue tre figlie non erediteranno nulla. Non sono degne. E io sono grata a Isabella per aver dato un figlio a Damian. Dieci anni di matrimonio, e tu solo tre femmine?»

Le mani di Elena si serrarono a pugno. «Quindi... solo perché ho avuto delle figlie, pensate che io non valga nulla?»

Isabella rise sommessamente. «Sei più intelligente di quanto pensassi, Elena.»

Damian si voltò verso Isabella e la guardò con tenerezza—quello sguardo che una volta era solo di Elena. «È la decisione migliore. Ti assicurerò una vita comoda, insieme alle bambine. Posso anche comprarti una nuova casa, lontano da qui.»

Una nuova casa? Come se stesse buttando via un rifiuto.

Elena fissò l’uomo che un tempo aveva amato profondamente, colui che le aveva giurato amore eterno. «E io?» La sua voce era quasi un sussurro. «Ho contato qualcosa, Damian? Sono stata al tuo fianco per dieci anni. Ti ho sostenuto finché non sei diventato pari ai nobili. E adesso mi butti via... per questo?»

Damian non rispose. Il silenzio fu più tagliente di qualunque parola.

Con mani tremanti, Elena aprì lentamente la busta, estraendo il foglio. Con voce calma, dichiarò: «Stavo per dirti che... sono incinta.»

Damian sollevò un sopracciglio. «Incinta?»

Elena lo guardò dritto negli occhi. «Sì. Aspetto un bambino.»

Gli occhi di Margaret si sgranavano. Charles aggrottava la fronte, quasi la notizia fosse una disgrazia. Isabella sorrise appena, per nulla sorpresa.

«Bah, al massimo sarà un’altra femmina!» sbottò Margaret con disprezzo.

Elena sollevò il mento, fissando sua suocera.

Per un istante, l’espressione di Damian cambiò. Ma prima che Elena potesse cogliere davvero quel bagliore, tornò il solito sorriso beffardo. «E credi che la tua insignificante gravidanza cambierà qualcosa?»

Elena tacque. Le lacrime le bruciavano gli occhi, ma si rifiutò di lasciarle scorrere.

Damian rise piano, poi guardò Isabella come se stessero condividendo una barzelletta. «Non cambierà nulla, Elena. Isabella sarà comunque la signora Lancaster.»

Isabella le rivolse un sorriso sprezzante.

Elena strinse il foglio tra le mani.

Margaret incrociò le braccia. «Non perdiamo tempo. Dovresti eliminare quel feto!»

Il sangue di Elena ribollì. «E se fosse un maschio?»

Charles scoppiò in una risata. «Impossibile! Sarà senz’altro una femmina.»

Il cuore di Elena si spezzava in mille pezzi. Ma non avrebbe mostrato debolezza.

Damian le si avvicinò, lo sguardo freddo. «Consideralo un affare. Ti risarcirò generosamente. Potrai andartene in pace.»

Le lacrime erano lì, pronte a scivolare. Ma lei le trattenne con tutta la forza che le restava. Non avrebbe dato loro la soddisfazione di vederla crollare.

Inspirando profondamente, raddrizzò le spalle. Con mano ferma, strappò il foglio delle analisi.

Elena guardò Damian con uno sguardo gelido. «Hai ragione, Damian. Dovrei davvero andarmene da questa casa. Non permetterò che le mie figlie crescano in una famiglia che misura il valore di una persona in base al genere. Andiamo... divorziamo, signor Damian Lancaster.»

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